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Edoer Agostini / Biennale d’Arte contemporanea di San Martino di Lupari
La mostra è il quarto e ultimo evento del ciclo biennale sul tema unico dell’Arte programmata e cinetica in ambito veneto, previsto dal programma a lunga scadenza di esposizioni d’arte contemporanea del Museo di Santa Caterina a Treviso e avviato nel novembre del 2006 con la serie biennale di esposizioni sul Movimento Spaziale a Venezia, intitolata Spazialismi a confronto.
Comunicato stampa
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La mostra è il quarto e ultimo evento del ciclo biennale sul tema unico dell’Arte programmata e cinetica in ambito veneto, previsto dal programma a lunga scadenza di esposizioni d’arte contemporanea del Museo di Santa Caterina a Treviso e avviato nel novembre del 2006 con la serie biennale di esposizioni sul Movimento Spaziale a Venezia, intitolata Spazialismi a confronto.
L’esposizione si divide in due sezioni. La prima è dedicata a Edoer Agostini (San Martino di Lupari 1923-1986) con oltre trenta opere, rappresentative delle sue ricerche in pittura sulle illimitate possibilità di accostamento dei colori, stesi in studiatissime strutture geometriche, dove gli effetti ottici, percepiti in un continuo rapporto dinamico, rientrano nel campo complesso degli studi sui fenomeni della mutevolezza percettiva. Le opere provengono dalla collezione dello studio che fu di Agostini, ora curato dagli eredi, e da collezioni private.
L’altra sezione raccoglie trenta delle opere di altrettanti artisti esposte nelle varie edizioni della Biennale d’Arte contemporanea di San Martino di Lupari, in provincia di Padova. Ideata da Edoer Agostini, la rassegna fu da lui promossa dal 1971 al 1985, essendo le due sole edizioni successive alla sua morte realizzate a intervalli irregolari. Tra gli autori presenti si trovano esponenti delle ricerche e dei gruppi cinetici e dell’arte programmata in Italia, Europa e Sudamerica, con protagonisti di rinomanza mondiale, tra i quali Julio Le Parc, vincitore nel 1966 del Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia. Gli altri artisti presenti in mostra sono Marina Apollonio, Angelo Bertolio, Alberto Biasi, Agostino Bonalumi, Sara Campesan, Franco Costalonga, Tonino Casula, Ennio Chiggio, Hugo Demarco, Lia Drei, Ennio Finzi, Nato Frascà, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard, Hans Jorg Glattfelder, Franco Grignani, Gaetano Kanizsa, Edoardo Landi, Diego Mazzonelli, Aldo Mengolini, Marcello Morandini, Romano Perusini, Gaetano Pinna, Piero Risari, Paolo Scirpa, Grazia Varisco, Giorgio Villa, Giorgio Zanoletti, Nane Zavagno. Questa selezione di opere è concessa in prestito dal Museo Umbro Apollonio di San Martino di Lupari, che Edoer Agostini ha fondato nel 1981, che raccoglie oltre un centinaio di lavori di ottanta artisti, molti di levatura internazionale, che hanno partecipato alla Biennale luparense, oggi sistemate nella Sala consiliare del Municipio, in attesa di una collocazione definitiva in spazi adeguati.
La pianificazione e la realizzazione di questa esposizione, curata — come le precedenti — da Elsa Dezuanni, storica dell’arte, e da Giovanni Granzotto, critico d’arte, è dello Studio d’Arte GR di Sacile (Pordenone) in collaborazione con il Comune di Treviso, con il coordinamento del critico d’arte Ennio Pouchard e l’indispensabile sponsorizzazione da parte del Gruppo Euromobil, delle Assicurazioni Generali/Agenzia Generale di Treviso e della Evolution Printing.
