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Elena Mazzi – Avanzi
Antropologia, capacità relazionali, performance e fotografia nel progetto finale di Elena Mazzi per GuilmiArtProject, intitolato Avanzi: gli scarti di un passato nemmeno troppo lontano, rimescolati e offerti alla piccola comunità del centre abruzzese
Comunicato stampa
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Elena Mazzi ascolta e media: il suo essere filiforme e la sua statura fisica la fanno naturalmente convergere verso l’interlocutore, rendendolo bendisposto al racconto e allo scambio. In terra d’Abruzzo - terra di pietre - la levità fisica e la determinazione d’intenti di Elena Mazzi diventano così incisivi, come una freccia ben puntata verso un bersaglio lontano.
Per il progetto conclusivo della residenza a GuilmiArtProject 2015, l’artista emiliana di base a Venezia, finisce per maneggiare in maniera viva, fruttuosa e coinvolgente il materiale ambiguo e sensibile dei sottili: quei mondi tra magia, miti e leggende pre e post-cristiane, superstizioni, malocchi, riti e tradizioni popolari, che si mischiano, fondono e convergono perché di corporeità impalpabili, al di là dell’esperienze spiegabili dalle scienze.!
Il suo progetto prende il titolo di Avanzi, dalla traduzione del titolo in dialetto abruzzese di una pubblicazione dell’antropologo Emiliano Giancristofaro. Si tratta di “avanzi” di miti, credenze o leggende che vengono rimpastate per essere pronte all’uso, come le rimanenze di un pasto a cui il giorno dopo si aggiungono ingredienti per diventare nuovo nutrimento. !

A Guilmi, una comunità di pochissimi individui, dove il senso dell’uomo e il suo radicamento col territorio seppure attaccato da circa mezzo secolo dall’inarrestabile livellamento delle culture, è ancora fortissimo, Elena Mazzi propone di risaldare le fratture tra presente e passato; tra le norme sociali contemporanee e gli scongiuri antichi; tra il villaggio globale e il villaggio reale. A bordo di una vecchia Mercedes dell’83, per le strade franate dell’Alto Vastese o la linea costiera adriatica cosparsa dell’edilizia fatiscente del boom economico, l’artista mira al sito testimone di fatti miracolosi, identifica i massi dei rituali apotropaici e incontra il materiale umano utile alla sua ricerca: l’antropologa arzilla, la magara smaliziata, il professore demologo, il mangiatore di susine. Di tutti legge, studia, ascolta le storie. E poi ricompone i frammenti, come il rapsodo Omero, per una nuova mitologia da far narrare ai guilmesi senza epica, nostalgia o folklore; tramite immagini fotografiche semplici, quotidiane e corali, proclamate a gran voce da un altoparlante.
Fotografia: Andras Calamandrei
Assistente alla fotografia : Matteo Coluccia
Assistenti all'allestimento: Valentina Cencetti, Simona Di Giovanni, Daniela Pitrè
Un ringraziamento particolare a:
Adriana Gandolfi, Emiliano Giancristofaro, antropologi
e a:
Irene, Teresa, Linda, Camillo, Teresa D'Acchille, Matteo, Alessio, Maria Grazia e Nicola Antonacci, Pierino Luciani, tutta la famiglia Racciatti, Agostino di Ciano, Andrea Lizzi, Enzo Berardi, Massimo Giardino e Matteone.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984; vive e lavora a Venezia). Dopo gli studi in storia dell’arte all’Università di Siena si laurea in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha trascorso un periodo di studi presso la Royal Academy of Art di Stoccolma. Nel 2011 vince la borsa Movin’up per un progetto di residenza a San Francisco in collaborazione con il gruppo Future Farmers. È stata tra gli artisti in residenza presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, e in Viafarini, Milano. È tra gli artisti invitati alla prossima Biennale di Istanbul. Tra le principali mostre ricordiamo: Collective memory and social space, galleria Botkyrka Konsthall, Stoccolma, Letters from the sky, video art festival COP17, Durban (Africa), COMMON GROUND, projects for the Lagoon, Palazzetto Tito, Venezia (Fondazione Bevilaqua LaMasa), TRA/ARADA/INBETWEEN, Istanbul, Mirror Project # 6, Elena Mazzi | mass age, message, mass age, Barriera Arte, Torino. Nel 2013 è finalista del Premio Celeste. Nel 2014 è selezionata per il progetto EGE-European Glass Experience, mostra itinerante nei migliori musei del vetro d’Europa, e partecipa collateralmente alla 14° Biennale d’Architettura di Venezia e alla prima Biennale di Fittja (Stoccolma). Nel 2015 è stata invitata da Carolyn Christov-Bakargiev a partecipare alla Biennale di Istanbul.
!GuilmiArtProject (GAP) è un programma di residenza artistica e di formazione ai linguaggi dell’arte contemporanea a cadenza annuale nel comune di Guilmi (Ch). Dal 2007 Federico Bacci e Lucia Giardino invitano artisti visivi nella propria casa nel centro cittadino, al fine della produzione di un’opera che si ponga in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità. L’opera viene presentata in una festa corale intorno alla metà di agosto. Le attività di GuilmiArtProject includono laboratori esperienziali e la Nuova Didattica Popolare di Pietro Gaglianò. In residenza nelle precedenti edizioni, gli artisti Marco Mazzoni (2009), Alessandro Carboni (2010), Nicola Toffolini (2011), Emanuela Ascari (2012), DEM (2012), Fabrizio Prevedello (2013), Juan Pablo Macías (2014).
