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Edoardo Salvestrini – Dipinti e Disegni
mostra personale dell’artista Edoardo Salvestrini intitolata “Dipinti e Disegni”.
L’artista sarà presente all’inaugurazione e sarà presentato dal Prof. Nori
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Cappello 17, il prossimo Sabato 11 dicembre, alle ore 17.00, inaugura la mostra personale dell’artista Edoardo Salvestrini intitolata "Dipinti e Disegni”.
L’artista sarà presente all’inaugurazione e sarà presentato dal Prof. Noris Franco Zuccoli.
L’artista sarà presente anche domenica 19 dicembre, ore 16.30, in occasione di un concerto duo di archi del Conservatorio G. Verdi di Milano: Alma Salvestrini, viola - Claudia Stercal, violoncello. Musiche di L. Boccherini e J. S. Bach.
La mostra è accompagnata da una monografia con testi di Noris Franco Zoccoli e Rossana Bossaglia edita da Arianna Sartori Editore.
La personale resterà aperta al pubblico fino al 23 dicembre con orario dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, festivi 15.30 - 19.00.
Ritorno a Mantova
Dopo alcuni anni di assenza ma non di silenzio attorno al suo nome e al suo lavoro, Edoardo Salvestrini ritorna a Mantova con una mostra. Nella città virgiliana, da lui tanto amata, porta opere recenti e anche differenti rispetto alla sua produzione già nota.
Gli ambienti urbani ne sono ancora i soggetti principali ma se ne rileva la diversità nel tono delle immagini e di conseguenza nella carica comunicativa. Se è vero, come è vero, che anche la pittura è un linguaggio, è inevitabile considerare il modo di discorrere di un artista secondo tempi, momenti, slanci e variazioni. La precedente produzione di Salvestrini era caratterizzata in gran parte da colte e avvincenti rappresentazioni di spazi definiti da architetture urbane con l’animazione di figurazioni fantastiche, oppure rappresentazioni di finestre aperte oltre i cui davanzali, caratterizzati dalla presenza di fiori e frutti, spuntavano accenni di architetture.
In questa sua ultima produzione l’ambiente architettonico è dominante ma l’artista ha coscientemente mutato atteggiamento considerativo: l’esterno urbano non è quasi più lo scenario di apparizioni sconcertanti o in grado di suscitare più sorpresa che tranquillità. Lo spazio esterno dell’architettura, lo spazio che ospita palazzi e chiese, e che chiese e palazzi caratterizzano, è esplorato fiduciosamente come lo spazio in cui si vive, si passeggia, si ama, si riflette sulla letteratura, il cinema o, appunto, l’architettura. L’immanenza dell’architettura, negli ultimi tempi, ha attratto completamente Salvestrini nel senso, viene da pensare, che intende Susanne K. Langer dicendo che L’architettura crea la parvenza di quel mondo che è la controparte di un Io. È un ambiente nella sua totalità reso visibile.
Un ambiente creato dall’uomo per l’uomo, possiamo precisare, verificando che in questi anni Salvestrini ha pressoché eliminato i fantasmi e le figure emblematiche di rimando dechirichiano, ponendo davanti alle facciate degli edifici le automobili, le figure umane contemporanee e via dicendo.
Un modo aperto di guardare al mondo con la volontà di puntare verso una serenità possibile.
Anche il raggruppamento delle opere che l’artista presenta, rimanda al mutamento della sua attenzione verso il mondo: al blocco dei dipinti (vedute) ha affiancato un settore di disegni e uno di capricci (altri dipinti). Protagonista delle vedute, come dei disegni che fanno loro da premessa, è la città di Mantova, mentre i capricci presentano assetti particolari raccolti in diverse località.
La diffusione e la travolgenza della raffigurazione architettonica nei dipinti di questa personale mi ha indotto, poco sopra, a citare la Langer, giusto in riferimento all’architettura prevalentemente guardata, considerata, rappresentata dall’esterno: l’ambiente urbano come schermo, fondale, proiezione, palcoscenico della vita.
