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Elogio del dubbio
La mostra, curata da Caroline Bourgeois su incarico affidatole da François Pinault, raccoglierà opere storiche e nuove produzioni che indagano la sfera del turbamento, la messa in discussione delle certezze in tema d’identità, il rapporto tra la dimensione intima, personale, e quella dell’opera.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venezia 18 gennaio 2011 - Sono circa 500.000 i visitatori che il centro di arte contemporanea di Punta
della Dogana – François Pinault Foudation ha accolto dall’apertura a giugno 2009 sino a oggi e la mostra
Mapping the Studio: Artisti dalla Collezione François Pinault è risultata l’esposizione di arte
contemporanea più visitata in Italia nel 2010. La mostra, che lo scorso 10 gennaio ha chiuso le sue porte
a Punta della Dogana, proseguirà sino al 10 aprile nella sede di Palazzo Grassi.
D’ora in avanti, Palazzo Grassi e Punta della Dogana scandiranno la loro programmazione espositiva
secondo due ritmi distinti: Punta della Dogana, fedele alla sua destinazione legata alla presentazione
permanente di opere della Collezione, seguirà un ritmo ampio, simile a quello adottato dai grandi musei
internazionali per la rotazione degli allestimenti, mentre Palazzo Grassi si caratterizzerà per una ritmica
più rapida e con un ruolo di maggior evidenza rispetto agli appuntamenti.
Il 10 aprile 2011, la François Pinault Foundation presenta a Punta della Dogana una
nuova esposizione, intitolata Elogio del dubbio.
La mostra, curata da Caroline Bourgeois su incarico affidatole da François Pinault, raccoglierà opere
storiche e nuove produzioni che indagano la sfera del turbamento, la messa in discussione delle
certezze in tema d’identità, il rapporto tra la dimensione intima, personale, e quella dell’opera.
Il prossimo 2 giugno 2011, la Fondazione François Pinault presenterà a Palazzo Grassi Il Mondo vi
appartiene. Questa esposizione, sempre curata da Caroline Bourgeois, proporrà un diverso punto di
vista, mettendo in discussione i limiti tradizionali della geografia e dell’arte e il nostro rapporto tra
l’”altro” e il mondo. La mostra raccoglierà le opere di una quarantina di artisti provenienti da 20 paesi
con una selezione di opere la maggior parte delle quali mai mostrate nelle precedenti esposizioni della
Collezione François Pinault.
Caroline Bourgeois ha curato numerose esposizioni internazionali, tra cui Valie Export (2003), Joan Jonas
(2005), Loris Gréaud (2006), Adel Abdessemed (2007), l’Argent (2008), Cao Fei (2008), come pure
numerose mostre della Collezione François Pinault all’estero: Passage du Temps (2007) a Lille, Un
certain Etat du Monde (2009) a Mosca, Qui a peur des artistes? (2009) a Dinard.
La mostra Elogio del dubbio presenterà una selezione di opere realizzate da circa venti artisti, più della
metà delle quali mai mostrate nelle precedenti esposizioni della Collezione François Pinault a Venezia.
Tra gli artisti invitati figurano: Adel Abdessemed, Marcel Broodthaers, Maurizio Cattelan, Dan
Flavin, Subodh Gupta, David Hammons, Roni Horn, Thomas Houseago, Donald Judd,
Edward Kienholz, Jeff Koons, Paul McCarthy, Julie Mehretu, Bruce Nauman, Sigmar
Polke, Thomas Shütte, Elaine Sturtevant, Tatiana Trouvé, Chen Zhen.
Speciali creazioni di Julie Mehretu e di Tatiana Trouvé saranno appositamente realizzate per la
sede di Punta della Dogana.
3
INTRODUZIONE DI MARTIN BETHENOD, DIRETTORE DI PALAZZO GRASSI E
PUNTA DELLA DOGANA
L’apertura delle due prossime esposizioni, Elogio del dubbio a Punta della Dogana il 10 aprile, e Il Mondo
vi appartiene a Palazzo Grassi il 2 giugno, segna i cinque anni di attività di Palazzo Grassi, inaugurato da
François Pinault e dal sindaco di Venezia nell’aprile 2006, e il debutto di una nuova stagione nella
programmazione dell’insieme di Palazzo Grassi e Punta della Dogana – François Pinault Foundation.
Una giovane istituzione che, nonostante la brevità della sua storia, può vantare al suo attivo un
considerevole curriculum: la riapertura di Palazzo Grassi rinnovato da Tadao Ando e le esposizioni che vi
si sono succedute: Where Are We Going?, La Collezione François Pinault; Una selezione Post-Pop;
Picasso, la joie de vivre, 1945-1948, Sequence 1: pittura e scultura nella Collezione François Pinault;
Roma e i Barbari: la nascita di un nuovo mondo; Italics. Arte Italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-
2008 ; sino a Mapping the Studio che nel 2009 ha segnato l’apertura del centro d’arte contemporanea di
Punta della Dogana, accolto dal mondo intero tra i principali avvenimenti artistici, cultuali e
d’architettura a livello internazionale. Sono più di un milione e trecentomila i visitatori accolti nelle due
sedi, nel corso di questi anni.
