Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Elena Tommasi Ferroni – Illusione e realtà
Nuovo appuntamento presso la Galleria Margherita di Taranto con la personale dell’artista Elena Tommasi Ferroni per la prima volta ospite della città.
Le sue opere dialogheranno con gli importanti pezzi di antiquariato della Galleria creando inaspettati scenari.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Arte al femminile quest’anno, con la personale della pittrice Elena Tommasi Ferroni, artista toscana di nascita ma romana di adozione che per la prima volta sarà nella nostra città con una ricca mostra intitolata “Illusione e realtà”.
La scelta del titolo, voluta dalla giovane titolare della Galleria Margherita, evidenzia il feeling con quest’artista, [una chiara concomitanza di gusti, un amore non dissimulato per oggetti del passato che, se anche di uso domestico, sono caratterizzati dall’eleganza delle forme e dalla raffinatezza dei decori] così come la scelta dell’opera riprodotta nel manifesto risulta un chiaro divertissement, un’evidente attinenza con la Galleria di antiquariato che ospita la mostra.
Basta guardare un manifesto per chiedersi infatti se sia stato riprodotto un quadro dell’artista o proprio un angolo della Galleria.
La bella zuppiera inglese willow pattern o il piatto decorato del manifesto sono forse la fedele riproduzione su una tela di oggetti dovuta al sapiente pennello di un’artista oppure oggetti reali fotografati?
Una realtà-illusione o una realtà-realtà?
Per sciogliere l’enigma sembrerebbe sufficiente recarsi in Galleria e ammirare la mostra.
Ma non è così facile perché il gioco potente dell’arte sembra rendere più reale del reale l’oggetto raffigurato sulla tela piuttosto che quello a tre dimensioni esposto in Galleria.
E così davanti al quadro viene naturale esclamare: “Sembra vero!” e davanti agli oggetti esposti con noncurante naturalezza: “Sembra un quadro!”.
In entrambi i casi è difficile resistere all’impulso di allungare, non visti, una mano sulla tela, accarezzare le lucide superfici del metallo o l’assoluta levigatezza della porcellana, quasi a cogliere le tracce della loro vita passata, anzi della vita che intorno a loro si è svolta.
Si deve alla sensibilità dell’artista, al suo amore, all’attenzione per le “cose” che non sono solo modelli ma tessere della propria infanzia, visioni della casa paterna o della vita di oggi, se questo gioco poetico di realtà e illusione è possibile.
Ma si deve anche alla sua mirabile tecnica, alla “materia magra ma splendente”, ad una “tavolozza parca e raffinatissima”.
Si sbaglierebbe a definire le opere dell’artista come appartenenti al genere della “natura morta”: è più giusto usare il termine equivalente still life caro alla cultura anglosassone e di area tedesca: “ancora vita” che punta l’accento sulla vita e non sulla “morte” della natura rappresentata.
Le sorprese non sono finite perché dalle altre tele presenti emergono mondi misteriosi, personaggi inaspettati, abbigliati in costumi teatrali fissati in magiche ambientazioni.
E ancora, a fianco, nudi delicati, limpidi, a tal punto da far sembrare la pelle della donna una candida porcellana di Capodimonte.
Splendida questa mostra di Elena Tommasi Ferroni, una pittrice nella quale si evidenzia il dna artistico dovuto non solo al padre, il celebre Riccardo, ma anche ai nonni ed ai trisavoli: una famiglia di artisti che rivivono di generazione in generazione questo indissolubile legame con un mondo impossibile da non invidiare per tutti quelli che artisti non sono.
La scelta del titolo, voluta dalla giovane titolare della Galleria Margherita, evidenzia il feeling con quest’artista, [una chiara concomitanza di gusti, un amore non dissimulato per oggetti del passato che, se anche di uso domestico, sono caratterizzati dall’eleganza delle forme e dalla raffinatezza dei decori] così come la scelta dell’opera riprodotta nel manifesto risulta un chiaro divertissement, un’evidente attinenza con la Galleria di antiquariato che ospita la mostra.
Basta guardare un manifesto per chiedersi infatti se sia stato riprodotto un quadro dell’artista o proprio un angolo della Galleria.
La bella zuppiera inglese willow pattern o il piatto decorato del manifesto sono forse la fedele riproduzione su una tela di oggetti dovuta al sapiente pennello di un’artista oppure oggetti reali fotografati?
Una realtà-illusione o una realtà-realtà?
Per sciogliere l’enigma sembrerebbe sufficiente recarsi in Galleria e ammirare la mostra.
Ma non è così facile perché il gioco potente dell’arte sembra rendere più reale del reale l’oggetto raffigurato sulla tela piuttosto che quello a tre dimensioni esposto in Galleria.
E così davanti al quadro viene naturale esclamare: “Sembra vero!” e davanti agli oggetti esposti con noncurante naturalezza: “Sembra un quadro!”.
In entrambi i casi è difficile resistere all’impulso di allungare, non visti, una mano sulla tela, accarezzare le lucide superfici del metallo o l’assoluta levigatezza della porcellana, quasi a cogliere le tracce della loro vita passata, anzi della vita che intorno a loro si è svolta.
Si deve alla sensibilità dell’artista, al suo amore, all’attenzione per le “cose” che non sono solo modelli ma tessere della propria infanzia, visioni della casa paterna o della vita di oggi, se questo gioco poetico di realtà e illusione è possibile.
Ma si deve anche alla sua mirabile tecnica, alla “materia magra ma splendente”, ad una “tavolozza parca e raffinatissima”.
Si sbaglierebbe a definire le opere dell’artista come appartenenti al genere della “natura morta”: è più giusto usare il termine equivalente still life caro alla cultura anglosassone e di area tedesca: “ancora vita” che punta l’accento sulla vita e non sulla “morte” della natura rappresentata.
Le sorprese non sono finite perché dalle altre tele presenti emergono mondi misteriosi, personaggi inaspettati, abbigliati in costumi teatrali fissati in magiche ambientazioni.
E ancora, a fianco, nudi delicati, limpidi, a tal punto da far sembrare la pelle della donna una candida porcellana di Capodimonte.
Splendida questa mostra di Elena Tommasi Ferroni, una pittrice nella quale si evidenzia il dna artistico dovuto non solo al padre, il celebre Riccardo, ma anche ai nonni ed ai trisavoli: una famiglia di artisti che rivivono di generazione in generazione questo indissolubile legame con un mondo impossibile da non invidiare per tutti quelli che artisti non sono.
22
novembre 2008
Elena Tommasi Ferroni – Illusione e realtà
Dal 22 novembre al 22 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARGHERITA
Taranto, Corso Umberto I, 91 a/b , (Taranto)
Taranto, Corso Umberto I, 91 a/b , (Taranto)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10-13 e 17-20.30
Vernissage
22 Novembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore