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Elisabeth Lecourt – Les robes géographiques e altre fragilità
Inaugurazione della mostra dell’artista francese: per la prima volta in Italia “les robes géographiques”, piccoli abiti fatti con mappe del mondo
Comunicato stampa
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ELISABETH LECOURT
LES ROBES GÉOGRAPHIQUES E ALTRE FRAGILITA’
Vulnerabilità e sensibilità sono i soggetti principali del lavoro di Elisabeth Lecourt, giovane artista francese di stanza a Londra, la cui opera è completamente incentrata sull’identità femminile e sulla rappresentazione di sé. La figura della donna è vista in modo ambiguo ed ambivalente: essa è infatti la spina dorsale della casa - intesa come edificio - la struttura portante che la regge, ma anche l’essere che in questo luogo trova rifugio e protezione. Una contraddizione in termini, fatta di
forza e fragilità, di equilibrio e commozione.
La vulnerabilità dell’essere umano, la fragilità del corpo esposto da Lecourt ci mostrano una bellezza quasi dolorosa: l’emozione diventa essa stessa necessità di comprensione di un corpo e del suo contenuto. Lecourt, sulla scia di lavori di Louise Bourgeois e Julio Cortazar, riflette sul corpo, sulla donna, su se stessa come individuo sradicato e nostalgico, e crea piccoli capolavori cartacei: nel suo bizzarro guardaroba vengono così appesi innumerevoli abiti, pazientemente creati, piega dopo piega, come grandi origami, con le mappe di vari paesi del mondo, e ciascuno
racconta di luoghi della memoria e del ricordo, in una sorta autobiografia fatta non di parole, ma di vestiti. Ogni abito una suggestione, un tassello di vita che parla di ricerca di identità, di malinconia, di distacco e lo fa in modo lieve e delicato, con sensibilità ed ironia.
Per saperne di più: www.elisabethlecourt.com
LES ROBES GÉOGRAPHIQUES E ALTRE FRAGILITA’
Vulnerabilità e sensibilità sono i soggetti principali del lavoro di Elisabeth Lecourt, giovane artista francese di stanza a Londra, la cui opera è completamente incentrata sull’identità femminile e sulla rappresentazione di sé. La figura della donna è vista in modo ambiguo ed ambivalente: essa è infatti la spina dorsale della casa - intesa come edificio - la struttura portante che la regge, ma anche l’essere che in questo luogo trova rifugio e protezione. Una contraddizione in termini, fatta di
forza e fragilità, di equilibrio e commozione.
La vulnerabilità dell’essere umano, la fragilità del corpo esposto da Lecourt ci mostrano una bellezza quasi dolorosa: l’emozione diventa essa stessa necessità di comprensione di un corpo e del suo contenuto. Lecourt, sulla scia di lavori di Louise Bourgeois e Julio Cortazar, riflette sul corpo, sulla donna, su se stessa come individuo sradicato e nostalgico, e crea piccoli capolavori cartacei: nel suo bizzarro guardaroba vengono così appesi innumerevoli abiti, pazientemente creati, piega dopo piega, come grandi origami, con le mappe di vari paesi del mondo, e ciascuno
racconta di luoghi della memoria e del ricordo, in una sorta autobiografia fatta non di parole, ma di vestiti. Ogni abito una suggestione, un tassello di vita che parla di ricerca di identità, di malinconia, di distacco e lo fa in modo lieve e delicato, con sensibilità ed ironia.
Per saperne di più: www.elisabethlecourt.com
28
ottobre 2011
Elisabeth Lecourt – Les robes géographiques e altre fragilità
Dal 28 ottobre al 23 novembre 2011
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
NOPX
Torino, Via Saluzzo, 30, (Torino)
Torino, Via Saluzzo, 30, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-18
Vernissage
28 Ottobre 2011, ore 18.30
Autore
Curatore