Dopo il grande successo - testimoniato da un numero di visitatori che sfiora oggi i cinquecentomila - di
Mapping the Studio, mostra che si è sviluppata come un progetto unitario nella doppia sede di Palazzo
Grassi e Punta della Dogana, abbiamo deciso di dare avvio a una nuova struttura di programmazione
espositiva, pensata in modo specifico per ciascuno dei due luoghi. Una scelta che risponde a molteplici
obiettivi.
Moltiplicare lo sguardo sulla collezione François Pinault, valorizzandone la ricchezza e la
varietà estetica, tematica, geografica, e proponendo al grande pubblico e agli specialisti del settore
punti di vista sempre nuovi. Assicurare a Venezia una programmazione espositiva permanente
(rimanendo aperto Palazzo Grassi durante i lavori di allestimento a Punta della Dogana e viceversa), al
fine di garantire una programmazione culturale senza interruzioni , tra laboratori didattici, conferenze,
incontri e appuntamenti per il pubblico.
Articolare, tra Palazzo Grassi e Punta della Dogana, un ritmo differente nella
programmazione delle due sedi, così da rendere possibile la costruzione di un equilibrio tra aspetti
complementari ma egualmente essenziali: la permanenza e il rinnovamento, l’azione in profondità e
l’animazione, il lungo periodo e l’evento. Proprio nella stessa logica insita nel progetto iniziale, legato
alla presentazione permanente di opere della Collezione, il centro d’arte contemporanea di Punta della
Dogana funzionerà secondo un ritmo ampio, simile a quello impresso dai grandi musei internazionali per
la rotazione degli allestimenti (senza escludere la possibilità che sale specifiche siano oggetto di
progetti speciali). Così, Elogio del Dubbio sarà presentata sino a dicembre 2012. Palazzo Grassi, invece,
si caratterizzerà per un ritmo più rapido e con un ruolo più trainante rispetto agli appuntamenti. Il
programma delle esposizioni temporanee che faranno seguito a Il Mondo vi appartiene, aperta a Palazzo
Grassi sino a dicembre 2011, sarà presentato nel corso dei prossimi mesi.
4
Elogio del Dubbio e Il Mondo vi appartiene proporranno dunque due punti di vista molto
differenti tra loro, rispetto alla creazione artistica contemporanea: più introspettivo e
incentrato sul rapporto con il nostro tempo, per Elogio del Dubbio; più aperto alla diversità del mondo e
focalizzato sul rapporto con lo spazio, per Il Mondo vi appartiene. Per assicurare a questo doppio progetto
la necessaria profonda complementarietà, François Pinault ha scelto di affidare l’incarico per la cura di
entrambe le esposizioni a Caroline Bourgeois. Attraverso numerosi progetti, sia al Centro d’arte di Plateau
a Parigi (l’Argent, Archipeinture, Adel Abdessemed, Joan Jonas, Valie Export, Cao Fei…), sia nell’ambito
delle grandi esposizioni itineranti della Collezione François Pinault, a Lille (Passage du Temps, 2007), a
Mosa (Un certain état du monde, 2009) o a Dinard (Qui a peur des artistes?, 2009), Caroline Bourgeois ha
dimostrato qualità molto preziose per questo tipo di incarico: un approccio rigoroso e sensibilità all’arte
del nostro tempo, il rifiuto della spettacolarizzazione, l’attenzione alla diversità.
Tengo molto, infine, a insistere sull’importanza che assegniamo e continueremo ad assegnare allo
sviluppo delle attività culturali legate alla programmazione espositiva. Questa attività privilegerà il
principio della presenza e della parola: quella dei critici, degli universitari, degli scrittori e, soprattutto,
quella degli artisti. I cataloghi delle mostre di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana, d’ora in avanti,
terranno conto di una politica sistematica di incontri esclusivi di ciascun artista con uno specialista
esperto (una trentina, dalla primavera 2011), capace quindi di costituire molto rapidamente un corpus di
riferimento unico.
Per quanto attiene al calendario di appuntamenti, il programma intitolato «L’Opera Parla»
(incontri settimanali dedicati a singole opere o artisti realizzati in collaborazione con i docenti di IUAV,
Ca’ Foscari e Accademia di Belle Arti di Venezia, che riscuotono un grande successo), sarà proseguito
e amplificato, così come la fortunata serie di incontri mensili con i grandi scrittori italiani e
internazionali “Storie dell’Arte”. A partire dalla primavera 2011, daremo inizio a un ciclo di incontri
con gli artisti presenti nelle due esposizioni, a cadenza mensile. Infine, nel prossimo mese di
settembre, daremmo avvio a un programma di proiezioni di film d’artista, in collaborazione con
l’Università di Ca’ Foscari.
