Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Doretta Cecchi / Gianantonio Ossani – 70 anni a regola d’arte
Due carissimi amici, artisti e molto amici tra di loro, quest’anno compiono gloriosamente 70 anni. Una bi-personale ci sta, no? Excursus artistico di Cecchi e Ossani e un grande potenziale per il “futuro” perché, come scrisse Vittorio Gassman c’è: “Un grande avvenire dietro le spalle”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
D.Cecchi scrive di sè : "Il filo della storia comincia con la ricerca di un materiale tutto per sé e finisce nel recupero del materiale artistico stesso nato da questa ricerca per andare avanti verso nuove creazioni.
Il potenziale creativo di questo materiale secondo risulta amplificato e potenziato al massimo grado. I due livelli di riconoscibilità offrono al fruitore una gamma pressoché infinita di interpretazioni e la possibilità di essere disturbato o affascinato diventa totale”...
“Il filo della storia comincia da filati che mai avrei pensato di vedere e toccare: il tweed colorato con l’erica e le alghe alle Ebridi Esterne, poi i bioccoli filati a mano e le matasse tinte con i fiori e le erbe appese alla porta delle botteghe foderate di legno sull'Herrengracht di Amsterdam.
Poi arrivano lino, canapa e cotone a far da trama e ordito nei grandi telai a mano di Bretagna o stretti in grosse rocche in Portogallo e in Irlanda.
E’ il mare, quello grande, l’Atlantico del Nord a fare da legame, quello che poi si insinua fra le Colonne d’Ercole e forma il Mare Nostrum dove i filati si fanno fini fini e si intrecciano in pizzi ed in filet nelle immense tende gonfiate dal vento di scirocco intorno a Siracusa, là dove vivono assieme i resti di mille civiltà e dolci finezze del presente. Seguendo i fili dorati di paglia nei campi bruciati dal sole, giù giù verso la riva che sta di fronte all’Africa, quante ne ho viste di donne cactus giacere mollemente in attesa! Languidamente sognanti di Cola Pesce, mostro gentile, ittico adolescente, che in mare le rapisca nello spazio di un sogno.
Nel caldo rovente il gheppio si ferma nell'aria ad ali aperte come Spirito Santo sostenuto dal vento, a benedire pietosamente le membra alle stanche vergini spinose!
Coi filati e i regali che vengono dal mare, tesori di legni e sabbia, di conchiglie e di alghe, ho composto il mio mondo che il Mago delle Ebridi, il Grande Incantatore, prepotente e sanguigno, ha diviso per me con il cavallo d’acqua guida delle tempeste e il cane d’acqua pastore di balene e di orche.
Ma mi manca qualcosa: i filati e i tesori riciclati del mare diventano una stringa, cuoio che lega i manoscritti illuminati d'oro dell'Alto Medioevo, e la mia mente di bimba troppo sola, rimasta intatta al passare del tempo, raccoglie e unisce i fili della storia di un Re che non ha nome, ma abbandona frammenti di tela profumati, pezzi di pergamena e conchiglie “clamantes”.
Approda alle rive della mia fantasia accompagnato da Brendan che su un guscio di noce parte per le isole Beate, che se ci sono nessuno lo sa, con i suoi monacelli.
Un viso evanescente, un pezzetto di nome, lettere e frammenti da rimettere insieme e il personaggio preferito di tutte le fiabe prende vita e la domanda si formula da sola:” Com'è il Re?” Il re ha peccato, mortalmente ha peccato perché non crede che il tempo scorra e la condanna lo vuole cancellato dalla storia.
Ma il suo grave peccato, così dolce e tremendo, mi ha contagiato. Irrimediabilmente. Ed è per questo che mi domando ancora, guardandomi allo specchio:” Cosa farò da grande?”
Doretta Cecchi 22 aprile 2016
Scrivono di G.Ossani: “Utilizzando materiali diversi e in particolare la tecnica-espediente dell'objet trouvé dimostra una capacità eccezionale di rendere animate le forme, che è poi la capacità di vedere meglio e più in là e di sapere comunicare, con apparente e dolce naturalezza, le proprie intuizioni”.
Rossana Bossaglia. Dal "Catalogo della scultura italiana n. 9" di Giorgio Mondadori
“Senza alcuna pretesa intellettualistica Ossani è riuscito a rendere con efficacia ed essenzialità quelle idee di ordine e di eleganza che tanto lo attraggono nel suo operare, con l'aggiunta di quel po' di ironia che toglie anche alle opere più serie ogni sentore di fatica sia in chi le ha create che in chi le osserva.” Licia Parvis Marino
“Sì, la scultura di Ossani è poesia-scultura o scultura-poesia (come avrebbe detto Jean Cocteau), che parte da uno stile e uno spunto percepibile chiaramente, poi si libera e vola a seconda dello stato d'animo e dei sentimenti che attraversano mente e cuore dell'artista trascinando con sé felici e consapevoli quanti ammirano le sue opere/personaggio.” “Le opere di Gianantonio Ossani sono opere particolari, dove il metallo riciclato, pur riconoscibile, in realtà non lo è più, e dove soprattutto i colori perdono il loro significato consueto.”
