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Elio Mazzella / Laura Cristinzio – Memorie di Futuro: la responsabilità civile dell’Artista
Entrambi gli Artisti, ognuno con la propria personale interpretazione, sollecitano la nostra memoria storica attraverso l’accostamento e l’assemblaggio di elementi e reperti provenienti dal passato e resi attuali in un forte messaggio rivolto al futuro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 14 ottobre 2011 alle ore 17.30, verrà inaugurata a Napoli, presso il Complesso di Santa Maria La Nova (Piazza Santa Maria La Nova, 44), l'esposizione «Memorie di futuro: la responsabilità civile dell'Artista» con le opere del M° Elio Mazzella e dell'Artista Laura Cristinzio.
L'evento, promosso in occasione della VII Edizione della Giornata del Contemporaneo programmata dall'Associazione dei Musei d'Arte contemporanea italiani – AMACI - prevista per il prossimo 8 ottobre 2011 (http://www.amaci.org/g_d_c_eventi.asp), è organizzato dall'Associazione Oltre il Chiostro – Onlus, promotrice del Museo d'Arte Religiosa Contemporanea – ARCA.
L'esposizione avrà come filo conduttore «il recupero storico attraverso il dialogo/confronto tra passato e presente».
Entrambi gli Artisti, ognuno con la propria personale interpretazione, sollecitano la nostra memoria storica attraverso l'accostamento e l'assemblaggio di elementi e reperti provenienti dal passato e resi attuali in un forte messaggio rivolto al futuro.
Nel corso dell'inaugurazione, inoltre, saranno proposti dei readings tratti dal progetto artistico di Produzione Teatrale «1943, è sangue vero! Il massacro sulla linea Gustav»,dramma storico di Egidio Carbone.
L'esposizione, ad ingresso gratuito, sarà visibile fino al 27 novembre 2011.
ELIO MAZZELLA. Opere dalla guerra
Sembrano emergere dall’ombra, anzi dalla tumida terra che le ha accolte in brandelli nei giorni
nefasti dei bombardamenti su Cassino, le OPERE di Elio Mazzella: manichini erti, come in viaggio perenne, vanno. Forse avanzano insieme per trovare ricovero, forse solo per sfuggire ad
altro disastro, forse solo per raggiungere un mondo migliore, un altro mondo comunque perché
da questo sono stati impietosamente cacciati. Sono manichini che sottendono uomini, donne e
pure bambini; sono rovelli di ferro arrugginito, telai brulli dove la carne ha macerato tutta la sua sostanza.
La mathanzas durò per tutto il giorno di quel 15 febbraio 1944, quando Mak Wayne Clark,
convinto che le truppe tedesche si rifugiassero all’interno, diede ordine di bombardare l’Abbazia
Benedettina fondata nel 526 d.C.; dalle 8,30 del mattino per ore ed ore caddero sul monastero e
sull’abitato circostante 1.250 tonnellate di bombe seguite dal fuoco dell’artiglieria di terra, per sfondare la “Linea Gustav”, ma invano. Solo in una quarta battaglia, con l’ ”Operazione Diadem” le truppe alleate poterono rompere le difese tedesche, con perdite inaudite per tutti e due gli schieramenti. Era il 18 maggio 1944 e alla popolazione, avvilita, provata, indifesa toccò subire le violenze di mercenari marocchini al seguito dell’esercito francese. Si diede nome agli atti scellerati di marocchinate.
LA GUERRA. Tragedia infinita dell’uomo che la costruisce e la subisce, che crea il mostro e poi se ne spaventa, ma il rimedio?
L’unico, LA PACE. Miraggio, sorriso benevolo alla vita, rispetto di essa, l’obiettivo è raggiungerla
a tutti i costi, certo, ma che duri!
