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Eligia Gentilucci
La MICROGalleria dell’accademia inaugura il quarto anno di attività espositiva ospitando un intervento di Eligia Gentilucci che sottolinea con ironia l’ambivalenza semantica e immaginativa dello spazio della MG.
Comunicato stampa
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La MICROGalleria dell'accademia inaugura il quarto anno di attività espositiva ospitando un intervento di Eligia Gentilucci che sottolinea con ironia l'ambivalenza semantica e immaginativa dello spazio della MG. Nell'installazione di Eligia il mondo si capovolge e il cielo e le nuvole appaiono rovesciati in terra, assumendo nuovi e imprevisti significati : all'esterno il dipinto di un cielo si riflette dentro a uno specchio posto sul pavimento, mentre , all'interno, lo stesso cielo azzurro che ricorda Magritte diventa oggetto del desiderio , luogo da abitare, nel quale un <> accoglie il pubblico per un'inedita passeggiata .
***
Il cielo è un tema ricorrente nell'arte sia simbolicamente sia fisicamente. E' facile trovarlo -spesso in compagnia del mare- nelle strofe delle canzonette popolari, come nei dipinti di ogni tempo. Il cielo può essere, come si sa, la rappresentazione dell'assoluto e del divino. Il cielo è sopra di noi, e costituisce il confine tra la parte abitabile -umana- e la parte inabitabile del cosmo. Il praticarlo, l'andarvi, attraverso il volo, è stato il sogno di ogni uomo in ogni tempo. Il cielo rappresenta quindi l'ultraterreno, e anche, in curioso paradosso con l'altra metafora -ipogea- costituita dagli inferi, il luogo dove si risiederà dopo la morte. Tano Festa eseguì un'opera intitolata “Il cielo”, in memoria del fratello scomparso (Francesco Lo Savio): una grande tavola dipinta di azzurro e punteggiata di nuvole bianche. Ma il cielo non è luogo inanimato e sempre uguale, al contrario è abitato da quelle figure sfuggenti e misteriose che chiamiamo nuvole, dai cui capricciosi moti e scontri derivano sia la pioggia che la terribile folgore, che si preannuncia con il fragore del tuono. Il cielo, tuttavia, non rappresenta solo l'oscuro luogo dove si annunciano le tempeste, è anche un luogo sereno, così come ce lo fa “vivere” Eligia con il suo lavoro. Arrivando, il tema è subito espresso dal dipinto esterno alla MICROGalleria: un cielo azzurro percorso da nuvole bianche, riflesso in uno specchio a terra. E poi, entrando, un vero e proprio “percorso tra le nuvole”. Eligia ci fa passeggiare tra batuffoli bianchi, fluttuanti, che simulano il cielo. Nuvole, dunque. Le forme delle nuvole sembrano, come già notava Leonardo, spesso poter ricordare in un gioco senza fine le cose terrene. E questo gioco possiamo divertirci a fare anche inter-agendo con l'opera di Eligia. Il fotografo americano Alfred Stieglitz fece del cielo, ovvero delle nuvole, il soggetto di una serie di bellissime fotografie rappresentanti i moti dell'animo umano, le chiamò, significativamente 'equivalenti'. Il cielo, dicevamo non è un luogo solamente fisico da lasciare ai meteorologi, ma anche un luogo simbolico, Il cielo, l'attesa del cielo, forse preesiste alla sua stessa percezione: Herbert Read notava come i bambini inglesi del nord, rappresentino nei loro disegni il cielo immancabilmente azzurro, benché questa condizione in quelle latitudini sia di fatto un' eccezione, in luogo di un più realistico grigio. Il cielo azzurro, per Eligia, ragazza italiana, non è pura immaginazione, “attesa” del cielo: diventa con la sua opera un luogo concreto, dove muoversi e passeggiare. Consentitemi, con la testa tra le nuvole.
Barbara Drudi
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Il cielo è un tema ricorrente nell'arte sia simbolicamente sia fisicamente. E' facile trovarlo -spesso in compagnia del mare- nelle strofe delle canzonette popolari, come nei dipinti di ogni tempo. Il cielo può essere, come si sa, la rappresentazione dell'assoluto e del divino. Il cielo è sopra di noi, e costituisce il confine tra la parte abitabile -umana- e la parte inabitabile del cosmo. Il praticarlo, l'andarvi, attraverso il volo, è stato il sogno di ogni uomo in ogni tempo. Il cielo rappresenta quindi l'ultraterreno, e anche, in curioso paradosso con l'altra metafora -ipogea- costituita dagli inferi, il luogo dove si risiederà dopo la morte. Tano Festa eseguì un'opera intitolata “Il cielo”, in memoria del fratello scomparso (Francesco Lo Savio): una grande tavola dipinta di azzurro e punteggiata di nuvole bianche. Ma il cielo non è luogo inanimato e sempre uguale, al contrario è abitato da quelle figure sfuggenti e misteriose che chiamiamo nuvole, dai cui capricciosi moti e scontri derivano sia la pioggia che la terribile folgore, che si preannuncia con il fragore del tuono. Il cielo, tuttavia, non rappresenta solo l'oscuro luogo dove si annunciano le tempeste, è anche un luogo sereno, così come ce lo fa “vivere” Eligia con il suo lavoro. Arrivando, il tema è subito espresso dal dipinto esterno alla MICROGalleria: un cielo azzurro percorso da nuvole bianche, riflesso in uno specchio a terra. E poi, entrando, un vero e proprio “percorso tra le nuvole”. Eligia ci fa passeggiare tra batuffoli bianchi, fluttuanti, che simulano il cielo. Nuvole, dunque. Le forme delle nuvole sembrano, come già notava Leonardo, spesso poter ricordare in un gioco senza fine le cose terrene. E questo gioco possiamo divertirci a fare anche inter-agendo con l'opera di Eligia. Il fotografo americano Alfred Stieglitz fece del cielo, ovvero delle nuvole, il soggetto di una serie di bellissime fotografie rappresentanti i moti dell'animo umano, le chiamò, significativamente 'equivalenti'. Il cielo, dicevamo non è un luogo solamente fisico da lasciare ai meteorologi, ma anche un luogo simbolico, Il cielo, l'attesa del cielo, forse preesiste alla sua stessa percezione: Herbert Read notava come i bambini inglesi del nord, rappresentino nei loro disegni il cielo immancabilmente azzurro, benché questa condizione in quelle latitudini sia di fatto un' eccezione, in luogo di un più realistico grigio. Il cielo azzurro, per Eligia, ragazza italiana, non è pura immaginazione, “attesa” del cielo: diventa con la sua opera un luogo concreto, dove muoversi e passeggiare. Consentitemi, con la testa tra le nuvole.
Barbara Drudi
28
marzo 2008
Eligia Gentilucci
Dal 28 marzo al 15 aprile 2008
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
L'Aquila, Via Leonardo Da Vinci, (L'Aquila)
L'Aquila, Via Leonardo Da Vinci, (L'Aquila)
Orario di apertura
il mercoledì dalle 10,00 alle 18,00 oppure su appuntamento
Vernissage
28 Marzo 2008, ore 12
Autore
Curatore