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Edith Schloss / Jacob Burckhardt
Dice la ninfa Galatea, figlia di Nereo e Doris: ‘Giacevo nascosta sotto una roccia accanto al mio adorato Acis… D’improvviso il Ciclope giunse sul luogo da cui poteva vederci…
Comunicato stampa
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Dice la ninfa Galatea, figlia di Nereo e Doris: 'Giacevo nascosta sotto una roccia accanto al mio adorato Acis... D'improvviso il Ciclope giunse sul luogo da cui poteva vederci... 'Vi vedo', esclamò, 'e farò di questo l'ultimo dei vostri incontri d'amore'. Io mi tuffai nell'acqua... Acis fuggì... il Ciclope lo inseguì e strappato un masso dal fianco della montagna, lo scagliò contro di lui... il sangue purpureo inondò la roccia... l'acqua sgorgò facendo un mormorio gentile... così Acis fu mutato in fiume, e il fiume conserva il nome di Acis...
Da Thomas Bulfinch, 'Myths of Greece and Rome'
L'Italia è per Edith il mondo mediterraneo a lei intimamente congeniale, con il suo sole, i suoi colori, il suo mare e le sue montagne; con l'esuberanza, l'ebbrezza, la luce e l'ombra dei suoi miti arcaici. Tutto questo è tradotto da Edith in un linguaggio artistico che fonde il segno libero e volante dell'espressionismo astratto, il graffito senza esitazione dei vasi greci ed etruschi, la freschezza delle scritte e dei disegni spontanei sui muri, l'abbreviazione e il sorriso dei migliori fumetti.
Edith Schloss ha fatto parte della Scuola di New York. Fu sposata con Rudy Burckhardt. Nel 1962 lasciò gli Stati Uniti per proseguire a Roma la sua attività di pittore, scrittore e critico, legandosi di amicizia con artisti come Cy Twombly, Giulio Turcato, Paul Klerr, Peter Rockwell. Fu, con Alvin Curran, fra i fondatori del gruppo Musica Elettronica Viva. Dopo aver collaborato a New York ad 'Art News' di Tom Hess, fu per 17 anni critico d'arte per l'Italia dello 'International Herald Tribune' di Parigi. Edith Schloss ha sempre dato nei suoi articoli un quadro a tutto campo e in tempo reale della scena artistica romana, con particolare attenzione a quanto di più vivo ed avanzato veniva emergendo. Oggi Edith Schloss scrive regolarmente per 'Wanted In Rome'. Collabora fra l'altro con 'Art In America' e 'Italy Italy'.
La sua ricerca artistica è oggi come sempre la parte più importante della sua vita. [J.B.]
Perché la fotografia? Ho iniziato a fare fotografie da ragazzo: c'è qualche cosa di potente ed eccitante nell'atto di catturare un'immagine in quella piccola scatola. Ma il risultato, riguardato giorni o settimane più tardi, non era interessante; fino a che, dopo i vent'anni, imparai a usare la camera oscura. All'università avevo iniziato a fare film 'underground' in 16mm, e dei miei amici pittori cominciarono a chiedermi di fotografare i loro lavori, pensando suppongo che se potevo fare film sarei anche stato capace di fare fotografie. Anche mio padre, Rudy Burckhardt, mi insegnò come usare la camera oscura.
Nei confronti del pubblico, mi sono concentrato sul realizzare e presentare film, ma negli anni ho continuato a fare fotografie. Potete chiamarle istantanee: fuggevoli ma interessanti frammenti di vita che ho catturato (però cerco di evitare immagini standard del tipo 'eccoci' o 'io c'ero', con le facce che guardano verso l'obiettivo).
Ma l'atto di esporre la pellicola è rapido e transitorio: spesso dimentico che cosa ho scattato, e la pellicola sviluppata è piena di sorprese. Più interessanti sono i mutamenti che avvengono quando riporti uno spazio tridimensionale a colori su uno spazio bidimensionale in bianco e nero. Per questo la stampa in camera oscura, con la manipolazione di toni e contrasto, la riquadratura, che determina la composizione finale, e la nerezza palpabile dell'argento, sono per me il luogo in cui la fotografia viene creata. [Jacob Burckhardt]
Jacob Burckhardt è cresciuto a Roma e vive a New York. Come film-maker del Lower East Side è molto stimato per l'acuto commento sociale e la pungente arguzia di film come Landlord Blues, It don't pay to be an honest citizen, e They lie but they don't mean it.
