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Dowler / Marri / Scotti
Dino Morra presenta la prima di un ciclo di mostre con tre artisti: Bobby Dowler, Girolamo Marri, Antonello Scotti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Dino Morra è lieta di presentare la prima di un ciclo di mostre con tre artisti:
Bobby Dowler, Girolamo Marri, Antonello Scotti.
Bobby Dowler: L’œuvre: A Question of Form and Necessity
Girolamo Marri: Good Reasons Not to Understand One Another (Buone ragioni per non capirsi)
Antonello Scotti: Fondaco
Opening Friday 12|02|2016 ore 19,00
fino ak 01|04|2016
I lavori presentati in L’œuvre: A Question of Form and Necessity – di Bobby Dowler, per la prima volta a Napoli, nel Floor Space della galleria, a cura di Mike Watson, consistono in materiali assemblati dall’artista (nato in GB nel 1978, vive e lavora a Parigi) a partire da telai in legno e tele dipinte, il cui acquisto e la prima lavorazione in alcuni casi è iniziata svariati anni fa. Le tele recuperate sono lacerate, strappate e rivoltate, in un apparente tentativo di sovversione e di entrata nel medium della pittura stesso. Nel 1885 Emile Zola scrisse L’œuvre, un libro basato sulla vita del suo amico Cezanne e del circolo di persone che lo circondava, raccontando lo squallore in cui vivevano quei giovani artisti mentre sviluppavano il loro stile rivoluzionario, che più avanti il critico Roger Fry denominò Post Impressionismo. Resoconti delle vite dei giovani pittori nell’Europa del ventunesimo secolo sono rari, ciò nonostante è certo che le esigenze della vita quotidiana influenzano materiali, metodi e prodotti finali degli artisti, oggi non meno che allora.
Nell’ Underground Space della galleria, Girolamo Marri (Italia, 1980) presenta Buone Ragioni per non Capirsi, anch’essa curata da Mike Watson. Sviluppando ricerche preesistenti svolte a Londra, Shangai e New York, Marri indaga la relazione duale che intercorre sia tra oratore e ascoltatore, che tra contenuto e contesto. La sua installazione, composta da sette leggii e accompagnata da una performance, illustra il modo in cui, nonostante tutti gli sforzi, parte del contenuto di una lezione o di un seminario, venga sempre perduta o mal indirizzata. Marri astutamente identifica tutte quelle distrazioni che sicuramente intervengono non appena un certo numero di persone si riunisce per ascoltare qualcuno parlare: rumori di sottofondo, distrazioni personali, attrezzature difettose, credenze religiose, umori, condizioni atmosferiche, attrazioni sessuali, dipendenze, educazione, temperatura della stanza, assenza, incapacità di concentrarsi, cattivo udito o vista, mancanza di interesse o di capacità oratorie, mancanza di motivazione, etc… Sopratutto Marri riesce a rivelare quella goffaggine insita nel cuore delle relazioni sociali che generalmente rimane indiscussa.
Nello Studio Space della galleria è in mostra l’artista napoletano Antonello Scotti, come parte di una serie di progetti sulla città di Napoli, selezionati dal gallerista Dino Morra. Fondaco è un percorso visivo il quale accerta la fisicità di un luogo. è una stiva di memorie, di esperienze umane, etiche, dove la responsabilità di colui che agisce, è remota, arcaica. l’opera ha poco di creativo, poco di estetica: guarda all’esistenza e al suo manifestarsi. l’opera, qui, traccia un accaduto, uno svolgersi di avvenimenti che si succedono in spazi circoscritti, come possono essere un tavolo, un letto. spazi – luoghi in cui il corpo dell’altro, il nostro corpo, il corpo delle nostre nascenze, è un evento quotidiano, che ci modifica per darsi in forma di situazioni. la ‘situazione’, qui appena accennata, è solo un respiro, un movimento pneumatico ed uno spostamento, movimento cinetico, ambedue appartenenti a quello strano accadere che nella lingua italiana abbreviamo in ‘vita’. “Fondaco” si ingabbia in un obitorio della visione.
