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Elena Mazzi – Epimeleia
Artopia Gallery è lieta di inaugurare la mostra personale di Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), un progetto site-specific per la nuova sede, dal titolo Epimeleia, termine greco di origine socratica che indica propriamente la cura del sé.
Comunicato stampa
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Artopia Gallery è lieta di inaugurare la mostra personale di Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), un progetto site-specific per la nuova sede, dal titolo Epimeleia, termine greco di origine socratica che indica propriamente la cura del sé. L’artista torna ad esporre in galleria dopo il duo show con Ella Littwitz nel settembre del 2022.
Apparentemente algido, a tratti chirurgico, - scrive Adriana Rispoli nel testo che accompagna l’esposizione - l’alfabeto visivo di Elena Mazzi cela un profondo sentimento olistico egregiamente intrecciato a posizioni militanti che ne fanno una brillante interprete delle visioni ecofemministe. Scienza ed antropologia, botanica e sociologia si condensano in una produzione artistica eclettica eppure organica in cui l’esigenza di armonia con la natura passa attraverso il riconoscimento nell’importanza della comunità come unico vero nucleo di appartenenza dell’individuo.
Da questa premessa prende le mosse Epimeleia, una mostra che si articola in tre corpus di lavori che testimoniano la coerenza della ricerca sia estetica che concettuale di Elena Mazzi. Le opere esposte, dal video alla scultura passando per la fotografia, concorrono tutte alla visualizzazione di un medesimo messaggio, la cura e la ricerca di una sintonia tra corpo e paesaggio.
Accoglie il visitatore al piano terra l’installazione Written and unwritten dance (2023), dedicata ad una versione meno nota della danza della Taranta, la “Pizzica Serpentata Cegliese”, di cui l’ani- male simbolo è il serpente. La dimensione archetipica dei grandi teli preziosi che si distendono sinuosi a pavimento, imitando appunto il movimento del serpente, si affianca a quella collettiva di POÇ (2023)*, che in lingua friulana significa pozzo. Il film, una riflessione poetica attorno a una piscina scavata nella roccia, è una trasposizione del recente progetto partecipativo realizzato dall’artista nelle montagne del Friuli con la comunità di Moggio Udinese.
Elena Mazzi trasforma, invece, il piano superiore in uno spazio intimo: gli still dal video Encounters (2021) incorniciano una piscina immaginaria su cui poggiano sospese le “organiche sculture gioiello” Becoming with and unbecoming with. Le vertebre di cetacei in fusione d’argento dialogano con i volumi in vetro di Murano, un materiale liquido e solido al tempo stesso. La serie, iniziata nel 2018 durante i ripetuti soggiorni islandesi, viene qui presentata in una produzione inedita.
Con la mostra Epimeleia la galleria diviene teatro di una pratica rituale in cui l’acqua è l’elemento centrale, conservando un valore taumaturgico ancestrale, di cura, purificazione e guarigione. L’artista sarà presente all’inaugurazione e accompagna la mostra un testo critico di Adriana Rispoli.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) vive e lavora a Torino. Dopo aver studiato presso l’Università di Siena (IT) e lo IUAV di Venezia (IT), ha trascorso un periodo di formazione presso il Royal Institute of Art (Konsthögskolan) di Stoccolma (SE). Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rivisita il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, al fine di suggerire possibili soluzioni al conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a riparare le fratture della società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive, in istituzioni come der TANK a Basilea (CH), MADRE a Napoli (IT), ar/ge kunst a Bolzano (IT), Sodertalje Konsthall a Stoccolma (SE), Whitechapel Gallery a Londra (UK), BOZAR a Bruxelles (BE), Museo del Novecento di Firenze (IT), MAGA di Gallarate (IT), gamec a Bergamo (IT), mambo a Bologna (IT), albumarte a Roma (IT), Sonje Art Center di Seoul (KOR), Palazzo Fortuny di Venezia (IT), Fondazione Golinelli di Bologna (IT), 16a Quadriennale di Roma (IT), GAM di Torino (IT) 14a Biennale di Istanbul (TR), 17a Biennale del Mediterraneo BJCEM , COP17 di Durban (ZA), Istituto Italiano di Cultura di New York (USA), Bruxelles (BE), Stoccolma (SE), Johannesburg (ZA) e Cape Town (ZA), Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (IT). È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, e della 7a edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali. Elena Mazzi sta attualmente svolgendo un dottorato di ricerca presso Villa Arson a Nizza (FR).
