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EFFE a Bi – Un dire eretico nell’atto (s)fragistic(a) del sigillare in ultimi DÌ. (sitratto-Déi ,gli ultimi-parole dÌ un eretico)
In occasione del finissage della personale di Ugo Simeone, dal titolo Sigillo, EFFE a Bi presenta la sua non performance in opening intitolata: Un dire eretico nell’atto (s)fragistic(a) del sigillare in ultimi DÌ. (sitratto-Déi ,gli ultimi-parole dÌ un eretico)
Comunicato stampa
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Il suo lavoro artistico si presenta come una lettura amplificata, alla cui base si colloca un testo precedentemente elaborato che verrà sottoposto
all’improvvisazione momentanea attraverso la diversificazione di timbri; dando vita ad una polifonia di voci, ad un concerto.
L’artista avvia un processo di scoperta e auto-scoperta, nel tentativo di mettere in poesia l’indicibile, di dare versi al rumore interiore. Il suono diventa il mezzo utile e necessario per esplicitare l’osceno, ovvero ciò che viene celato dall’involucro esterno.
L’elemento fondante del lavoro risulta essere sempre il sigillo, o meglio la trasposizione del sigillo dei sigilli, ossia un sigillo Parlante.
Partendo dalle fotografie di Ugo Simeone e ancor pirma dalle tavole di Giordano Bruno, EFFE a Bi effettua una rielaborazione, sviluppando il suo contributo al significato stesso di sigillo, mostrandone il punto analitico e
avviando un discorso singolare sulla scena psichica del soggetto.
Le fonti ispiratrici sono molteplici: dal dolce fluire di André Breton all’apertura del corporale del godimento alla (s)forma singolare del soggetto inconscio di
Jacques Lacan, dal modo di enfatizzare la creatività dell’attore di Michael Cekhov al ruolo congiunto di regista-artista della metaforizzazione del teatro di
Yevgeny Vakhtangov, dall’importanza del flusso di (in)coscienza di James Joyce alla capacità di mostrare l’invisibile di Paul Klee. Il vero punto di svolta si
identifica, però, in Carmelo Bene, il quale rappresenta l’inizio del nuovo percorso performativo di EFFE a Bi, basato sul tentativo di ricerca costante e progressiva sull'inedito, sul mai detto.
Rebecca Bosco
all’improvvisazione momentanea attraverso la diversificazione di timbri; dando vita ad una polifonia di voci, ad un concerto.
L’artista avvia un processo di scoperta e auto-scoperta, nel tentativo di mettere in poesia l’indicibile, di dare versi al rumore interiore. Il suono diventa il mezzo utile e necessario per esplicitare l’osceno, ovvero ciò che viene celato dall’involucro esterno.
L’elemento fondante del lavoro risulta essere sempre il sigillo, o meglio la trasposizione del sigillo dei sigilli, ossia un sigillo Parlante.
Partendo dalle fotografie di Ugo Simeone e ancor pirma dalle tavole di Giordano Bruno, EFFE a Bi effettua una rielaborazione, sviluppando il suo contributo al significato stesso di sigillo, mostrandone il punto analitico e
avviando un discorso singolare sulla scena psichica del soggetto.
Le fonti ispiratrici sono molteplici: dal dolce fluire di André Breton all’apertura del corporale del godimento alla (s)forma singolare del soggetto inconscio di
Jacques Lacan, dal modo di enfatizzare la creatività dell’attore di Michael Cekhov al ruolo congiunto di regista-artista della metaforizzazione del teatro di
Yevgeny Vakhtangov, dall’importanza del flusso di (in)coscienza di James Joyce alla capacità di mostrare l’invisibile di Paul Klee. Il vero punto di svolta si
identifica, però, in Carmelo Bene, il quale rappresenta l’inizio del nuovo percorso performativo di EFFE a Bi, basato sul tentativo di ricerca costante e progressiva sull'inedito, sul mai detto.
Rebecca Bosco
02
marzo 2018
EFFE a Bi – Un dire eretico nell’atto (s)fragistic(a) del sigillare in ultimi DÌ. (sitratto-Déi ,gli ultimi-parole dÌ un eretico)
02 marzo 2018
performance - happening
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Vernissage
2 Marzo 2018, Ore 19
Autore
Curatore