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Don’t ask don’t tell
Don’t ask don’t tell è la naturale prosecuzione dell’inaspettata passata esperienza di Cu avi lingua passa u mari. È un capitale culturale e morale acquisito, in cui l’entusiasmo e la buona volontà dello scorso anno, uniti alla ricerca e alla condivisione, diventano oggi crescita interiore, sociale, culturale.
Comunicato stampa
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Don’t ask don’t tell è la naturale prosecuzione dell’inaspettata passata esperienza di Cu avi lingua passa u mari. È un capitale culturale e morale acquisito, in cui l’entusiasmo e la buona volontà dello scorso anno, uniti alla ricerca e alla condivisione, diventano oggi crescita interiore, sociale, culturale.
DADT chiude il ciclo di eventi d’arte contemporanea intorno al Pride Nazionale 2013, apertosi con la mostra di Zanele Muholi, lo scorso gennaio, per proseguire poi durante l’estate con glistraordinari scatti di Ferdinando Scianna installati presso i Cantieri Culturali alla Zisa ed utilizzati per la comunicazione del Pride, la mostra e la performance del duo di artisti internazionaliLovett/Codagnone e coronarsi adesso con la partecipazione al lavoro di artisti
di generazioni diverse, tutti di grande valore, affiancati da nomi di spessore internazionale: Adalberto Abbate, Stefano Arienti, Benny Chirco, Stefania Galegati Shines, Goldiechiari, Alice Guareschi, Adrian Hermanides, Loredana Longo, Lovett/Codagnone, Domenico Mangano, Andrew Mania, Liliana Moro, Dean Sameshima, Ferdinando Scianna, Félix González-Torres,Vedovamazzei.
La mostra, a cura di Francesco Pantaleone e Antonio Leone, è una narrazione corale che tenta di raccontare in modo non didascalico la complessità del vissuto delle persone LGBT. Il percorso della mostra si sviluppa in quattro sezioni, ognuna legata ad un aspetto che caratterizza la dimensione quotidiana della vita delle persone omosessuali , avvalendosi dei contributi tematici scritti daalcuni esponenti del movimento lgbt: Luigi Carollo, Daniela Tomasino, Paolo Patanè, Massimo Milani.
Fear / Identity / Right / Love: si tratta di aspetti che strutturano le identità delle persone LGBT, che ne marcano la stessa esistenza. Dalla propria accettazione al desiderio dell'accettazione da partedell'Altro, dal coming out alle manifestazioni in piazza in cui si rivendica parità nei Diritti.
Il titolo della mostra, "Don't Ask, Don't Tell" fa riferimento alla linea politica degli Stati Uniti d'America, tra il 1993 e il 2010, in merito alla questione dell'orientamento sessuale dei membri dell'Esercito. “Don’t ask, don’t tell” sintetizzava la legge che permetteva agli omosessuali di arruolarsi nelle forze armate solo a patto che tenessero segreto il proprio orientamento sessuale (venendo espulsi se scoperti omosessuali). La norma è stata cancellata il 20 settembre 2011.
Il titolo, qui usato come metafora, rimanda appunto a questa condizione legata alla dichiarata volontà di non riconoscimento e quindi di necessario silenzio, necessario occultamento della propria individualità ma anche, per riflesso, di necessaria rivendicazione, di orgoglio, di richiesta di un pieno riconoscimento.
DADT chiude il ciclo di eventi d’arte contemporanea intorno al Pride Nazionale 2013, apertosi con la mostra di Zanele Muholi, lo scorso gennaio, per proseguire poi durante l’estate con glistraordinari scatti di Ferdinando Scianna installati presso i Cantieri Culturali alla Zisa ed utilizzati per la comunicazione del Pride, la mostra e la performance del duo di artisti internazionaliLovett/Codagnone e coronarsi adesso con la partecipazione al lavoro di artisti
di generazioni diverse, tutti di grande valore, affiancati da nomi di spessore internazionale: Adalberto Abbate, Stefano Arienti, Benny Chirco, Stefania Galegati Shines, Goldiechiari, Alice Guareschi, Adrian Hermanides, Loredana Longo, Lovett/Codagnone, Domenico Mangano, Andrew Mania, Liliana Moro, Dean Sameshima, Ferdinando Scianna, Félix González-Torres,Vedovamazzei.
La mostra, a cura di Francesco Pantaleone e Antonio Leone, è una narrazione corale che tenta di raccontare in modo non didascalico la complessità del vissuto delle persone LGBT. Il percorso della mostra si sviluppa in quattro sezioni, ognuna legata ad un aspetto che caratterizza la dimensione quotidiana della vita delle persone omosessuali , avvalendosi dei contributi tematici scritti daalcuni esponenti del movimento lgbt: Luigi Carollo, Daniela Tomasino, Paolo Patanè, Massimo Milani.
Fear / Identity / Right / Love: si tratta di aspetti che strutturano le identità delle persone LGBT, che ne marcano la stessa esistenza. Dalla propria accettazione al desiderio dell'accettazione da partedell'Altro, dal coming out alle manifestazioni in piazza in cui si rivendica parità nei Diritti.
Il titolo della mostra, "Don't Ask, Don't Tell" fa riferimento alla linea politica degli Stati Uniti d'America, tra il 1993 e il 2010, in merito alla questione dell'orientamento sessuale dei membri dell'Esercito. “Don’t ask, don’t tell” sintetizzava la legge che permetteva agli omosessuali di arruolarsi nelle forze armate solo a patto che tenessero segreto il proprio orientamento sessuale (venendo espulsi se scoperti omosessuali). La norma è stata cancellata il 20 settembre 2011.
Il titolo, qui usato come metafora, rimanda appunto a questa condizione legata alla dichiarata volontà di non riconoscimento e quindi di necessario silenzio, necessario occultamento della propria individualità ma anche, per riflesso, di necessaria rivendicazione, di orgoglio, di richiesta di un pieno riconoscimento.
11
ottobre 2013
Don’t ask don’t tell
Dall'undici ottobre al 05 novembre 2013
arte contemporanea
Location
PALAZZO ZIINO
Palermo, Via Dante, 53, (Palermo)
Palermo, Via Dante, 53, (Palermo)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato: 9.30 − 18.30
Vernissage
11 Ottobre 2013, h. 18.00
Autore
Curatore