Edoer Agostini
Nasce a San Martino di Lupari, nel padovano, nel 1923. Inseritosi nel mondo del lavoro, poco dopo è chiamato in guerra e fatto prigioniero nel 1943; deportato, rientra in Italia solo nel 1947. Avvia dei laboratori di confezioni sartoriali e dipinge da autodidatta, riscuotendo notevole successo. La conoscenza della materia tessile sarà un incipit per il mutamento della sua nuova produzione artistica, che avviene sul finire degli anni Sessanta. Nel contempo entra in contatto con gli artisti che avevano formato il Gruppo N di Padova e il Gruppo T di Milano, il GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di Parigi e il Gruppo Zero di Düsseldorf; artisti avviati ormai per una propria strada, e in più casi all’affermazione in ambito internazionale. Con diversi di loro negli anni a seguire espone in spazi che sono punti di riferimento per le nuove proposte. Nei primi anni Settanta nascono le Superfici, plastiche forme dipinte con colori levigati e illusoriamente aggettanti dal fondale. Poi prende il sopravvento la linea, che si fa sottile ed elastica per creare armonie geometriche, elaborate con grande rigore formale. A fine decennio, ecco le raffinate monocromie delle Dinamiche percettive, di tridimensionalità virtuale. In tutti i suoi lavori c’è il senso di una continuità riconoscibile nello svilupparsi di progressive identità: non monotone ripetizioni, bensì varianti che rendono dinamico il corpus delle opere di questo tipo (circa duecento in totale). All’inizio degli anni Ottanta presentano una certa corposità le Strutture rilievo, organizzate in ritmici effetti di luce e ombra nell’alternarsi di vuoti e pieni; mentre in altre composizioni coeve il colore si fa squillante in forme che si fondono con uno spazio reso vibratile da radiazioni luminose. È la sua ultima produzione, poiché nel 1986, proprio quando ha ricevuto l’invito a partecipare alla XLII Biennale di Venezia, muore per infarto. Tantissime le mostre, tra personali e collettive, in Italia e all’estero. Non solo artista di talento, ma anche infaticabile promotore di realtà culturali, nel 1971 avvia la Biennale d’Arte Contemporanea di San Martino di Lupari, convogliando i maggiori interpreti italiani e stranieri dell’arte programmata e ottico cinetica. Ne cura otto edizioni, fino al 1985, trasformando la sua città in un centro di riferimento internazionale. Sua l’idea, appoggiata dalla municipalità, di costituire, nel 1981, con le opere donate dagli artisti invitati alla Biennale luparense il Museo Umbro Apollonio, che raccoglie oltre cento opere di ottanta protagonisti dell’arte cinetica e programmata, molti di levatura internazionale.
L’esposizione si divide in due sezioni. La prima è dedicata a Edoer Agostini (San Martino di Lupari 1923-1986) con oltre trenta opere, rappresentative delle sue ricerche in pittura sulle illimitate possibilità di accostamento dei colori, stesi in studiatissime strutture geometriche, dove gli effetti ottici, percepiti in un continuo rapporto dinamico, rientrano nel campo complesso degli studi sui fenomeni della mutevolezza percettiva. Le opere provengono dalla collezione dello studio che fu di Agostini, ora curato dagli eredi, e da collezioni private.
L’altra sezione raccoglie trenta delle opere di altrettanti artisti esposte nelle varie edizioni della Biennale d’Arte contemporanea di San Martino di Lupari, in provincia di Padova. Ideata da Edoer Agostini, la rassegna fu da lui promossa dal 1971 al 1985, essendo le due sole edizioni successive alla sua morte realizzate a intervalli irregolari. Tra gli autori presenti si trovano esponenti delle ricerche e dei gruppi cinetici e dell’arte programmata in Italia, Europa e Sudamerica, con protagonisti di rinomanza mondiale, tra i quali Julio Le Parc, vincitore nel 1966 del Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia. Gli altri artisti presenti in mostra sono Marina Apollonio, Angelo Bertolio, Alberto Biasi, Agostino Bonalumi, Sara Campesan, Franco Costalonga, Tonino Casula, Ennio Chiggio, Hugo Demarco, Lia Drei, Ennio Finzi, Nato Frascà, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard, Hans Jorg Glattfelder, Franco Grignani, Gaetano Kanizsa, Edoardo Landi, Diego Mazzonelli, Aldo Mengolini, Marcello Morandini, Romano Perusini, Gaetano Pinna, Piero Risari, Paolo Scirpa, Grazia Varisco, Giorgio Villa, Giorgio Zanoletti, Nane Zavagno. Questa selezione di opere è concessa in prestito dal Museo Umbro Apollonio di San Martino di Lupari, che Edoer Agostini ha fondato nel 1981, che raccoglie oltre un centinaio di lavori di ottanta artisti, molti di levatura internazionale, che hanno partecipato alla Biennale luparense, oggi sistemate nella Sala consiliare del Municipio, in attesa di una collocazione definitiva in spazi adeguati.
