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Downtown
La mostra nasce intorno al lavoro di sette artisti italiani che affrontano, elaborano ed interpretano alcuni degli aspetti della relazione attuale tra l’uomo e il proprio ambiente
Comunicato stampa
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Sabato 3 luglio 2010 alle ore 17.00, 36Mazal Contemporary, Lungolago G.Motta 2/a, a Locarno (Svizzera), inaugura la mostra d’arte contemporanea Downtown, a cura di Barbara Pavan.
La mostra nasce intorno al lavoro di sette artisti italiani che affrontano, elaborano ed interpretano alcuni degli aspetti della relazione attuale tra l’uomo e il proprio ambiente: Stefano Bergamo, Daniela Caciagli, Giovanni Chiarinelli, Valentina Crivelli, Massimo Falsaci, Mariarosaria Stigliano e Meri Tancredi.
I grandi agglomerati urbani che si espandono in maniera esponenziale costringono l’uomo contemporaneo ad affrontare e risolvere nuove sfide. La complessità delle società metropolitane pone problematiche non solo organizzative e logistiche, ma, soprattutto strutturali e relazionali la cui soluzione non può non tener conto delle implicazioni sociali, psicologiche e filosofiche sugli individui che abitano e vivono in megalopoli sempre più popolose. Gli aspetti, positivi e negativi, di questa evoluzione sollecitano anche gli artisti a porre l’attenzione sull’ambiente urbano che diventa terreno di studio e di ricerca non solo da un punto di vista paesaggistico ma anche e soprattutto umano.
La città di STEFANO BERGAMO assomiglia ad un formicaio. Soffocati, omologati, compressi, gli individui si confondono in una folla rumorosa di persone e macchine creando, con una buona dose di ironia, un paesaggio surreale da cartone animato. Per DANIELA CACIAGLI è l’individuo l’elemento fondamentale di ogni forma di società organizzata, dalla più elementare alla più complessa delle grandi metropoli contemporanee. Le sue opere, come pagine di un libro senza fine, raccontano brevi attimi di singole vite, siano essi situazioni comuni e, a prima vista, banali o eventi straordinari in grado di cambiare il corso di un destino. Le opere di GIOVANNI CHIARINELLI nascono dalla sintesi alchemica dei linguaggi contemporanei: la fotografia diventa il medium attraverso il quale l’artista esprime concetti complessi con l’immediatezza e l’incisività di uno slogan pubblicitario. La parola diventa immagine in un gioco ironico di scambio continuo tra significato e significante, tra forma e sostanza. Le realtà urbane ci impongono ritmi e stili di vita spesso estranei alla nostra natura. Facciamo parte di un popolo di nomadi-stanziali-quotidiani che si sposta incessantemente, sempre attraverso i medesimi percorsi. Quello che ritrae VALENTINA CRIVELLI è il tempo, il nostro tempo; è il tempo lento che scandisce l’attesa al binario, è il tempo sospeso che si esaurisce tra un punto di partenza e uno di destinazione, è il tempo consumato che ci scivola via senza essere veramente vissuto. E’ il tempo infinito che tutti ci illudiamo di avere a disposizione. Sono le architetture urbane le protagoniste delle opere di MASSIMO FALSACI. Il paesaggio urbano, con i suoi monocromatismi, le sue linee perfettamente dritte, le forme squadrate dei palazzi, diventa la tela bianca su cui Falsaci stende i suoi colori, esaspera i toni, sottolinea la luce; il rigore dell’architettura si arricchisce della morbidezza del colore, l’artista ri-inventa la sua città, personalizza, come fa idealmente ognuno di noi, lo spazio che lo circonda. Intervenendo e modificando virtualmente il paesaggio, Falsaci sottolinea la necessità di trasformarsi da fruitore passivo a creatore attivo del proprio ambiente. Atmosfere crepuscolari e silhouettes che si muovono ora ordinatamente, ora confusamente, aggirandosi per la città come comparse su un palcoscenico: sono le ombre, in realtà, e non le persone, le vere protagoniste delle opere di MARIAROSARIA STIGLIANO. Ombre che paiono il vero motore dei manichini che si agitano intorno. La città della Stigliano è un luogo in cui l’individuo rischia continuamente di perdere la propria identità e la propria individualità, fagocitato da ritmi accelerati che non gli appartengono, costretto in spazi troppo ambigui, confinato in luoghi senza anima e senza bellezza. Arte, storia, filosofia si intrecciano confondendosi e sovrapponendosi nelle opere di MERI TANCREDI. Per l’artista l’opera d’arte non può prescindere dall’affondare le radici nel complessivo percorso della civiltà. Così la città, trasformazione e maturazione dell’antica polis, diventa luogo in cui le esperienze, le idee, le opportunità dei singoli individui si incontrano, si sommano, si scambiano, si arricchiscono. La metropoli diventa luogo di possibilità ulteriori di crescita e confronto non solo del singolo ma della collettività tutta.