Ed è questo il messaggio che chiaro emerge nella lingua universale dell’Arte dalle opere di Elio
Mazzella, esposte lungo la navata della chiesa di Santa Maria La Nova , sul piano di calpestio
che sovrasta le antiche sepolture che un tempo furono dei monaci. Una esposizione fortemente
caratterizzata, che nulla lascia alla cura del bello scarna di belletti quale si presenta. Eppure
la sensibilità estetica dell’autore traspare tutta nelle composizioni che appaiono costruite con l’eleganza che contraddistingue il segno artistico affinato allo studio delle forme. La forma e l’armonia appaiono infatti nei manichini del maestro come un progetto virtuoso, eseguito con perizia d’autore: egli realizza in tal modo vere e proprie sculture, concepite come tali. Al di là del materiale che le compone, le figure portano dentro e fuori le loro fattezze mimate, rese con i reperti bellici ma con la dignità taumaturgica che solo un esperto creatore può conferire. Le ho viste tutte insieme una mattina d’estate, emozionante visione. Si ergevano libere- o liberate?- per lo più collocate a piccoli gruppi come per farsi compagnia, sotto gli alberi e tra i cespugli dell’area verde che circonda un semplice casolare dove il maestro realizza le sue opere e le conserva, nel Comune di San Pietro Infine (CE). Sembravano attendere ospiti, insomma davano un’idea di vita condivisa, loro, i testimoni di un’antica follia, la guerra appunto, che nel lutto che provoca porta in seno il
germe della pace,certezza di una speranza che mai si consuma. Le opere che in situ appaiono istallazioni permanenti sono in vero una testimonianza di Land art, genere al quale spesso il maestro si dedica, come riconosceva Ela Caroli già nel 1983. Come pure è interessante a proposito sottolineare certi aspetti colti da Palma Bucarelli, che scrive della sua arte un anno dopo, nel 1984, considerandone l’attenzione che va al di là dell’oggetto, alla sua aura,
all’ambiente, allo spazio, e ancora dice: Non sorprende che a questa ricerca di unità quasi fisica tra cose e ambiente si accompagni un interesse marcato, quasi espressionistico, per la figura umana. In modi legati all’estetica espressionistica, Elio Mazzella crea forme umane con una materia già esaurita in sé perché non vergine in quanto riusata e oltretutto evocatrice di atrocità di morte, il ferro vecchio del residuato bellico; eppure la materia da lui forgiata diventa in assoluto vivente.
Le opere, realizzate solo nel 1996, devono aver avuto un lungo periodo di gestazione, sia per la
raccolta dei materiali entro un’ampia area di ricerca sia per la selezione dei “detriti inerti” idonei a costruirle sia per la difficoltà intrinseca ad addomesticarli con elementari attrezzi da carpentiere, affinché somigliassero vagamente a figure umane fino a divenire catarticamente esseri, a vedersi, palpitanti, nutriti dalla linfa dell’Arte.
Restano le originali sculture, solo un episodio nella varia e ampiamente riconosciuta produzione
dell’artista, sperimentatore ardito e poliedrico, al quale l’esperienza degli anni e l’appartenenza
ad una famiglia di artisti altrettanto conosciuti, i fratelli Luigi e Rosario Mazzella, incitano alla costante ricerca di rinnovamenti estetici senza peraltro inseguire le facili mode del momento.
Mimma Sardella
LAURA CRISTINZIO MISTICO
L’opera, realizzata con lastre stratificate di metacrilato tagliate a laser, con frammenti di scritture antiche e moderne e con un legante a base di una resina cristallina, è stata concepita per instaurare un dialogo/confronto fra passato e presente, fra scienza e sfera mistico-percettiva, fra materia e luce. Confermando la sua consueta propensione alla sperimentazione, anche in questo caso Laura Cristinzio, riprendendo la tecnica della stratificazione già utilizzata in occasione di una mostra del 2002, è ricorsa a materiali all’avanguardia frutto delle più moderne ricerche scientifiche e tecnologiche, da un lato per sondare i concetti di spazio, luce e illusione percettiva, dall’altro per dare corpo alla nostra memoria storica attraverso l’accostamento di reperti scritturali antichi - di
varia provenienza e su supporti cartacei poi resinati – alle scritture moderne ricavate in negativo nelle lastre stesse.
La suggestione che ne deriva apre spiragli imprevisti verso una dimensione indefinita che arriva a sconfinare nella sfera inconscia o addirittura in quella mistica.
Mariantonietta Picone Petrusa
Nasce a Napoli nel 1938. Figlio d’arte, proviene da una formazione figurativa, superata poi
a vantaggio di una pittura materica. I suoi Cementi costituiscono l’approdo di questa felice
ricerca. Ha partecipato alle maggiori rassegne nazionali. Un suo Monocromo è entrato a far
parte del Museo del Novecento, di Castel Sant’Elmo a Napoli.
Tra le più recenti presenze: Premio “Mario Sironi”, Napoli 1970; Rassegna internazionale
di pittura e grafica, Galleria “Linea Tempo”, Messina; Prima “Exposition Echanges
Artistiques Nord-Sud”, Sorrento 1972; Prima e Seconda Mostra Nazionale 1971/72,
Castellammare di Stabia; Possibili ipotesi di una avanguardia napoletana 1950/70, Napoli;
Prima Biennale di Latina, Latina 1972; “Alcune immagini di una iniziativa per l'arte d'oggi”,
Saronno 1973; “L'Approdo”, Mostra di Artisti Contemporanei, Napoli 1977; “Artisti
Contemporanei”, Saronno 1980; “Napoli Arte”, Napoli 1980; Expo Arte 1984, Bari; “Casa
di Giorgione”, Castelfranco Veneto 1984.
