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Duccio Guidotti – Opere 1933 – 2008
Nel Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia, in mostra circa 40 opere, ad olio o tempera, oltre disegni e schizzi dai taccuini di guerra, bozzetti, studi e i cartoni degli affreschi, eseguiti in 75 anni di ininterrotta attività
Comunicato stampa
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“Pittore di guerra e di pace” sempre e solo al servizio dell’arte, Duccio Guidotti dall’11 giugno al 13 luglioprossimi, esporrà opere dal 1933 al 2008, a Roma, Palazzo Venezia, Refettorio Quattrocentesco.La mostra, presentata dal Soprintendente Claudio Strinati, curata da Massimo Riposati, catalogo Carte Segrete,sarà inaugurata l'11 giugno alle ore 18 e conterrà circa 40 opere, ad olio o tempera, oltre disegni e schizzidai taccuini di guerra, bozzetti, studi e i cartoni degli affreschi, eseguiti in 75 anni di ininterrotta attività,condotta con un indomito spirito creativo, pur con pause di riflessione, di dubbi, di ricerca.Ha diciannove anni Duccio Guidotti, quando l’Italia entra in guerra. Soldato coscritto nel I° ReggimentoGranatieri di Sardegna, va subito, volontario, in prima linea, a Mentone al confine italo-francese, con il suoarmamento di “Pittore di Guerra”: penne, matite, colori, ma anche cavalletto e tela. Proprio qui dipinge unquadro “Gli Eroi di Mentone”. Sullo sfondo, in alto a destra spicca il ponte del famoso scontro tra francesi eitaliani “il tributo di sangue necessario per sedere di diritto al tavolo dei vincitori” , come fu detto.Poi sarà su altri fronti, ma troverà modo di esporre i suoi quadri a Venezia, XXIII Biennale, a Roma al Palazzodelle Esposizioni, a Vienna alla Quadriennale. Quindi finirà a Rodi, da dove è costretto a fuggire, assieme adalcuni commilitoni, su un barcone, sotto le cannonate degli ex alleati tedeschi, alla volta della Turchia, nellasperanza di un rimpatrio.Duccio sopravvive in quel paese per alcuni mesi, sempre grazie alla sua arte, finchè non è catturato econcentrato, per circa tre anni, assieme agli altri superstiti delle armate dell’Egeo, come cobelligerante in uncampo alleato nel deserto egiziano, il famoso: PW MIDDLE EAST 101. Anche qui continua la sua opera di“Kombat Artist” come lo chiamano gli inglesi, documentando la dura vita della prigionia.Nel 1947, tornato in Italia, sarà capace di coniugare la propria esperienza di vita con il dettato di quella pitturache, tra le due guerre, aveva espresso in Europa una qualità di “realismo” profondamente innovativo, e cheaveva visto nel nostro paese emergere delle eccellenze che segneranno l’intero sviluppo dei decenni successivi,da Casorati a Sironi, da Scipione a Mafai.
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Guidotti esprime compiutamente le tensioni creative del suo tempo, con intuizioni formali e poetiche che lovedono protagonista del rinnovamento nella continuità, interprete di una Modernità interiore che nonconfonderà mai con la facile adesione alle mode o alle tendenze più in voga, riscuotendo sempre lusinghiericonsensi della critica.Per circa vent’anni si ritirerà poi dalla vita artistica ufficiale, perdedicarsi alla ricerca e ad altre forme espressive,come il giornalismo, il cinema (cartoni animati, effetti speciali, consulenze per il colore), la televisione, italianae svedese. Dalla terrazza più alta del Centro di Produzione TV della RAI di Roma, in via Teulada, dove sitrovava il suo ufficio, Duccio Guidotti, colpito dal paesaggio delle antenne televisive che ricoprono i tetti dellecase, inizia a dipingerle su cieli ora d'oro zecchino, ora d'argento variamente ossidato. È un via vai di colleghi,di artisti ammirati che lo spingono, anzi "lo costringono ad andare avanti", a chiedergli il proprio ritratto, e sonogiornalisti, annunciatrici, attori, tecnici, dirigenti.A metà degli anni ‘70 Duccio ritorna alla vita artistica pubblica, maturato e rinnovato. Sono gli anni dei fondiin oro e in argento, dei riconoscimenti pubblici e dei premi come il “Premio Viareggio” di pittura, delle mostrein Italia e soprattutto all’estero.Il Pittore di Guerra diviene Pittore di Pace quando, a partire dal 1989, Duccio Guidotti si dedica a grandi operereligiose e sociali. È il momento degli affreschi realizzati, tra gli altri, a Damasco, in Siria, nella chiesa di SanFrancesco e, a Roma, nella Chiesa di S. Maria in Via e nella cappella della Fondazione Don Gnocchi e poi dinuovo all’estero, nell’importante complesso archeologico scoperto recentemente a Mar Mousa, a Nebeck, inSiria."La pittura murale è pittura sociale per eccellenza. Essa opera sull'immaginazione popolare più direttamentedi qualunque altra forma di pittura, e più direttamente ispira le arti minori." Mario SironiNel 1999, realizza nella Bassa Baviera, in una chiesa sconsacrata, riconvertita a centro culturale, un’altraimponente opera murale ad affresco cui partecipano, a vario titolo, le comunità tedesca e italiana.È un piccolo gran miracolo che sfocia, tre anni dopo, nel conferimento a Duccio della cittadinanza onorariatedesca ed europea con la seguente motivazione: “Duccio Guidotti … ha regalato alla città questa grandiosaopera. Egli vuole, con la sua arte, riunire l’Europa. In tutti i suoi atti e discorsi egli vive il pensiero europeo elo mette in atto. Il suo operato ha contribuito positivamente qui a Volkertshausen alla pacifica convivenza tratedeschi e stranieri, in particolar modo con gli italiani. Riconosciamo ed apprezziamo anche questo suo influssopositivo nell’assegnargli l’onorificenza di Cittadino onorario europeo”Nel frattempo un altro grande affresco viene realizzato in Italia, a Bolsena nella Sala Consiliare del Comune.Negli anni che seguono Duccio Guidotti continua nella sua opera di rinnovamento, dedicandosi ad affreschiin case private e al ritratto con l’identica foga dei suoi vent’anni, concentrando la sua attenzione alla figuraumana, in particolar modo al nudo femminile, con la sensualità appassionata dell’uomo e la capacità rivelatricedei misteri dell’anima che il nostro artista sempre intuisce, che a volte nasconde, ed altre volte ci consegna inuna evidenza poetica alta e coinvolgente.
