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Elia Sabato – Caleidoscopi
la personale presso il Teatro Romano di Elia Sabato, giovane artista pugliese da anni trasferitosi a Roma, la cui ricerca artistica affonda le radici nell’Arte Cinetica e Programmata come nella Pop Art, per approdare ad esiti personali ed inconsueti.
Comunicato stampa
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“ Mi sembra di vedere il mio Io attraverso una lente che lo rifranga e moltiplichi; tutte le figure che si agitano intorno a me sono altrettanti Io ed io mi adiro del loro modo di agire» (E.T.A Hoffamn).
Inserita all’interno dello Streamfest010 la personale presso il Teatro Romano di Elia Sabato, giovane artista pugliese da anni trasferitosi a Roma, la cui ricerca artistica affonda le radici nell’Arte Cinetica e Programmata ( da Bridget Riley ad Alviani) come nella Pop Art, per approdare ad esiti personali ed inconsueti.
Titolo della mostra Caleidoscopi (dal greco, καλός (kalos), "bello", da εἶδος (eîdos) "figura", "forma", e da σκοπέω (skopèō), "guardo".)
Un titolo né casuale né pleonastico: se esso rimanda alle riflessioni multiple, che mutano in modo imprevedibile e variabilissimo ad ogni movimento del caleidoscopio, nel caso delle opere in mostra di variabile e di imprevedibile non solo le immagini, ma anche e in special modo la variabilità e imprevedibilità delle reazioni multiple che la visione delle opere ingenererà nei suoi spettatori. Come nella maggior parte delle opere appartenenti all’Arte Programmata- che Umberto Eco definiva “opera aperta”, per evidenziare come la sua forma viene completata “dalla stessa percezione di chi la guarda e solo lì prende realmente forma”- le opere di Elia Sabato fanno della instabilità percettiva la loro ragion d’etre. La superficie, rigorosamente in acciaio specchiato, è “graffiata”, disturbata da immagini ( figure di uomini e donne colte in atteggiamenti raffiguranti la relazione con il proprio ideale) che le lamine metalliche hanno come ingabbiato, intrappolato, e che emergono improvvisamente e lentamente a seconda degli angoli visuali e dell’illuminazione. Caleidoscopi indaga, dunque, sulla relazione fra il sé e l’altro, fra l’apparente e il reale, fra la stabilità e l’instabilità del divenire, un’indagine sulla frammentarietà delle immagini e dei significati di cui si fanno portatrici che anelano a una nuova forma, definitiva e chiusa. Elemento determinante nella lettura di Caleidoscopi la luce, unica a suggerire il dipanarsi dell’ equivoco visivo.
Ad accompagnare la visione della mostra, il sottofondo sonoro intrinseco e primordiale della performance di Elia Sabato e Mauro Colavecchi in P.V.S. (Percezioni Visibilmente Sonore), che con precisione acuta e incalzante, ci trasporterà in un’atmosfera irreale e rarefatta .
Inserita all’interno dello Streamfest010 la personale presso il Teatro Romano di Elia Sabato, giovane artista pugliese da anni trasferitosi a Roma, la cui ricerca artistica affonda le radici nell’Arte Cinetica e Programmata ( da Bridget Riley ad Alviani) come nella Pop Art, per approdare ad esiti personali ed inconsueti.
Titolo della mostra Caleidoscopi (dal greco, καλός (kalos), "bello", da εἶδος (eîdos) "figura", "forma", e da σκοπέω (skopèō), "guardo".)
Un titolo né casuale né pleonastico: se esso rimanda alle riflessioni multiple, che mutano in modo imprevedibile e variabilissimo ad ogni movimento del caleidoscopio, nel caso delle opere in mostra di variabile e di imprevedibile non solo le immagini, ma anche e in special modo la variabilità e imprevedibilità delle reazioni multiple che la visione delle opere ingenererà nei suoi spettatori. Come nella maggior parte delle opere appartenenti all’Arte Programmata- che Umberto Eco definiva “opera aperta”, per evidenziare come la sua forma viene completata “dalla stessa percezione di chi la guarda e solo lì prende realmente forma”- le opere di Elia Sabato fanno della instabilità percettiva la loro ragion d’etre. La superficie, rigorosamente in acciaio specchiato, è “graffiata”, disturbata da immagini ( figure di uomini e donne colte in atteggiamenti raffiguranti la relazione con il proprio ideale) che le lamine metalliche hanno come ingabbiato, intrappolato, e che emergono improvvisamente e lentamente a seconda degli angoli visuali e dell’illuminazione. Caleidoscopi indaga, dunque, sulla relazione fra il sé e l’altro, fra l’apparente e il reale, fra la stabilità e l’instabilità del divenire, un’indagine sulla frammentarietà delle immagini e dei significati di cui si fanno portatrici che anelano a una nuova forma, definitiva e chiusa. Elemento determinante nella lettura di Caleidoscopi la luce, unica a suggerire il dipanarsi dell’ equivoco visivo.
Ad accompagnare la visione della mostra, il sottofondo sonoro intrinseco e primordiale della performance di Elia Sabato e Mauro Colavecchi in P.V.S. (Percezioni Visibilmente Sonore), che con precisione acuta e incalzante, ci trasporterà in un’atmosfera irreale e rarefatta .
12
agosto 2010
Elia Sabato – Caleidoscopi
Dal 12 al 13 agosto 2010
arte contemporanea
Location
TEATRO ROMANO
Lecce, Via Del Teatro Romano, (Lecce)
Lecce, Via Del Teatro Romano, (Lecce)
Biglietti
libero
Orario di apertura
ore 21.30 - 02.00
Vernissage
12 Agosto 2010, ore 21.30
Autore
Curatore