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E il nuovo, che nessuno conosce, vi sta nel mezzo e tace
E’ sempre la questione enigmatica dell’immagine con tutto ciò che ha in carico. E l’unica sorgente, qui si esplica in innumerevoli rivoli di passati e di presente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra è allestita al piano nobile del cinquecentesco Palazzo Tiranni Castracane a Cagli. In questo storico edificio l'esercizio delle arti nelle strategie del potere delle antiche famiglie ha soprattutto l'evidenza della scultura a stucco di Federico Brandani di Urbino. La grandeur di questi apparati narrativi e simbolici realizzati nei soffitti a volta, nei camini, nei portali, ci informa dei luoghi in cui convergevano le classi dirigenti per decidere le gerarchie, le relazioni e le linee di conduzione atte a raggiungere determinati obbiettivi.
Spesso, però, si trascura, con una prima immediata lettura politica, l'ambito privato, introspettivo, dell'uso di queste immagini, che è poi fondamentalmente quello che, sfumate con l'avanzare dei secoli le corrispondenze più direttamente strumentali tra l'arte e le élite, ha organizzato gli scambi psichici tra il fruitore e gli accadimenti visivi, e predisposto alla domanda sulla natura dell'immagine. Si vuol dire, che tutto un sostrato di interiorità, perduto con l'avanzamento della storia e non restituito attraverso gli studi filologici sulle tracce rimaste, è confluito in qualcosa di più grande.
Questo ambito più vago e meno corrispondente ad immediate nozioni, è invece prossimo se considerato con un giusto approccio, che parte innanzitutto da un sentimento di verità. L'appropriarsi, prima di un'estetica, di una metafisica, in cui avviene la relazione esatta tra la manifestazione del pensiero e l'espressione in attività spirituale.
In tale formazione si definisce una comunità o comunione di appartenenti fondata sulla virtù, che per la ricerca attuale dell'arte, qui in mostra rappresentata da linguaggi ed esperienze eterogenee, si tratta non diversamente di rispondere, nel confronto, a questioni di realtà o di verosimiglianza, di autorialità o di poetiche creative.
Il nuovo di Rilke, è il punto mediano, allegoria della Giustizia, della Verità e dei Vizi.
Spesso, però, si trascura, con una prima immediata lettura politica, l'ambito privato, introspettivo, dell'uso di queste immagini, che è poi fondamentalmente quello che, sfumate con l'avanzare dei secoli le corrispondenze più direttamente strumentali tra l'arte e le élite, ha organizzato gli scambi psichici tra il fruitore e gli accadimenti visivi, e predisposto alla domanda sulla natura dell'immagine. Si vuol dire, che tutto un sostrato di interiorità, perduto con l'avanzamento della storia e non restituito attraverso gli studi filologici sulle tracce rimaste, è confluito in qualcosa di più grande.
Questo ambito più vago e meno corrispondente ad immediate nozioni, è invece prossimo se considerato con un giusto approccio, che parte innanzitutto da un sentimento di verità. L'appropriarsi, prima di un'estetica, di una metafisica, in cui avviene la relazione esatta tra la manifestazione del pensiero e l'espressione in attività spirituale.
In tale formazione si definisce una comunità o comunione di appartenenti fondata sulla virtù, che per la ricerca attuale dell'arte, qui in mostra rappresentata da linguaggi ed esperienze eterogenee, si tratta non diversamente di rispondere, nel confronto, a questioni di realtà o di verosimiglianza, di autorialità o di poetiche creative.
Il nuovo di Rilke, è il punto mediano, allegoria della Giustizia, della Verità e dei Vizi.
31
ottobre 2015
E il nuovo, che nessuno conosce, vi sta nel mezzo e tace
Dal 31 ottobre al 15 novembre 2015
arte contemporanea
Location
GASPARELLI ARTE CONTEMPORANEA
Fano, Via Arco D'augusto, 74, (Pesaro E Urbino)
Fano, Via Arco D'augusto, 74, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 15-19 (gli altri giorni su appuntamento al numero +39 3404751641)
Vernissage
31 Ottobre 2015, ore 17
Autore
Curatore