Dorino Ouvrier, lo scultore valdostano più conosciuto internazionalmente, lega le sue sculture in legno duro e in bronzo, alla sua terra; l'impegno profondo, attento, vivo nel descrivere il quotidiano e duro lavoro dei contadini é tradotto da Ouvrier in immagini plastiche che appartengono non solo alla cultura della Valle d'Aosta ma alla tradizione storica e materiale di tutte le genti di montagna. Ecco il vero significato della mostra proposta dal MACA (Museo civico d'Arte Contemporanea silvio vigliaturo di Acri) in terra calabrese, mettere in collegamento artistico due regioni italiane, cosi distanti sulla carta geografica, ma cosi vicine per tradizioni, usi e costumi rurali. Ha scritto di Dorino Ouvrier Eric Steingraber: " Le sue opere fanno pensare a tempi antichi, quando arte e artigianato, arte popolare e arte nobile erano ancora strettamente unite". Questo é il messaggio culturale che il MACA vuole trasmettere ai visitatori dell'esposizione, mostrare la grande modernità scultorea di Ouvrier, il fascino di una natura rivisitata, il suo particolare e del tutto personale "espressionismo", frutto della forza scultorea di questo artista. La modernità nelle radici della tradizione. Cosi cita il critico d'arte Angelo Mistrangelo: " dal durissimo legno di noce, Ouvrier coglie il suono della materia, le vibrazioni infinitesimali, la sua compatta struttura e vi incide figure senza tempo, primitive, bibliche e, contemporanee, attuali. Come attuale è il suo itinerario poetico".

Storie di fatica, di leggende, di feste contadine. Il “popolo” di Ouvrier invade Palazzo Sanseverino Falcone nella mostra a lui dedicata che si inaugurerà il 24 novembre 2007 e terminerà il 16 febbraio 2008