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Drawing – Punti di vista
La Z2O Galleria è lieta di presentare “Drawing – Punti di vista”, a cura di Valentina Ciarallo. Il disegno come disciplina trasversale dell’arte e forma artistica autonoma attraverso i diversi punti di Chiara Dellerba, Charley Peters e Alessandro Roma – in dialogo con il lavoro di Marzia Migliora.
Comunicato stampa
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La Z2O Galleria | Sara Zanin è lieta di presentare la mostra Drawing - Punti di vista, a cura di Valentina Ciarallo.
Il disegno come disciplina trasversale dell’arte e forma artistica autonoma, attraverso differenti punti di vista, con il lavoro di tre giovani artisti: Chiara Dellerba, Charley Peters e Alessandro Roma in dialogo con Marzia Migliora.
Il segno come metafora della coscienza, come linguaggio dell’inconscio, come libertà espressiva ed evocativa dove l’incisività si lega al fare.
Nel grande wall drawing di Chiara Dellerba il tratto caratteristico, fragile ma incisivo, emerge con forza.
La ripetitività e la leggerezza di un elemento naturale diventano la costante di un lavoro che ingloba lo spazio, sovrapponendo ad esso il segno, in una continua tensione tra il coprire e lo scomparire. Artista sensibile, rielabora elementi della cultura mediterranea, ricca di tradizioni e ricordi personali, attraverso un segno grafico, a volte morbido e impalpabile, a volte marcato e deciso. La liquidità dell’elemento corporeo, presente nei suoi lavori più come entità evanescente che fisica, passa attraverso la rappresentazione simbolica delle mani che diventano una presenza dell’identità, tramite funzionale all’operazione creativa. Varie tecniche, dalla matita al carboncino, sono elaborate su raffinatissime carte giapponesi; la serie esposta comprende piccoli lavori che indagano la natura, tema prediletto nell’ultimo periodo. Una stratificazione di più elementi, dove becchi di rapaci, occhi di civetta, emergono attraverso squarci creati sulla bianca superficie.
Charley Peters, artista inglese alla sua prima mostra in Italia, presenta una serie di lavori nei quali il disegno è concepito come uno strumento nelle sue più varie sfaccettature. Nella sua ricerca l’artista utilizza il disegno come mezzo investigativo finalizzato all’esplorazione di materiali, processi e spazi. L’ambito della sua pratica è definito come “campo espanso del disegno”. Sperimenta sistemi di generazione attraverso tecniche ripetitive del segno alternate ad una piegatura metodica di superfici di carta. Realizza con cura e precisione maniacale opere che appaiono come disegni analogici dal tratto computerizzato - tipico delle riproduzioni meccaniche - dove le linee convergono, si ripetono e si interrompono. Utilizza, inoltre, nastri adesivi colorati, nei quali il disegno diventa una composizione sequenziale dai colori vibranti. Mentre, nel tratto a grafite su carta, la superficie densamente elaborata viene manipolata attraverso interventi di piegatura, assemblando così luce, spazio e forma. I lavori di Peters sono una testimonianza del potenziale generativo di processi distruttivi, che decostruiscono l’ordine visivo attraverso sistematici interventi meccanici o fisici.
I lavori di Alessandro Roma vedono il disegno lasciare traccia attraverso il collage come costruzione di nuove forme che assemblano materiali già esistenti. L’artista impagina atmosfere oniriche con sovrapposizioni e innesti di reperti fotografici o illustrazioni che riecheggiano maestri antichi fino alla contemporaneità. Un linguaggio dal tratto leggero, delicato, stratificato che consente alla macchia cromatica di delineare i contorni. Le opere recenti riscoprono la carta, sia come mezzo che come materiale, attraverso il suo primo libro d’artista. I would never choose the vase if you didn't see the flowers before si potrebbe definire come una galleria tascabile da apprezzare nella sua interezza o smembrando le pagine, assaporandole una ad una. Un labirinto di ricordi e suggestioni, dove schizzi, immagini diventano il motivo di stampe su stoffa. La tenda esposta, composta da più veli, è realizzata con un disegno originale a penna, trasformato in un pattern ripetuto all’infinito.
