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El Arte Ingenuo
Collettiva dei naif Venezuelani
Comunicato stampa
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Il Venezuela conta su una radicata tradizione di arte denominata ingenua o primitiva che, differenziatasi fin dalla colonia da quella ufficiale della madre patria per spontaneità dovuta a mancanza di tecnica, ha teso ad esprimere identità e radici e a rispecchiare tradizioni, usi e costumi, oltre che riti e cerimonie proprie del sincretismo popolare, mediante forme elementari di candido realismo permeato di lirico stupore che, insieme alla sottintesa consapevolezza di rappresentare un mondo di valori e di abitudini che va sfocandosi, sono le peculiarità che caratterizzano i quattro artisti in mostra.
Volcán dipinge ampie tele particolarmente espressive, caratterizzate da interessante composizione degli spazi, inconsueta costruzione prospettica, senso descrittivo e suggestione del messaggio leggibile tanto nella devozione popolare delle due processioni, tanto nel dipinto degli aquiloni che volteggiano nel cielo sopra i “ranchitos”, e soprattutto in quello della gita alle pendici dell’Avila che trasmette il senso di giocosità dei partecipanti e la ricchezza della vegetazione tropicale, con le piante a grandi foglie, i fiori, le barbe delle piante parassite che pendono dagli alberi. Il gusto del dettaglio, sempre presente, lo porta a delineare con spassosa precisione personaggi e tipi, ambienti e situazioni, luoghi e caratteristiche di una realtà quotidiana di cui si fa interprete e testimone .
Edgar Vegas si sofferma con i suoi piccoli formati su aneddoti di vita quotidiana, giochi e passatempi di adulti e bambini, disegnando dei quadretti vivaci e spensierati di ambientazione in piccoli abitati rurali, con la gente che si affaccia a guardare dalle botteghe o dagli usci di vecchie case coloniali. E’un mondo di ricordi dell’infanzia, di gioie, dolori, desideri; è il vissuto di gente semplice e umile; è la ricostruzione di un “piccolo mondo antico” in via di estinzione, di cui efficacemente viene documentata la genuinità e la freschezza insieme ad una rustica poesia della terra e della vita contadina.
Vidalia González sviluppa con mezzi di istintiva semplicità e innocenza, ma anche con grande spontaneità e colore, il tema delle feste popolari che rientrano in tradizioni molto vive e molto sentite, caratterizzate da vivacità di costumi e di ritmi e viva partecipazione popolare come le danze intrise di leggende de “I diavoli di Yare”, “Il Joropo”, “El pájaro Guarandol”, ecc…e traspare, nell’assenza di tecnica di queste candide primitive espressioni, un lirico senso di autentica adesione allo spirito di un popolo e di nostalgia per quanto va perdendosi.
José Dudamel nella gioiosa peculiarità e fantasiosità dello stile ricorda il disegno di animazione e le illustrazioni di libri per l’infanzia. Egli si distingue per un sua maniera molto personale caratterizzata da stilemi di piccoli elementi geometrici stilizzati e ripetuti nei fiori, nelle campiture, nelle chiome degli alberi, nelle decorazioni, in un allegro gioco cromatico con cui diverte e si diverte a rappresentare momenti di festa e di passatempo come quello antichissimo della “pelea de gallos” giunto nelle Americhe come eredità romana
Yvonne Carbonaro
Volcán dipinge ampie tele particolarmente espressive, caratterizzate da interessante composizione degli spazi, inconsueta costruzione prospettica, senso descrittivo e suggestione del messaggio leggibile tanto nella devozione popolare delle due processioni, tanto nel dipinto degli aquiloni che volteggiano nel cielo sopra i “ranchitos”, e soprattutto in quello della gita alle pendici dell’Avila che trasmette il senso di giocosità dei partecipanti e la ricchezza della vegetazione tropicale, con le piante a grandi foglie, i fiori, le barbe delle piante parassite che pendono dagli alberi. Il gusto del dettaglio, sempre presente, lo porta a delineare con spassosa precisione personaggi e tipi, ambienti e situazioni, luoghi e caratteristiche di una realtà quotidiana di cui si fa interprete e testimone .
Edgar Vegas si sofferma con i suoi piccoli formati su aneddoti di vita quotidiana, giochi e passatempi di adulti e bambini, disegnando dei quadretti vivaci e spensierati di ambientazione in piccoli abitati rurali, con la gente che si affaccia a guardare dalle botteghe o dagli usci di vecchie case coloniali. E’un mondo di ricordi dell’infanzia, di gioie, dolori, desideri; è il vissuto di gente semplice e umile; è la ricostruzione di un “piccolo mondo antico” in via di estinzione, di cui efficacemente viene documentata la genuinità e la freschezza insieme ad una rustica poesia della terra e della vita contadina.
Vidalia González sviluppa con mezzi di istintiva semplicità e innocenza, ma anche con grande spontaneità e colore, il tema delle feste popolari che rientrano in tradizioni molto vive e molto sentite, caratterizzate da vivacità di costumi e di ritmi e viva partecipazione popolare come le danze intrise di leggende de “I diavoli di Yare”, “Il Joropo”, “El pájaro Guarandol”, ecc…e traspare, nell’assenza di tecnica di queste candide primitive espressioni, un lirico senso di autentica adesione allo spirito di un popolo e di nostalgia per quanto va perdendosi.
José Dudamel nella gioiosa peculiarità e fantasiosità dello stile ricorda il disegno di animazione e le illustrazioni di libri per l’infanzia. Egli si distingue per un sua maniera molto personale caratterizzata da stilemi di piccoli elementi geometrici stilizzati e ripetuti nei fiori, nelle campiture, nelle chiome degli alberi, nelle decorazioni, in un allegro gioco cromatico con cui diverte e si diverte a rappresentare momenti di festa e di passatempo come quello antichissimo della “pelea de gallos” giunto nelle Americhe come eredità romana
Yvonne Carbonaro
15
ottobre 2005
El Arte Ingenuo
Dal 15 al 22 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
IL RAMO D’ORO
Napoli, Via Adolfo Omodeo, 124, (Napoli)
Napoli, Via Adolfo Omodeo, 124, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni tranne il giovedi 16-20
Vernissage
15 Ottobre 2005, ore 18
Autore