Pur attingendo a livelli stilistici ed esecutivi elevati, possiamo dire che la pittura di Salvestrini non si protende ostinatamente a forgiare il nuovo purchè nuovo e a inventare forme inusitate purchè stupefacenti. L’abile ductus dei tracciati, l’eleganza e la forza espressiva nell’uso dei colori, la disinvoltura della pennellata, la riconoscibilità degli elementi rappresentati, la ricostruibilità degli ambienti evocati, sono qualità praticamente connaturate all’arte di Salvestrini. Possiamo dire che è un figurativo in bilico fra la realtà e le sue eventuali quanto inarrestabili trasformazioni, in una dimensione enigmatico-interrogativa; apre alla contemplazione panoramica quanto alla elencazione oggettiva e minuziosa di caratteri e particolari: via di uscita, la riflessione fra vero e possibile.
La sua pittura, che si avvale di tecniche e accorgimenti di prim’ordine, manifesta sommessamente l’intenzione di indurre l’osservatore a meditare anche in proprio. Il linguaggio di Salvestrini, non invita a praticare nessi stravolti, non vuole condurre né lo studioso né l’amatore dell’opera pittorica a uscire da tutti gli ordini fisici e logici: propone figurazioni in grado di collegare tipi, forme, situazioni del presente con aspetti del passato, suscitando osservazioni e considerazioni adeguatamente riferibili anche a tempi diversi. Suscitare in ciascuno modi individuali e adeguati di riflettere, amare, passeggiare, vivere, negli spazi determinati dalle architetture disposte attorno.
Salvestrini non si pone in una posizione fantasiosa in opposizione alla ragione; non pratica l’evasione né la fuga ma cerca appuntamenti verso un mondo nuovo senza rinnegare quello vecchio: rincorre una posizione mediatrice fra la realtà che ci circonda momento per momento e le diverse possibilità di considerarla. Con una punta di ironia, elemento positivo della sua ricerca poetica.
Noris Franco Zuccoli
Mantova, luglio 2010
L’artista sarà presente all’inaugurazione e sarà presentato dal Prof. Noris Franco Zuccoli.
L’artista sarà presente anche domenica 19 dicembre, ore 16.30, in occasione di un concerto duo di archi del Conservatorio G. Verdi di Milano: Alma Salvestrini, viola - Claudia Stercal, violoncello. Musiche di L. Boccherini e J. S. Bach.
La mostra è accompagnata da una monografia con testi di Noris Franco Zoccoli e Rossana Bossaglia edita da Arianna Sartori Editore.
La personale resterà aperta al pubblico fino al 23 dicembre con orario dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30, festivi 15.30 - 19.00.
Ritorno a Mantova
Dopo alcuni anni di assenza ma non di silenzio attorno al suo nome e al suo lavoro, Edoardo Salvestrini ritorna a Mantova con una mostra. Nella città virgiliana, da lui tanto amata, porta opere recenti e anche differenti rispetto alla sua produzione già nota.
Gli ambienti urbani ne sono ancora i soggetti principali ma se ne rileva la diversità nel tono delle immagini e di conseguenza nella carica comunicativa. Se è vero, come è vero, che anche la pittura è un linguaggio, è inevitabile considerare il modo di discorrere di un artista secondo tempi, momenti, slanci e variazioni. La precedente produzione di Salvestrini era caratterizzata in gran parte da colte e avvincenti rappresentazioni di spazi definiti da architetture urbane con l’animazione di figurazioni fantastiche, oppure rappresentazioni di finestre aperte oltre i cui davanzali, caratterizzati dalla presenza di fiori e frutti, spuntavano accenni di architetture.