Il lavoro di Marzia Migliora si sviluppa attraverso processi di elaborazione e sedimentazione di un’idea, utilizzando un’ampia varietà di mezzi espressivi che vanno dalla fotografia al disegno, dal video all’installazione fino alla performance. Misurandosi continuamente con persone, luoghi, storie e identità differenti, le opere inducono anche ad una partecipazione diffusa con un riferimento a memorie culturali individuali e collettive, molto spesso autobiografiche. Il ricordo dell’infanzia, del gioco e il ricorso all’emotività acquistano una forte valenza e diventano parte integrante del lavoro dell’artista. Il pensiero creativo si esterna liberamente e si traduce prendendo corpo nel segno grafico.
Per Drawing - Punti di vista l’artista propone una serie di disegni dal titolo opera M e la serie Lo spazio vuoto tra l’uno e l’altro. La parola M come Marzia e Mamma racchiude il legame che viene a crearsi tra madre e figlia. Sono immagini composte dal sovrapporsi di materiali, dove il segno è filo conduttore che accompagna il visitatore in un viaggio dal sapore narrativo: tazze-elefanti dalla forma stravagante, uova legate e trascinate da un asinello, grandi occhi di fronte ad un paesaggio surreale, una giovane donna in bilico tra un cubo nero e l’Albero della Vita. Una riflessione sul rapporto materno che rimanda a riferimenti espliciti di fragilità, nostalgia, complicità, amore e tormento.
Lo spazio vuoto e l’altro è composto da una serie di disegni realizzati in occasione della mostra Ginnastica dei ciechi - La corsa al cerchio, dove la creazione di un’atmosfera rarefatta viene intervallata da altalene vuote, panchine deserte, ragazzi che giocano senza un orizzonte e pini ad ombrello che sovrastano Roma. Un insieme che trasmette un senso di calma meditativa agli occhi di chi guarda.
Il disegno come disciplina trasversale dell’arte e forma artistica autonoma, attraverso differenti punti di vista, con il lavoro di tre giovani artisti: Chiara Dellerba, Charley Peters e Alessandro Roma in dialogo con Marzia Migliora.
Il segno come metafora della coscienza, come linguaggio dell’inconscio, come libertà espressiva ed evocativa dove l’incisività si lega al fare.
Nel grande wall drawing di Chiara Dellerba il tratto caratteristico, fragile ma incisivo, emerge con forza.
La ripetitività e la leggerezza di un elemento naturale diventano la costante di un lavoro che ingloba lo spazio, sovrapponendo ad esso il segno, in una continua tensione tra il coprire e lo scomparire. Artista sensibile, rielabora elementi della cultura mediterranea, ricca di tradizioni e ricordi personali, attraverso un segno grafico, a volte morbido e impalpabile, a volte marcato e deciso. La liquidità dell’elemento corporeo, presente nei suoi lavori più come entità evanescente che fisica, passa attraverso la rappresentazione simbolica delle mani che diventano una presenza dell’identità, tramite funzionale all’operazione creativa. Varie tecniche, dalla matita al carboncino, sono elaborate su raffinatissime carte giapponesi; la serie esposta comprende piccoli lavori che indagano la natura, tema prediletto nell’ultimo periodo. Una stratificazione di più elementi, dove becchi di rapaci, occhi di civetta, emergono attraverso squarci creati sulla bianca superficie.