Attraverso l’insieme di queste e molte altre iniziative regolari (ad esempio, il programma didattico
st_art che propone 25 diversi laboratori, di cui quest’anno ben 14 totalmente nuovi) o puntuali (grazie
all’attivazione di collaborazioni con partner diversi, da Veneto Jazz Festival a Slow Food), la nostra
ambizione è di mettere in risalto e dimostrare che i musei non sono solamente dei contenitori o raccolte
di opere, per quanto straordinarie esse siano: i musei sono anche luoghi di creazione, di incontro, di
scambio, di ricerca; crocevia fra pubblici, e devono essere quindi aperti al loro ambiente, locale e
internazionale, urbano e culturale. Musei come “case”, vive e accoglienti.
Martin Bethenod
Direttore di Palazzo Grassi e Punta della Dogana
5
IL PERCORSO DELLA MOSTRA “ELOGIO DEL DUBBIO’. PRESENTAZIONE DI
CAROLINE BOURGEOIS, CURATRICE DELL’ESPOSIZIONE
La mostra Elogio del Dubbio propone un percorso tematico sulla forza e sulla fragilità della condizione
umana, a partire da una selezione di opere della Collezione François Pinault.
Appoggiandosi a opere intensamente emblematiche degli anni Sessanta la mostra, che si sviluppa sino a
comprendere i lavori più contemporanei, tende a celebrare il dubbio nei suoi aspetti più dinamici, ovvero
la sua forza nello sfidare i pregiudizi, le convinzioni, le certezze. L’idea è di aprire il campo a tutti gli
interrogativi possibili per valicare i limiti che ognuno di noi si pone, tentando di reinventare lo sguardo
che abbiamo su noi stessi e sul mondo che ci circonda.
La specificità dell’architettura di Punta della Dogana costituisce un’ulteriore accentuazione. Ogni artista
è presentato nell’ambito di uno spazio dedicato e tuttavia aperto agli altri, grazie alle trasparenze e ai
passaggi propri di quel luogo. Questa connessione continua contribuisce a creare un originale confronto
tra i differenti punti di vista espressi (radicali, impegnati, sensibili, insolenti…).
Questa esposizione bene illustra la passione e l’impegno del collezionista François Pinault che ha
l’audacia di uscire dai percorsi più evidenti e più prevedibili. La mostra rende testimonianza anche circa
il livello di implicazione degli artisti nella realizzazione delle opere in situ, in particolar modo per Julie
Mehretu e Tatiana Trouvé, e della speciale partecipazione attiva di alcuni di loro alla selezione delle
opere.
L’approccio minimale delle sculture di Donald Judd e Dan Flavin, all’ingresso in mostra, tende a
fondere l’estetica nella sensazione, mentre i trofei deviati di Maurizio Cattelan e David Hammons,
divenuti ormai emblematici della prima sala di Punta della Dogana, tentano di afferrare il senso di
questa insopprimibile voglia di possesso, segno esteriore di un certo potere.
Nell’ambito di un’altra sequenza, Roxy di Edward Kienholz, prima installazione dell’artista (1962) e
caposaldo della storia dell’arte contemporanea, si interroga sulle pulsioni inespresse dell’uomo.
L’artista getta una luce cruda su certe realtà attraverso la riproduzione di una casa di tolleranza,
mostrandone la brutalità. Con lo stesso spirito Paul McCarthy porta uno sguardo ironico su clichés
come la donna-oggetto e l’uomo conquistatore.
La questione della violenza di gruppo è approcciata da una figura “tutelare”, Marcel Broodthaers, che
con Decor propone la messa in scena dei resti del teatro delle nostre guerre, mentre un giovane artista,
Thomas Houseago, presentato qui per la prima volta, riprende l’idea della figura umana nella sua
assurdità.
Al limite tra la solidità e una straordinaria fragilità, Well and Truly (2010) di Roni Horn propone
un’esperienza fisica che scuote tutte le certezze identitarie. Il gruppo dei nove giacenti di Maurizio
Cattelan All (2008) invita alla riflessione sull’annientamento dell’individualità nella morte.
6
Come prolungamento a queste domande esistenziali, le installazioni di Chen Zhen affrontano le
nozioni di tradizione, esilio, sopravvivenza.
Proseguendo, Thomas Schütte, con le sue fantomatiche figure, prende in esame la complessità delle
relazioni tra lo spazio privato, soggettivo, e lo spazio pubblico, inevitabilmente politico.
L’eccezionale insieme di Sigmar Polke, Axial Age, che a Punta della Dogana sembra aver trovato la
propria naturale dimensione, si appoggia su riferimenti classici per bruciarne la temporalità.
Elaine Sturtevant, facendo sua l’esposizione storica e iconica di Marcel Duchamp, propone un
dibattito sulla questione dell’originalità, dall’aura e del potere (mascolino) dell’oggetto come opera
d’arte. La nozione di oggetto e del suo statuto nell’arte è successivamente affrontata dalla serie Popeye
di Jeff Koons, attraverso la proposizione in chiave “pop” di una vita ideale, oppure, secondo tutt’altre
modalità, nelle opere di Subodh Gupta, che si interroga sul mondo globale e multiculturale nel quale
viviamo.
