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Edward Hopper
Per la prima volta, Milano e Roma rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967) il più popolare e noto artista americano del XX secolo con una grande mostra antologica, senza precedenti in Italia, che comprende più di 160 opere.
Comunicato stampa
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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia arriva a Roma
Dopo lo straordinario successo ottenuto nella sede di Palazzo Reale a Milano la grande mostra su Edward Hopper arriva a Roma nelle sale del Museo Fondazione Roma, con importanti novità: l’arrivo di altri capolavori dai musei americani, un originale e suggestivo allestimento e una nuova edizione del catalogo.
Promossa dalla Fondazione Roma, cui si deve l’impulso iniziale alla realizzazione dell’evento, grazie all’iniziativa del Presidente Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, la mostra è prodotta con il Comune di Milano – Cultura ed Arthemisia Group, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation de l’Hermitage di Losanna.
L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
Oltre alle 160 opere esposte alla mostra milanese, a Roma giungeranno altri grandi capolavori dell’artista, quali il bellissimo Self-Portrait del 1925-1930 e, inoltre, The Sheridan Theatre (1937), New York Interior (1921 circa), Seven A. M. (1948); South Carolina Morning (1955) accanto ai relativi disegni preparatori. Dipinti straordinari che completano il gruppo delle opere celebri già presenti a Milano, tra cui Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.
Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.
Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.
Grazie alle scenografiche ambientazioni dell’allestimento, a cura del team Master Idea, il visitatore ha la possibilità di interagire con i capolavori di Hopper. L’obiettivo è quello di far rivivere le opere come ricostruzioni di spazi fisici, puntando soprattutto sull’elemento architettonico che il visitatore può animare.
Il pubblico fa il suo ingresso in mostra attraversando una suggestiva ambientazione notturna con una ricostruzione scenografica ispirata al bar raffigurato nel noto dipinto Nighthawks, un ingresso che invita ad immergersi nel mondo di Hopper e a diventare protagonisti del dipinto.
L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.
Dopo la sede romana la rassegna sarà alla Fondation de l’Hermitage di Losanna dal 25 giugno al 17 ottobre 2010.
Dopo lo straordinario successo ottenuto nella sede di Palazzo Reale a Milano la grande mostra su Edward Hopper arriva a Roma nelle sale del Museo Fondazione Roma, con importanti novità: l’arrivo di altri capolavori dai musei americani, un originale e suggestivo allestimento e una nuova edizione del catalogo.
Promossa dalla Fondazione Roma, cui si deve l’impulso iniziale alla realizzazione dell’evento, grazie all’iniziativa del Presidente Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, la mostra è prodotta con il Comune di Milano – Cultura ed Arthemisia Group, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation de l’Hermitage di Losanna.
L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
Oltre alle 160 opere esposte alla mostra milanese, a Roma giungeranno altri grandi capolavori dell’artista, quali il bellissimo Self-Portrait del 1925-1930 e, inoltre, The Sheridan Theatre (1937), New York Interior (1921 circa), Seven A. M. (1948); South Carolina Morning (1955) accanto ai relativi disegni preparatori. Dipinti straordinari che completano il gruppo delle opere celebri già presenti a Milano, tra cui Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.
Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.
Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.
Grazie alle scenografiche ambientazioni dell’allestimento, a cura del team Master Idea, il visitatore ha la possibilità di interagire con i capolavori di Hopper. L’obiettivo è quello di far rivivere le opere come ricostruzioni di spazi fisici, puntando soprattutto sull’elemento architettonico che il visitatore può animare.
Il pubblico fa il suo ingresso in mostra attraversando una suggestiva ambientazione notturna con una ricostruzione scenografica ispirata al bar raffigurato nel noto dipinto Nighthawks, un ingresso che invita ad immergersi nel mondo di Hopper e a diventare protagonisti del dipinto.
L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.
Dopo la sede romana la rassegna sarà alla Fondation de l’Hermitage di Losanna dal 25 giugno al 17 ottobre 2010.
15
febbraio 2010
Edward Hopper
Dal 15 febbraio al 13 giugno 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE ROMA MUSEO – PALAZZO CIPOLLA
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Biglietti
Intero 10,00 euro
Ridotto 8,00 euro Ridotto scuole 4,50 euro (min 15 max 25 persone) Biglietto famiglia 20,50 euro
(valido per nuclei familiari di min 3 max 5 persone) Ingresso gratuito
Minori di 6 anni / Giornalisti con tesserino / Soci ICOM (con tessera) / Possessori Arthemisia Vip Card / Visitatori diversamente abili (più un accompagnatore) / Un accompagnatore per gruppo /
Orario di apertura
TUTTI I GIORNI 10.00>20.00
LUNEDI' 10.00>15.00
VENERDI' E SABATO 10.00>22.00
(la biglietteria chiude un'ora prima)
Vernissage
15 Febbraio 2010, ore 18 solo su invito
Sito web
www.edwardhopper.it
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore