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Edoardo Belinci – Still (A) Life
Belinci riesce a ritagliarsi uno spazio personale nel panorama della “Digital Art” poiché le sue opere sono completamente realizzate attraverso strumenti messi a disposizione dalla nuova tecnologia
Comunicato stampa
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Edoardo Belinci nasce a Roma nel 1974. Dopo aver acquisito le tecniche tradizionali della pittura e dell'illustrazione, nel 1994 inizia una costante sperimentazione nel campo dell'immagine e dell’animazione video-digitale che lo porta ad un attento esame nell'elaborazione delle luci e delle superfici.
Belinci riesce a ritagliarsi uno spazio personale nel panorama della “Digital Art” poiché le sue opere sono completamente realizzate attraverso strumenti messi a disposizione dalla nuova tecnologia, dove la tela lascia il posto al monitor ed il pennello muta in un mouse. I pixel, freddi mattoni del terzo millennio, vengono plasmati dall’artista prendendo le forme reali e surreali del nostro mondo interiore.
Belinci con il suo operato riesce a trasmettere messaggi totalmente nuovi, la cui carica di suggestione è immediata ed evidente. Le atmosfere angoscianti ed enigmatiche delle sue opere colpiscono l’osservatore con la loro densa cortina metafisica, con la chimerica visione di un futuro che a tratti spaventa e a tratti affascina tanto da non poter distogliere lo sguardo.
La realtà in questo universo grand-guignolesco somiglia ed allo stesso tempo si discosta da quella che noi conosciamo poiché in essa predomina l’assenza di vita pur essendo presente in molteplici forme l’essenza della vita. La costante ricerca visiva dell’ autore cerca di far leva su un effetto suggestivo ricorrendo a immagini irreali e fantastiche.
Le rappresentazioni di Belinci gettano un ideale sasso che oltrepassa la siepe delle nostre sicurezze andando “oltre”, mostrandoci una nuova dimensione del reale che si avvicina alle visioni oniriche.
Belinci, nelle sue opere esplora un mondo arcaico e fisso, affiancandolo ad uno tecnologico e contemporaneo. In queste opere si respira un attento studio dell’arte classica dovuto al continuo confronto dell’artista con le antichità della sua città natale; in tale contesto egli si muove con decisione creativa e sapiente uso di innesti architettonici arricchiti da elementi anatomici che riportano alla memoria gli enigmatici “Archeologi” di De Chirico.
Dal punto di vista stilistico l’artista ci affascina con l'essenzialità nel figurativo e ci coinvolge emotivamente con quel suo monocromatismo di drammatico contenuto tematico dove decisamente importante è l’uso di colori freddi e chiaroscuri dai contrasti fortissimi.
Concludendo possiamo affermare che la sua evoluzione artistica è il frutto di complessi rapporti tra la creatività e i mezzi tecnologici; egli quindi può ritenersi a tutti gli effetti all'avanguardia nelle nuove tecniche e sperimentazioni dei mezzi e dei materiali applicati all'Arte.
La sua è un'arte digitale, ma anche fisica; per molti aspetti scioccante, eppure raffinata e poetica. Con Belinci quindi ci troviamo nell’adolescenza della “Digital Art”, non il “linguaggio” spesso ingiustamente frainteso nel concetto generico di Computer grafica, ma lo specchio dell'ultima generazione in cui possiamo guardarci senza timore.
Tutto questo Belinci lo ha ben capito e soprattutto ben rappresentato.
Belinci riesce a ritagliarsi uno spazio personale nel panorama della “Digital Art” poiché le sue opere sono completamente realizzate attraverso strumenti messi a disposizione dalla nuova tecnologia, dove la tela lascia il posto al monitor ed il pennello muta in un mouse. I pixel, freddi mattoni del terzo millennio, vengono plasmati dall’artista prendendo le forme reali e surreali del nostro mondo interiore.
Belinci con il suo operato riesce a trasmettere messaggi totalmente nuovi, la cui carica di suggestione è immediata ed evidente. Le atmosfere angoscianti ed enigmatiche delle sue opere colpiscono l’osservatore con la loro densa cortina metafisica, con la chimerica visione di un futuro che a tratti spaventa e a tratti affascina tanto da non poter distogliere lo sguardo.
La realtà in questo universo grand-guignolesco somiglia ed allo stesso tempo si discosta da quella che noi conosciamo poiché in essa predomina l’assenza di vita pur essendo presente in molteplici forme l’essenza della vita. La costante ricerca visiva dell’ autore cerca di far leva su un effetto suggestivo ricorrendo a immagini irreali e fantastiche.
Le rappresentazioni di Belinci gettano un ideale sasso che oltrepassa la siepe delle nostre sicurezze andando “oltre”, mostrandoci una nuova dimensione del reale che si avvicina alle visioni oniriche.
Belinci, nelle sue opere esplora un mondo arcaico e fisso, affiancandolo ad uno tecnologico e contemporaneo. In queste opere si respira un attento studio dell’arte classica dovuto al continuo confronto dell’artista con le antichità della sua città natale; in tale contesto egli si muove con decisione creativa e sapiente uso di innesti architettonici arricchiti da elementi anatomici che riportano alla memoria gli enigmatici “Archeologi” di De Chirico.
Dal punto di vista stilistico l’artista ci affascina con l'essenzialità nel figurativo e ci coinvolge emotivamente con quel suo monocromatismo di drammatico contenuto tematico dove decisamente importante è l’uso di colori freddi e chiaroscuri dai contrasti fortissimi.
Concludendo possiamo affermare che la sua evoluzione artistica è il frutto di complessi rapporti tra la creatività e i mezzi tecnologici; egli quindi può ritenersi a tutti gli effetti all'avanguardia nelle nuove tecniche e sperimentazioni dei mezzi e dei materiali applicati all'Arte.
La sua è un'arte digitale, ma anche fisica; per molti aspetti scioccante, eppure raffinata e poetica. Con Belinci quindi ci troviamo nell’adolescenza della “Digital Art”, non il “linguaggio” spesso ingiustamente frainteso nel concetto generico di Computer grafica, ma lo specchio dell'ultima generazione in cui possiamo guardarci senza timore.
Tutto questo Belinci lo ha ben capito e soprattutto ben rappresentato.
17
dicembre 2004
Edoardo Belinci – Still (A) Life
Dal 17 dicembre 2004 al 14 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
OPERA CAFFE’
Roma, Via Della Scala, 43, (Roma)
Roma, Via Della Scala, 43, (Roma)
Orario di apertura
dal martedi alla domenica ore 18.00 - 02:00
Sito web
www.fantascienza.net/belinci/
Autore
Curatore