La grande sala centrale di Punta della Dogana, detta comunemente “Cubo”, accoglie una delle due
produzioni appositamente commissionate per la mostra, quella di Julie Mehretu. L’artista ha
realizzato due grandi quadri, che si nutrono di un lungo lavoro di ricerca sulla storia della città di
Venezia, sulla sua architettura e le sue radici, ma anche sulla storia dell’arte e della filosofia
rinascimentale.
L’altra opera appositamente concepita e prodotta per l’esposizione è quella di Tatiana Trouvé.
Catalizzando l’attenzione sulla nozione di lavoro, sulla percezione di “fuori” e “dentro”, sulle tracce del
tempo, l’artista si è appropriata del solo spazio che ricorda la destinazione d’uso iniziale della Dogana
da Mar (luogo di entrata e di uscita delle merci), ripensato come luogo di passaggio delle sue stesse
opere e dei loro fantasmi.
Adel Abdessemed affronta le conseguenze dei gesti o delle riflessioni, spesso politiche, traducendo in
“opera” le questioni della nostra epoca.
A Elaine Sturtevant è affidato il compito dell’ultima parola, alla fine del percorso, con un ambiente
ispirato a Felix Gonzalez Torres e il video Finite Infinite (2010) che ci mostra un cane la cui corsa sfrenata
rinvia ad alcune delle nostre vane ossessioni.
Caroline Bourgeois
Curatrice dell’esposizione
7
ELENCO DEGLI ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO E BREVI BIOGRAFIE.
• ADEL ABDESSEMED
Nato nel 1971 a Constantine, Algeria. Vive e lavora a Parigi, Francia.
• MARCEL BROODTHAERS
Nato nel 1924 a Bruxelles, Belgio. Scomparso nel 1976.
• MAURIZIO CATTELAN
Nato nel 1960 a Padova, Italia. Vive e lavora tra Milano e New York.
• DAN FLAVIN
Nato nel 1933 a New York, USA. Scomparso nel 1966.
• SUBODH GUPTA
Nato nel 1964 a Khagaul, Inde. Vive e lavora a Nuova Delhi, India.
• DAVID HAMMONS
Nato nel 1943 a Springfield, USA. Vive e lavora a Los Angeles, USA.
• RONI HORN
Nata nel 1955 a New York, USA. Vive e lavora a New York.
• THOMAS HOUSEAGO
Nato nel 1972 a Leeds, Inghilterra. Vive e lavora a Los Angeles, USA.
• DONALD JUDD
Nato nel 1928 a Excelsior Springs, USA. Scomparso nel 1994.
• EDWARD KIENHOLZ
Nato nel 1927 a Fairfield, USA. Scomparso nel 1994.
• JEFF KOONS
Nato nel 1955 a York, USA. Vive e lavora a New York, USA.
• PAUL MCCARTHY
Nato nel 1945 a Salt Lake City, USA. Vive e lavora a Los Angeles, USA.
• JULIE MEHRETU
Nata nel 1970 ad Addis Abeba, Etiopia. Vive e lavora a New York, USA.
8
• BRUCE NAUMAN
Nato nel 1941 a Fort Wayne, USA. Vive e lavora a Galisteo, USA.
• SIGMAR POLKE
Nato nel 1941 a Olesnica, Polonia. Scomparso nel 2010.
• THOMAS SHÜTTE
Nato nel 1954 a Oldenbourg, Germania. Vive e lavora a Düsseldorf, Germania.
• ELAINE STURTEVANT
Nata nel 1930 a Lakewood, USA. Vive e lavora tra Parigi e New York.
• TATIANA TROUVE
Nata nel 1968 a Cosenza, Italia. Vive e lavora a Parigi, Francia.
• CHEN ZHEN
Nato nel 1955 a Shanghai, Cina. Scomparso nel 2000.
9
IL CATALOGO
Il Catalogo dell’esposizione è edito da Electa.
240 pagine.
Versione unica in 3 lingue (Italiano/Francese/Inglese).
Il catalogo raccoglie l’iconografia completa delle opere in mostra e le interviste con tutti gli
artisti viventi presentati in Elogio del Dubbio.
Interviste realizzate da:
Elisabeth Lebovici
Elena Geuna
Michele Robecchi
Peter Nagy
Alison Gingeras
Clemens Krümmel
Joan Simon
Paul Schimmel
Ulrich Loock
Bernard Blistène
Francesca Pietropaolo
della Dogana – François Pinault Foudation ha accolto dall’apertura a giugno 2009 sino a oggi e la mostra
Mapping the Studio: Artisti dalla Collezione François Pinault è risultata l’esposizione di arte
contemporanea più visitata in Italia nel 2010. La mostra, che lo scorso 10 gennaio ha chiuso le sue porte
a Punta della Dogana, proseguirà sino al 10 aprile nella sede di Palazzo Grassi.