La mostra nasce intorno al lavoro di sette artisti italiani che affrontano, elaborano ed interpretano alcuni degli aspetti della relazione attuale tra l’uomo e il proprio ambiente: Stefano Bergamo, Daniela Caciagli, Giovanni Chiarinelli, Valentina Crivelli, Massimo Falsaci, Mariarosaria Stigliano e Meri Tancredi.
I grandi agglomerati urbani che si espandono in maniera esponenziale costringono l’uomo contemporaneo ad affrontare e risolvere nuove sfide. La complessità delle società metropolitane pone problematiche non solo organizzative e logistiche, ma, soprattutto strutturali e relazionali la cui soluzione non può non tener conto delle implicazioni sociali, psicologiche e filosofiche sugli individui che abitano e vivono in megalopoli sempre più popolose. Gli aspetti, positivi e negativi, di questa evoluzione sollecitano anche gli artisti a porre l’attenzione sull’ambiente urbano che diventa terreno di studio e di ricerca non solo da un punto di vista paesaggistico ma anche e soprattutto umano.
La città di STEFANO BERGAMO assomiglia ad un formicaio. Soffocati, omologati, compressi, gli individui si confondono in una folla rumorosa di persone e macchine creando, con una buona dose di ironia, un paesaggio surreale da cartone animato. Per DANIELA CACIAGLI è l’individuo l’elemento fondamentale di ogni forma di società organizzata, dalla più elementare alla più complessa delle grandi metropoli contemporanee. Le sue opere, come pagine di un libro senza fine, raccontano brevi attimi di singole vite, siano essi situazioni comuni e, a prima vista, banali o eventi straordinari in grado di cambiare il corso di un destino. Le opere di GIOVANNI CHIARINELLI nascono dalla sintesi alchemica dei linguaggi contemporanei: la fotografia diventa il medium attraverso il quale l’artista esprime concetti complessi con l’immediatezza e l’incisività di uno slogan pubblicitario. La parola diventa immagine in un gioco ironico di scambio continuo tra significato e significante, tra forma e sostanza. Le realtà urbane ci impongono ritmi e stili di vita spesso estranei alla nostra natura. Facciamo parte di un popolo di nomadi-stanziali-quotidiani che si sposta incessantemente, sempre attraverso i medesimi percorsi. Quello che ritrae VALENTINA CRIVELLI è il tempo, il nostro tempo; è il tempo lento che scandisce l’attesa al binario, è il tempo sospeso che si esaurisce tra un punto di partenza e uno di destinazione, è il tempo consumato che ci scivola via senza essere veramente vissuto. E’ il tempo infinito che tutti ci illudiamo di avere a disposizione. Sono le architetture urbane le protagoniste delle opere di MASSIMO FALSACI. Il paesaggio urbano, con i suoi monocromatismi, le sue linee perfettamente dritte, le forme squadrate dei palazzi, diventa la tela bianca su cui Falsaci stende i suoi colori, esaspera i toni, sottolinea la luce; il rigore dell’architettura si arricchisce della morbidezza del colore, l’artista ri-inventa la sua città, personalizza, come fa idealmente ognuno di noi, lo spazio che lo circonda. Intervenendo e modificando virtualmente il paesaggio, Falsaci sottolinea la necessità di trasformarsi da fruitore passivo a creatore attivo del proprio ambiente. Atmosfere crepuscolari e silhouettes che si muovono ora ordinatamente, ora confusamente, aggirandosi per la città come comparse su un palcoscenico: sono le ombre, in realtà, e non le persone, le vere protagoniste delle opere di MARIAROSARIA STIGLIANO. Ombre che paiono il vero motore dei manichini che si agitano intorno. La città della Stigliano è un luogo in cui l’individuo rischia continuamente di perdere la propria identità e la propria individualità, fagocitato da ritmi accelerati che non gli appartengono, costretto in spazi troppo ambigui, confinato in luoghi senza anima e senza bellezza. Arte, storia, filosofia si intrecciano confondendosi e sovrapponendosi nelle opere di MERI TANCREDI. Per l’artista l’opera d’arte non può prescindere dall’affondare le radici nel complessivo percorso della civiltà. Così la città, trasformazione e maturazione dell’antica polis, diventa luogo in cui le esperienze, le idee, le opportunità dei singoli individui si incontrano, si sommano, si scambiano, si arricchiscono. La metropoli diventa luogo di possibilità ulteriori di crescita e confronto non solo del singolo ma della collettività tutta.
03
luglio 2010
Downtown
Dal 03 luglio al 31 agosto 2010
arte contemporanea
Location
36 MAZAL CONTEMPORARY
Locarno, Lungolago Giuseppe Motta, 2a, (Locarno)
Locarno, Lungolago Giuseppe Motta, 2a, (Locarno)
Vernissage
3 Luglio 2010, ore 17
Autore
Curatore