Per il progetto conclusivo della residenza a GuilmiArtProject 2015, l’artista emiliana di base a Venezia, finisce per maneggiare in maniera viva, fruttuosa e coinvolgente il materiale ambiguo e sensibile dei sottili: quei mondi tra magia, miti e leggende pre e post-cristiane, superstizioni, malocchi, riti e tradizioni popolari, che si mischiano, fondono e convergono perché di corporeità impalpabili, al di là dell’esperienze spiegabili dalle scienze.!
Il suo progetto prende il titolo di Avanzi, dalla traduzione del titolo in dialetto abruzzese di una pubblicazione dell’antropologo Emiliano Giancristofaro. Si tratta di “avanzi” di miti, credenze o leggende che vengono rimpastate per essere pronte all’uso, come le rimanenze di un pasto a cui il giorno dopo si aggiungono ingredienti per diventare nuovo nutrimento. !

A Guilmi, una comunità di pochissimi individui, dove il senso dell’uomo e il suo radicamento col territorio seppure attaccato da circa mezzo secolo dall’inarrestabile livellamento delle culture, è ancora fortissimo, Elena Mazzi propone di risaldare le fratture tra presente e passato; tra le norme sociali contemporanee e gli scongiuri antichi; tra il villaggio globale e il villaggio reale. A bordo di una vecchia Mercedes dell’83, per le strade franate dell’Alto Vastese o la linea costiera adriatica cosparsa dell’edilizia fatiscente del boom economico, l’artista mira al sito testimone di fatti miracolosi, identifica i massi dei rituali apotropaici e incontra il materiale umano utile alla sua ricerca: l’antropologa arzilla, la magara smaliziata, il professore demologo, il mangiatore di susine. Di tutti legge, studia, ascolta le storie. E poi ricompone i frammenti, come il rapsodo Omero, per una nuova mitologia da far narrare ai guilmesi senza epica, nostalgia o folklore; tramite immagini fotografiche semplici, quotidiane e corali, proclamate a gran voce da un altoparlante.
Fotografia: Andras Calamandrei
Assistente alla fotografia : Matteo Coluccia
Assistenti all'allestimento: Valentina Cencetti, Simona Di Giovanni, Daniela Pitrè
Un ringraziamento particolare a:
Adriana Gandolfi, Emiliano Giancristofaro, antropologi
e a:
Irene, Teresa, Linda, Camillo, Teresa D'Acchille, Matteo, Alessio, Maria Grazia e Nicola Antonacci, Pierino Luciani, tutta la famiglia Racciatti, Agostino di Ciano, Andrea Lizzi, Enzo Berardi, Massimo Giardino e Matteone.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984; vive e lavora a Venezia). Dopo gli studi in storia dell’arte all’Università di Siena si laurea in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha trascorso un periodo di studi presso la Royal Academy of Art di Stoccolma. Nel 2011 vince la borsa Movin’up per un progetto di residenza a San Francisco in collaborazione con il gruppo Future Farmers. È stata tra gli artisti in residenza presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, e in Viafarini, Milano. È tra gli artisti invitati alla prossima Biennale di Istanbul. Tra le principali mostre ricordiamo: Collective memory and social space, galleria Botkyrka Konsthall, Stoccolma, Letters from the sky, video art festival COP17, Durban (Africa), COMMON GROUND, projects for the Lagoon, Palazzetto Tito, Venezia (Fondazione Bevilaqua LaMasa), TRA/ARADA/INBETWEEN, Istanbul, Mirror Project # 6, Elena Mazzi | mass age, message, mass age, Barriera Arte, Torino. Nel 2013 è finalista del Premio Celeste. Nel 2014 è selezionata per il progetto EGE-European Glass Experience, mostra itinerante nei migliori musei del vetro d’Europa, e partecipa collateralmente alla 14° Biennale d’Architettura di Venezia e alla prima Biennale di Fittja (Stoccolma). Nel 2015 è stata invitata da Carolyn Christov-Bakargiev a partecipare alla Biennale di Istanbul.
!GuilmiArtProject (GAP) è un programma di residenza artistica e di formazione ai linguaggi dell’arte contemporanea a cadenza annuale nel comune di Guilmi (Ch). Dal 2007 Federico Bacci e Lucia Giardino invitano artisti visivi nella propria casa nel centro cittadino, al fine della produzione di un’opera che si ponga in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità. L’opera viene presentata in una festa corale intorno alla metà di agosto. Le attività di GuilmiArtProject includono laboratori esperienziali e la Nuova Didattica Popolare di Pietro Gaglianò. In residenza nelle precedenti edizioni, gli artisti Marco Mazzoni (2009), Alessandro Carboni (2010), Nicola Toffolini (2011), Emanuela Ascari (2012), DEM (2012), Fabrizio Prevedello (2013), Juan Pablo Macías (2014).
13
agosto 2015
Elena Mazzi – Avanzi
Dal 13 agosto al 04 ottobre 2015
design
performance - happening
performance - happening
Location
LA PITECH
Guilmi, Via Italia, 26, (Chieti)
Guilmi, Via Italia, 26, (Chieti)
Orario di apertura
da sabato a domenica 16.00 - 20.00 e su appuntamento
Vernissage
13 Agosto 2015, 18.00
Autore
Curatore