D’ora in avanti, Palazzo Grassi e Punta della Dogana scandiranno la loro programmazione espositiva
secondo due ritmi distinti: Punta della Dogana, fedele alla sua destinazione legata alla presentazione
permanente di opere della Collezione, seguirà un ritmo ampio, simile a quello adottato dai grandi musei
internazionali per la rotazione degli allestimenti, mentre Palazzo Grassi si caratterizzerà per una ritmica
più rapida e con un ruolo di maggior evidenza rispetto agli appuntamenti.
Il 10 aprile 2011, la François Pinault Foundation presenta a Punta della Dogana una
nuova esposizione, intitolata Elogio del dubbio.
La mostra, curata da Caroline Bourgeois su incarico affidatole da François Pinault, raccoglierà opere
storiche e nuove produzioni che indagano la sfera del turbamento, la messa in discussione delle
certezze in tema d’identità, il rapporto tra la dimensione intima, personale, e quella dell’opera.
Il prossimo 2 giugno 2011, la Fondazione François Pinault presenterà a Palazzo Grassi Il Mondo vi
appartiene. Questa esposizione, sempre curata da Caroline Bourgeois, proporrà un diverso punto di
vista, mettendo in discussione i limiti tradizionali della geografia e dell’arte e il nostro rapporto tra
l’”altro” e il mondo. La mostra raccoglierà le opere di una quarantina di artisti provenienti da 20 paesi
con una selezione di opere la maggior parte delle quali mai mostrate nelle precedenti esposizioni della
Collezione François Pinault.
Caroline Bourgeois ha curato numerose esposizioni internazionali, tra cui Valie Export (2003), Joan Jonas
(2005), Loris Gréaud (2006), Adel Abdessemed (2007), l’Argent (2008), Cao Fei (2008), come pure
numerose mostre della Collezione François Pinault all’estero: Passage du Temps (2007) a Lille, Un
certain Etat du Monde (2009) a Mosca, Qui a peur des artistes? (2009) a Dinard.
La mostra Elogio del dubbio presenterà una selezione di opere realizzate da circa venti artisti, più della
metà delle quali mai mostrate nelle precedenti esposizioni della Collezione François Pinault a Venezia.
Tra gli artisti invitati figurano: Adel Abdessemed, Marcel Broodthaers, Maurizio Cattelan, Dan
Flavin, Subodh Gupta, David Hammons, Roni Horn, Thomas Houseago, Donald Judd,
Edward Kienholz, Jeff Koons, Paul McCarthy, Julie Mehretu, Bruce Nauman, Sigmar
Polke, Thomas Shütte, Elaine Sturtevant, Tatiana Trouvé, Chen Zhen.
Speciali creazioni di Julie Mehretu e di Tatiana Trouvé saranno appositamente realizzate per la
sede di Punta della Dogana.
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INTRODUZIONE DI MARTIN BETHENOD, DIRETTORE DI PALAZZO GRASSI E
PUNTA DELLA DOGANA
L’apertura delle due prossime esposizioni, Elogio del dubbio a Punta della Dogana il 10 aprile, e Il Mondo
vi appartiene a Palazzo Grassi il 2 giugno, segna i cinque anni di attività di Palazzo Grassi, inaugurato da
François Pinault e dal sindaco di Venezia nell’aprile 2006, e il debutto di una nuova stagione nella
programmazione dell’insieme di Palazzo Grassi e Punta della Dogana – François Pinault Foundation.
Una giovane istituzione che, nonostante la brevità della sua storia, può vantare al suo attivo un
considerevole curriculum: la riapertura di Palazzo Grassi rinnovato da Tadao Ando e le esposizioni che vi
si sono succedute: Where Are We Going?, La Collezione François Pinault; Una selezione Post-Pop;
Picasso, la joie de vivre, 1945-1948, Sequence 1: pittura e scultura nella Collezione François Pinault;
Roma e i Barbari: la nascita di un nuovo mondo; Italics. Arte Italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-
2008 ; sino a Mapping the Studio che nel 2009 ha segnato l’apertura del centro d’arte contemporanea di
Punta della Dogana, accolto dal mondo intero tra i principali avvenimenti artistici, cultuali e
d’architettura a livello internazionale. Sono più di un milione e trecentomila i visitatori accolti nelle due
sedi, nel corso di questi anni.
Dopo il grande successo - testimoniato da un numero di visitatori che sfiora oggi i cinquecentomila - di
Mapping the Studio, mostra che si è sviluppata come un progetto unitario nella doppia sede di Palazzo
Grassi e Punta della Dogana, abbiamo deciso di dare avvio a una nuova struttura di programmazione
espositiva, pensata in modo specifico per ciascuno dei due luoghi. Una scelta che risponde a molteplici
obiettivi.
