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Doppio Panico!. Autoritratto
“Doppio Panico!” Autoritratto si configura come la terza partitura di un progetto unitario, singolare/plurale, teso ad indagare l’Identità e l’Alterità. Il corpus comprende 18 autoritratti realizzati nel formato del doppio quadrato alchemico, oltre a due installazioni site specific.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 26 ottobre 2013, alle ore 17.00 presso l’Oratorio di San Sebastiano di Forlì, sarà inaugurata la mostra “Doppio Panico!” Autoritratto, un progetto ideato e condotto da Marisa Zattini che coinvolge, oggi, 18 artisti.
Dopo la mostra del 2009 “Doppio Panico!” L’Arte di Vivere - pensata per celebrare il XX anno di fondazione della società IL VICOLO - e il secondo appuntamento Metamorphosi del 2011, questo Autoritratto del 2013 si configura come la terza partitura di un progetto unitario, singolare/plurale, teso a indagare l’Identità e l’Alterità.
Il corpus comprende 18 autoritratti realizzati nel formato del doppio quadrato alchemico: 140 x 70 cm; nel rispecchiamento, anche una scultura ferrosa a tutto tondo. C’è chi si è ritratto con pittura, con disegno, con scultura, con fotografia, con paesaggio, con sogno, con parola... Tutti, sempre, con immensa poesia!
A latere, là dove in Metamorphosi primeggiava la Dissimilazione d’affezione oggi viene accolto il trittico di Carlo Ravaioli dedicato ad un ideale Ritratto di famiglia.
Al centro dell’Oratorio verrà collocata l’opera site specific Autosacramentale III (2013) dedicata alle matrici dei volti metamorfici degli artisti invitati. Tutte le matrici gessose - realizzate nel 2011, che avevano generato Convesso-Autosacramentale II (Opera al Nero) - sono state racchiuse in scatole ovali realizzate in ferro e ricomposte a terra.
Nella parete d’ingresso una vera e propria parata di volti ceramici trattati ad ingobbio e montati su dischi in ferro smaltato lucido, Autosacramentale IV (2013).
Due opere di Marisa Zattini in omaggio alla Identità nell’Alterità.
Scrive la curatrice: «Se Sartre scriveva «io sono le mie scelte» e Aristotele imponeva che l’uomo fosse il principio dei propri atti, l’autoritratto che da anni andiamo perseguendo accoglie il riflesso e il bagliore di ciò che immaginiamo, sogniamo e sentiamo di essere e non-essere attraverso i molti noi stesse che ci abitano e ci circondano. Cosa sono? Un guscio vuoto, un’impronta, un’ombra, un riverbero di luce, un profilo, una traccia in rispecchiamento multiplo. Una “ulteriorità” che cambia continuamente e si dissimiglia da me e da noi nella traccia di svelamento e di estraneità che vado vivendo. Formulazione di un confine, di un perimetro e di un respiro. Accettare di eseguire il proprio autoritratto è gesto coraggioso e audace. È atto eroico per un corpo glorioso. Per rendersi porosi allo sguardo dell’altro. È un ripercorrersi nel nomadismo di questo esilio che è la vita. Qual è allora il vero volto che ci individua allo sguardo degli altri in questa esistenza? Cosa scegliamo di noi, in permanenza? Come ci rileviamo nella ricerca della nostra identità? Paul Celan si concentrava sulla possibilità e sui modi della “comunicazione” - io e te - perché solo nel rapporto, nello scambio e nella comunicazione ci si individua, stabilendo la nostra identità. Una identità in continua mutazione, in perenne metamorfosi: che non ci viene data una volta per tutte. Se la finalità di questo progetto, sin dal principio, è stata «una ideale consegna al tempo», l’Autoritratto chiude l’ouroborus».
L’allestimento sarà sovrinteso dall’architetto Augusto Pompili. La mostra verrà documentata in un numero “speciale” della rivista Graphie (Anno XV, n.64), trimestrale di Arte & Letteratura, interamente dedicato al tema dell’Autoritratto, che sarà presentato sabato 9 novembre 2013 alla Biblioteca Malatestiana di Cesena (Sala Lignea, ore 16.00) per festeggiare così anche il XV anno di fondazione della rivista, con una esposizione di tutti i numeri della testata editi dal 1998 ad oggi ordinati in teche nel Corridoio Lapidario.
