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Echaurren Roberto Sebastián Matta – Pittura/scrittura
Mostra monografica di Echaurren Roberto Sebastián Matta (Santiago del Cile 1911 – Civitavecchia, Roma 2002). La mostra comprende 16 dipinti, dal 1972 al 2000.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Giampiero Biasutti di via della Rocca, 6, Torino, è lieta di annunciare per il giorno 9 ottobre 2010 l’inaugurazione della mostra monografica di Echaurren Roberto Sebastián Matta (Santiago del Cile 1911 – Civitavecchia, Roma, 2002)
La mostra comprende 16 dipinti, dal 1972 al 2000. Un evento straordinario, che consente di scoprire una delle più alte espressioni pittoriche del secondo ‘900.
Pittore eclettico e in qualche modo autodidatta di straordinaria personalità. Si può dire che Matta sia un autentico “eroe dei due mondi” per il ruolo che ha svolto nell’affermazione dell’arte contemporanea, in Europa come negli States.
Egli compie in Cile studi di architettura prima di trasferirsi in Europa, nel 1933, approdando per qualche tempo, come disegnatore, allo studio di Le Corbusier, a Parigi. La svolta artistica avviene tuttavia nel 1937, quando Dalì lo presenta al capofila e teorico del movimento surrealista, André Breton che, l’anno successivo, lo accoglie a pieno titolo nelle fila del Surrealismo.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferisce a New York, dove frequenta dadaisti e surrealisti e diviene una figura di primario riferimento per l’arte americana della seconda metà del XX secolo.
Nel 1948 Matta è però nuovamente in Europa.
Le ulteriori figurazioni che matureranno nel decennio successivo, gli anni ’50, costituiscono difatti ibridi sorprendenti: si possono indicare emblematicamente due opere per così dire riassuntive di tale genesi, La vertigine di Eros, 1944, New York, Museum of Modern Art, e I dubbi dei tre mondi, 1956, Parigi, Palazzo dell’Unesco.
L’ultima lunga innovativa e recapitolativa stagione dell’artista documentata in mostra, dalle opere L’espace du dé, Musique-Nage, One instant in the infinity, costituisce un ulteriore avanzamento. E il completamento di questa evoluzione.
Dal punto di vista della pittura le opere in mostra testimoniano il punto vitale dell’intensa carriera di Matta. Qui egli, ormai sganciato da Surrealismo e Dada – ma senza alcun rifiuto e piuttosto dopo averne interiorizzato a tal punto le procedure e le ricette, il lessico e la poetica da farne matrice d’un rilancio personalissimo – conia un formidabile “universo mondo” vichiano che, come sostiene nel testo critico in catalogo Rolando Bellini, propone in pittura l’equivalente della scrittura magico-narrativa onnicomprensiva e dunque multisensoriale di Valéry, di Aragon, dello stesso Breton, per non dire di Bataille e Bachelard. Una pittura/scrittura che somma però all’inventiva sperimentale europea anche l’inimitabile narrativa e la propensione onirica e magica sudamericana. Ne discende un arricchimento emotivo e uno stupore percettivo che fanno dell’incontro con le opere in mostra un’autentica avventura visiva.
La mostra comprende 16 dipinti, dal 1972 al 2000. Un evento straordinario, che consente di scoprire una delle più alte espressioni pittoriche del secondo ‘900.
Pittore eclettico e in qualche modo autodidatta di straordinaria personalità. Si può dire che Matta sia un autentico “eroe dei due mondi” per il ruolo che ha svolto nell’affermazione dell’arte contemporanea, in Europa come negli States.
Egli compie in Cile studi di architettura prima di trasferirsi in Europa, nel 1933, approdando per qualche tempo, come disegnatore, allo studio di Le Corbusier, a Parigi. La svolta artistica avviene tuttavia nel 1937, quando Dalì lo presenta al capofila e teorico del movimento surrealista, André Breton che, l’anno successivo, lo accoglie a pieno titolo nelle fila del Surrealismo.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferisce a New York, dove frequenta dadaisti e surrealisti e diviene una figura di primario riferimento per l’arte americana della seconda metà del XX secolo.
Nel 1948 Matta è però nuovamente in Europa.
Le ulteriori figurazioni che matureranno nel decennio successivo, gli anni ’50, costituiscono difatti ibridi sorprendenti: si possono indicare emblematicamente due opere per così dire riassuntive di tale genesi, La vertigine di Eros, 1944, New York, Museum of Modern Art, e I dubbi dei tre mondi, 1956, Parigi, Palazzo dell’Unesco.
L’ultima lunga innovativa e recapitolativa stagione dell’artista documentata in mostra, dalle opere L’espace du dé, Musique-Nage, One instant in the infinity, costituisce un ulteriore avanzamento. E il completamento di questa evoluzione.
Dal punto di vista della pittura le opere in mostra testimoniano il punto vitale dell’intensa carriera di Matta. Qui egli, ormai sganciato da Surrealismo e Dada – ma senza alcun rifiuto e piuttosto dopo averne interiorizzato a tal punto le procedure e le ricette, il lessico e la poetica da farne matrice d’un rilancio personalissimo – conia un formidabile “universo mondo” vichiano che, come sostiene nel testo critico in catalogo Rolando Bellini, propone in pittura l’equivalente della scrittura magico-narrativa onnicomprensiva e dunque multisensoriale di Valéry, di Aragon, dello stesso Breton, per non dire di Bataille e Bachelard. Una pittura/scrittura che somma però all’inventiva sperimentale europea anche l’inimitabile narrativa e la propensione onirica e magica sudamericana. Ne discende un arricchimento emotivo e uno stupore percettivo che fanno dell’incontro con le opere in mostra un’autentica avventura visiva.
09
ottobre 2010
Echaurren Roberto Sebastián Matta – Pittura/scrittura
Dal 09 ottobre al 27 novembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIAMPIERO BIASUTTI
Torino, Via Della Rocca, 6B, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 6B, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10.30-12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
9 Ottobre 2010, ore 18
Autore
Curatore