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Elena Diaco Mayer – Forme e Vuoto
Opera estremamente raffinata e meditata, che nella scelta dell’austero rigore formale sottende una concezione fondatamente duale, alimentata dalla coesistenza degli estremi, confondendo l’Uno all’Altro, e sancendone così la reciproca indissolubilità esistenziale.
Comunicato stampa
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Del DELIRIO e dell’ESTASI,
e della loro degenerata filiazione, la PERDIZIONE, quanto mai agognata e volutamente ricercata.
E come mai nessuno.
Flusso di Purezza che scorre oltre il Desiderio
e che nell’Assenza di Tono, silente com’è, definisce oltremodo
la sua propria incontaminata Presenza.
Opera estremamente raffinata e per l’appunto meditata, questa di ELENA DIACO MAYER che nella scelta dell’austero rigore formale adottato - motivato da un’insita necessità di disciplinarsi compositivamente e da un’esigenza di ricerca volta a sondare l’essenzialità delle cose - sottende, al culmine della propria estasi creativa, una concezione fondatamente duale che trova alimento dalla coesistenza degli estremi, confondendo l’Uno all’Altro e sancendone così la reciproca indissolubilità esistenziale.
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Una via di scorrimento memore dell’Oriente Magno Greco e delle sue idealità, che offre diritto di cittadinanza non alla molteplicità del pantheon delle deità ma all’unità bifronte che le assomma, Il Neutro: colui che per propria natura costitutiva - nella sua riconosciuta dimensione a duplice polarità - sancisce a sua volta, ed al contempo, carattere esistenziale al Positivo ed al Negativo, allo Zero ed al Tutto, al Vuoto ed al Pieno, al Nulla ed al Colmo, al Bianco ed al Nero che qui, nell’opera di Elena Diaco Mayer, diventano Oro ed Argento, e di seguito Luna e Sole ed ancora Scrittura e Cancellazione.
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Una via di scorrimento che volge lo sguardo, anche e soprattutto, all’ Oriente Estremo, di cui tra l’altro recupera, non solo figurativamente, l’idea di Stasi, valoriale d’immobilità creativa, contrappunto fondante dell’idea di Moto Estatico: dualità questa che cinge, abbraccia, ammanta i lavori di Elena Diaco Mayer .
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Un vortice operistico, questo di Elena Diaco Mayer, fatto di sostanze fluide, che - attraversato com’è dalla corrente calda della Scrittura - narra, racconta, intesse trame, delineando tessiture dell’animo e del respiro, fors’anche universali, di certo personali; fluidità che infiltrano ed infondono della loro luminescenza - magari nascostamente - quelle porzioni d’anima che le opere sono: e ciascuna di esse.
e della loro degenerata filiazione, la PERDIZIONE, quanto mai agognata e volutamente ricercata.
E come mai nessuno.
Flusso di Purezza che scorre oltre il Desiderio
e che nell’Assenza di Tono, silente com’è, definisce oltremodo
la sua propria incontaminata Presenza.
Opera estremamente raffinata e per l’appunto meditata, questa di ELENA DIACO MAYER che nella scelta dell’austero rigore formale adottato - motivato da un’insita necessità di disciplinarsi compositivamente e da un’esigenza di ricerca volta a sondare l’essenzialità delle cose - sottende, al culmine della propria estasi creativa, una concezione fondatamente duale che trova alimento dalla coesistenza degli estremi, confondendo l’Uno all’Altro e sancendone così la reciproca indissolubilità esistenziale.
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Una via di scorrimento memore dell’Oriente Magno Greco e delle sue idealità, che offre diritto di cittadinanza non alla molteplicità del pantheon delle deità ma all’unità bifronte che le assomma, Il Neutro: colui che per propria natura costitutiva - nella sua riconosciuta dimensione a duplice polarità - sancisce a sua volta, ed al contempo, carattere esistenziale al Positivo ed al Negativo, allo Zero ed al Tutto, al Vuoto ed al Pieno, al Nulla ed al Colmo, al Bianco ed al Nero che qui, nell’opera di Elena Diaco Mayer, diventano Oro ed Argento, e di seguito Luna e Sole ed ancora Scrittura e Cancellazione.
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Una via di scorrimento che volge lo sguardo, anche e soprattutto, all’ Oriente Estremo, di cui tra l’altro recupera, non solo figurativamente, l’idea di Stasi, valoriale d’immobilità creativa, contrappunto fondante dell’idea di Moto Estatico: dualità questa che cinge, abbraccia, ammanta i lavori di Elena Diaco Mayer .
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Un vortice operistico, questo di Elena Diaco Mayer, fatto di sostanze fluide, che - attraversato com’è dalla corrente calda della Scrittura - narra, racconta, intesse trame, delineando tessiture dell’animo e del respiro, fors’anche universali, di certo personali; fluidità che infiltrano ed infondono della loro luminescenza - magari nascostamente - quelle porzioni d’anima che le opere sono: e ciascuna di esse.
29
maggio 2015
Elena Diaco Mayer – Forme e Vuoto
Dal 29 maggio al 12 luglio 2015
arte contemporanea
Location
BECAUSE ART SPACE
Lamezia Terme, Via Enrico Toti, 33, (Catanzaro)
Lamezia Terme, Via Enrico Toti, 33, (Catanzaro)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì ore 9.30-13.00 e 16.00-19.00
sabato ore 9.30-13.00
Vernissage
29 Maggio 2015, ore 19.00
Autore