Dopo la mostra del 2009 “Doppio Panico!” L’Arte di Vivere - pensata per celebrare il XX anno di fondazione della società IL VICOLO - e il secondo appuntamento Metamorphosi del 2011, questo Autoritratto del 2013 si configura come la terza partitura di un progetto unitario, singolare/plurale, teso a indagare l’Identità e l’Alterità.
Il corpus comprende 18 autoritratti realizzati nel formato del doppio quadrato alchemico: 140 x 70 cm; nel rispecchiamento, anche una scultura ferrosa a tutto tondo. C’è chi si è ritratto con pittura, con disegno, con scultura, con fotografia, con paesaggio, con sogno, con parola... Tutti, sempre, con immensa poesia!
A latere, là dove in Metamorphosi primeggiava la Dissimilazione d’affezione oggi viene accolto il trittico di Carlo Ravaioli dedicato ad un ideale Ritratto di famiglia.
Al centro dell’Oratorio verrà collocata l’opera site specific Autosacramentale III (2013) dedicata alle matrici dei volti metamorfici degli artisti invitati. Tutte le matrici gessose - realizzate nel 2011, che avevano generato Convesso-Autosacramentale II (Opera al Nero) - sono state racchiuse in scatole ovali realizzate in ferro e ricomposte a terra.
Nella parete d’ingresso una vera e propria parata di volti ceramici trattati ad ingobbio e montati su dischi in ferro smaltato lucido, Autosacramentale IV (2013).
Due opere di Marisa Zattini in omaggio alla Identità nell’Alterità.
Scrive la curatrice: «Se Sartre scriveva «io sono le mie scelte» e Aristotele imponeva che l’uomo fosse il principio dei propri atti, l’autoritratto che da anni andiamo perseguendo accoglie il riflesso e il bagliore di ciò che immaginiamo, sogniamo e sentiamo di essere e non-essere attraverso i molti noi stesse che ci abitano e ci circondano. Cosa sono? Un guscio vuoto, un’impronta, un’ombra, un riverbero di luce, un profilo, una traccia in rispecchiamento multiplo. Una “ulteriorità” che cambia continuamente e si dissimiglia da me e da noi nella traccia di svelamento e di estraneità che vado vivendo. Formulazione di un confine, di un perimetro e di un respiro. Accettare di eseguire il proprio autoritratto è gesto coraggioso e audace. È atto eroico per un corpo glorioso. Per rendersi porosi allo sguardo dell’altro. È un ripercorrersi nel nomadismo di questo esilio che è la vita. Qual è allora il vero volto che ci individua allo sguardo degli altri in questa esistenza? Cosa scegliamo di noi, in permanenza? Come ci rileviamo nella ricerca della nostra identità? Paul Celan si concentrava sulla possibilità e sui modi della “comunicazione” - io e te - perché solo nel rapporto, nello scambio e nella comunicazione ci si individua, stabilendo la nostra identità. Una identità in continua mutazione, in perenne metamorfosi: che non ci viene data una volta per tutte. Se la finalità di questo progetto, sin dal principio, è stata «una ideale consegna al tempo», l’Autoritratto chiude l’ouroborus».
L’allestimento sarà sovrinteso dall’architetto Augusto Pompili. La mostra verrà documentata in un numero “speciale” della rivista Graphie (Anno XV, n.64), trimestrale di Arte & Letteratura, interamente dedicato al tema dell’Autoritratto, che sarà presentato sabato 9 novembre 2013 alla Biblioteca Malatestiana di Cesena (Sala Lignea, ore 16.00) per festeggiare così anche il XV anno di fondazione della rivista, con una esposizione di tutti i numeri della testata editi dal 1998 ad oggi ordinati in teche nel Corridoio Lapidario.
26
ottobre 2013
Doppio Panico!. Autoritratto
Dal 26 ottobre al primo dicembre 2013
arte contemporanea
Location
ORATORIO DI SAN SEBASTIANO
Forlì, Piazza Guido Da Montefeltro, 249, (Forlì-cesena)
Forlì, Piazza Guido Da Montefeltro, 249, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
16.00 - 19.00 feriali
10.30-12.30 / 16.30-19.30 prefestivi e festivi
lunedì chiusura
Vernissage
26 Ottobre 2013, h 17,00
Autore
Curatore