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Elisabetta Sanfilippo – Il volto e l’anima
Paesaggio con mezzaluna e figure
Comunicato stampa
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Rudolf Wittkover, fra i più acuti storici dell’arte del Novecento, in un suo studio famoso riconduceva i temperamenti degli artisti ad una nota comune, definendoli (giusta il titolo del saggio) Nati sotto Saturno. Ora, osservando le opere di Elisabetta Sanfilippo, la costellazione più appariscente e capace di dare il segno di un pensiero è formata da un solo oggetto celeste, la Luna: ed è da qui che può facilmente dipanarsi un oroscopo che spesso supera, sulla tela, l’impossibilità di vedere contemporaneamente le due facce del satellite. Stanno insieme difatti, apparentemente slegati, paesaggi e figure che trovano nel motivo lunare il loro legame solido e profondo: non sono soltanto lune a campeggiare nel quadro, ma anche elementi architettonici o i petali dei fiori che prendono a curvarsi fino ad assumere l’identica composizione, e perfino le chiome delle donne. Si guardino allora le corolle di Fantasia confrontandole da un lato con le astratte parabole azzurrine rivolte al cielo di Nudo tra i fiori, dall’altro con quella sorta di cupole rovesciate che sono appunto le mezzelune poste in cima ai minareti di Iraq, Marzo 2003: se togliessimo le figure avremmo paesaggi segnati dalle arditezze della Metafisica e dell’Astrazione; togliendo i paesaggi vedremmo donne, madri, personaggi chiaramente femminili e perfettamente autonomi anche in campo neutro. E non è un caso che non appaiano uomini in questi orizzonti dominati dall’astro femminile per eccellenza: come l’orbita della Luna attorno al Sole non si chiude mai (ed è per tale ragione che noi riusciamo a vedere sempre solo la stessa porzione del pianeta, dalla Terra), così un’inquietudine, neppur troppo celata, tiene insieme tutte le donne dei quadri della Sanfilippo. Sono madre e figlia, o Saffo e Góngila le donne senza volto che si vedono nell’omonima tela intitolata Inquietudine? E cosa dire dei pensieri di una donna Lontana dalla riva? Il mistero evocato e portato sulla tela con la Luna si infittisce allora di citazioni pittoriche e poetiche: da un celeberrimo Michelangelo della Sistina in Amore razionale, ai «mondi» del Magritte di La voce dei venti che si ritrovano in Venusia, alla Donna in poltrona di Albert Heinrich che rimanda a L’attesa, la nostra artista tesse una rete di echi che si moltiplicano come le due lune appunto de L’attesa e le tre di Venusia. O come il gatto che appare ne Il silenzio della sera (e vado a chiudere): se da un lato la citazione «inquieta» dell’animale viene dal poeta T.S. Eliot (“La nebbia gialla che si gratta la schiena alle finestre…”), quest’altro essere femminile e lunare non può far nascere che un arguto sorriso, ricordandoci la maestria della Sanfilippo che proprio sulla Luna si interroga e pare rispondere a Leonardo, che diceva nei «Pensieri», “La luna, grave e densa, come può star, in cielo?”.
Tommaso Cimino
Tommaso Cimino
25
novembre 2006
Elisabetta Sanfilippo – Il volto e l’anima
Dal 25 novembre al 05 dicembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROMA [sede definitivamente chiusa]
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Vernissage
25 Novembre 2006, ore 18.30
Autore
Curatore