Insegna 'film-making' e composizione sonora alla Cooper Union e alla New York University. Ha viaggiato molto e ha registrato eventi minuscoli e grandi nella natura e nelle città con occhio attento e con delicata sensibilità. Le sue fotografie sono state esposte di recente alla Millennium Gallery di New York.
In tutto il suo lavoro, brillante scoperta e intuito poetico vanno di pari passo.
Da Thomas Bulfinch, 'Myths of Greece and Rome'
L'Italia è per Edith il mondo mediterraneo a lei intimamente congeniale, con il suo sole, i suoi colori, il suo mare e le sue montagne; con l'esuberanza, l'ebbrezza, la luce e l'ombra dei suoi miti arcaici. Tutto questo è tradotto da Edith in un linguaggio artistico che fonde il segno libero e volante dell'espressionismo astratto, il graffito senza esitazione dei vasi greci ed etruschi, la freschezza delle scritte e dei disegni spontanei sui muri, l'abbreviazione e il sorriso dei migliori fumetti.
Edith Schloss ha fatto parte della Scuola di New York. Fu sposata con Rudy Burckhardt. Nel 1962 lasciò gli Stati Uniti per proseguire a Roma la sua attività di pittore, scrittore e critico, legandosi di amicizia con artisti come Cy Twombly, Giulio Turcato, Paul Klerr, Peter Rockwell. Fu, con Alvin Curran, fra i fondatori del gruppo Musica Elettronica Viva. Dopo aver collaborato a New York ad 'Art News' di Tom Hess, fu per 17 anni critico d'arte per l'Italia dello 'International Herald Tribune' di Parigi. Edith Schloss ha sempre dato nei suoi articoli un quadro a tutto campo e in tempo reale della scena artistica romana, con particolare attenzione a quanto di più vivo ed avanzato veniva emergendo. Oggi Edith Schloss scrive regolarmente per 'Wanted In Rome'. Collabora fra l'altro con 'Art In America' e 'Italy Italy'.
La sua ricerca artistica è oggi come sempre la parte più importante della sua vita. [J.B.]
Perché la fotografia? Ho iniziato a fare fotografie da ragazzo: c'è qualche cosa di potente ed eccitante nell'atto di catturare un'immagine in quella piccola scatola. Ma il risultato, riguardato giorni o settimane più tardi, non era interessante; fino a che, dopo i vent'anni, imparai a usare la camera oscura. All'università avevo iniziato a fare film 'underground' in 16mm, e dei miei amici pittori cominciarono a chiedermi di fotografare i loro lavori, pensando suppongo che se potevo fare film sarei anche stato capace di fare fotografie. Anche mio padre, Rudy Burckhardt, mi insegnò come usare la camera oscura.
Nei confronti del pubblico, mi sono concentrato sul realizzare e presentare film, ma negli anni ho continuato a fare fotografie. Potete chiamarle istantanee: fuggevoli ma interessanti frammenti di vita che ho catturato (però cerco di evitare immagini standard del tipo 'eccoci' o 'io c'ero', con le facce che guardano verso l'obiettivo).
Ma l'atto di esporre la pellicola è rapido e transitorio: spesso dimentico che cosa ho scattato, e la pellicola sviluppata è piena di sorprese. Più interessanti sono i mutamenti che avvengono quando riporti uno spazio tridimensionale a colori su uno spazio bidimensionale in bianco e nero. Per questo la stampa in camera oscura, con la manipolazione di toni e contrasto, la riquadratura, che determina la composizione finale, e la nerezza palpabile dell'argento, sono per me il luogo in cui la fotografia viene creata. [Jacob Burckhardt]
Jacob Burckhardt è cresciuto a Roma e vive a New York. Come film-maker del Lower East Side è molto stimato per l'acuto commento sociale e la pungente arguzia di film come Landlord Blues, It don't pay to be an honest citizen, e They lie but they don't mean it.
Insegna 'film-making' e composizione sonora alla Cooper Union e alla New York University. Ha viaggiato molto e ha registrato eventi minuscoli e grandi nella natura e nelle città con occhio attento e con delicata sensibilità. Le sue fotografie sono state esposte di recente alla Millennium Gallery di New York.
In tutto il suo lavoro, brillante scoperta e intuito poetico vanno di pari passo.
15
marzo 2004
Edith Schloss / Jacob Burckhardt
Dal 15 marzo al 15 aprile 2004
arte contemporanea
Location
WANTED IN ROME
Roma, Via Dei Delfini, 17, (Roma)
Roma, Via Dei Delfini, 17, (Roma)
Orario di apertura
lunedì-giovedì 18.30
Vernissage
15 Marzo 2004, ore 18