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Elisabetta Bacci / Mirko Rajnar – Trait d’union
Motivi, situazioni, temi, all’apparenza diversi, si dispiegano in un unico progetto espositivo. È questo il caso del contrappunto che viene a crearsi con le opere di Elisabetta Bacci e Mirko Rajnar messe a confronto e in dialogo. E, sebbene la declinazione delle singole opere conduca a una apparente diversità, l’impeto generatore, per ambedue questi artisti è il medesimo: l’impeto che li unisce è il ragionare sulla luce, attorno alla luce, con la luce
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MUGGIA - Giovedì 7 luglio ore 19 presso il Museo d'Arte Moderna "Ugo Carà",
inaugurazione della mostra "Trait d'union", doppia personale di Elisabetta Bacci e
Mirko Rajnar, a cura di Roberto Vidali-Juliet, all'interno del progetto PRACC-
Progetto Arte Contemporanea Carà.
Giovedì 7 luglio 2016, alle ore 19, s’inaugura al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di
Muggia la mostra “Trait d’union” con le opere di Elisabetta Bacci e Mirko Rajnar.
L'esposizione è curata da Roberto Vidali e organizzata dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Muggia e dall’Associazione Juliet all’interno del
programma PRACC che l’Amministrazione Comunale ha varato già nel 2007 assieme
alle associazioni culturali Photo-Imago, Gruppo78 e Juliet con l’intento di promuovere
e valorizzare le nuove forme artistiche contemporanee, in una prospettiva nazionale e
internazionale. Il brindisi inaugurale della mostra, che si avvale dell'adesione alla
Casa dell'Arte di Trieste, è offerto da Girardi Spumanti e Panificio Pasticceria Giudici,
e prevede un intervento musicale di BTaste.
Motivi, situazioni, temi, all’apparenza diversi, si dispiegano in un unico progetto
espositivo, quasi in una sorta di contrappunto, confronto e dialogo. E, sebbene la
declinazione delle singole opere conduca a una apparente diversità, l’impeto
conduttore, per ambedue questi artisti è il medesimo: l’impeto che li unisce è il
ragionare sulla luce, attorno alla luce, con la luce. Un modo questo, per dire che il
colore, è il vero e proprio assillo del loro pensiero e il loro profondo punto di
comunione. Il colore in tutte le sue declinazioni cromatiche e nella disposizione
alternata nel caso della Bacci e nell’intera possibilità del suo azzeramento nel caso di
Rajnar.
Per Elisabetta Bacci, la stesura del colore si manifesta nella costruzione dello spazio
disegnato, diviene architettura come definizione del dettaglio all’interno della
macrostruttura e come definizione di luoghi simbolici definiti per sagome geometriche
semplici e appiattite, mentre nel secondo il colore diviene sottrattivo, pastellato,
sfumato. Curiosamente nel ciclo “Jutro” (qui presentato nella sua complessità di un
ciclo tematico che inizia nel 2001 e si conclude nel 2016) diviene persino afferente a
un’origine figurativa. Certo, si tratta di una figurazione, di un’immagine quasi
scomparsa, messa a riposo sotto cumuli di pigmento. Più difficile percepire l’oggetto
delle trame nella pittura della Bacci: un trapezio è il molo, un rettangolo d’oro è la
“Tebah”. Quasi un assoluto in variazione cromatica e di misura.
Non che si possa parlare di lavori seriali per questi due autori, ma, in ogni caso,
l’istanza conduce a questa tensione (o, per dirla in altro modo, potrebbe aprire anche
a questa possibilità): la ripetizione come gioco di perfezione, la sequenza come
schema compositivo.
Un dialogo non solo tra linguaggi che presentano spunti in comune, ma anche tra
autori di formazione diversa (Bacci si è formata all’Accademia di Belle Arti di Genova,
Rajnar in quella di Lubiana), e anche tra culture e modi di sentire il mondo davvero
diversi: più solare e spirituale la prima, più cupo e materialistico il secondo.
