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Doppiazona
Una decina di artisti di respiro internazionale, uniti dal prestigio, ma separati dalle Alpi, che portano i nomi di Arcangelo, Caccioni, Guerzoni, Montessori e Olivieri, per gli italiani, di Bornefeld, Brandeis-Crawford, Dollhopf, Goitowski e Mehrkens, per gli stranieri
Comunicato stampa
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Una ventata d’aria fresca agita le stanze della Galleria 8,75 Artecontemporanea che, con la nuova stagione espositiva, porterà a Reggio Emilia una decina di artisti di grande livello, uniti dal prestigio, ma separati dalle Alpi. Per l’occasione, lo spazio espositivo diventerà un’interessante “DoppiaZona”, dove ammirare, analizzare e confrontare le opere di cinque artisti italiani (Arcangelo, Luca Caccioni, Franco Guerzoni, Elisa Montessori, Claudio Olivieri) e di altrettanti stranieri (Julia Bornefeld, Sandra Brandeis-Crawford, Günter Dollhopf, Peter “Goi” Goitowski e Klaus Mehrkens).
Tra gli italiani saranno presentate opere di Arcangelo, in cui l’incanto poetico e una scrupolosa linea d’indagine si confondono alchemicamente nella magia di un intreccio che si dipana, incontenibile, nello spazio, ma anche le apparizioni fantasmatiche di Luca Caccioni che, tra ambre, bruni e verdrasti, ammiccano gradualmente all’astratto, sfumando i contorni e costringendo l’occhio a continue correzioni, per poter leggere le immagini che danzano in punta di piedi sulla tela. E poi, il colore prepotente e fondamentalmente monocromo di Franco Guerzoni, che definisce lo spazio e veicola la memoria, che si addensa lungo le increspature e si ritrae negli anfratti, declinandosi in calibrati passaggi tonali; i segni esili e allo stesso tempo graffianti di Elisa Montessori, che si dispongono sulla superficie a comporre i petali di un fiore o una sequenza tonale che sembra rincorrersi all’infinito e, per finire, le architetture morbide e silenti di Claudio Olivieri, fatte di luce e di colore, di trasparenze senza ombra di gravità.
La parte estera della mostra si aprirà, al femminile, con i quadri di Julia Bornefeld, giocati su forme concave come scarpe, gusci e vasi che, alludendo a metafore di femminilità, a forme proprie della sfera domestica e familiare, rassicurano lo spettatore che si lascia andare al fascino della narrazione e poi, con le carte di Sandra Brandeis-Crawford, che indaga, nell’immediatezza di un tratto, quasi automatico, spesso calcato, inciso, oppure lieve e spezzato, i margini indefiniti di un corpo in divenire. A seguire le trame corporee di Günter Dollhopf, l’artista tedesco che ha fatto della carta la pietra del suo universo scultoreo, candido nel colore ma estremamente ruvido, rilevato e tangibile e gli universi psichedelici e coloratissimi di Peter Goitowski, in arte Goi, che ispirandosi al futurismo, alla pop e ad un gusto prettamente underground, mette in scena il mito di una velocità assolutamente seducente e dissacratoria. In ultimo, la materia liquida, variopinta e allo stesso tempo evanescente di Klaus Mehrkens che, pur mettendo in scena i corpi, i volti e i paesaggi degli uomini, li libera da ogni specificità, da ogni riferimento, per dissolverli tra le fitte maglie della memoria e del sogno.
Tra gli italiani saranno presentate opere di Arcangelo, in cui l’incanto poetico e una scrupolosa linea d’indagine si confondono alchemicamente nella magia di un intreccio che si dipana, incontenibile, nello spazio, ma anche le apparizioni fantasmatiche di Luca Caccioni che, tra ambre, bruni e verdrasti, ammiccano gradualmente all’astratto, sfumando i contorni e costringendo l’occhio a continue correzioni, per poter leggere le immagini che danzano in punta di piedi sulla tela. E poi, il colore prepotente e fondamentalmente monocromo di Franco Guerzoni, che definisce lo spazio e veicola la memoria, che si addensa lungo le increspature e si ritrae negli anfratti, declinandosi in calibrati passaggi tonali; i segni esili e allo stesso tempo graffianti di Elisa Montessori, che si dispongono sulla superficie a comporre i petali di un fiore o una sequenza tonale che sembra rincorrersi all’infinito e, per finire, le architetture morbide e silenti di Claudio Olivieri, fatte di luce e di colore, di trasparenze senza ombra di gravità.
La parte estera della mostra si aprirà, al femminile, con i quadri di Julia Bornefeld, giocati su forme concave come scarpe, gusci e vasi che, alludendo a metafore di femminilità, a forme proprie della sfera domestica e familiare, rassicurano lo spettatore che si lascia andare al fascino della narrazione e poi, con le carte di Sandra Brandeis-Crawford, che indaga, nell’immediatezza di un tratto, quasi automatico, spesso calcato, inciso, oppure lieve e spezzato, i margini indefiniti di un corpo in divenire. A seguire le trame corporee di Günter Dollhopf, l’artista tedesco che ha fatto della carta la pietra del suo universo scultoreo, candido nel colore ma estremamente ruvido, rilevato e tangibile e gli universi psichedelici e coloratissimi di Peter Goitowski, in arte Goi, che ispirandosi al futurismo, alla pop e ad un gusto prettamente underground, mette in scena il mito di una velocità assolutamente seducente e dissacratoria. In ultimo, la materia liquida, variopinta e allo stesso tempo evanescente di Klaus Mehrkens che, pur mettendo in scena i corpi, i volti e i paesaggi degli uomini, li libera da ogni specificità, da ogni riferimento, per dissolverli tra le fitte maglie della memoria e del sogno.
13
ottobre 2007
Doppiazona
Dal 13 ottobre al 10 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 4, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 4, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.30. Lunedì, giovedì e festivi su appuntamento
Vernissage
13 Ottobre 2007, ore 17
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