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Eliana Bozzi – La Forza del Silenzio
I pochi segni, spesso geometrie solitarie, oppure due fanciulle un po’ misteriose e appena accennate, dialogano con lo spazio in maniera metafisica e scandiscono bilanciamenti compositivi assolutamente sotto controllo: l’occhio riposa e viaggia in un clima di assenze che diventano un atlante di emozioni intime da esplorare, che possa assomigliare, se non coincidere, con i sentimenti dell’autrice
Comunicato stampa
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LA FORZA DEL SILENZIO
C’è stato un tempo in cui i luoghi si dovevano “meritare” di essere fotografati, dovevano essere grandiosi, spettacolari, mozzafiato. E c’è stato anche chi, come Eugène Atget già nell’Ottocento, aveva invece capito che il bello, il fascino, si può cercare e trovare anche in luoghi semplici, a volte abbandonati o dimenticati dai più, apparentemente, solo apparentemente, insignificanti.
In tempi più recenti questa idea è stata portata avanti da altri grandi fotografi, primo fra tutti Walker Evans che rimane ancora oggi un vero faro che illumina il percorso di molti contemporanei. E ancora più di recente il nostro grande Luigi Ghirri ha reinterpretato questa filosofia arricchendola del suo personale linguaggio del colore, ai suoi tempi assolutamente controcorrente, creando una vera e propria scuola di paesaggio “alla Ghirri”.
Questa lezione è tuttora valida e “moderna” e il lavoro di Eliana Bozzi ce lo conferma con un ulteriore suo arricchimento: quello della rarefazione e del silenzio, due sensazioni che pervadono tutte le sue immagini e le rendono magiche!
E’ un modo diverso di fare Fotografia, lei lo chiama “narrazione di frammenti di vita” che è proprio una sintesi di ciò che sta dietro o prima delle foto vere e proprie, cioè volontà di materializzare su carta delicate emozioni e sensazioni da lei vissute nel silenzio e nella solitudine di luoghi vuoti, ma impreziositi da elementi minimali e vestiti di tenui cromie, impolverate ed eleganti. Le atmosfere sono spesso nebbiose o velate, lo sguardo rivolto verso l’orizzonte, quasi a volersi perdere nel nulla.
I pochi segni, spesso geometrie solitarie, oppure due fanciulle un po’ misteriose e appena accennate, dialogano con lo spazio in maniera metafisica e scandiscono bilanciamenti compositivi assolutamente sotto controllo: l’occhio riposa e viaggia in un clima di assenze che diventano un atlante di emozioni intime da esplorare, che possa assomigliare, se non coincidere, con i sentimenti dell’autrice.
Una speciale luminosità opalescente rende il tutto quasi smaterializzato e sognante e ci induce a staccarci dal reale: se aderiamo a questo invito restiamo piacevolmente affascinati nello sguardo e nel cuore.
Eliana ha saputo coinvolgerci.
Testo di Guido Cecere
La mostra è a cura di Guido Cecere.
C’è stato un tempo in cui i luoghi si dovevano “meritare” di essere fotografati, dovevano essere grandiosi, spettacolari, mozzafiato. E c’è stato anche chi, come Eugène Atget già nell’Ottocento, aveva invece capito che il bello, il fascino, si può cercare e trovare anche in luoghi semplici, a volte abbandonati o dimenticati dai più, apparentemente, solo apparentemente, insignificanti.
In tempi più recenti questa idea è stata portata avanti da altri grandi fotografi, primo fra tutti Walker Evans che rimane ancora oggi un vero faro che illumina il percorso di molti contemporanei. E ancora più di recente il nostro grande Luigi Ghirri ha reinterpretato questa filosofia arricchendola del suo personale linguaggio del colore, ai suoi tempi assolutamente controcorrente, creando una vera e propria scuola di paesaggio “alla Ghirri”.
Questa lezione è tuttora valida e “moderna” e il lavoro di Eliana Bozzi ce lo conferma con un ulteriore suo arricchimento: quello della rarefazione e del silenzio, due sensazioni che pervadono tutte le sue immagini e le rendono magiche!
E’ un modo diverso di fare Fotografia, lei lo chiama “narrazione di frammenti di vita” che è proprio una sintesi di ciò che sta dietro o prima delle foto vere e proprie, cioè volontà di materializzare su carta delicate emozioni e sensazioni da lei vissute nel silenzio e nella solitudine di luoghi vuoti, ma impreziositi da elementi minimali e vestiti di tenui cromie, impolverate ed eleganti. Le atmosfere sono spesso nebbiose o velate, lo sguardo rivolto verso l’orizzonte, quasi a volersi perdere nel nulla.
I pochi segni, spesso geometrie solitarie, oppure due fanciulle un po’ misteriose e appena accennate, dialogano con lo spazio in maniera metafisica e scandiscono bilanciamenti compositivi assolutamente sotto controllo: l’occhio riposa e viaggia in un clima di assenze che diventano un atlante di emozioni intime da esplorare, che possa assomigliare, se non coincidere, con i sentimenti dell’autrice.
Una speciale luminosità opalescente rende il tutto quasi smaterializzato e sognante e ci induce a staccarci dal reale: se aderiamo a questo invito restiamo piacevolmente affascinati nello sguardo e nel cuore.
Eliana ha saputo coinvolgerci.
Testo di Guido Cecere
La mostra è a cura di Guido Cecere.
30
novembre 2018
Eliana Bozzi – La Forza del Silenzio
Dal 30 novembre 2018 al 26 gennaio 2019
fotografia
Location
DUE PIANI
Pordenone, Via Ospedale Vecchio, 4, (Pordenone)
Pordenone, Via Ospedale Vecchio, 4, (Pordenone)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14.30 - 18.00, chiusa in occasione delle festività nei giorni 8 dicembre, 24/25/26 e 31 dicembre e 1 gennaio 2019
Vernissage
30 Novembre 2018, ore 18.30
Autore
Curatore