Moltiplicare lo sguardo sulla collezione François Pinault, valorizzandone la ricchezza e la
varietà estetica, tematica, geografica, e proponendo al grande pubblico e agli specialisti del settore
punti di vista sempre nuovi. Assicurare a Venezia una programmazione espositiva permanente
(rimanendo aperto Palazzo Grassi durante i lavori di allestimento a Punta della Dogana e viceversa), al
fine di garantire una programmazione culturale senza interruzioni , tra laboratori didattici, conferenze,
incontri e appuntamenti per il pubblico.
Articolare, tra Palazzo Grassi e Punta della Dogana, un ritmo differente nella
programmazione delle due sedi, così da rendere possibile la costruzione di un equilibrio tra aspetti
complementari ma egualmente essenziali: la permanenza e il rinnovamento, l’azione in profondità e
l’animazione, il lungo periodo e l’evento. Proprio nella stessa logica insita nel progetto iniziale, legato
alla presentazione permanente di opere della Collezione, il centro d’arte contemporanea di Punta della
Dogana funzionerà secondo un ritmo ampio, simile a quello impresso dai grandi musei internazionali per
la rotazione degli allestimenti (senza escludere la possibilità che sale specifiche siano oggetto di
progetti speciali). Così, Elogio del Dubbio sarà presentata sino a dicembre 2012. Palazzo Grassi, invece,
si caratterizzerà per un ritmo più rapido e con un ruolo più trainante rispetto agli appuntamenti. Il
programma delle esposizioni temporanee che faranno seguito a Il Mondo vi appartiene, aperta a Palazzo
Grassi sino a dicembre 2011, sarà presentato nel corso dei prossimi mesi.
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Elogio del Dubbio e Il Mondo vi appartiene proporranno dunque due punti di vista molto
differenti tra loro, rispetto alla creazione artistica contemporanea: più introspettivo e
incentrato sul rapporto con il nostro tempo, per Elogio del Dubbio; più aperto alla diversità del mondo e
focalizzato sul rapporto con lo spazio, per Il Mondo vi appartiene. Per assicurare a questo doppio progetto
la necessaria profonda complementarietà, François Pinault ha scelto di affidare l’incarico per la cura di
entrambe le esposizioni a Caroline Bourgeois. Attraverso numerosi progetti, sia al Centro d’arte di Plateau
a Parigi (l’Argent, Archipeinture, Adel Abdessemed, Joan Jonas, Valie Export, Cao Fei…), sia nell’ambito
delle grandi esposizioni itineranti della Collezione François Pinault, a Lille (Passage du Temps, 2007), a
Mosa (Un certain état du monde, 2009) o a Dinard (Qui a peur des artistes?, 2009), Caroline Bourgeois ha
dimostrato qualità molto preziose per questo tipo di incarico: un approccio rigoroso e sensibilità all’arte
del nostro tempo, il rifiuto della spettacolarizzazione, l’attenzione alla diversità.
Tengo molto, infine, a insistere sull’importanza che assegniamo e continueremo ad assegnare allo
sviluppo delle attività culturali legate alla programmazione espositiva. Questa attività privilegerà il
principio della presenza e della parola: quella dei critici, degli universitari, degli scrittori e, soprattutto,
quella degli artisti. I cataloghi delle mostre di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana, d’ora in avanti,
terranno conto di una politica sistematica di incontri esclusivi di ciascun artista con uno specialista
esperto (una trentina, dalla primavera 2011), capace quindi di costituire molto rapidamente un corpus di
riferimento unico.
Per quanto attiene al calendario di appuntamenti, il programma intitolato «L’Opera Parla»
(incontri settimanali dedicati a singole opere o artisti realizzati in collaborazione con i docenti di IUAV,
Ca’ Foscari e Accademia di Belle Arti di Venezia, che riscuotono un grande successo), sarà proseguito
e amplificato, così come la fortunata serie di incontri mensili con i grandi scrittori italiani e
internazionali “Storie dell’Arte”. A partire dalla primavera 2011, daremo inizio a un ciclo di incontri
con gli artisti presenti nelle due esposizioni, a cadenza mensile. Infine, nel prossimo mese di
settembre, daremmo avvio a un programma di proiezioni di film d’artista, in collaborazione con
l’Università di Ca’ Foscari.
Attraverso l’insieme di queste e molte altre iniziative regolari (ad esempio, il programma didattico
st_art che propone 25 diversi laboratori, di cui quest’anno ben 14 totalmente nuovi) o puntuali (grazie
all’attivazione di collaborazioni con partner diversi, da Veneto Jazz Festival a Slow Food), la nostra
ambizione è di mettere in risalto e dimostrare che i musei non sono solamente dei contenitori o raccolte
di opere, per quanto straordinarie esse siano: i musei sono anche luoghi di creazione, di incontro, di
scambio, di ricerca; crocevia fra pubblici, e devono essere quindi aperti al loro ambiente, locale e
internazionale, urbano e culturale. Musei come “case”, vive e accoglienti.