Bio Artisti:
Bobby Dowler vive e lavora a Parigi. E’ nato a South London nel 1983. E’ stato in residenza alla Villa Lena Foundation, Toscana (2014). Ha co-fondato il Fokidos artist project space ad Atene nel 2013, una pubblicazione di poesia sperimentale, Friary Road House, a Londra nel 2011 e Lyndhurst Way nel 2006. La Hannah Barry Gallery e il progetto Bold Tendencies, sono entrambi nati a partire da Lyndhurst Way. Dowler ha recentemente esibito I propri lavori ad Atene (Fokidos), New York City (Shoot the Lobster/Martos Gallery), Brussels (Middlemarch) e Londra (Bold Tendencies) e alla galleria Hannah Barry.
Girolamo Marri (nato a Roma nel 1980), ha conseguito un MA in Sculpture and Performance al Royal College of Art di London e ha vissuto e lavorato tra Europa e Asia a partire dai primi anni 2000. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni pubbliche e private, tra le quali firstsite, the Showroom e Matt’s Gallery in Inghilterra, Zendai MOMA, la Shanghai Gallery of Art e BANK in Cina, al NASA/Smart Project Space in Olanda e Pierogi Boiler negli USA. In conferenze che non iniziano mai, in agitate conversazioni di gruppo, in interviste silenzionse, in testi pensati per essere eternamente rimaneggiati, in sculture effimere, e in qualsiasi interazione inquietante, combina nella sua ricerca performativa la raccolta, la produzione e l’alterazione di oggetti, testi e spazi.
Antonello Scotti (Pozzuoli 1961). Vive e lavora a Napoli. personali: 1997, galleria Alfonso Artiaco – Pozzuoli (Na); 1996 Opificio Arte Contemporanea (con Giuseppe Caccavale), Benevento; 1992 Galleria Alfonso Artiaco Pozzuoli (Na); Collettive 2014: “Manifesto” Officina Arti Contemporanee Frattamaggiore (Na), “Cento stanze, in cento anni” art hotel gran paradiso, S. Agnello (Na), “Rewind” arte a napoli 1980 – 1990 Napoli; 2005 “I cortili dell’arte” Villaricca (Na) ; “Carta bianca”, galleria le nuvole, Montesarchio (Bn); 2003“Galleria Alfonso Artiaco Pozzuoli (Na); 2006 “Il corpo sognato” Musei Civici di Como; 1994, “Naked City”, Galleria Massimo De Carlo, Milano.
Bobby Dowler, Girolamo Marri, Antonello Scotti.
Bobby Dowler: L’œuvre: A Question of Form and Necessity
Girolamo Marri: Good Reasons Not to Understand One Another (Buone ragioni per non capirsi)
Antonello Scotti: Fondaco
Opening Friday 12|02|2016 ore 19,00
fino ak 01|04|2016
I lavori presentati in L’œuvre: A Question of Form and Necessity – di Bobby Dowler, per la prima volta a Napoli, nel Floor Space della galleria, a cura di Mike Watson, consistono in materiali assemblati dall’artista (nato in GB nel 1978, vive e lavora a Parigi) a partire da telai in legno e tele dipinte, il cui acquisto e la prima lavorazione in alcuni casi è iniziata svariati anni fa. Le tele recuperate sono lacerate, strappate e rivoltate, in un apparente tentativo di sovversione e di entrata nel medium della pittura stesso. Nel 1885 Emile Zola scrisse L’œuvre, un libro basato sulla vita del suo amico Cezanne e del circolo di persone che lo circondava, raccontando lo squallore in cui vivevano quei giovani artisti mentre sviluppavano il loro stile rivoluzionario, che più avanti il critico Roger Fry denominò Post Impressionismo. Resoconti delle vite dei giovani pittori nell’Europa del ventunesimo secolo sono rari, ciò nonostante è certo che le esigenze della vita quotidiana influenzano materiali, metodi e prodotti finali degli artisti, oggi non meno che allora.
Nell’ Underground Space della galleria, Girolamo Marri (Italia, 1980) presenta Buone Ragioni per non Capirsi, anch’essa curata da Mike Watson. Sviluppando ricerche preesistenti svolte a Londra, Shangai e New York, Marri indaga la relazione duale che intercorre sia tra oratore e ascoltatore, che tra contenuto e contesto. La sua installazione, composta da sette leggii e accompagnata da una performance, illustra il modo in cui, nonostante tutti gli sforzi, parte del contenuto di una lezione o di un seminario, venga sempre perduta o mal indirizzata. Marri astutamente identifica tutte quelle distrazioni che sicuramente intervengono non appena un certo numero di persone si riunisce per ascoltare qualcuno parlare: rumori di sottofondo, distrazioni personali, attrezzature difettose, credenze religiose, umori, condizioni atmosferiche, attrazioni sessuali, dipendenze, educazione, temperatura della stanza, assenza, incapacità di concentrarsi, cattivo udito o vista, mancanza di interesse o di capacità oratorie, mancanza di motivazione, etc… Sopratutto Marri riesce a rivelare quella goffaggine insita nel cuore delle relazioni sociali che generalmente rimane indiscussa.
