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Elio Ticca – Bloody Cheque
Partendo da ritratti ufficiali di re e regine, giustiziati o assassinati in circostanze misteriose, Elio Ticca costruisce una riflessione sulla rappresentazione del potere, nonché sulla sua autorappresentazione, attraverso la pittura. Completano la mostra installazioni site-specific a tecnica mista.
Comunicato stampa
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Partendo da ritratti ufficiali di re e regine, giustiziati o assassinati in circostanze misteriose, Elio Ticca costruisce una riflessione sulla rappresentazione del potere, nonché sulla sua autorappresentazione. Cambiando alcuni dettagli cromatici e compositivi di quadri originali, dal XVII al XX secolo, inserendo oggetti “ibridi” di surrealistica memoria, vengono create ex novo situazioni inedite, assurde, volutamente ambigue. Il fine è decostruire, giocando, l’atmosfera della fonte iconografica di partenza.
Tra Maria Antonietta di Francia, accanto a una ghigliottina/arpa, e Ludovico di Baviera accanto a una pistola/elefante, si incontra lo Zar Nicola II, dalle cui spille militari si accendono fuochi d’artificio. E ancora, l’imperatrice Elisabetta d’Austria la quale, con una lama scaturita da un ventaglio, trafigge il suo cane. Tali oggetti e situazioni, elementi volontariamente “tossici”, vengono creati per sabotare, nonché completare, la composizione di ogni fonte originaria.
Ciascun oggetto e situazione fa inoltre riferimento alla causa di morte dei soggetti ritratti. Ogni elemento, ogni avvenimento “artefatto” diventa quindi premonizione paradossale, fra tragico e comico, di ciascuno di tali infausti destini.
Il fulcro della serie, installata al centro della galleria, è una miniatura eseguita su una conchiglia, rappresentante un politico contemporaneo, dai tratti somatici distorti. È anch’egli colto in una surreale situazione, a metà tra fatto di cronaca e realismo magico.
Completano la mostra due installazioni che omaggiando oggetti cari alle Avanguardie storiche, quali i readymade e gli “oggetti d’affezione” di surrealistica memoria, si rifanno similmente all’unione di elementi opposti. Una tradizione avviata da artisti quali Man Ray, René Magritte, Meret Hoppenheim. Unendo domestico e grottesco, mondo quotidiano e mondo magico, le installazioni, come i quadri, intendono parlare di vita e morte. Tra sogno e realtà, memoria storica e memoria involontaria, costruzione del sé e aderenza a canoni culturali, la mostra intende sollevare un quesito: per forza maggiore, che limite c’è tra destino e ragion di Stato, ambizione e disciplina, dovere morale e libertà individuale?
Piuttosto che trovare risposte, le opere proposte si pongono come “memento (me)mori(ae)”. Nate per evocare sensazioni, ricordi, visioni sul futuro, e sull’altrove.
L’artista
Elio Ticca (Nuoro, 1988) Vive e lavora a Bruxelles. Laureato presso l’università IUAV di Venezia e alla University of Leeds, in Regno Unito, l’artista esplora le relazioni che intercorrono tra linguaggi artistici storici e contemporanei. Le sue opere sono dialoghi visivi citazionisti, imprevedibili, talvolta ironici. Tali omaggi alterano la matrice, e intendono suscitare riflessioni sull'idea di autenticità e contraffazione. Le sue opere rileggono e reinterpretano pilastri concettuali quali l'autografia e l’autorialità, attraverso un meditato processo di camuffamento e invenzione. Filo rosso del suo lavoro è, inoltre, lo studio della rappresentazione dell'espressività emotiva nella storia dell’arte, facendola incontrare con diversi linguaggi artistici contemporanei.
Tra Maria Antonietta di Francia, accanto a una ghigliottina/arpa, e Ludovico di Baviera accanto a una pistola/elefante, si incontra lo Zar Nicola II, dalle cui spille militari si accendono fuochi d’artificio. E ancora, l’imperatrice Elisabetta d’Austria la quale, con una lama scaturita da un ventaglio, trafigge il suo cane. Tali oggetti e situazioni, elementi volontariamente “tossici”, vengono creati per sabotare, nonché completare, la composizione di ogni fonte originaria.
Ciascun oggetto e situazione fa inoltre riferimento alla causa di morte dei soggetti ritratti. Ogni elemento, ogni avvenimento “artefatto” diventa quindi premonizione paradossale, fra tragico e comico, di ciascuno di tali infausti destini.
Il fulcro della serie, installata al centro della galleria, è una miniatura eseguita su una conchiglia, rappresentante un politico contemporaneo, dai tratti somatici distorti. È anch’egli colto in una surreale situazione, a metà tra fatto di cronaca e realismo magico.
Completano la mostra due installazioni che omaggiando oggetti cari alle Avanguardie storiche, quali i readymade e gli “oggetti d’affezione” di surrealistica memoria, si rifanno similmente all’unione di elementi opposti. Una tradizione avviata da artisti quali Man Ray, René Magritte, Meret Hoppenheim. Unendo domestico e grottesco, mondo quotidiano e mondo magico, le installazioni, come i quadri, intendono parlare di vita e morte. Tra sogno e realtà, memoria storica e memoria involontaria, costruzione del sé e aderenza a canoni culturali, la mostra intende sollevare un quesito: per forza maggiore, che limite c’è tra destino e ragion di Stato, ambizione e disciplina, dovere morale e libertà individuale?
Piuttosto che trovare risposte, le opere proposte si pongono come “memento (me)mori(ae)”. Nate per evocare sensazioni, ricordi, visioni sul futuro, e sull’altrove.
L’artista
Elio Ticca (Nuoro, 1988) Vive e lavora a Bruxelles. Laureato presso l’università IUAV di Venezia e alla University of Leeds, in Regno Unito, l’artista esplora le relazioni che intercorrono tra linguaggi artistici storici e contemporanei. Le sue opere sono dialoghi visivi citazionisti, imprevedibili, talvolta ironici. Tali omaggi alterano la matrice, e intendono suscitare riflessioni sull'idea di autenticità e contraffazione. Le sue opere rileggono e reinterpretano pilastri concettuali quali l'autografia e l’autorialità, attraverso un meditato processo di camuffamento e invenzione. Filo rosso del suo lavoro è, inoltre, lo studio della rappresentazione dell'espressività emotiva nella storia dell’arte, facendola incontrare con diversi linguaggi artistici contemporanei.
04
dicembre 2019
Elio Ticca – Bloody Cheque
Dal 04 al 20 dicembre 2019
arte contemporanea
Location
SPAZIO E EMME
Cagliari, via Mameli, 187, (Cagliari)
Cagliari, via Mameli, 187, (Cagliari)
Orario di apertura
Dal mercoledì al venerdì, ore 18.00 - 20.30
Vernissage
4 Dicembre 2019, Ore 18
Sito web
Autore
Curatore