Martin Bethenod
Direttore di Palazzo Grassi e Punta della Dogana
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IL PERCORSO DELLA MOSTRA “ELOGIO DEL DUBBIO’. PRESENTAZIONE DI
CAROLINE BOURGEOIS, CURATRICE DELL’ESPOSIZIONE
La mostra Elogio del Dubbio propone un percorso tematico sulla forza e sulla fragilità della condizione
umana, a partire da una selezione di opere della Collezione François Pinault.
Appoggiandosi a opere intensamente emblematiche degli anni Sessanta la mostra, che si sviluppa sino a
comprendere i lavori più contemporanei, tende a celebrare il dubbio nei suoi aspetti più dinamici, ovvero
la sua forza nello sfidare i pregiudizi, le convinzioni, le certezze. L’idea è di aprire il campo a tutti gli
interrogativi possibili per valicare i limiti che ognuno di noi si pone, tentando di reinventare lo sguardo
che abbiamo su noi stessi e sul mondo che ci circonda.
La specificità dell’architettura di Punta della Dogana costituisce un’ulteriore accentuazione. Ogni artista
è presentato nell’ambito di uno spazio dedicato e tuttavia aperto agli altri, grazie alle trasparenze e ai
passaggi propri di quel luogo. Questa connessione continua contribuisce a creare un originale confronto
tra i differenti punti di vista espressi (radicali, impegnati, sensibili, insolenti…).
Questa esposizione bene illustra la passione e l’impegno del collezionista François Pinault che ha
l’audacia di uscire dai percorsi più evidenti e più prevedibili. La mostra rende testimonianza anche circa
il livello di implicazione degli artisti nella realizzazione delle opere in situ, in particolar modo per Julie
Mehretu e Tatiana Trouvé, e della speciale partecipazione attiva di alcuni di loro alla selezione delle
opere.
L’approccio minimale delle sculture di Donald Judd e Dan Flavin, all’ingresso in mostra, tende a
fondere l’estetica nella sensazione, mentre i trofei deviati di Maurizio Cattelan e David Hammons,
divenuti ormai emblematici della prima sala di Punta della Dogana, tentano di afferrare il senso di
questa insopprimibile voglia di possesso, segno esteriore di un certo potere.
Nell’ambito di un’altra sequenza, Roxy di Edward Kienholz, prima installazione dell’artista (1962) e
caposaldo della storia dell’arte contemporanea, si interroga sulle pulsioni inespresse dell’uomo.
L’artista getta una luce cruda su certe realtà attraverso la riproduzione di una casa di tolleranza,
mostrandone la brutalità. Con lo stesso spirito Paul McCarthy porta uno sguardo ironico su clichés
come la donna-oggetto e l’uomo conquistatore.
La questione della violenza di gruppo è approcciata da una figura “tutelare”, Marcel Broodthaers, che
con Decor propone la messa in scena dei resti del teatro delle nostre guerre, mentre un giovane artista,
Thomas Houseago, presentato qui per la prima volta, riprende l’idea della figura umana nella sua
assurdità.
Al limite tra la solidità e una straordinaria fragilità, Well and Truly (2010) di Roni Horn propone
un’esperienza fisica che scuote tutte le certezze identitarie. Il gruppo dei nove giacenti di Maurizio
Cattelan All (2008) invita alla riflessione sull’annientamento dell’individualità nella morte.
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Come prolungamento a queste domande esistenziali, le installazioni di Chen Zhen affrontano le
nozioni di tradizione, esilio, sopravvivenza.
Proseguendo, Thomas Schütte, con le sue fantomatiche figure, prende in esame la complessità delle
relazioni tra lo spazio privato, soggettivo, e lo spazio pubblico, inevitabilmente politico.
L’eccezionale insieme di Sigmar Polke, Axial Age, che a Punta della Dogana sembra aver trovato la
propria naturale dimensione, si appoggia su riferimenti classici per bruciarne la temporalità.
Elaine Sturtevant, facendo sua l’esposizione storica e iconica di Marcel Duchamp, propone un
dibattito sulla questione dell’originalità, dall’aura e del potere (mascolino) dell’oggetto come opera
d’arte. La nozione di oggetto e del suo statuto nell’arte è successivamente affrontata dalla serie Popeye
di Jeff Koons, attraverso la proposizione in chiave “pop” di una vita ideale, oppure, secondo tutt’altre
modalità, nelle opere di Subodh Gupta, che si interroga sul mondo globale e multiculturale nel quale
viviamo.
La grande sala centrale di Punta della Dogana, detta comunemente “Cubo”, accoglie una delle due
produzioni appositamente commissionate per la mostra, quella di Julie Mehretu. L’artista ha
realizzato due grandi quadri, che si nutrono di un lungo lavoro di ricerca sulla storia della città di
Venezia, sulla sua architettura e le sue radici, ma anche sulla storia dell’arte e della filosofia
rinascimentale.
