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Elisabetta Cioffi – Muri sospesi
La serie dei Muri, ispirata dalla eclettica e ricca eterogeneità delle facciate dei palazzi veneziani, coglie il lato evanescente e fluido di una realtà urbana la cui natura –nello sdoppiamento del riflesso acqueo, nella ripetizione geometrica e ossessiva di oggetti architettonici, nella materia sopraffatta dall’elemento coloristico, nel riverbero iperbolico della luce- rivela un astrattismo congenito
Comunicato stampa
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Inaugura sabato 20 dicembre, alle ore 18.30, presso lo Studio veneziano di Calle dei Preti, Muri Sospesi, personale della pittrice Elisabetta Cioffi.
Un ciclo di trenta dipinti realizzati con tecnica mista, passaggio obbligato di un percorso che è stato negli anni aperto alle esplorazioni materiche e, pur muovendo da una base accademica e figurativa, costantemente orientato alla liberazione del segno e del colore in imprevedibili esplosioni astratte.
La serie dei Muri, ispirata dalla eclettica e ricca eterogeneità delle facciate dei palazzi veneziani, coglie il lato evanescente e fluido di una realtà urbana la cui natura –nello sdoppiamento del riflesso acqueo, nella ripetizione geometrica e ossessiva di oggetti architettonici, nella materia sopraffatta dall’elemento coloristico, nel riverbero iperbolico della luce- rivela un astrattismo congenito.
Nei Muri la città lagunare è solo distrattamente abbozzata, evocata dalle atmosfere nebbiose e dalle citazioni suggerite da taluni prospetti di palazzo, da qualche bifora o porta d’acqua che sommessamente s’insinua, mai direttamente mostrata; zoomate nel dedalo claustrofobico di vie d’acqua e di terra che divengono per l’artista, in ogni istante del suo progredire pittorico, esperienza diacronica di immersione, perdita e poi scoperta.
Contro-vedute nate nell’intimità dello studio, scovate nella memoria sicura di chi della città ne (ri)conosce agilmente gli anfratti, gli angoli bui, le corti nascoste, le sfumature, ne intuisce le esigenze espressive avendole, nella prolungata e quotidiana frequentazione, fatte proprie.
Ogni facciata è quinta scenica di luoghi immaginifici, carica di silenzioso lirismo, sospesa continuamente nella percezione di uno luogo sicuramente esistente nella realtà, del quale si riconosce con lucidità il sentimento evocato ma non l’esatta ubicazione.
Elisabetta Cioffi usa le terre, la sabbia, gli oggetti di recupero, mischiando il pigmento a quella stessa polvere che fu pietra nobile e oggi, implacabile come l’erosione del tempo, dissolve Venezia; e mentre Venezia torna ad essere polvere, la città rinasce in questi dipinti, in questi muri gravi appesi ai muri, che fluttuano come sospesi leggeri sull’acqua.
La mostra Muri Sospesi costituisce inoltre il congedo di Elisabetta Cioffi dallo spazio delle Zattere e l’occasione per comunicare al pubblico l’imminente apertura del nuovo studio di Calle Lunga San Barnaba
Un ciclo di trenta dipinti realizzati con tecnica mista, passaggio obbligato di un percorso che è stato negli anni aperto alle esplorazioni materiche e, pur muovendo da una base accademica e figurativa, costantemente orientato alla liberazione del segno e del colore in imprevedibili esplosioni astratte.
La serie dei Muri, ispirata dalla eclettica e ricca eterogeneità delle facciate dei palazzi veneziani, coglie il lato evanescente e fluido di una realtà urbana la cui natura –nello sdoppiamento del riflesso acqueo, nella ripetizione geometrica e ossessiva di oggetti architettonici, nella materia sopraffatta dall’elemento coloristico, nel riverbero iperbolico della luce- rivela un astrattismo congenito.
Nei Muri la città lagunare è solo distrattamente abbozzata, evocata dalle atmosfere nebbiose e dalle citazioni suggerite da taluni prospetti di palazzo, da qualche bifora o porta d’acqua che sommessamente s’insinua, mai direttamente mostrata; zoomate nel dedalo claustrofobico di vie d’acqua e di terra che divengono per l’artista, in ogni istante del suo progredire pittorico, esperienza diacronica di immersione, perdita e poi scoperta.
Contro-vedute nate nell’intimità dello studio, scovate nella memoria sicura di chi della città ne (ri)conosce agilmente gli anfratti, gli angoli bui, le corti nascoste, le sfumature, ne intuisce le esigenze espressive avendole, nella prolungata e quotidiana frequentazione, fatte proprie.
Ogni facciata è quinta scenica di luoghi immaginifici, carica di silenzioso lirismo, sospesa continuamente nella percezione di uno luogo sicuramente esistente nella realtà, del quale si riconosce con lucidità il sentimento evocato ma non l’esatta ubicazione.
Elisabetta Cioffi usa le terre, la sabbia, gli oggetti di recupero, mischiando il pigmento a quella stessa polvere che fu pietra nobile e oggi, implacabile come l’erosione del tempo, dissolve Venezia; e mentre Venezia torna ad essere polvere, la città rinasce in questi dipinti, in questi muri gravi appesi ai muri, che fluttuano come sospesi leggeri sull’acqua.
La mostra Muri Sospesi costituisce inoltre il congedo di Elisabetta Cioffi dallo spazio delle Zattere e l’occasione per comunicare al pubblico l’imminente apertura del nuovo studio di Calle Lunga San Barnaba
20
dicembre 2008
Elisabetta Cioffi – Muri sospesi
Dal 20 dicembre 2008 al 31 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
STUDIO ELISABETTA CIOFFI
Venezia, Dorsoduro, 1506/b, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 1506/b, (Venezia)
Orario di apertura
visitabile su appuntamento
Vernissage
20 Dicembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore