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Elena Ascari – Noise
Noise è un luogo virtuale, una dimensione in cui interferenze, rumori di fondo e chiacchiericci della rete si sovrappongono e si confondono; ma è anche il binomio NOI-SÉ inteso come dialogo tra il mondo esterno e la sfera individuale, intima, privata, introspettiva.
Comunicato stampa
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NOISE è un luogo virtuale, una dimensione in cui interferenze, rumori di fondo e chiacchiericci della
rete si sovrappongono e si confondono; ma è anche il binomio NOI-SÉ inteso come dialogo tra il
mondo esterno e la sfera individuale, intima, privata, introspettiva.
Questi due concetti fondano e delimitano il perimetro entro cui s’inscrive l’opera di Elena Ascari
rappresentata in questa personale presso l’Hangar Rosso Tiepido, curata da Maria Chiara Wang,
nell’evoluzione, tecnica e cronologica, del suo ultimo decennio.
Il percorso si apre con le serie che rappresentano la produzione più recente dell’artista: Third Life,
NOIse Land e Daily View: la successione delle opere si configura come una narrativa per immagini,
un racconto che è sia autobiografico che corale. Alle forme geometriche pure - cerchi, triangoli e
quadrati - fa da contrappunto un contenuto etereo ed esuberante; entro i confini posti dalle linee
rette e curve si dilata una composizione che vuole esondare da quegli argini, come un respiro
profondo: è la potenza della natura che si ribella alle costrizioni imposte dall’uomo, ma su cui
nuovamente l’azione umana lascia la propria impronta attraverso l’uso della tecnologia. Il lavoro
pittorico di Elena Ascari parte, infatti, dalla ricerca d’immagini fotografiche estrapolate dal web ed
elaborate digitalmente, e si sviluppa in una stesura fluida e vibrante che dà origine a panorami
inediti.
Al piano superiore il percorso prosegue con le opere Hidden Breath, Red Fruits Valley, Laguna,
Lynph, Flowing, Boat, Wave e On the Clouds frutto della ricerca artistica precedente dell’artista. Si
compongono così, davanti ai nostri occhi, visioni disturbate da interferenze e glitch che vengono
tradotte dal virtuale al reale tramite il medium analogico della pittura. Ci troviamo di fronte a luoghi
della mente, paesaggi emotivi, la cui comunicazione con lo spettatore è disturbata da segnali
imprevisti che si propagano in superficie frammentandone la percezione. In una continua inversione
di piani, l’intrusione di questi elementi crea una discontinuità non solo nel dialogo con l’esterno, ma
anche nel soliloquio della coscienza, come se un continuo rumore in sottofondo distraesse la
concentrazione e la lettura dell’immagine.
Gli antichi attribuivano ai poeti una qualità definita epopteia: una vista superiore capace di innalzarsi
al di sopra e di spingersi oltre l’apparenza, per giungere alla conoscenza del fenomenico. Allo stesso
modo la forza delle opere di Elena Ascari risiede nella capacità di destabilizzare, di far perdere
l’orientamento e il controllo, di far vacillare la certezza in ciò che vediamo o pensiamo di vedere, in
ciò che è reale e in ciò che è virtuale o illusorio. Ma se gli errori di segnale, questi sfasamenti, fossero
al contrario delle epifanie, piccoli squarci che si aprono sul reale nella cortina della
rappresentazione?
Decisivo è stato l’ultimo periodo di lockdown, a causa della pandemia, che ha sottratto l’artista alla
routine quotidiana, a una scansione lineare del tempo, per immergerla nel turbinio dei collegamenti
virtuali, unici contatti con il mondo esterno. La serie di dipinti Daily View, prodotta durante
l’isolamento, mostra sei interpretazioni diverse dello stesso paesaggio, uno per giorno feriale della
settimana, sei visioni per sei stati di coscienza differenti. La produzione più recente segna, così, una
svolta nei soggetti rappresentati: si passa dagli elementi più frenetici e urbani di opere precedenti
come Laguna a quelli più calmi e di più ampio respiro, enfiati di nuvole, come Indaco.
Ecco quindi connettersi al brusio – ‘noise’ – dei segnali digitali, il desiderio di aria e di libertà che
emerge dirompente dalle geometrie che percorrono le opere.
rete si sovrappongono e si confondono; ma è anche il binomio NOI-SÉ inteso come dialogo tra il
mondo esterno e la sfera individuale, intima, privata, introspettiva.