Ha partecipato alla XI Quadriennale di Roma.
Laura Cristinzio – Biografia
A seguito del biennio in architettura si diploma in scultura nel 1969 all'Accademia di Belle
Arti di Napoli. Nel 1967/69 il grande interesse per le tecniche incisorie la porta ad Urbino
dove frequenta dei corsi internazionali di litografia.
A partire dal 1970 cura l'immagine grafica di varie aziende campane e dal 1968 al 2002
insegna discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Napoli.
Nel 1992 si unisce al gruppo Koan – scultori ed architetti associati – per i progetti “Risposte
Altre” per il territorio di Portici (NA). Ha diretto il Dipartimento di Comunicazioni per
Immagini della Università Popolare di Portici dal 1993 al 1998. Nel 1998 inaugura il suo
studio a piazza Bellini, nel centro storico di Napoli, creando un punto d'incontro per critici,
artisti e per lo svolgimento di performance. Nel 1999, dopo aver tenuto un seminario
dedicato alla luce elettroluminescente in uso nei suoi lavori presso la Robert Gordon
University di Abeerden (Scozia), collabora con il Prof. Olle Anderson, con il gruppo
Artesign nella realizzazione di due mostre (Milano Galleria Terzo Millennio e Duff House
Gallery a Banff in Scozia).
Nel 2000 presenta sculture da indossare, pezzi unici in argento, metacrilato e fibre
elettroluminescenti alla Contemporary Decorative Arts Selling Exhibition da Sotheby's a
Londra, su invito di Rachael Barraclough.
Le sculture del primo periodo realizzate con fusioni di metalli, sono seguite da opere
principalmente in poliuretano espanso ad alta densità, malte policrome resinose e
vetroresina.
Ha sempre lavorato con materiali industriali per concentrarsi, negli ultimi 12 anni, su
metacrilati e cloruri di polivinile, spesso accoppiati all'acciaio COR-TEN, luci led e a fibre
elettroluminescenti.
L'evento, promosso in occasione della VII Edizione della Giornata del Contemporaneo programmata dall'Associazione dei Musei d'Arte contemporanea italiani – AMACI - prevista per il prossimo 8 ottobre 2011 (http://www.amaci.org/g_d_c_eventi.asp), è organizzato dall'Associazione Oltre il Chiostro – Onlus, promotrice del Museo d'Arte Religiosa Contemporanea – ARCA.
L'esposizione avrà come filo conduttore «il recupero storico attraverso il dialogo/confronto tra passato e presente».
Entrambi gli Artisti, ognuno con la propria personale interpretazione, sollecitano la nostra memoria storica attraverso l'accostamento e l'assemblaggio di elementi e reperti provenienti dal passato e resi attuali in un forte messaggio rivolto al futuro.
Nel corso dell'inaugurazione, inoltre, saranno proposti dei readings tratti dal progetto artistico di Produzione Teatrale «1943, è sangue vero! Il massacro sulla linea Gustav»,dramma storico di Egidio Carbone.
L'esposizione, ad ingresso gratuito, sarà visibile fino al 27 novembre 2011.
ELIO MAZZELLA. Opere dalla guerra
Sembrano emergere dall’ombra, anzi dalla tumida terra che le ha accolte in brandelli nei giorni
nefasti dei bombardamenti su Cassino, le OPERE di Elio Mazzella: manichini erti, come in viaggio perenne, vanno. Forse avanzano insieme per trovare ricovero, forse solo per sfuggire ad
altro disastro, forse solo per raggiungere un mondo migliore, un altro mondo comunque perché
da questo sono stati impietosamente cacciati. Sono manichini che sottendono uomini, donne e
pure bambini; sono rovelli di ferro arrugginito, telai brulli dove la carne ha macerato tutta la sua sostanza.