Doretta Cecchi
Doretta Cecchi (Milano 1946), laureata in Storia della critica d’arte all'Università Statale di Milano, allieva di Marise Flach (docente e collaboratrice di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano) e giornalista svolge la sua attività di operatrice artistica con continuità privilegiando la narrative art che, nel suo lavoro, acquista il significato di arte narrante, con sculture, dipinti e performance sempre accompagnati da testi.
Durante la sua attività di critica d'arte della radio libera Radio Canale 96 ha effettuato performance , e “arte per radio” interpretando testi scritti da lei stessa. Come designer ha vinto per 2 volte il premio del MIA di Monza con il cesellatore Carlo Vallé.
E' tra i pochissimi esperti italiani di attore artificiale (dalle marionette ai robot) dal punto di vista storico/estetico e ha scritto numerosi saggi sull'argomento.
Si è dedicata dal 1978 anche all'attività didattica con seminari sui rapporti arte‑teatro.
Dal 1976 espone in numerosissime mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati e sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero.
Incapace di concepire un lavoro artistico privo di testo di accompagnamento, ultimamente ha deciso di dare un’opportunità anche alla parola scritta tout court pubblicando un romanzo presso l'Editore Mursia di Milano.
Gianantonio Ossani (Milano 1946). Si è formato artisticamente a Milano all’Accademia di Brera. Dopo gli esordi pittorici di matrice espressionista, realizza dagli anni ’70 assemblaggi scultorei con legni o ferri riciclati. Ogni oggetto, anche se banale o logorato dall’uso, grazie all’intervento dell’artista recupera la sua valenza estetica con accenti ora ironici ora poetici.
Si sono interessati al suo lavoro: Silvio Aman, Lisa Belotti, Rossana Bossaglia, Doretta Cecchi, Silvia Dell’Orso, Alessandra Di Gennaro, Dino Formaggio, Maddalena Ghini, Teodosio Martucci, Corrado Mauri, Dario Moretti, Anty Pansera, Licia Parvis Marino, Anna Pumpo, Giorgio Verzotti, Susanna Zatti.
È stato segnalato da Rossana Bossaglia sul “Catalogo della scultura italiana n. 9” edito da Giorgio Mondadori.
Ha partecipato a numerose collettive e ha tenuto varie personali.
Il potenziale creativo di questo materiale secondo risulta amplificato e potenziato al massimo grado. I due livelli di riconoscibilità offrono al fruitore una gamma pressoché infinita di interpretazioni e la possibilità di essere disturbato o affascinato diventa totale”...
“Il filo della storia comincia da filati che mai avrei pensato di vedere e toccare: il tweed colorato con l’erica e le alghe alle Ebridi Esterne, poi i bioccoli filati a mano e le matasse tinte con i fiori e le erbe appese alla porta delle botteghe foderate di legno sull'Herrengracht di Amsterdam.
Poi arrivano lino, canapa e cotone a far da trama e ordito nei grandi telai a mano di Bretagna o stretti in grosse rocche in Portogallo e in Irlanda.
E’ il mare, quello grande, l’Atlantico del Nord a fare da legame, quello che poi si insinua fra le Colonne d’Ercole e forma il Mare Nostrum dove i filati si fanno fini fini e si intrecciano in pizzi ed in filet nelle immense tende gonfiate dal vento di scirocco intorno a Siracusa, là dove vivono assieme i resti di mille civiltà e dolci finezze del presente. Seguendo i fili dorati di paglia nei campi bruciati dal sole, giù giù verso la riva che sta di fronte all’Africa, quante ne ho viste di donne cactus giacere mollemente in attesa! Languidamente sognanti di Cola Pesce, mostro gentile, ittico adolescente, che in mare le rapisca nello spazio di un sogno.
Nel caldo rovente il gheppio si ferma nell'aria ad ali aperte come Spirito Santo sostenuto dal vento, a benedire pietosamente le membra alle stanche vergini spinose!
Coi filati e i regali che vengono dal mare, tesori di legni e sabbia, di conchiglie e di alghe, ho composto il mio mondo che il Mago delle Ebridi, il Grande Incantatore, prepotente e sanguigno, ha diviso per me con il cavallo d’acqua guida delle tempeste e il cane d’acqua pastore di balene e di orche.
Ma mi manca qualcosa: i filati e i tesori riciclati del mare diventano una stringa, cuoio che lega i manoscritti illuminati d'oro dell'Alto Medioevo, e la mia mente di bimba troppo sola, rimasta intatta al passare del tempo, raccoglie e unisce i fili della storia di un Re che non ha nome, ma abbandona frammenti di tela profumati, pezzi di pergamena e conchiglie “clamantes”.