La pianificazione e la realizzazione di questa esposizione, curata — come le precedenti — da Elsa Dezuanni, storica dell’arte, e da Giovanni Granzotto, critico d’arte, è dello Studio d’Arte GR di Sacile (Pordenone) in collaborazione con il Comune di Treviso, con il coordinamento del critico d’arte Ennio Pouchard e l’indispensabile sponsorizzazione da parte del Gruppo Euromobil, delle Assicurazioni Generali/Agenzia Generale di Treviso e della Evolution Printing.
Edoer Agostini
Nasce a San Martino di Lupari, nel padovano, nel 1923. Inseritosi nel mondo del lavoro, poco dopo è chiamato in guerra e fatto prigioniero nel 1943; deportato, rientra in Italia solo nel 1947. Avvia dei laboratori di confezioni sartoriali e dipinge da autodidatta, riscuotendo notevole successo. La conoscenza della materia tessile sarà un incipit per il mutamento della sua nuova produzione artistica, che avviene sul finire degli anni Sessanta. Nel contempo entra in contatto con gli artisti che avevano formato il Gruppo N di Padova e il Gruppo T di Milano, il GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di Parigi e il Gruppo Zero di Düsseldorf; artisti avviati ormai per una propria strada, e in più casi all’affermazione in ambito internazionale. Con diversi di loro negli anni a seguire espone in spazi che sono punti di riferimento per le nuove proposte. Nei primi anni Settanta nascono le Superfici, plastiche forme dipinte con colori levigati e illusoriamente aggettanti dal fondale. Poi prende il sopravvento la linea, che si fa sottile ed elastica per creare armonie geometriche, elaborate con grande rigore formale. A fine decennio, ecco le raffinate monocromie delle Dinamiche percettive, di tridimensionalità virtuale. In tutti i suoi lavori c’è il senso di una continuità riconoscibile nello svilupparsi di progressive identità: non monotone ripetizioni, bensì varianti che rendono dinamico il corpus delle opere di questo tipo (circa duecento in totale). All’inizio degli anni Ottanta presentano una certa corposità le Strutture rilievo, organizzate in ritmici effetti di luce e ombra nell’alternarsi di vuoti e pieni; mentre in altre composizioni coeve il colore si fa squillante in forme che si fondono con uno spazio reso vibratile da radiazioni luminose. È la sua ultima produzione, poiché nel 1986, proprio quando ha ricevuto l’invito a partecipare alla XLII Biennale di Venezia, muore per infarto. Tantissime le mostre, tra personali e collettive, in Italia e all’estero. Non solo artista di talento, ma anche infaticabile promotore di realtà culturali, nel 1971 avvia la Biennale d’Arte Contemporanea di San Martino di Lupari, convogliando i maggiori interpreti italiani e stranieri dell’arte programmata e ottico cinetica. Ne cura otto edizioni, fino al 1985, trasformando la sua città in un centro di riferimento internazionale. Sua l’idea, appoggiata dalla municipalità, di costituire, nel 1981, con le opere donate dagli artisti invitati alla Biennale luparense il Museo Umbro Apollonio, che raccoglie oltre cento opere di ottanta protagonisti dell’arte cinetica e programmata, molti di levatura internazionale.
09
aprile 2011
Edoer Agostini / Biennale d’Arte contemporanea di San Martino di Lupari
Dal 09 aprile al 03 luglio 2011
arte contemporanea
Location
MUSEI CIVICI – COMPLESSO DI SANTA CATERINA
Treviso, Piazzetta Mario Botter, 1, (Treviso)
Treviso, Piazzetta Mario Botter, 1, (Treviso)
Biglietti
(con biglietto del Museo) interi € 3,00, ridotti € 2,00 e € 1,00
Orario di apertura
9.00-12.30 e 14.30–18.00, chiuso di lunedì e nei giorni 25 e 27 aprile, 1 maggio e 2 giugno
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 18
Autore