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Elisabetta Scarpini – Specchio, specchio delle mie brame
I lavori di Specchio, specchio delle mie brame, così come suggerisce il titolo, sono legati al tema dello sguardo, della vanità dell’apparire, del guardare per rimirarsi, ma anche, e soprattutto del guardare per conoscersi, per indagare veramente chi si è, cercando la profondità del proprio essere attraverso la superficie lucida e compiacente di uno specchio (Narcissus’ walking) oppure attraverso uno sprofondamento dello sguardo che ci restituisce l’immagine deformata di noi stessi (Short stories about narciso).
Comunicato stampa
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I lavori di Specchio, specchio delle mie brame, così come suggerisce il titolo, sono legati al tema dello sguardo, della vanità dell'apparire, del guardare per rimirarsi, ma anche, e soprattutto del guardare per conoscersi, per indagare veramente chi si è, cercando la profondità del proprio essere attraverso la superficie lucida e compiacente di uno specchio (Narcissus' walking) oppure attraverso uno sprofondamento dello sguardo che ci restituisce l'immagine deformata di noi stessi (Short stories about narciso).
Diversamente nel Bestiario (prima del via) le settantaquattro persone ritratte sono essenzialmente spiate, e proprio per questo autentiche nell'inconsapevolezza di essere guardate e fotografate, colte un momento del quotidiano- l'attesa ad un semaforo-che si dilata nella cancellazione del contesto che le circonda, così isolate, rese uniche e quindi indagate nell'immediatezza del loro darsi.
E' evidente che l'attività del fermarsi a guardare, se stessi o gli altri, presuppone una dilatazione temporale attraverso cui tentare una via di accesso che conduca anche solo temporaneamente a una conoscenza a un'intuizione illuminante, che è legata ai temi dei lavori degli ultimi anni, ma mi interessava, in questa mostra, spostare l'attenzione sull'atto del guardare come strumento possibile di indagine e conoscenza.
e.s.
Il lavoro creativo di Elisabetta Scarpini, artista che da diversi anni propone i suoi lavori e le sue performance in situazioni espositive al di là del territorio toscano in cui vive ed opera, si concentra nella riflessione critica sulla condizione d’esistenza, sulla posizione del proprio sé nel vissuto quotidiano, nella realtà circostante, quasi nell’intento di arrestare per un attimo il succedersi dei minuti, delle ore, dei giorni, come nell’intento di rallentare il tempo, nel tentativo di recuperare una propria dimensione, pur nella consapevolezza della precarietà dell’esistere.
Dedicatasi, all’inizio del suo percorso, alla pittura informale, intercalando nelle sue opere componenti pittoriche e aspetti di scrittura visiva, ha proseguito successivamente, adottando il ricamo che – come dice l’artista – è la continuazione della ricerca passata … racconto che si svolge nel tempo” – traccia che rivela una presenza in stato d’attesa, testimonianza che esprime, attraverso trame di segni, l’urgenza dell’esserci, il desiderio di riscoprirsi come identità così da smentire ogni senso di perdita e di assenza.
Storie personali, memorie collettive si fissano nell’immagine fotografica o scorrono in slide show, media che la Scarpini utilizza, unitamente alla ritualità del gesto tipico del ricamo, che dialoga con i versi poetici di Emily Dickinson, di Patrizia Cavalli o di Valerio Magrelli, per approfondire lo sguardo, tra consistenza ed evanescenza, negli spazi interiori, luoghi dell’introspezione psicologica, di un tempo di durata memoriale in cui ogni attimo fuggevole della vita si sottrae alla vanificazione .
Così dalle forme in gommapiuma cucita e ricamata dell’installazione Secret garden (2004) appositamente creata per una storica villa medicea nella campagna toscana, alle immagini composte in successione fotografica in Ogni cosa è qui (2006) o Sedia (2006), o ancora in Stanza dei giochi (2006), in cui appare una coperta rossa completamente ricamata tracciando con l’ago una filastrocca del mondo infantile, come pure nello slide show proiettato al Castello dell’Imperatore a Prato nel 2005, I vestiti nuovi dell’imperatore, o nell’installazione Il peso della leggerezza (2006) costituita da una rete a maglie metalliche che raccoglieva un cumulo di piume, si manifesta costantemente l’esigenza di esplorare se stessi e di percepire il trascorrere rapido dell’esistenza , come a sfiorare con mano il tema forte della vita con una pacatezza ed un’estrema levità tipicamente femminile, che implica in ogni caso e circostanza una meditazione autentica ed una segreta resistenza.
Esaminando tali aspetti e giungendo ad ulteriori svolgimenti nel suo fare artistico la Scarpini presenta presso la ditta Cuccirelli di Cassano Magnago (Varese) dal settembre 2008 al febbraio 2009 gli ultimi lavori che ancora una volta colgono questo stato da atmosfera sospesa, per raggiungere il continente inesplorato dell’interiorità.
Alessandra Scappini
10
luglio 2008
Elisabetta Scarpini – Specchio, specchio delle mie brame
Dal 10 luglio 2008 al 10 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CUCCIRELLI ART PASSAGES
Cassano Magnago, Via G. Gasparoli, 182, (Varese)
Cassano Magnago, Via G. Gasparoli, 182, (Varese)
Orario di apertura
su appuntamento dal lunedì al venerdì
Autore
Curatore