La mathanzas durò per tutto il giorno di quel 15 febbraio 1944, quando Mak Wayne Clark,
convinto che le truppe tedesche si rifugiassero all’interno, diede ordine di bombardare l’Abbazia
Benedettina fondata nel 526 d.C.; dalle 8,30 del mattino per ore ed ore caddero sul monastero e
sull’abitato circostante 1.250 tonnellate di bombe seguite dal fuoco dell’artiglieria di terra, per sfondare la “Linea Gustav”, ma invano. Solo in una quarta battaglia, con l’ ”Operazione Diadem” le truppe alleate poterono rompere le difese tedesche, con perdite inaudite per tutti e due gli schieramenti. Era il 18 maggio 1944 e alla popolazione, avvilita, provata, indifesa toccò subire le violenze di mercenari marocchini al seguito dell’esercito francese. Si diede nome agli atti scellerati di marocchinate.
LA GUERRA. Tragedia infinita dell’uomo che la costruisce e la subisce, che crea il mostro e poi se ne spaventa, ma il rimedio?
L’unico, LA PACE. Miraggio, sorriso benevolo alla vita, rispetto di essa, l’obiettivo è raggiungerla
a tutti i costi, certo, ma che duri!
Ed è questo il messaggio che chiaro emerge nella lingua universale dell’Arte dalle opere di Elio
Mazzella, esposte lungo la navata della chiesa di Santa Maria La Nova , sul piano di calpestio
che sovrasta le antiche sepolture che un tempo furono dei monaci. Una esposizione fortemente
caratterizzata, che nulla lascia alla cura del bello scarna di belletti quale si presenta. Eppure
la sensibilità estetica dell’autore traspare tutta nelle composizioni che appaiono costruite con l’eleganza che contraddistingue il segno artistico affinato allo studio delle forme. La forma e l’armonia appaiono infatti nei manichini del maestro come un progetto virtuoso, eseguito con perizia d’autore: egli realizza in tal modo vere e proprie sculture, concepite come tali. Al di là del materiale che le compone, le figure portano dentro e fuori le loro fattezze mimate, rese con i reperti bellici ma con la dignità taumaturgica che solo un esperto creatore può conferire. Le ho viste tutte insieme una mattina d’estate, emozionante visione. Si ergevano libere- o liberate?- per lo più collocate a piccoli gruppi come per farsi compagnia, sotto gli alberi e tra i cespugli dell’area verde che circonda un semplice casolare dove il maestro realizza le sue opere e le conserva, nel Comune di San Pietro Infine (CE). Sembravano attendere ospiti, insomma davano un’idea di vita condivisa, loro, i testimoni di un’antica follia, la guerra appunto, che nel lutto che provoca porta in seno il
germe della pace,certezza di una speranza che mai si consuma. Le opere che in situ appaiono istallazioni permanenti sono in vero una testimonianza di Land art, genere al quale spesso il maestro si dedica, come riconosceva Ela Caroli già nel 1983. Come pure è interessante a proposito sottolineare certi aspetti colti da Palma Bucarelli, che scrive della sua arte un anno dopo, nel 1984, considerandone l’attenzione che va al di là dell’oggetto, alla sua aura,
all’ambiente, allo spazio, e ancora dice: Non sorprende che a questa ricerca di unità quasi fisica tra cose e ambiente si accompagni un interesse marcato, quasi espressionistico, per la figura umana. In modi legati all’estetica espressionistica, Elio Mazzella crea forme umane con una materia già esaurita in sé perché non vergine in quanto riusata e oltretutto evocatrice di atrocità di morte, il ferro vecchio del residuato bellico; eppure la materia da lui forgiata diventa in assoluto vivente.
Le opere, realizzate solo nel 1996, devono aver avuto un lungo periodo di gestazione, sia per la
raccolta dei materiali entro un’ampia area di ricerca sia per la selezione dei “detriti inerti” idonei a costruirle sia per la difficoltà intrinseca ad addomesticarli con elementari attrezzi da carpentiere, affinché somigliassero vagamente a figure umane fino a divenire catarticamente esseri, a vedersi, palpitanti, nutriti dalla linfa dell’Arte.
Restano le originali sculture, solo un episodio nella varia e ampiamente riconosciuta produzione
dell’artista, sperimentatore ardito e poliedrico, al quale l’esperienza degli anni e l’appartenenza
ad una famiglia di artisti altrettanto conosciuti, i fratelli Luigi e Rosario Mazzella, incitano alla costante ricerca di rinnovamenti estetici senza peraltro inseguire le facili mode del momento.
