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Eloisa Gobbo – Clandestine del sesso
Per sviluppare questo progetto, in tutte le sue sfaccettature, Eloisa Gobbo ha passato due anni a stretto contatto con prostitute di strada, con l’intento di raccogliere un’esperienza e una documentazione visiva che si allontanasse dal cliché delle prostitute viste come vittime, inevitabilmente infelici e perdute.
Comunicato stampa
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Giovedì 14 aprile 2005, alle ore 18, nello spazio promozionale della rivista Juliet, a Trieste, in via Madonna del Mare 6, s’inaugura la mostra personale di Eloisa Gobbo dal titolo Clandestine del sesso. Il titolo ci introduce al soggetto della mostra, la prostituzione, analizzato come fenomeno sociale il quale, soprattutto negli ultimi anni, si è evoluto in modo eclatante determinando allarme e disagio in vari strati della nostra società. E il tema bene si addice a questa mostra, poiché Trieste è terra di confine, nonché principale frontiera d’ingresso verso l’Italia di tutte le ragazze che arrivano clandestinamente dall’Est Europeo, con l’intento più o meno consapevole, di prostituirsi. A piedi, di notte, queste donne attraversano i valichi petrosi del Carso, lungo sentieri appena segnati nel mezzo dei boschi, accompagnate da trafficanti di persone, che come pastori con il loro gregge, conducono questa transumanza di esseri umani.
Per questo appuntamento l’artista espone una serie di lavori inediti, composti da una galleria di volti, quasi un campionario di prove allo specchio, che costruisce una sorta di narrazione per immagini, un racconto di “persone sul mercato” con le loro aspirazioni, i loro sentimenti, le delusioni e i sogni concentrati nei tratti somatici e nei loro occhi. Una serie di disegni e di dipinti dai soggetti inequivocabili completano il progetto dell’intera mostra.
Per sviluppare questo progetto, in tutte le sue sfaccettature, Eloisa Gobbo ha passato due anni a stretto contatto con prostitute di strada, con l’intento di raccogliere un’esperienza e una documentazione visiva che si allontanasse dal cliché delle prostitute viste come vittime, inevitabilmente infelici e perdute. L’artista racconta le loro storie personali da diversi punti di vista, non dimenticando i momenti di gioia e divertimento che pure fanno parte del loro quotidiano, presentandole semplicemente per quello che sono: esseri umani.
La mostra si svolge in collaborazione con il Comitato per i diritti civili delle prostitute diretto da Carla Corso e con il progetto Stella Polare di Trieste, che si occupa delle donne di strada vittime della tratta.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 maggio 2005; orario di visita: ogni martedì ore 18-21 o su appuntamento telefonando al n. 040-313425.
Eloisa Gobbo è nata nel 1969, ha studio a Padova e a Milano. Mostre personali: 2002 United we stand, No Stile, Sala Metallica, Comune di San Donà di Piave, Venezia. 2000 Container for primitive feelings, Monopoli Arte Contemporanea, Pavia. The belly button connects us to life, Galleria Estro, Padova Mostre collettive: 2004 La nostra casa non è un’automobile, Parco Foundation, Casier, Treviso. 2003 Alfabeti alternativi, Villa Carrara, Salerno. I colori della misoginia, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, San Donà di Piave, Venezia. 2002 Postcards from the Edge, Sperone Westwater, New York, USA. New York: 11 settembre. Le immagini e il tempo, Museo Civico Eremitani, Padova. No Stile, Sala Metallica, Comune di San Donà, Venezia. Premi: 2004 Concorso per la scelta di un’ opera d’arte per la scuola materna di Ravina, Trento, progetto vincitore. Alleyway mural project, Huntington, Long Island, New York, progetto finalista. Concorso per la scelta di opere d’arte per il nuovo carcere di Perugia, 1° classificato, sez. pittura. Progetto per la decorazione dell’Arena del Centro Culturale Candiani di Mestre, progetto segnalato.
Per questo appuntamento l’artista espone una serie di lavori inediti, composti da una galleria di volti, quasi un campionario di prove allo specchio, che costruisce una sorta di narrazione per immagini, un racconto di “persone sul mercato” con le loro aspirazioni, i loro sentimenti, le delusioni e i sogni concentrati nei tratti somatici e nei loro occhi. Una serie di disegni e di dipinti dai soggetti inequivocabili completano il progetto dell’intera mostra.
Per sviluppare questo progetto, in tutte le sue sfaccettature, Eloisa Gobbo ha passato due anni a stretto contatto con prostitute di strada, con l’intento di raccogliere un’esperienza e una documentazione visiva che si allontanasse dal cliché delle prostitute viste come vittime, inevitabilmente infelici e perdute. L’artista racconta le loro storie personali da diversi punti di vista, non dimenticando i momenti di gioia e divertimento che pure fanno parte del loro quotidiano, presentandole semplicemente per quello che sono: esseri umani.
La mostra si svolge in collaborazione con il Comitato per i diritti civili delle prostitute diretto da Carla Corso e con il progetto Stella Polare di Trieste, che si occupa delle donne di strada vittime della tratta.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 maggio 2005; orario di visita: ogni martedì ore 18-21 o su appuntamento telefonando al n. 040-313425.
Eloisa Gobbo è nata nel 1969, ha studio a Padova e a Milano. Mostre personali: 2002 United we stand, No Stile, Sala Metallica, Comune di San Donà di Piave, Venezia. 2000 Container for primitive feelings, Monopoli Arte Contemporanea, Pavia. The belly button connects us to life, Galleria Estro, Padova Mostre collettive: 2004 La nostra casa non è un’automobile, Parco Foundation, Casier, Treviso. 2003 Alfabeti alternativi, Villa Carrara, Salerno. I colori della misoginia, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, San Donà di Piave, Venezia. 2002 Postcards from the Edge, Sperone Westwater, New York, USA. New York: 11 settembre. Le immagini e il tempo, Museo Civico Eremitani, Padova. No Stile, Sala Metallica, Comune di San Donà, Venezia. Premi: 2004 Concorso per la scelta di un’ opera d’arte per la scuola materna di Ravina, Trento, progetto vincitore. Alleyway mural project, Huntington, Long Island, New York, progetto finalista. Concorso per la scelta di opere d’arte per il nuovo carcere di Perugia, 1° classificato, sez. pittura. Progetto per la decorazione dell’Arena del Centro Culturale Candiani di Mestre, progetto segnalato.
14
aprile 2005
Eloisa Gobbo – Clandestine del sesso
Dal 14 aprile al 31 maggio 2005
arte contemporanea
Location
SPAZIO JULIET
Trieste, Via Della Madonna Del Mare, 6, (Trieste)
Trieste, Via Della Madonna Del Mare, 6, (Trieste)
Orario di apertura
ogni martedì ore 18-21 o su appuntamento
Vernissage
14 Aprile 2005, ore 18
Autore
Curatore