La mostra, promossa dall'Associazione Juliet, con l’adesione della Casa dell’Arte, sarà
visitabile sino a domenica 31 luglio 2016. Orari: da martedì a venerdì 18.00 ->
20.00, sabato 10.00 -> 12.00 e 18.00 -> 20.00, festivi 10.00 -> 12.00. Ingresso
libero.
inaugurazione della mostra "Trait d'union", doppia personale di Elisabetta Bacci e
Mirko Rajnar, a cura di Roberto Vidali-Juliet, all'interno del progetto PRACC-
Progetto Arte Contemporanea Carà.
Giovedì 7 luglio 2016, alle ore 19, s’inaugura al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di
Muggia la mostra “Trait d’union” con le opere di Elisabetta Bacci e Mirko Rajnar.
L'esposizione è curata da Roberto Vidali e organizzata dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Muggia e dall’Associazione Juliet all’interno del
programma PRACC che l’Amministrazione Comunale ha varato già nel 2007 assieme
alle associazioni culturali Photo-Imago, Gruppo78 e Juliet con l’intento di promuovere
e valorizzare le nuove forme artistiche contemporanee, in una prospettiva nazionale e
internazionale. Il brindisi inaugurale della mostra, che si avvale dell'adesione alla
Casa dell'Arte di Trieste, è offerto da Girardi Spumanti e Panificio Pasticceria Giudici,
e prevede un intervento musicale di BTaste.
Motivi, situazioni, temi, all’apparenza diversi, si dispiegano in un unico progetto
espositivo, quasi in una sorta di contrappunto, confronto e dialogo. E, sebbene la
declinazione delle singole opere conduca a una apparente diversità, l’impeto
conduttore, per ambedue questi artisti è il medesimo: l’impeto che li unisce è il
ragionare sulla luce, attorno alla luce, con la luce. Un modo questo, per dire che il
colore, è il vero e proprio assillo del loro pensiero e il loro profondo punto di
comunione. Il colore in tutte le sue declinazioni cromatiche e nella disposizione
alternata nel caso della Bacci e nell’intera possibilità del suo azzeramento nel caso di
Rajnar.
Per Elisabetta Bacci, la stesura del colore si manifesta nella costruzione dello spazio
disegnato, diviene architettura come definizione del dettaglio all’interno della
macrostruttura e come definizione di luoghi simbolici definiti per sagome geometriche
semplici e appiattite, mentre nel secondo il colore diviene sottrattivo, pastellato,
sfumato. Curiosamente nel ciclo “Jutro” (qui presentato nella sua complessità di un
ciclo tematico che inizia nel 2001 e si conclude nel 2016) diviene persino afferente a
un’origine figurativa. Certo, si tratta di una figurazione, di un’immagine quasi
scomparsa, messa a riposo sotto cumuli di pigmento. Più difficile percepire l’oggetto
delle trame nella pittura della Bacci: un trapezio è il molo, un rettangolo d’oro è la
“Tebah”. Quasi un assoluto in variazione cromatica e di misura.
Non che si possa parlare di lavori seriali per questi due autori, ma, in ogni caso,
l’istanza conduce a questa tensione (o, per dirla in altro modo, potrebbe aprire anche
a questa possibilità): la ripetizione come gioco di perfezione, la sequenza come
schema compositivo.
Un dialogo non solo tra linguaggi che presentano spunti in comune, ma anche tra
autori di formazione diversa (Bacci si è formata all’Accademia di Belle Arti di Genova,
Rajnar in quella di Lubiana), e anche tra culture e modi di sentire il mondo davvero
diversi: più solare e spirituale la prima, più cupo e materialistico il secondo.
La mostra, promossa dall'Associazione Juliet, con l’adesione della Casa dell’Arte, sarà
visitabile sino a domenica 31 luglio 2016. Orari: da martedì a venerdì 18.00 ->
20.00, sabato 10.00 -> 12.00 e 18.00 -> 20.00, festivi 10.00 -> 12.00. Ingresso
libero.
07
luglio 2016
Elisabetta Bacci / Mirko Rajnar – Trait d’union
Dal 07 al 31 luglio 2016
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE MODERNA UGO CARA’
Muggia, Via Roma, 9, (Trieste)
Muggia, Via Roma, 9, (Trieste)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 18-20, sabato 10-12 e 18-20, domenica e festivi 10-12
Vernissage
7 Luglio 2016, h 19
Autore
Curatore