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Edoardo Beltrami (1916 – 1992) – Una pittura creata con la materia delle nuvole
Mostra di Edoardo Beltrami nel centenario della nascita: un percorso estremamente selettivo, di circa trenta opere, curato da Gianfranco Ferlisi, parlerà della vicenda estetica e umana dell’artista
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 10 dicembre 2016, alle ore 16,00, sarà inaugurata, al Museo Diocesano di Mantova, la retrospettiva del
pittore Edoardo Beltrami (1916 – 1992) dal titolo Una pittura creata con la materia delle nuvole. Un percorso
estremamente selettivo, di circa trenta opere, curato da Gianfranco Ferlisi, parlerà della vicenda estetica e umana
dell’artista.
Edoardo Beltrami nasce nel 1916 a Pegognaga, in località Aquasa, ma si trasferisce presto a Mantova. Rimasto
invalido di guerra, nel 1940, trova impiego presso la Camera di Commercio. Contemporaneamente coltiva, in
parallelo, l’attività di pittore. Iscritto al Sindacato degli Artisti, partecipa a diverse esposizioni collettive. Solo nel
1996 arriva la prima antologica personale, postuma, presso la Casa del Rigoletto di Mantova.
La storia di Edoardo è quella di un artista che abbraccia la pittura a cominciare dai primi anni Cinquanta, di un
artista che resta quasi del tutto appartato rispetto alle relazioni dei cenacoli e dei gruppi artistici mantovani. Ma
nonostante tale solitaria riservatezza Edoardo fu un artista autentico, sempre legato con nostalgia a una pittura
declinata in tutti i suoi generi, dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta alla figura. Lo dimostra questa rassegna
in cui dalla pittura degli esordi, legata alla tradizione, con una predilezione per la natura morta e per un paesaggio
orientato all’arcadia mantovana, alla stregua dei cosiddetti pittori del ducato, si giunge a una autonomia espressiva e
a una maturità all’insegna di una qualità sempre alta. La mostra cerca dunque di proporre con chiarezza il
percorso personale e artistico di Beltrami, per delineare uno speciale palcoscenico di ricercata e inquietante
poesia. Attori di questo palcoscenico sono la luce, la materia e la natura, in una pittura che si accresce di
riferimenti, costantemente aggiornata in un lungo e rigoroso viaggio in cui il pittore rintraccia nel proprio
ambiente, spogliato dal superfluo, la limpida meraviglia del saper vedere e del saper narrare. Emerge così, dal
percorso espositivo, la chiara statura di un petit-maître mantovano. Dagli anni Cinquanta agli anni Novanta uno
speciale fil rouge caratterizza un modo di operare che dà corpo, in maniera coerente, al suo interiore sentire, a un
silenzio assorto ed arcaico che gli offre sempre una delicata dimensione del dipingere.
La tavolozza dei suoi esordi, dai toni caldi e dai colori squillanti, rapidamente si schiarisce e l’autore sviluppa una
scelta coloristica antiretorica, con una pasta pittorica essenziale, povera, plebea e malinconica. Una essenzialità
cromatica, una speciale leggerezza e rapidità esecutiva, un ingenuo primitivismo chiarista caratterizzano sempre
più la sua identità operativa.
Dalle Nature morte ai paesaggi colti sotto la neve Edoardo Beltrami vede e mineralizza, nei suoi dipinti, le varie
possibilità di rappresentazione e di modulazione della luce.
E lo sguardo dell'artista si lascia sedurre, successivamente, anche dalla rappresentazione del Po oppure del
Mincio e dalle presenze di vegetazione che si distendono attorno al loro fluire: tra cielo, terra e acqua. La
rappresentazione approda così ad una cifra stilistica sempre più personale, autonoma e spoglia. Il suo saper
dipingere in chiaro, i suoi bianchi azzurrognoli e cinerei, delicati come la neve, i suoi gialli paglierini, i suoi verdi
dilavati, prendono rinnovato corpo.
È così che, a cominciare dagli anni Settanta, la pittura di Edoardo Beltrami diventa una pittura quasi non-pittura,
scabra, povera, fatta del lucore di poche ed esauste tonalità. E scopre anche la bellezza dei colori del mare con i
suoi azzurri che dialogano nei riflessi di luce. E infine si incanta nelle rappresentazioni del cielo. Nascono
immagini capaci di catapultarci nelle profondità dell’emozione. Le sue nuvole evanescenti, bianche come la
distese nevose fanno convergere il nostro sguardo su grandi praterie di cielo e di luce, quelle in cui ora Edoardo
Beltrami è totalmente e definitivamente immerso.
A cento anni dalla sua nascita e a quasi venticinque della sua scomparsa, questo incantato ammiratore di nuvole
torna così a dare testimonianza, con inaspettato protagonismo, del meglio della sua produzione: ed è questa
un’occasione da non perdere.
pittore Edoardo Beltrami (1916 – 1992) dal titolo Una pittura creata con la materia delle nuvole. Un percorso
estremamente selettivo, di circa trenta opere, curato da Gianfranco Ferlisi, parlerà della vicenda estetica e umana
dell’artista.