Charley Peters, artista inglese alla sua prima mostra in Italia, presenta una serie di lavori nei quali il disegno è concepito come uno strumento nelle sue più varie sfaccettature. Nella sua ricerca l’artista utilizza il disegno come mezzo investigativo finalizzato all’esplorazione di materiali, processi e spazi. L’ambito della sua pratica è definito come “campo espanso del disegno”. Sperimenta sistemi di generazione attraverso tecniche ripetitive del segno alternate ad una piegatura metodica di superfici di carta. Realizza con cura e precisione maniacale opere che appaiono come disegni analogici dal tratto computerizzato - tipico delle riproduzioni meccaniche - dove le linee convergono, si ripetono e si interrompono. Utilizza, inoltre, nastri adesivi colorati, nei quali il disegno diventa una composizione sequenziale dai colori vibranti. Mentre, nel tratto a grafite su carta, la superficie densamente elaborata viene manipolata attraverso interventi di piegatura, assemblando così luce, spazio e forma. I lavori di Peters sono una testimonianza del potenziale generativo di processi distruttivi, che decostruiscono l’ordine visivo attraverso sistematici interventi meccanici o fisici.
I lavori di Alessandro Roma vedono il disegno lasciare traccia attraverso il collage come costruzione di nuove forme che assemblano materiali già esistenti. L’artista impagina atmosfere oniriche con sovrapposizioni e innesti di reperti fotografici o illustrazioni che riecheggiano maestri antichi fino alla contemporaneità. Un linguaggio dal tratto leggero, delicato, stratificato che consente alla macchia cromatica di delineare i contorni. Le opere recenti riscoprono la carta, sia come mezzo che come materiale, attraverso il suo primo libro d’artista. I would never choose the vase if you didn't see the flowers before si potrebbe definire come una galleria tascabile da apprezzare nella sua interezza o smembrando le pagine, assaporandole una ad una. Un labirinto di ricordi e suggestioni, dove schizzi, immagini diventano il motivo di stampe su stoffa. La tenda esposta, composta da più veli, è realizzata con un disegno originale a penna, trasformato in un pattern ripetuto all’infinito.
Il lavoro di Marzia Migliora si sviluppa attraverso processi di elaborazione e sedimentazione di un’idea, utilizzando un’ampia varietà di mezzi espressivi che vanno dalla fotografia al disegno, dal video all’installazione fino alla performance. Misurandosi continuamente con persone, luoghi, storie e identità differenti, le opere inducono anche ad una partecipazione diffusa con un riferimento a memorie culturali individuali e collettive, molto spesso autobiografiche. Il ricordo dell’infanzia, del gioco e il ricorso all’emotività acquistano una forte valenza e diventano parte integrante del lavoro dell’artista. Il pensiero creativo si esterna liberamente e si traduce prendendo corpo nel segno grafico.
Per Drawing - Punti di vista l’artista propone una serie di disegni dal titolo opera M e la serie Lo spazio vuoto tra l’uno e l’altro. La parola M come Marzia e Mamma racchiude il legame che viene a crearsi tra madre e figlia. Sono immagini composte dal sovrapporsi di materiali, dove il segno è filo conduttore che accompagna il visitatore in un viaggio dal sapore narrativo: tazze-elefanti dalla forma stravagante, uova legate e trascinate da un asinello, grandi occhi di fronte ad un paesaggio surreale, una giovane donna in bilico tra un cubo nero e l’Albero della Vita. Una riflessione sul rapporto materno che rimanda a riferimenti espliciti di fragilità, nostalgia, complicità, amore e tormento.
Lo spazio vuoto e l’altro è composto da una serie di disegni realizzati in occasione della mostra Ginnastica dei ciechi - La corsa al cerchio, dove la creazione di un’atmosfera rarefatta viene intervallata da altalene vuote, panchine deserte, ragazzi che giocano senza un orizzonte e pini ad ombrello che sovrastano Roma. Un insieme che trasmette un senso di calma meditativa agli occhi di chi guarda.
15
maggio 2014
Drawing – Punti di vista
Dal 15 maggio al 30 giugno 2014
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
Z2O GALLERIA – VIA DELLA VETRINA
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Roma, Via Della Vetrina, 21, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato 12:00 - 19:00 (o su appuntamento), ingresso libero
Vernissage
15 Maggio 2014, ore 18:00 - 21:00
Autore
Curatore