Elena Carozzi torna a Milano dopo la mostra del 2006 con una ventina tra oli su tela e tecniche miste in cui mette in evidenza la relazione tra domestico e creativo come luce e tenebra... “C’è memoria negli ultimi lavori di Elena, memoria della grande pittura del quotidiano e memoria dei gesti che il quotidiano lo costruiscono concretamente, giorno dopo giorno, pasto dopo pasto. Di questo parlano le tavole imbandite, quelle accompagnate dalle chiacchiere delle donne (tre numero magico, parlare a tre, sfidare la coppia, la confidenza, il darsi sempre ragione) e le tavole ormai abbandonate dai commensali, affidate ai campi di colore che le circondano.” Sandra Burchi

“…Attraversata da una forte consapevolezza del presente, la pittura di Elena Carozzi è nutrita di tradizione, di riferimenti che partono dagli impressionisti…la sua pittura porta sulla tela inquadrature che strappa dal tessuto continuo del reale, così da infondere al dipinto casualità e magia allo stesso tempo…” Emma Gravagnuolo

“La verità è che siamo stati, quasi a tutte le età, proprio dentro i quadri di Elena Carozzi, nata a Milano nel 1967, ma residente a Sarzana… Elena è dunque un narratore di cose familiari e la sua bravura ricrea l’intimità di quelle ore con la forza di un biografo attento e poetico” Giorgio Soavi

…”Si rivede la quiete riservata e domestica di tante scene dipinte dal primo Novecento in poi. Parrebbe un’arte di repertorio, intonata e per nulla sterile, di medianica intensità. Ma forse non è che l’ennesimo, sorprendente travestimento di un’imprevedibile contemporaneità…” Federico Vescovo

Catalogo in galleria con testi di Ruggero Savinio e Sandra Burchi.