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Edgardo Gatti – Una vita. Opere 1950-2014
L’artista compie 90 anni in queste settimane, questa mostra personale è, insieme, bilancio di una singolare parabola artistica – tra alto artigianato e originalità creativa – e omaggio a una vita spesa per l’arte.
Comunicato stampa
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La Città di Bellinzona è lieta di dedicare il primo piano del Museo Civico Villa dei Cedri ad una
mostra antologica di Edgardo Ratti. L’artista compie 90 anni in queste settimane, questa mostra
personale è, insieme, bilancio di una singolare parabola artistica - tra alto artigianato e originalità
creativa - e omaggio a una vita spesa per l’arte.
“Edgardo Ratti è dentro questa corsia profonda della storia umana. Non è questo artista un
marginale e neppure un naif, anche se molte sue opere possono essere inscritte in questa
condizione e corrente. Non è mai stato concorrente degli artisti ‘laureati’, quelli con un
percorso coerente al mercato e fortemente caratterizzato.
Ha variato il Ratti temi e materie, a seconda del suo bisogno espressivo e anche a seconda
degli incontri con altre esperienze. Davvero ingenuo il suo operare, noncurante mode,
mercato, modalità espressive d’epoca. Ha piuttosto guardato all’arte popolare, ad essa si è
voluto collegare, i suoi Cristi lignei possono stare appesi nelle santelle ai bivi dei sentieri di
montagna. E se ha guardato ad artisti stimati, come è per le sculture di Genucchi, attraverso
queste sculture nel sasso ha guardato ad una cultura popolare più remota e più inamovibile,
come è il mirabile, incantato, ingenuo il romanico di San Nicolao di Giornico ai piedi delle
Alpi.”
L’artista inizia a dipingere negli anni Cinquanta sotto l’influenza dei maestri braidensi di Accademia
- in particolare Carpi e Funi. In un breve giro d’anni realizza un proprio originale percorso in un
rapporto con la realtà che si snoda sotto la spinta di una visione naturalpanteistica.
Comincia a scolpire - alla fine degli anni Sessanta - guardando alle ‘santelle’ dei passi di
montagna, al romanico naif delle chiese ticinesi ai passi alpini, alla grande presenza innovativa di
Giovanni Genucchi. In mostra, per questo molto rappresentativa, la sala dei ‘Cristi’ lignei.
Genucchi, Patocchi - il silografo delle pievi - Orelli de L’anno della valanga, Plinio Martini del
Requiem per zia Domenica, per non parlare del primo Filippini - scrittore dei poveri e vigoroso
artista dell’epica valligiana (dei gozzi e dei curvati, delle manze e delle madri)…sono i punti di
riferimento di una Storia dell’arte e della letteratura del Canton Ticino in cui si incanala l’esperienza
di Ratti, e molto conta la personale presenza di un solido maestro di provincia come Augusto
Sartori, mentore e protettore.
Tuttavia del suo apprendistato l’artista scrive: “Ho imparato per le piazze, per le strade, per i boschi
e fra la nostra gente di campagna…” a sottolineare la disinvolta adozione di generi e temi: dalle
sculture lignee a quelle in pietra; dagli olii del periodo ‘nero’ sul declino e la solitudine degli anziani,
al rapporto costante e rinnovato con la natura, il bosco, le stagioni e l’acqua. Acqua narrazione del
vivente: le bolle di Magadino sono il luogo della sua cosmogonia, lo spazio dei ritorni della sua
pittura.
Piero Del Giudice, curatore della mostra
Costante in lui l’impegno sociale, di ribellione. È in mostra l’ultimo ciclo dell’artista a titolo Finestre,
denuncia di un insopportabile reale.
La mostra bellinzonese di Edgardo Ratti, apre a un ciclo cantonale di mostre sulla sua opera. Il 3
ottobre si inaugura a Locarno nell’agorà della Sopracenerina la mostra delle sculture in pietra e
alabastro e, il giorno dopo, 4 ottobre, quella sulle vetrate alla Civica galleria del Torchio di Balerna.
Le citazioni sono estratte dalla pubblicazione “Edgardo Ratti, una vita”, sotto la direzione di Piero Del
Giudice e Walter Schönenberger, edizioni Salvioni Arti Grafiche SA, 2015.
mostra antologica di Edgardo Ratti. L’artista compie 90 anni in queste settimane, questa mostra
personale è, insieme, bilancio di una singolare parabola artistica - tra alto artigianato e originalità
creativa - e omaggio a una vita spesa per l’arte.