Approda alle rive della mia fantasia accompagnato da Brendan che su un guscio di noce parte per le isole Beate, che se ci sono nessuno lo sa, con i suoi monacelli.
Un viso evanescente, un pezzetto di nome, lettere e frammenti da rimettere insieme e il personaggio preferito di tutte le fiabe prende vita e la domanda si formula da sola:” Com'è il Re?” Il re ha peccato, mortalmente ha peccato perché non crede che il tempo scorra e la condanna lo vuole cancellato dalla storia.
Ma il suo grave peccato, così dolce e tremendo, mi ha contagiato. Irrimediabilmente. Ed è per questo che mi domando ancora, guardandomi allo specchio:” Cosa farò da grande?”
Doretta Cecchi 22 aprile 2016
Scrivono di G.Ossani: “Utilizzando materiali diversi e in particolare la tecnica-espediente dell'objet trouvé dimostra una capacità eccezionale di rendere animate le forme, che è poi la capacità di vedere meglio e più in là e di sapere comunicare, con apparente e dolce naturalezza, le proprie intuizioni”.
Rossana Bossaglia. Dal "Catalogo della scultura italiana n. 9" di Giorgio Mondadori
“Senza alcuna pretesa intellettualistica Ossani è riuscito a rendere con efficacia ed essenzialità quelle idee di ordine e di eleganza che tanto lo attraggono nel suo operare, con l'aggiunta di quel po' di ironia che toglie anche alle opere più serie ogni sentore di fatica sia in chi le ha create che in chi le osserva.” Licia Parvis Marino
“Sì, la scultura di Ossani è poesia-scultura o scultura-poesia (come avrebbe detto Jean Cocteau), che parte da uno stile e uno spunto percepibile chiaramente, poi si libera e vola a seconda dello stato d'animo e dei sentimenti che attraversano mente e cuore dell'artista trascinando con sé felici e consapevoli quanti ammirano le sue opere/personaggio.” “Le opere di Gianantonio Ossani sono opere particolari, dove il metallo riciclato, pur riconoscibile, in realtà non lo è più, e dove soprattutto i colori perdono il loro significato consueto.”
Doretta Cecchi
Doretta Cecchi (Milano 1946), laureata in Storia della critica d’arte all'Università Statale di Milano, allieva di Marise Flach (docente e collaboratrice di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano) e giornalista svolge la sua attività di operatrice artistica con continuità privilegiando la narrative art che, nel suo lavoro, acquista il significato di arte narrante, con sculture, dipinti e performance sempre accompagnati da testi.
Durante la sua attività di critica d'arte della radio libera Radio Canale 96 ha effettuato performance , e “arte per radio” interpretando testi scritti da lei stessa. Come designer ha vinto per 2 volte il premio del MIA di Monza con il cesellatore Carlo Vallé.
E' tra i pochissimi esperti italiani di attore artificiale (dalle marionette ai robot) dal punto di vista storico/estetico e ha scritto numerosi saggi sull'argomento.
Si è dedicata dal 1978 anche all'attività didattica con seminari sui rapporti arte‑teatro.
Dal 1976 espone in numerosissime mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati e sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero.
Incapace di concepire un lavoro artistico privo di testo di accompagnamento, ultimamente ha deciso di dare un’opportunità anche alla parola scritta tout court pubblicando un romanzo presso l'Editore Mursia di Milano.
Gianantonio Ossani (Milano 1946). Si è formato artisticamente a Milano all’Accademia di Brera. Dopo gli esordi pittorici di matrice espressionista, realizza dagli anni ’70 assemblaggi scultorei con legni o ferri riciclati. Ogni oggetto, anche se banale o logorato dall’uso, grazie all’intervento dell’artista recupera la sua valenza estetica con accenti ora ironici ora poetici.
Si sono interessati al suo lavoro: Silvio Aman, Lisa Belotti, Rossana Bossaglia, Doretta Cecchi, Silvia Dell’Orso, Alessandra Di Gennaro, Dino Formaggio, Maddalena Ghini, Teodosio Martucci, Corrado Mauri, Dario Moretti, Anty Pansera, Licia Parvis Marino, Anna Pumpo, Giorgio Verzotti, Susanna Zatti.
È stato segnalato da Rossana Bossaglia sul “Catalogo della scultura italiana n. 9” edito da Giorgio Mondadori.
Ha partecipato a numerose collettive e ha tenuto varie personali.
14
maggio 2016
Doretta Cecchi / Gianantonio Ossani – 70 anni a regola d’arte
Dal 14 al 21 maggio 2016
arte contemporanea
Location
OBYART
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Orario di apertura
da domenica 15 a sabato 21 ore 15-19
lunedì 16 chiuso
Vernissage
14 Maggio 2016, ore 18
Autore