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Elio Waschimps
mostra antologica
Comunicato stampa
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La mostra antologica di Elio Waschimps è la seconda fase del progetto dedicato alle più significative personalità del Novecento artistico napoletano. L’esposizione, curata da Vitaliano Corbi e organizzata dalla Paparo Edizioni, con il patrocinio e il contributo del Comune di Napoli, è ospitata dal 26 gennaio al 26 febbraio negli spazi di Castel dell’Ovo. “Un’altra occasione per testimoniare l’autentico interesse delle istituzioni pubbliche verso quelle vicende dell’arte contemporanea che coinvolgono direttamente la storia del territorio - dice il Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino - e, conseguentemente, l’avvio di un progetto rivolto ad incrementare la conoscenza e la valorizzazione della produzione artistica del Novecento a Napoli”. In mostra 30 dipinti ad olio di grande formato, a testimonianza di un intenso e interessante percorso pittorico. Di lui, quindici anni fa, Luigi Compagnone scriveva: “Elio è pieno di allegria e il suo mondo non lo è. Quando viene a trovarmi diventiamo allegri tutti e due, per capirci ci basta un gesto, una parola, un'occhiata, e allora il riso ci accompagna, ci rende amici più di prima ed è come se, pur nel chiuso della stanza, ce ne andassimo per le strade di questa Na-poli, come diceva Sinisgalli, così funerea e luminosa, dove le «bam-bine» intrecciano i salti e i giochi della morte e della vita”. Dalla prima personale nel 1957 alla napoletana Galleria Medea, presentata da Ferdinando Bologna, all’ultima esposizione in collettiva alla chiesa dell’Incoronata nel maggio del 2004 con Il corpo di Napoli, le sue figure inquiete raccontano da sempre uno sperdimento interiore che è soprattutto metafora della condizione esistenziale dell’uomo alle prese con un mondo difficile, oggi ancora profondamente aderente all’attualità. Di lui hanno scritto i più importanti critici del panorama nazionale da Paolo Ricci a Enrico Crispolti.I colori terrosi, i corpi lividi ed eterei di giovani fantasmi senza speranza – più volte affiancati a Ribera, Bacon e Goya - si stagliano su paesaggi brumosi, rischiarati dagli ocra e dai rossi intensi. Quelle atmosfere cariche di imprevedibilità raccontano, a cominciare dagli esordi del giovane Waschimps, una fase della pittura napoletana influenzata fortemente dalla figuratività espressionista. Nella prima metà degli anni Sessanta, il pittore – poco meno che trentenne – introduce una impronta gestuale in Notturno (1960), per poi ritornare alla figurazione, a partire dal 1965 in poi e dare vita alla prima serie pittorica Uomini alla finestra (1967), ispirata al tema della solitudine dell’uomo e alla seconda serie con Morte di Marat (1971), racconto per immagini della violenza come destino storico e qualche anno più tardi al ciclo I Giardini (1975). “L’impulso visionario”, che Bologna aveva individuato nella sua produzione fin dagli inizi, diventa ispirazione negli anni Settanta, quando ha inizio il ciclo dei Giochi (1976/2000), tele in cui campeggiano bambine emaciate e fragili, impegnate in giochi arcaici dai riconoscibili nomi come ‘settimana’, ‘mosca cieca’ e ‘campana’. Quell’impulso arriva fino ad oggi, variato nella serie Incendio (1999), in cui alle sagome evanescenti si alternano immagini di realtà suburbane. Catalogo Edizioni Paparo.
26
gennaio 2006
Elio Waschimps
Dal 26 gennaio al 15 marzo 2006
arte contemporanea
Location
CASTEL DELL’OVO
Napoli, Via Luculliana, (Napoli)
Napoli, Via Luculliana, (Napoli)
Orario di apertura
dalle 9,30 alle 16,30 – domenica dalle 10,00 alle 13,00
Lunedì chiuso
Vernissage
26 Gennaio 2006, ore 17
Editore
PAPARO
Autore
Curatore