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Guidotti esprime compiutamente le tensioni creative del suo tempo, con intuizioni formali e poetiche che lovedono protagonista del rinnovamento nella continuità, interprete di una Modernità interiore che nonconfonderà mai con la facile adesione alle mode o alle tendenze più in voga, riscuotendo sempre lusinghiericonsensi della critica.Per circa vent’anni si ritirerà poi dalla vita artistica ufficiale, perdedicarsi alla ricerca e ad altre forme espressive,come il giornalismo, il cinema (cartoni animati, effetti speciali, consulenze per il colore), la televisione, italianae svedese. Dalla terrazza più alta del Centro di Produzione TV della RAI di Roma, in via Teulada, dove sitrovava il suo ufficio, Duccio Guidotti, colpito dal paesaggio delle antenne televisive che ricoprono i tetti dellecase, inizia a dipingerle su cieli ora d'oro zecchino, ora d'argento variamente ossidato. È un via vai di colleghi,di artisti ammirati che lo spingono, anzi "lo costringono ad andare avanti", a chiedergli il proprio ritratto, e sonogiornalisti, annunciatrici, attori, tecnici, dirigenti.A metà degli anni ‘70 Duccio ritorna alla vita artistica pubblica, maturato e rinnovato. Sono gli anni dei fondiin oro e in argento, dei riconoscimenti pubblici e dei premi come il “Premio Viareggio” di pittura, delle mostrein Italia e soprattutto all’estero.Il Pittore di Guerra diviene Pittore di Pace quando, a partire dal 1989, Duccio Guidotti si dedica a grandi operereligiose e sociali. È il momento degli affreschi realizzati, tra gli altri, a Damasco, in Siria, nella chiesa di SanFrancesco e, a Roma, nella Chiesa di S. Maria in Via e nella cappella della Fondazione Don Gnocchi e poi dinuovo all’estero, nell’importante complesso archeologico scoperto recentemente a Mar Mousa, a Nebeck, inSiria."La pittura murale è pittura sociale per eccellenza. Essa opera sull'immaginazione popolare più direttamentedi qualunque altra forma di pittura, e più direttamente ispira le arti minori." Mario SironiNel 1999, realizza nella Bassa Baviera, in una chiesa sconsacrata, riconvertita a centro culturale, un’altraimponente opera murale ad affresco cui partecipano, a vario titolo, le comunità tedesca e italiana.È un piccolo gran miracolo che sfocia, tre anni dopo, nel conferimento a Duccio della cittadinanza onorariatedesca ed europea con la seguente motivazione: “Duccio Guidotti … ha regalato alla città questa grandiosaopera. Egli vuole, con la sua arte, riunire l’Europa. In tutti i suoi atti e discorsi egli vive il pensiero europeo elo mette in atto. Il suo operato ha contribuito positivamente qui a Volkertshausen alla pacifica convivenza tratedeschi e stranieri, in particolar modo con gli italiani. Riconosciamo ed apprezziamo anche questo suo influssopositivo nell’assegnargli l’onorificenza di Cittadino onorario europeo”Nel frattempo un altro grande affresco viene realizzato in Italia, a Bolsena nella Sala Consiliare del Comune.Negli anni che seguono Duccio Guidotti continua nella sua opera di rinnovamento, dedicandosi ad affreschiin case private e al ritratto con l’identica foga dei suoi vent’anni, concentrando la sua attenzione alla figuraumana, in particolar modo al nudo femminile, con la sensualità appassionata dell’uomo e la capacità rivelatricedei misteri dell’anima che il nostro artista sempre intuisce, che a volte nasconde, ed altre volte ci consegna inuna evidenza poetica alta e coinvolgente.
11
giugno 2008
Duccio Guidotti – Opere 1933 – 2008
Dall'undici giugno al 13 luglio 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
PALAZZO VENEZIA
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle 9 alle 19
Vernissage
11 Giugno 2008, ore 18
Editore
CARTE SEGRETE
Autore
Curatore