In questa sua ultima produzione l’ambiente architettonico è dominante ma l’artista ha coscientemente mutato atteggiamento considerativo: l’esterno urbano non è quasi più lo scenario di apparizioni sconcertanti o in grado di suscitare più sorpresa che tranquillità. Lo spazio esterno dell’architettura, lo spazio che ospita palazzi e chiese, e che chiese e palazzi caratterizzano, è esplorato fiduciosamente come lo spazio in cui si vive, si passeggia, si ama, si riflette sulla letteratura, il cinema o, appunto, l’architettura. L’immanenza dell’architettura, negli ultimi tempi, ha attratto completamente Salvestrini nel senso, viene da pensare, che intende Susanne K. Langer dicendo che L’architettura crea la parvenza di quel mondo che è la controparte di un Io. È un ambiente nella sua totalità reso visibile.
Un ambiente creato dall’uomo per l’uomo, possiamo precisare, verificando che in questi anni Salvestrini ha pressoché eliminato i fantasmi e le figure emblematiche di rimando dechirichiano, ponendo davanti alle facciate degli edifici le automobili, le figure umane contemporanee e via dicendo.
Un modo aperto di guardare al mondo con la volontà di puntare verso una serenità possibile.
Anche il raggruppamento delle opere che l’artista presenta, rimanda al mutamento della sua attenzione verso il mondo: al blocco dei dipinti (vedute) ha affiancato un settore di disegni e uno di capricci (altri dipinti). Protagonista delle vedute, come dei disegni che fanno loro da premessa, è la città di Mantova, mentre i capricci presentano assetti particolari raccolti in diverse località.
La diffusione e la travolgenza della raffigurazione architettonica nei dipinti di questa personale mi ha indotto, poco sopra, a citare la Langer, giusto in riferimento all’architettura prevalentemente guardata, considerata, rappresentata dall’esterno: l’ambiente urbano come schermo, fondale, proiezione, palcoscenico della vita.
Pur attingendo a livelli stilistici ed esecutivi elevati, possiamo dire che la pittura di Salvestrini non si protende ostinatamente a forgiare il nuovo purchè nuovo e a inventare forme inusitate purchè stupefacenti. L’abile ductus dei tracciati, l’eleganza e la forza espressiva nell’uso dei colori, la disinvoltura della pennellata, la riconoscibilità degli elementi rappresentati, la ricostruibilità degli ambienti evocati, sono qualità praticamente connaturate all’arte di Salvestrini. Possiamo dire che è un figurativo in bilico fra la realtà e le sue eventuali quanto inarrestabili trasformazioni, in una dimensione enigmatico-interrogativa; apre alla contemplazione panoramica quanto alla elencazione oggettiva e minuziosa di caratteri e particolari: via di uscita, la riflessione fra vero e possibile.
La sua pittura, che si avvale di tecniche e accorgimenti di prim’ordine, manifesta sommessamente l’intenzione di indurre l’osservatore a meditare anche in proprio. Il linguaggio di Salvestrini, non invita a praticare nessi stravolti, non vuole condurre né lo studioso né l’amatore dell’opera pittorica a uscire da tutti gli ordini fisici e logici: propone figurazioni in grado di collegare tipi, forme, situazioni del presente con aspetti del passato, suscitando osservazioni e considerazioni adeguatamente riferibili anche a tempi diversi. Suscitare in ciascuno modi individuali e adeguati di riflettere, amare, passeggiare, vivere, negli spazi determinati dalle architetture disposte attorno.
Salvestrini non si pone in una posizione fantasiosa in opposizione alla ragione; non pratica l’evasione né la fuga ma cerca appuntamenti verso un mondo nuovo senza rinnegare quello vecchio: rincorre una posizione mediatrice fra la realtà che ci circonda momento per momento e le diverse possibilità di considerarla. Con una punta di ironia, elemento positivo della sua ricerca poetica.
Noris Franco Zuccoli
Mantova, luglio 2010
11
dicembre 2010
Edoardo Salvestrini – Dipinti e Disegni
Dall'undici al 23 dicembre 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
ore 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Festivi 15.30-19.00
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 17.00
Autore
Curatore