Mimma Sardella
LAURA CRISTINZIO MISTICO
L’opera, realizzata con lastre stratificate di metacrilato tagliate a laser, con frammenti di scritture antiche e moderne e con un legante a base di una resina cristallina, è stata concepita per instaurare un dialogo/confronto fra passato e presente, fra scienza e sfera mistico-percettiva, fra materia e luce. Confermando la sua consueta propensione alla sperimentazione, anche in questo caso Laura Cristinzio, riprendendo la tecnica della stratificazione già utilizzata in occasione di una mostra del 2002, è ricorsa a materiali all’avanguardia frutto delle più moderne ricerche scientifiche e tecnologiche, da un lato per sondare i concetti di spazio, luce e illusione percettiva, dall’altro per dare corpo alla nostra memoria storica attraverso l’accostamento di reperti scritturali antichi - di
varia provenienza e su supporti cartacei poi resinati – alle scritture moderne ricavate in negativo nelle lastre stesse.
La suggestione che ne deriva apre spiragli imprevisti verso una dimensione indefinita che arriva a sconfinare nella sfera inconscia o addirittura in quella mistica.
Mariantonietta Picone Petrusa
Nasce a Napoli nel 1938. Figlio d’arte, proviene da una formazione figurativa, superata poi
a vantaggio di una pittura materica. I suoi Cementi costituiscono l’approdo di questa felice
ricerca. Ha partecipato alle maggiori rassegne nazionali. Un suo Monocromo è entrato a far
parte del Museo del Novecento, di Castel Sant’Elmo a Napoli.
Tra le più recenti presenze: Premio “Mario Sironi”, Napoli 1970; Rassegna internazionale
di pittura e grafica, Galleria “Linea Tempo”, Messina; Prima “Exposition Echanges
Artistiques Nord-Sud”, Sorrento 1972; Prima e Seconda Mostra Nazionale 1971/72,
Castellammare di Stabia; Possibili ipotesi di una avanguardia napoletana 1950/70, Napoli;
Prima Biennale di Latina, Latina 1972; “Alcune immagini di una iniziativa per l'arte d'oggi”,
Saronno 1973; “L'Approdo”, Mostra di Artisti Contemporanei, Napoli 1977; “Artisti
Contemporanei”, Saronno 1980; “Napoli Arte”, Napoli 1980; Expo Arte 1984, Bari; “Casa
di Giorgione”, Castelfranco Veneto 1984.
Ha partecipato alla XI Quadriennale di Roma.
Laura Cristinzio – Biografia
A seguito del biennio in architettura si diploma in scultura nel 1969 all'Accademia di Belle
Arti di Napoli. Nel 1967/69 il grande interesse per le tecniche incisorie la porta ad Urbino
dove frequenta dei corsi internazionali di litografia.
A partire dal 1970 cura l'immagine grafica di varie aziende campane e dal 1968 al 2002
insegna discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Napoli.
Nel 1992 si unisce al gruppo Koan – scultori ed architetti associati – per i progetti “Risposte
Altre” per il territorio di Portici (NA). Ha diretto il Dipartimento di Comunicazioni per
Immagini della Università Popolare di Portici dal 1993 al 1998. Nel 1998 inaugura il suo
studio a piazza Bellini, nel centro storico di Napoli, creando un punto d'incontro per critici,
artisti e per lo svolgimento di performance. Nel 1999, dopo aver tenuto un seminario
dedicato alla luce elettroluminescente in uso nei suoi lavori presso la Robert Gordon
University di Abeerden (Scozia), collabora con il Prof. Olle Anderson, con il gruppo
Artesign nella realizzazione di due mostre (Milano Galleria Terzo Millennio e Duff House
Gallery a Banff in Scozia).
Nel 2000 presenta sculture da indossare, pezzi unici in argento, metacrilato e fibre
elettroluminescenti alla Contemporary Decorative Arts Selling Exhibition da Sotheby's a
Londra, su invito di Rachael Barraclough.
Le sculture del primo periodo realizzate con fusioni di metalli, sono seguite da opere
principalmente in poliuretano espanso ad alta densità, malte policrome resinose e
vetroresina.
Ha sempre lavorato con materiali industriali per concentrarsi, negli ultimi 12 anni, su
metacrilati e cloruri di polivinile, spesso accoppiati all'acciaio COR-TEN, luci led e a fibre
elettroluminescenti.
14
ottobre 2011
Elio Mazzella / Laura Cristinzio – Memorie di Futuro: la responsabilità civile dell’Artista
Dal 14 ottobre al 27 novembre 2011
arte contemporanea
Location
COMPLESSO MUSEALE DI SANTA MARIA LA NOVA
Napoli, Piazza Santa Maria La Nova, (Napoli)
Napoli, Piazza Santa Maria La Nova, (Napoli)
Vernissage
14 Ottobre 2011, ore 17.30
Sito web
www.oltreilchiostro.org
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