Adriana Rispoli è una curatrice indipendente e storica dell’arte i cui interessi sono principalmente focalizzati sull’arte nello spazio pubblico, in progetti artistici site-specific e sulle tematiche ambientali. Ha collaborato per la curatela di mostre e di progetti interdisciplinari con numerose istituzioni italiane ed internazionali tra cui Biennale di Venezia, Museo Madre, Real Bosco e Museo di Copodimonte, Fondazione Morra, Museo Pignatellli | Casa della Fotografia, Parco Archeologico di Paestum, Certosa di San Giacomo Capri, Palazzo Incontro Roma, Palazzo Ducale di Massa Carrara, Museo Ovartaci, Aahrus Danimarca, Palazzo Italia Belgrado, Serbia, MSU Museo d’Arte contemporanea di Zagabria, Croazia, Zoma Museum Addis Abeba, Etiopia, PiSt Istanbul, Town House Il Cairo, CCA Tel Aviv, State Museum Salonicco. Attualmente è al terzo anno di Dottorato presso l’Università di Salerno e collabora come curatore a Palazzo Diedo, BerggruenArts&Culture Venezia.
Artopia Gallery inaugura nel febbraio 2001 con la mostra di Marzia Migliora In punta di piedi (On tiptoes), a cura di Emanuela De Cecco. La galleria promuove artisti emergenti e mid-career italiani e internazionali con un ampio programma di mostre, per la maggior parte progetti site-specific e curatoriali. L’intento è offrire una lettura critica ed innovativa della contemporaneità attraverso la sperimentazione di più linguaggi e pratiche che includono il cinema, i media digitali, la performance e il design. Nell’autunno 2023 la galleria ha cambiato sede spostandosi di pochi metri, nel cortile dello stesso edificio che l’ha ospitata per più di vent’anni. Il nuovo spazio, un ex-laboratorio di fine ‘800 nel cuore di Milano, è stato progettato dallo Studio Martinelli Venezia. Dall’estate 2022 Artopia organizza la rassegna NUCRÉ, patrocinata dalla Regione Puglia: un insieme di eventi di arte contemporanea volto alla valorizzazione del patrimonio culturale e antropologico del territorio pugliese.
*POÇ (2023) è prodotto dal festival Ephemera. Cultura Immateriale, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Io Sono FVG, Fondazione Pietro Pittini, Livio Felluga e Artopia Gallery, con la sponsorizzazione tecnica Nautilago. Verrà presentato il 9 febbraio alle ore 18.00 a Studio Tommaseo - Trieste Contemporanea, Trieste.
Apparentemente algido, a tratti chirurgico, - scrive Adriana Rispoli nel testo che accompagna l’esposizione - l’alfabeto visivo di Elena Mazzi cela un profondo sentimento olistico egregiamente intrecciato a posizioni militanti che ne fanno una brillante interprete delle visioni ecofemministe. Scienza ed antropologia, botanica e sociologia si condensano in una produzione artistica eclettica eppure organica in cui l’esigenza di armonia con la natura passa attraverso il riconoscimento nell’importanza della comunità come unico vero nucleo di appartenenza dell’individuo.
Da questa premessa prende le mosse Epimeleia, una mostra che si articola in tre corpus di lavori che testimoniano la coerenza della ricerca sia estetica che concettuale di Elena Mazzi. Le opere esposte, dal video alla scultura passando per la fotografia, concorrono tutte alla visualizzazione di un medesimo messaggio, la cura e la ricerca di una sintonia tra corpo e paesaggio.
Accoglie il visitatore al piano terra l’installazione Written and unwritten dance (2023), dedicata ad una versione meno nota della danza della Taranta, la “Pizzica Serpentata Cegliese”, di cui l’ani- male simbolo è il serpente. La dimensione archetipica dei grandi teli preziosi che si distendono sinuosi a pavimento, imitando appunto il movimento del serpente, si affianca a quella collettiva di POÇ (2023)*, che in lingua friulana significa pozzo. Il film, una riflessione poetica attorno a una piscina scavata nella roccia, è una trasposizione del recente progetto partecipativo realizzato dall’artista nelle montagne del Friuli con la comunità di Moggio Udinese.
Elena Mazzi trasforma, invece, il piano superiore in uno spazio intimo: gli still dal video Encounters (2021) incorniciano una piscina immaginaria su cui poggiano sospese le “organiche sculture gioiello” Becoming with and unbecoming with. Le vertebre di cetacei in fusione d’argento dialogano con i volumi in vetro di Murano, un materiale liquido e solido al tempo stesso. La serie, iniziata nel 2018 durante i ripetuti soggiorni islandesi, viene qui presentata in una produzione inedita.