Nello Studio Space della galleria è in mostra l’artista napoletano Antonello Scotti, come parte di una serie di progetti sulla città di Napoli, selezionati dal gallerista Dino Morra. Fondaco è un percorso visivo il quale accerta la fisicità di un luogo. è una stiva di memorie, di esperienze umane, etiche, dove la responsabilità di colui che agisce, è remota, arcaica. l’opera ha poco di creativo, poco di estetica: guarda all’esistenza e al suo manifestarsi. l’opera, qui, traccia un accaduto, uno svolgersi di avvenimenti che si succedono in spazi circoscritti, come possono essere un tavolo, un letto. spazi – luoghi in cui il corpo dell’altro, il nostro corpo, il corpo delle nostre nascenze, è un evento quotidiano, che ci modifica per darsi in forma di situazioni. la ‘situazione’, qui appena accennata, è solo un respiro, un movimento pneumatico ed uno spostamento, movimento cinetico, ambedue appartenenti a quello strano accadere che nella lingua italiana abbreviamo in ‘vita’. “Fondaco” si ingabbia in un obitorio della visione.
Bio Artisti:
Bobby Dowler vive e lavora a Parigi. E’ nato a South London nel 1983. E’ stato in residenza alla Villa Lena Foundation, Toscana (2014). Ha co-fondato il Fokidos artist project space ad Atene nel 2013, una pubblicazione di poesia sperimentale, Friary Road House, a Londra nel 2011 e Lyndhurst Way nel 2006. La Hannah Barry Gallery e il progetto Bold Tendencies, sono entrambi nati a partire da Lyndhurst Way. Dowler ha recentemente esibito I propri lavori ad Atene (Fokidos), New York City (Shoot the Lobster/Martos Gallery), Brussels (Middlemarch) e Londra (Bold Tendencies) e alla galleria Hannah Barry.
Girolamo Marri (nato a Roma nel 1980), ha conseguito un MA in Sculpture and Performance al Royal College of Art di London e ha vissuto e lavorato tra Europa e Asia a partire dai primi anni 2000. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni pubbliche e private, tra le quali firstsite, the Showroom e Matt’s Gallery in Inghilterra, Zendai MOMA, la Shanghai Gallery of Art e BANK in Cina, al NASA/Smart Project Space in Olanda e Pierogi Boiler negli USA. In conferenze che non iniziano mai, in agitate conversazioni di gruppo, in interviste silenzionse, in testi pensati per essere eternamente rimaneggiati, in sculture effimere, e in qualsiasi interazione inquietante, combina nella sua ricerca performativa la raccolta, la produzione e l’alterazione di oggetti, testi e spazi.
Antonello Scotti (Pozzuoli 1961). Vive e lavora a Napoli. personali: 1997, galleria Alfonso Artiaco – Pozzuoli (Na); 1996 Opificio Arte Contemporanea (con Giuseppe Caccavale), Benevento; 1992 Galleria Alfonso Artiaco Pozzuoli (Na); Collettive 2014: “Manifesto” Officina Arti Contemporanee Frattamaggiore (Na), “Cento stanze, in cento anni” art hotel gran paradiso, S. Agnello (Na), “Rewind” arte a napoli 1980 – 1990 Napoli; 2005 “I cortili dell’arte” Villaricca (Na) ; “Carta bianca”, galleria le nuvole, Montesarchio (Bn); 2003“Galleria Alfonso Artiaco Pozzuoli (Na); 2006 “Il corpo sognato” Musei Civici di Como; 1994, “Naked City”, Galleria Massimo De Carlo, Milano.
12
febbraio 2016
Dowler / Marri / Scotti
Dal 12 febbraio al primo aprile 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA DINO MORRA
Napoli, Piazza Enrico De Nicola, 46, (Napoli)
Napoli, Piazza Enrico De Nicola, 46, (Napoli)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle ore 16.00 alle 19.00 lunedì e sabato su appuntamento / domenica chiuso
Vernissage
12 Febbraio 2016, h 19
Autore
Curatore