Edoardo Beltrami nasce nel 1916 a Pegognaga, in località Aquasa, ma si trasferisce presto a Mantova. Rimasto
invalido di guerra, nel 1940, trova impiego presso la Camera di Commercio. Contemporaneamente coltiva, in
parallelo, l’attività di pittore. Iscritto al Sindacato degli Artisti, partecipa a diverse esposizioni collettive. Solo nel
1996 arriva la prima antologica personale, postuma, presso la Casa del Rigoletto di Mantova.
La storia di Edoardo è quella di un artista che abbraccia la pittura a cominciare dai primi anni Cinquanta, di un
artista che resta quasi del tutto appartato rispetto alle relazioni dei cenacoli e dei gruppi artistici mantovani. Ma
nonostante tale solitaria riservatezza Edoardo fu un artista autentico, sempre legato con nostalgia a una pittura
declinata in tutti i suoi generi, dal ritratto al paesaggio, dalla natura morta alla figura. Lo dimostra questa rassegna
in cui dalla pittura degli esordi, legata alla tradizione, con una predilezione per la natura morta e per un paesaggio
orientato all’arcadia mantovana, alla stregua dei cosiddetti pittori del ducato, si giunge a una autonomia espressiva e
a una maturità all’insegna di una qualità sempre alta. La mostra cerca dunque di proporre con chiarezza il
percorso personale e artistico di Beltrami, per delineare uno speciale palcoscenico di ricercata e inquietante
poesia. Attori di questo palcoscenico sono la luce, la materia e la natura, in una pittura che si accresce di
riferimenti, costantemente aggiornata in un lungo e rigoroso viaggio in cui il pittore rintraccia nel proprio
ambiente, spogliato dal superfluo, la limpida meraviglia del saper vedere e del saper narrare. Emerge così, dal
percorso espositivo, la chiara statura di un petit-maître mantovano. Dagli anni Cinquanta agli anni Novanta uno
speciale fil rouge caratterizza un modo di operare che dà corpo, in maniera coerente, al suo interiore sentire, a un
silenzio assorto ed arcaico che gli offre sempre una delicata dimensione del dipingere.
La tavolozza dei suoi esordi, dai toni caldi e dai colori squillanti, rapidamente si schiarisce e l’autore sviluppa una
scelta coloristica antiretorica, con una pasta pittorica essenziale, povera, plebea e malinconica. Una essenzialità
cromatica, una speciale leggerezza e rapidità esecutiva, un ingenuo primitivismo chiarista caratterizzano sempre
più la sua identità operativa.
Dalle Nature morte ai paesaggi colti sotto la neve Edoardo Beltrami vede e mineralizza, nei suoi dipinti, le varie
possibilità di rappresentazione e di modulazione della luce.
E lo sguardo dell'artista si lascia sedurre, successivamente, anche dalla rappresentazione del Po oppure del
Mincio e dalle presenze di vegetazione che si distendono attorno al loro fluire: tra cielo, terra e acqua. La
rappresentazione approda così ad una cifra stilistica sempre più personale, autonoma e spoglia. Il suo saper
dipingere in chiaro, i suoi bianchi azzurrognoli e cinerei, delicati come la neve, i suoi gialli paglierini, i suoi verdi
dilavati, prendono rinnovato corpo.
È così che, a cominciare dagli anni Settanta, la pittura di Edoardo Beltrami diventa una pittura quasi non-pittura,
scabra, povera, fatta del lucore di poche ed esauste tonalità. E scopre anche la bellezza dei colori del mare con i
suoi azzurri che dialogano nei riflessi di luce. E infine si incanta nelle rappresentazioni del cielo. Nascono
immagini capaci di catapultarci nelle profondità dell’emozione. Le sue nuvole evanescenti, bianche come la
distese nevose fanno convergere il nostro sguardo su grandi praterie di cielo e di luce, quelle in cui ora Edoardo
Beltrami è totalmente e definitivamente immerso.
A cento anni dalla sua nascita e a quasi venticinque della sua scomparsa, questo incantato ammiratore di nuvole
torna così a dare testimonianza, con inaspettato protagonismo, del meglio della sua produzione: ed è questa
un’occasione da non perdere.
10
dicembre 2016
Edoardo Beltrami (1916 – 1992) – Una pittura creata con la materia delle nuvole
Dal 10 dicembre 2016 all'otto gennaio 2017
arte contemporanea
Location
MUSEO DIOCESANO FRANCESCO GONZAGA
Mantova, Piazza Virgiliana, 55, (Mantova)
Mantova, Piazza Virgiliana, 55, (Mantova)
Biglietti
con il biglietto ordinario del museo
Orario di apertura
da mercoledì a domenica mattino: dalle 9,30 alle 12,00, pomeriggio: dalle 15,00 alle 17,30
Vernissage
10 Dicembre 2016, ore 16
Autore
Curatore