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E il terzo giorno
Sei artisti di diversa estrazione anagrafica e culturale, si confrontano sul tema della rinascita: religiosa e laica. dalla figura umana alla natura morte: i simboli di una rinascita.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione dell'esposizione del trittico monumentale realizzato da Guido Venturini ed esposto al Museo Diocesano di MIlano dal 14 aprile la Salamon&C propone una collettiva di sei artisti di diversa estrazione anagrafica e culturale, che si confrontano sul tema della rinascita.
Per alcuni di essi intesa come Resurrezione di Cristo, per altri è motivo per illustrare una rinascita in forma laica, per altri ancora è ispirazione per rappresentare quei gesti e oggetti di vita quotidiana -come per esempio il pane o il vino- che sono anche simboli legati all’iconografia cristiana.
Ognuno dei sei artisti si è espresso con il mezzo espressivo e tecnico più congeniale.
Veterano dell’esposizione è Safet Zec che attraverso un magistrale uso dell’acquaforte e dell’acquatinta rende tridimensionali le “sue” mani in preghiera. Mani che hanno implorato una tregua durante il conflitto serbo-bosniaco. L’artista di Sarajevo infatti è l’unico artista in mostra che ha vissuto la guerra, quella fratricida serbo-croata. E proprio in Italia ha visto la sua rinascita professionale quando, nel 1992, trovò rifugio presso lo stampatore friulano Corrado Albicocco. A Udine trovò strumenti e serenità per ricominciare, e lo fece con il mezzo incisorio, all’origine della sua passione artistica.
Mani altrettanto significative sono quelle disegnate a matita da Andrea Boyer, artista che con la grafite riesce a dare forma a cose e sguardi con occhio contemporaneo, lo stesso che l’assiste nella sua attività di fotografo. La sua abilità tecnica sorprende per veridicità e scelta del punto di vista: particolare e innovativo.
Altrettanto sublime è la tecnica di Gianluca Corona, che si esprime con l’olio su tavola, tecnica antica e longeva. L’artista piacentino si cimenta in nature morte posando lo sguardo su oggetti quotidiani riconducibili all’iconografia cristiana: pane e vino. Per la mostra propone un’opera con una “parata di pani” consacrati da un’aureola di luce, quasi un’alba, che sorge alle loro spalle.
Inoltre, Corona è supportato da una padronanza tecnica che gli consente di rappresentare le trasparenze come pochi altri, talento che lo spinge a dipingere nature morte con brocche e bottiglie di esemplare sincerità: in mostra vi saranno due esempi.
L’acquisizione più recente della galleria è il designer romagnolo Guido Venturini che da mesi disegna e ridisegna olii su carta e su tela per rappresentare un “Cristo in Croce” credibile e attuale. Dopo numerosi bozzetti ha raggiunto un traguardo tanto efficace quanto insperato che gli ha aperto le porte del prestigioso Museo Diocesano di Milano che dal 14 aprile esporrà tre tele di grande intensità e dimensione.
Durante questi mesi Venturini ha affiancato alla ricerca pittorica anche una fervida attività incisoria, le cui prove all’acquaforte e alla puntasecca verranno presentate in questa occasione, per la prima volta.
Più matura è invece la ricerca del bergamasco Francesco Parimbelli che all’iconografia della Crocifissione si dedicata da anni. Il suo gesto al carboncino, particolarmente incisivo e vigoroso, mostra la forza dell’uomo e dell’artista.
Chiude la mostra lo scultore, sempre bergamasco, Ugo Riva che da tempo interpreta il passaggio dalla vita terrena all’aldilà attraverso un intelligente uso del linguaggio plastico informale e figurativo. Sculture di avvincente bellezza, come ci ha abituati da tempo, e di intenso significato spirituale. Le sue opere sono colate in bronzo e hanno una patina policroma con una resa unica nel panorama della scultura contemporanea.
Per alcuni di essi intesa come Resurrezione di Cristo, per altri è motivo per illustrare una rinascita in forma laica, per altri ancora è ispirazione per rappresentare quei gesti e oggetti di vita quotidiana -come per esempio il pane o il vino- che sono anche simboli legati all’iconografia cristiana.
Ognuno dei sei artisti si è espresso con il mezzo espressivo e tecnico più congeniale.
Veterano dell’esposizione è Safet Zec che attraverso un magistrale uso dell’acquaforte e dell’acquatinta rende tridimensionali le “sue” mani in preghiera. Mani che hanno implorato una tregua durante il conflitto serbo-bosniaco. L’artista di Sarajevo infatti è l’unico artista in mostra che ha vissuto la guerra, quella fratricida serbo-croata. E proprio in Italia ha visto la sua rinascita professionale quando, nel 1992, trovò rifugio presso lo stampatore friulano Corrado Albicocco. A Udine trovò strumenti e serenità per ricominciare, e lo fece con il mezzo incisorio, all’origine della sua passione artistica.
Mani altrettanto significative sono quelle disegnate a matita da Andrea Boyer, artista che con la grafite riesce a dare forma a cose e sguardi con occhio contemporaneo, lo stesso che l’assiste nella sua attività di fotografo. La sua abilità tecnica sorprende per veridicità e scelta del punto di vista: particolare e innovativo.
Altrettanto sublime è la tecnica di Gianluca Corona, che si esprime con l’olio su tavola, tecnica antica e longeva. L’artista piacentino si cimenta in nature morte posando lo sguardo su oggetti quotidiani riconducibili all’iconografia cristiana: pane e vino. Per la mostra propone un’opera con una “parata di pani” consacrati da un’aureola di luce, quasi un’alba, che sorge alle loro spalle.
Inoltre, Corona è supportato da una padronanza tecnica che gli consente di rappresentare le trasparenze come pochi altri, talento che lo spinge a dipingere nature morte con brocche e bottiglie di esemplare sincerità: in mostra vi saranno due esempi.
L’acquisizione più recente della galleria è il designer romagnolo Guido Venturini che da mesi disegna e ridisegna olii su carta e su tela per rappresentare un “Cristo in Croce” credibile e attuale. Dopo numerosi bozzetti ha raggiunto un traguardo tanto efficace quanto insperato che gli ha aperto le porte del prestigioso Museo Diocesano di Milano che dal 14 aprile esporrà tre tele di grande intensità e dimensione.
Durante questi mesi Venturini ha affiancato alla ricerca pittorica anche una fervida attività incisoria, le cui prove all’acquaforte e alla puntasecca verranno presentate in questa occasione, per la prima volta.
Più matura è invece la ricerca del bergamasco Francesco Parimbelli che all’iconografia della Crocifissione si dedicata da anni. Il suo gesto al carboncino, particolarmente incisivo e vigoroso, mostra la forza dell’uomo e dell’artista.
Chiude la mostra lo scultore, sempre bergamasco, Ugo Riva che da tempo interpreta il passaggio dalla vita terrena all’aldilà attraverso un intelligente uso del linguaggio plastico informale e figurativo. Sculture di avvincente bellezza, come ci ha abituati da tempo, e di intenso significato spirituale. Le sue opere sono colate in bronzo e hanno una patina policroma con una resa unica nel panorama della scultura contemporanea.
15
aprile 2014
E il terzo giorno
Dal 15 aprile al 15 maggio 2014
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
SALAMON FINE ART – PALAZZO CICOGNA
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Milano, Via San Damiano, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10 -13 e 15-19 altri orari su appuntamento
Vernissage
15 Aprile 2014, ore 18,30
Autore