Con la mostra Epimeleia la galleria diviene teatro di una pratica rituale in cui l’acqua è l’elemento centrale, conservando un valore taumaturgico ancestrale, di cura, purificazione e guarigione. L’artista sarà presente all’inaugurazione e accompagna la mostra un testo critico di Adriana Rispoli.
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) vive e lavora a Torino. Dopo aver studiato presso l’Università di Siena (IT) e lo IUAV di Venezia (IT), ha trascorso un periodo di formazione presso il Royal Institute of Art (Konsthögskolan) di Stoccolma (SE). Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rivisita il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, al fine di suggerire possibili soluzioni al conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a riparare le fratture della società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive, in istituzioni come der TANK a Basilea (CH), MADRE a Napoli (IT), ar/ge kunst a Bolzano (IT), Sodertalje Konsthall a Stoccolma (SE), Whitechapel Gallery a Londra (UK), BOZAR a Bruxelles (BE), Museo del Novecento di Firenze (IT), MAGA di Gallarate (IT), gamec a Bergamo (IT), mambo a Bologna (IT), albumarte a Roma (IT), Sonje Art Center di Seoul (KOR), Palazzo Fortuny di Venezia (IT), Fondazione Golinelli di Bologna (IT), 16a Quadriennale di Roma (IT), GAM di Torino (IT) 14a Biennale di Istanbul (TR), 17a Biennale del Mediterraneo BJCEM , COP17 di Durban (ZA), Istituto Italiano di Cultura di New York (USA), Bruxelles (BE), Stoccolma (SE), Johannesburg (ZA) e Cape Town (ZA), Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (IT). È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, e della 7a edizione dell’Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali. Elena Mazzi sta attualmente svolgendo un dottorato di ricerca presso Villa Arson a Nizza (FR).
Adriana Rispoli è una curatrice indipendente e storica dell’arte i cui interessi sono principalmente focalizzati sull’arte nello spazio pubblico, in progetti artistici site-specific e sulle tematiche ambientali. Ha collaborato per la curatela di mostre e di progetti interdisciplinari con numerose istituzioni italiane ed internazionali tra cui Biennale di Venezia, Museo Madre, Real Bosco e Museo di Copodimonte, Fondazione Morra, Museo Pignatellli | Casa della Fotografia, Parco Archeologico di Paestum, Certosa di San Giacomo Capri, Palazzo Incontro Roma, Palazzo Ducale di Massa Carrara, Museo Ovartaci, Aahrus Danimarca, Palazzo Italia Belgrado, Serbia, MSU Museo d’Arte contemporanea di Zagabria, Croazia, Zoma Museum Addis Abeba, Etiopia, PiSt Istanbul, Town House Il Cairo, CCA Tel Aviv, State Museum Salonicco. Attualmente è al terzo anno di Dottorato presso l’Università di Salerno e collabora come curatore a Palazzo Diedo, BerggruenArts&Culture Venezia.
Artopia Gallery inaugura nel febbraio 2001 con la mostra di Marzia Migliora In punta di piedi (On tiptoes), a cura di Emanuela De Cecco. La galleria promuove artisti emergenti e mid-career italiani e internazionali con un ampio programma di mostre, per la maggior parte progetti site-specific e curatoriali. L’intento è offrire una lettura critica ed innovativa della contemporaneità attraverso la sperimentazione di più linguaggi e pratiche che includono il cinema, i media digitali, la performance e il design. Nell’autunno 2023 la galleria ha cambiato sede spostandosi di pochi metri, nel cortile dello stesso edificio che l’ha ospitata per più di vent’anni. Il nuovo spazio, un ex-laboratorio di fine ‘800 nel cuore di Milano, è stato progettato dallo Studio Martinelli Venezia. Dall’estate 2022 Artopia organizza la rassegna NUCRÉ, patrocinata dalla Regione Puglia: un insieme di eventi di arte contemporanea volto alla valorizzazione del patrimonio culturale e antropologico del territorio pugliese.
*POÇ (2023) è prodotto dal festival Ephemera. Cultura Immateriale, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, Io Sono FVG, Fondazione Pietro Pittini, Livio Felluga e Artopia Gallery, con la sponsorizzazione tecnica Nautilago. Verrà presentato il 9 febbraio alle ore 18.00 a Studio Tommaseo - Trieste Contemporanea, Trieste.
08
febbraio 2024
Elena Mazzi – Epimeleia
Dall'otto febbraio al 22 marzo 2024
arte contemporanea
Location
ARTOPIA GALLERY
Milano, Via Lazzaro Papi, 2, (Milano)
Milano, Via Lazzaro Papi, 2, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
8 Febbraio 2024, 18-22
Sito web
Autore
Autore testo critico