L’altra opera appositamente concepita e prodotta per l’esposizione è quella di Tatiana Trouvé.
Catalizzando l’attenzione sulla nozione di lavoro, sulla percezione di “fuori” e “dentro”, sulle tracce del
tempo, l’artista si è appropriata del solo spazio che ricorda la destinazione d’uso iniziale della Dogana
da Mar (luogo di entrata e di uscita delle merci), ripensato come luogo di passaggio delle sue stesse
opere e dei loro fantasmi.
Adel Abdessemed affronta le conseguenze dei gesti o delle riflessioni, spesso politiche, traducendo in
“opera” le questioni della nostra epoca.
A Elaine Sturtevant è affidato il compito dell’ultima parola, alla fine del percorso, con un ambiente
ispirato a Felix Gonzalez Torres e il video Finite Infinite (2010) che ci mostra un cane la cui corsa sfrenata
rinvia ad alcune delle nostre vane ossessioni.
Caroline Bourgeois
Curatrice dell’esposizione
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ELENCO DEGLI ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO E BREVI BIOGRAFIE.
• ADEL ABDESSEMED
Nato nel 1971 a Constantine, Algeria. Vive e lavora a Parigi, Francia.
• MARCEL BROODTHAERS
Nato nel 1924 a Bruxelles, Belgio. Scomparso nel 1976.
• MAURIZIO CATTELAN
Nato nel 1960 a Padova, Italia. Vive e lavora tra Milano e New York.
• DAN FLAVIN
Nato nel 1933 a New York, USA. Scomparso nel 1966.
• SUBODH GUPTA
Nato nel 1964 a Khagaul, Inde. Vive e lavora a Nuova Delhi, India.
• DAVID HAMMONS
Nato nel 1943 a Springfield, USA. Vive e lavora a Los Angeles, USA.
• RONI HORN
Nata nel 1955 a New York, USA. Vive e lavora a New York.
• THOMAS HOUSEAGO
Nato nel 1972 a Leeds, Inghilterra. Vive e lavora a Los Angeles, USA.
• DONALD JUDD
Nato nel 1928 a Excelsior Springs, USA. Scomparso nel 1994.
• EDWARD KIENHOLZ
Nato nel 1927 a Fairfield, USA. Scomparso nel 1994.
• JEFF KOONS
Nato nel 1955 a York, USA. Vive e lavora a New York, USA.
• PAUL MCCARTHY
Nato nel 1945 a Salt Lake City, USA. Vive e lavora a Los Angeles, USA.
• JULIE MEHRETU
Nata nel 1970 ad Addis Abeba, Etiopia. Vive e lavora a New York, USA.
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• BRUCE NAUMAN
Nato nel 1941 a Fort Wayne, USA. Vive e lavora a Galisteo, USA.
• SIGMAR POLKE
Nato nel 1941 a Olesnica, Polonia. Scomparso nel 2010.
• THOMAS SHÜTTE
Nato nel 1954 a Oldenbourg, Germania. Vive e lavora a Düsseldorf, Germania.
• ELAINE STURTEVANT
Nata nel 1930 a Lakewood, USA. Vive e lavora tra Parigi e New York.
• TATIANA TROUVE
Nata nel 1968 a Cosenza, Italia. Vive e lavora a Parigi, Francia.
• CHEN ZHEN
Nato nel 1955 a Shanghai, Cina. Scomparso nel 2000.
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IL CATALOGO
Il Catalogo dell’esposizione è edito da Electa.
240 pagine.
Versione unica in 3 lingue (Italiano/Francese/Inglese).
Il catalogo raccoglie l’iconografia completa delle opere in mostra e le interviste con tutti gli
artisti viventi presentati in Elogio del Dubbio.
Interviste realizzate da:
Elisabeth Lebovici
Elena Geuna
Michele Robecchi
Peter Nagy
Alison Gingeras
Clemens Krümmel
Joan Simon
Paul Schimmel
Ulrich Loock
Bernard Blistène
Francesca Pietropaolo
08
aprile 2011
Elogio del dubbio
Dall'otto aprile al 31 dicembre 2011
arte contemporanea
Location
CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA PUNTA DELLA DOGANA
Venezia, Dorsoduro, 2, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2, (Venezia)
Biglietti
Il biglietto d’accesso per i due siti è valido tre giorni - Biglietto intero: 20€ per la visita dei 2 siti / 15€ per la visita di un sito - Biglietto ridotto 1: 17€ per la visita dei 2 siti / 12€ per la visita di un sito - Biglietto ridotto 2: 14€ per la visita dei 2 siti / 10€ per la visita di un sito Ogni mercoledì, ingresso libero per i veneziani (su presentazione di carta d’identità o tessera I MOB).
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00. Chiuso il martedì.
Chiusura delle biglietterie alle ore 18.00.
Vernissage
8 Aprile 2011, Ore 10.30 – 16.00 su accredito
Sito web
www.palazzograssi.it
Ufficio stampa
PAOLA MANFREDI
Autore
Curatore