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Elisa Muliere – Roots
L’artista per questa occasione mostra presenze, trasposizioni figurative di ciò che siamo, che c’è intorno e dentro di noi e di ciò che creiamo con la nostra immagine. Come una radice che si àncora forte al terreno per far rimanere salda una pianta, anche l’uomo porta sempre con sé la sua ombra.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Adiacenze inaugura sabato 12 novembre alle ore 19.00 la mostra personale di Elisa Muliere ROOTS.
Per questa occasione la Muliere porta ad Adiacenze le sue presenze, trasposizioni figurative di ciò che siamo, che c’è intorno e dentro di noi e di ciò che creiamo con la nostra immagine.
Come una radice che si àncora forte al terreno per far rimanere salda una pianta, anche l’uomo porta sempre con sé la sua ombra.
Dall’ingresso di Adiacenze, i visitatori saranno guidati verso l’accorgimento di questa muta presenza: l’artista, infatti, accompagna lo spettatore attraverso un percorso di conoscenza delle ombre, siano esse reali o fittizie - del corpo o della mente, e di chi le genera.
Dalla prima sala nella quale, attraverso giochi di luce si intuiranno presenze altre, apparizioni e ombre di spettatori che fortemente rimandano al Mito della Caverna di Platone, i visitatori transiteranno verso ambienti differenti per atmosfera: uno di impronta più spirituale, l'altro terrena.
Vedere tutto questo è possibile solo dopo un rito di passaggio da svolgersi nel cortile di Adiacenze: l’iniziazione dello spettatore fa sì che lui si osservi e prenda coscienza di sé in modo non abituale, insolito. Ci si potrà disporre davanti ad una installazione che prende spunto dal Pozzo Sacro Nuragico di Santa Cristina, uno dei siti misteriosi e misterici del centro della Sardegna. Si è ricreata tramite uno specchio concavo la visione distorta che si avrebbe nel pozzo: gli spettatori, infatti, sono portati a vedersi uno a uno specchiati al contrario e, al tempo stesso, a vedere la propria ombra orizzontale riflessa ai loro piedi. Con questa opera l'artista vuole indirizzare lo spettatore a prendere coscienza di quello che è il proprio corpo in rapporto allo spazio circostante e, più in generale, a rendergli urgente il carattere finito della natura umana.
All'interno, le tre sale ospitano dipinti di fattura rarefatta e sensibile. Attraverso l'utilizzo di una pittura sottile, indefinita e vaporosa, fatta di cenni di colore, segni, sottrazioni e vuoti, la Muliere ci guida nella scoperta e lettura delle sue presenze: figure slavate di dei o di uomini, anime o fantasmi o apparizioni abitano gli spazi di Adiacenze.
'Che è mai la vita?Una frenesia. Che è mai la vita?Un'illusione, un'ombra, una finzione...' scriveva Pedro Calderón de la Barca.
L'opera di Elisa Muliere sembra volerci far riflettere su questo, sull'enigma dell'esistenza; non risponde ai quesiti universali propri dell'uomo, ma silenziosamente li solleva, li marca, costringe lo spettatore ad indagare sé stesso, ad andare in profondità, a cercare le proprie radici.
Per questa occasione la Muliere porta ad Adiacenze le sue presenze, trasposizioni figurative di ciò che siamo, che c’è intorno e dentro di noi e di ciò che creiamo con la nostra immagine.
Come una radice che si àncora forte al terreno per far rimanere salda una pianta, anche l’uomo porta sempre con sé la sua ombra.
Dall’ingresso di Adiacenze, i visitatori saranno guidati verso l’accorgimento di questa muta presenza: l’artista, infatti, accompagna lo spettatore attraverso un percorso di conoscenza delle ombre, siano esse reali o fittizie - del corpo o della mente, e di chi le genera.
Dalla prima sala nella quale, attraverso giochi di luce si intuiranno presenze altre, apparizioni e ombre di spettatori che fortemente rimandano al Mito della Caverna di Platone, i visitatori transiteranno verso ambienti differenti per atmosfera: uno di impronta più spirituale, l'altro terrena.
Vedere tutto questo è possibile solo dopo un rito di passaggio da svolgersi nel cortile di Adiacenze: l’iniziazione dello spettatore fa sì che lui si osservi e prenda coscienza di sé in modo non abituale, insolito. Ci si potrà disporre davanti ad una installazione che prende spunto dal Pozzo Sacro Nuragico di Santa Cristina, uno dei siti misteriosi e misterici del centro della Sardegna. Si è ricreata tramite uno specchio concavo la visione distorta che si avrebbe nel pozzo: gli spettatori, infatti, sono portati a vedersi uno a uno specchiati al contrario e, al tempo stesso, a vedere la propria ombra orizzontale riflessa ai loro piedi. Con questa opera l'artista vuole indirizzare lo spettatore a prendere coscienza di quello che è il proprio corpo in rapporto allo spazio circostante e, più in generale, a rendergli urgente il carattere finito della natura umana.
All'interno, le tre sale ospitano dipinti di fattura rarefatta e sensibile. Attraverso l'utilizzo di una pittura sottile, indefinita e vaporosa, fatta di cenni di colore, segni, sottrazioni e vuoti, la Muliere ci guida nella scoperta e lettura delle sue presenze: figure slavate di dei o di uomini, anime o fantasmi o apparizioni abitano gli spazi di Adiacenze.
'Che è mai la vita?Una frenesia. Che è mai la vita?Un'illusione, un'ombra, una finzione...' scriveva Pedro Calderón de la Barca.
L'opera di Elisa Muliere sembra volerci far riflettere su questo, sull'enigma dell'esistenza; non risponde ai quesiti universali propri dell'uomo, ma silenziosamente li solleva, li marca, costringe lo spettatore ad indagare sé stesso, ad andare in profondità, a cercare le proprie radici.
12
novembre 2011
Elisa Muliere – Roots
Dal 12 novembre 2011 al 07 gennaio 2012
arte contemporanea
Location
ADIACENZE
Bologna, Vicolo Spirito Santo, 1/b, (Bologna)
Bologna, Vicolo Spirito Santo, 1/b, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-20
Vernissage
12 Novembre 2011, ore 19
Autore
Curatore