Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
DUEMILA DUECENTO SETTANTACINQUE
I numeri quando scritti per esteso diventano irriconoscibili .
Nell’intervento del visual activist toscano presso villa Rospigliosi e sostenuto dall’associazione Chorasis, una riflessione ecologista indaga sulla problematicità della relazione umana con l’ambiente .
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ChorAsis presenta presso la Villa Rospigliosi di Prato DUEMILA DUECENTO SETTANTACINQUE il progetto espositivo dell’artista-fotografo Giovanni Presutti a cura di Steve Bisson, visitabile dal 17 dicembre al 14 gennaio su prenotazione.
Un’idea maturata nel periodo della pandemia e restituita nel gesto plastico di 2275 mascherine monouso dall’artista sollevate e raccolte da terra. Un intervento artistico, video e fotografico intorno a quel dispositivo medicale di protezione trasformato dall'uomo in materiale di rifiuto, presenza dispersa nel paesaggio urbano e naturale, metafora della colpevole superficialità umana e confine fisico e mentale di scelte e di un irresponsabile agire.
L’intervento di Giovanni Presutti alla ragnaia di Villa Rospigliosi si manifesta nel gesto del sollevamento. L’artista lo ambienta in un totem visivo, la società dello scarto posta su una soglia. Un cancello chiuso ne impedisce l’ingresso, anche allo sguardo, quasi una cesura mentale. Urgente è la consapevolezza necessaria di nuove immagini, di altre immagini all'altezza delle grandi sfide. E allora sollevare, alzare da terra, raccogliere una mascherina può indicare il sollevare un peso, il vincere una forza, una gravità. E la sfida ambientale che impone un cambiamento non solo climatico ma di pensiero. Ovvero una disobbedienza. Che per divenire efficace necessita di uscire dal recinto individuale e assumere una dimensione pubblica, politica, un’azione d’arte condivisa.
Suggerisce Presutti, ogni gesto ha un suo contrario e il sollevamento è un gesto poietico ma anche antropologico, comportamentale, poiché nega l’usa e getta, espressione fisica del secolare dualismo cultura/natura. Fallimento dell’antropocentrismo come primato dei sapiens sulle restanti forme di vita.
Un’idea maturata nel periodo della pandemia e restituita nel gesto plastico di 2275 mascherine monouso dall’artista sollevate e raccolte da terra. Un intervento artistico, video e fotografico intorno a quel dispositivo medicale di protezione trasformato dall'uomo in materiale di rifiuto, presenza dispersa nel paesaggio urbano e naturale, metafora della colpevole superficialità umana e confine fisico e mentale di scelte e di un irresponsabile agire.
L’intervento di Giovanni Presutti alla ragnaia di Villa Rospigliosi si manifesta nel gesto del sollevamento. L’artista lo ambienta in un totem visivo, la società dello scarto posta su una soglia. Un cancello chiuso ne impedisce l’ingresso, anche allo sguardo, quasi una cesura mentale. Urgente è la consapevolezza necessaria di nuove immagini, di altre immagini all'altezza delle grandi sfide. E allora sollevare, alzare da terra, raccogliere una mascherina può indicare il sollevare un peso, il vincere una forza, una gravità. E la sfida ambientale che impone un cambiamento non solo climatico ma di pensiero. Ovvero una disobbedienza. Che per divenire efficace necessita di uscire dal recinto individuale e assumere una dimensione pubblica, politica, un’azione d’arte condivisa.
Suggerisce Presutti, ogni gesto ha un suo contrario e il sollevamento è un gesto poietico ma anche antropologico, comportamentale, poiché nega l’usa e getta, espressione fisica del secolare dualismo cultura/natura. Fallimento dell’antropocentrismo come primato dei sapiens sulle restanti forme di vita.
17
dicembre 2023
DUEMILA DUECENTO SETTANTACINQUE
Dal 17 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
ChorAsis – Villa Rospigliosi
Prato, Via Firenze, (PO)
Prato, Via Firenze, (PO)
Orario di apertura
visitabile gratuitamente su prenotazione
Vernissage
17 Dicembre 2023, ore 10:00 - 19:00
Ufficio stampa
ChorAsis - carla carbone
Autore
Curatore
Allestimento
Progetto grafico
Media partner
Produzione organizzazione