“Edgardo Ratti è dentro questa corsia profonda della storia umana. Non è questo artista un
marginale e neppure un naif, anche se molte sue opere possono essere inscritte in questa
condizione e corrente. Non è mai stato concorrente degli artisti ‘laureati’, quelli con un
percorso coerente al mercato e fortemente caratterizzato.
Ha variato il Ratti temi e materie, a seconda del suo bisogno espressivo e anche a seconda
degli incontri con altre esperienze. Davvero ingenuo il suo operare, noncurante mode,
mercato, modalità espressive d’epoca. Ha piuttosto guardato all’arte popolare, ad essa si è
voluto collegare, i suoi Cristi lignei possono stare appesi nelle santelle ai bivi dei sentieri di
montagna. E se ha guardato ad artisti stimati, come è per le sculture di Genucchi, attraverso
queste sculture nel sasso ha guardato ad una cultura popolare più remota e più inamovibile,
come è il mirabile, incantato, ingenuo il romanico di San Nicolao di Giornico ai piedi delle
Alpi.”
L’artista inizia a dipingere negli anni Cinquanta sotto l’influenza dei maestri braidensi di Accademia
- in particolare Carpi e Funi. In un breve giro d’anni realizza un proprio originale percorso in un
rapporto con la realtà che si snoda sotto la spinta di una visione naturalpanteistica.
Comincia a scolpire - alla fine degli anni Sessanta - guardando alle ‘santelle’ dei passi di
montagna, al romanico naif delle chiese ticinesi ai passi alpini, alla grande presenza innovativa di
Giovanni Genucchi. In mostra, per questo molto rappresentativa, la sala dei ‘Cristi’ lignei.
Genucchi, Patocchi - il silografo delle pievi - Orelli de L’anno della valanga, Plinio Martini del
Requiem per zia Domenica, per non parlare del primo Filippini - scrittore dei poveri e vigoroso
artista dell’epica valligiana (dei gozzi e dei curvati, delle manze e delle madri)…sono i punti di
riferimento di una Storia dell’arte e della letteratura del Canton Ticino in cui si incanala l’esperienza
di Ratti, e molto conta la personale presenza di un solido maestro di provincia come Augusto
Sartori, mentore e protettore.
Tuttavia del suo apprendistato l’artista scrive: “Ho imparato per le piazze, per le strade, per i boschi
e fra la nostra gente di campagna…” a sottolineare la disinvolta adozione di generi e temi: dalle
sculture lignee a quelle in pietra; dagli olii del periodo ‘nero’ sul declino e la solitudine degli anziani,
al rapporto costante e rinnovato con la natura, il bosco, le stagioni e l’acqua. Acqua narrazione del
vivente: le bolle di Magadino sono il luogo della sua cosmogonia, lo spazio dei ritorni della sua
pittura.
Piero Del Giudice, curatore della mostra
Costante in lui l’impegno sociale, di ribellione. È in mostra l’ultimo ciclo dell’artista a titolo Finestre,
denuncia di un insopportabile reale.
La mostra bellinzonese di Edgardo Ratti, apre a un ciclo cantonale di mostre sulla sua opera. Il 3
ottobre si inaugura a Locarno nell’agorà della Sopracenerina la mostra delle sculture in pietra e
alabastro e, il giorno dopo, 4 ottobre, quella sulle vetrate alla Civica galleria del Torchio di Balerna.
Le citazioni sono estratte dalla pubblicazione “Edgardo Ratti, una vita”, sotto la direzione di Piero Del
Giudice e Walter Schönenberger, edizioni Salvioni Arti Grafiche SA, 2015.
20
settembre 2015
Edgardo Gatti – Una vita. Opere 1950-2014
Dal 20 settembre al primo novembre 2015
arte contemporanea
Location
MUSEO VILLA DEI CEDRI
Bellinzona, Piazza San Biagio, 9, (Bellinzona)
Bellinzona, Piazza San Biagio, 9, (Bellinzona)
Orario di apertura
mercoledì - venerdì 14:00 - 18:00 | sabato, domenica e festivi 11:00 - 18:00 | lunedì - martedì chiuso
Autore
Curatore