Questi due concetti fondano e delimitano il perimetro entro cui s’inscrive l’opera di Elena Ascari
rappresentata in questa personale presso l’Hangar Rosso Tiepido, curata da Maria Chiara Wang,
nell’evoluzione, tecnica e cronologica, del suo ultimo decennio.
Il percorso si apre con le serie che rappresentano la produzione più recente dell’artista: Third Life,
NOIse Land e Daily View: la successione delle opere si configura come una narrativa per immagini,
un racconto che è sia autobiografico che corale. Alle forme geometriche pure - cerchi, triangoli e
quadrati - fa da contrappunto un contenuto etereo ed esuberante; entro i confini posti dalle linee
rette e curve si dilata una composizione che vuole esondare da quegli argini, come un respiro
profondo: è la potenza della natura che si ribella alle costrizioni imposte dall’uomo, ma su cui
nuovamente l’azione umana lascia la propria impronta attraverso l’uso della tecnologia. Il lavoro
pittorico di Elena Ascari parte, infatti, dalla ricerca d’immagini fotografiche estrapolate dal web ed
elaborate digitalmente, e si sviluppa in una stesura fluida e vibrante che dà origine a panorami
inediti.
Al piano superiore il percorso prosegue con le opere Hidden Breath, Red Fruits Valley, Laguna,
Lynph, Flowing, Boat, Wave e On the Clouds frutto della ricerca artistica precedente dell’artista. Si
compongono così, davanti ai nostri occhi, visioni disturbate da interferenze e glitch che vengono
tradotte dal virtuale al reale tramite il medium analogico della pittura. Ci troviamo di fronte a luoghi
della mente, paesaggi emotivi, la cui comunicazione con lo spettatore è disturbata da segnali
imprevisti che si propagano in superficie frammentandone la percezione. In una continua inversione
di piani, l’intrusione di questi elementi crea una discontinuità non solo nel dialogo con l’esterno, ma
anche nel soliloquio della coscienza, come se un continuo rumore in sottofondo distraesse la
concentrazione e la lettura dell’immagine.
Gli antichi attribuivano ai poeti una qualità definita epopteia: una vista superiore capace di innalzarsi
al di sopra e di spingersi oltre l’apparenza, per giungere alla conoscenza del fenomenico. Allo stesso
modo la forza delle opere di Elena Ascari risiede nella capacità di destabilizzare, di far perdere
l’orientamento e il controllo, di far vacillare la certezza in ciò che vediamo o pensiamo di vedere, in
ciò che è reale e in ciò che è virtuale o illusorio. Ma se gli errori di segnale, questi sfasamenti, fossero
al contrario delle epifanie, piccoli squarci che si aprono sul reale nella cortina della
rappresentazione?
Decisivo è stato l’ultimo periodo di lockdown, a causa della pandemia, che ha sottratto l’artista alla
routine quotidiana, a una scansione lineare del tempo, per immergerla nel turbinio dei collegamenti
virtuali, unici contatti con il mondo esterno. La serie di dipinti Daily View, prodotta durante
l’isolamento, mostra sei interpretazioni diverse dello stesso paesaggio, uno per giorno feriale della
settimana, sei visioni per sei stati di coscienza differenti. La produzione più recente segna, così, una
svolta nei soggetti rappresentati: si passa dagli elementi più frenetici e urbani di opere precedenti
come Laguna a quelli più calmi e di più ampio respiro, enfiati di nuvole, come Indaco.
Ecco quindi connettersi al brusio – ‘noise’ – dei segnali digitali, il desiderio di aria e di libertà che
emerge dirompente dalle geometrie che percorrono le opere.
26
settembre 2020
Elena Ascari – Noise
Dal 26 settembre al 17 ottobre 2020
arte contemporanea
Location
ROSSO TIEPIDO
Modena, Via Emilia Est, 1420/3, (Modena)
Modena, Via Emilia Est, 1420/3, (Modena)
Orario di apertura
lunedi/sabato dalle 15 alle 18
Vernissage
26 Settembre 2020, dalle 18.30 alle 23.00
Sito web
Editore
Rosso Tiepido
Autore
Curatore
Autore testo critico
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