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Emanuel Licha – nothing less, nothing more, just transformed
La casa, intesa come luogo riservato e protettivo, è stata il soggetto di molte opere di Emanuel Licha. Canadese di nascita, francese di adozione ma appartenente a una famiglia di origini variegate, lartista indaga, attraverso il tema dell’abitare.
Comunicato stampa
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Molte cose è casa; è riferimento primo dellidentificazione individuale e sociale, luogo fisico ma anche mentale, capace di comunicare il nostro vivere e il nostro inconscio; è spazio della sicurezza, delle relazioni più profonde, della condivisione più intima, dei momenti di solitudine e di affettività; simbolo primario della nostra immaginazione, la casa è contenitore assimilabile al corpo femminile: sta per matrice, per ventre materno. Casa è, con le parole di Olivier Marc in Psicoanalisi della casa, la più perfetta espressione del Sé.
La casa, intesa come luogo riservato e protettivo, è stata il soggetto di molte opere di Emanuel Licha. Canadese di nascita, francese di adozione ma appartenente a una famiglia di origini variegate, lartista indaga, attraverso il tema dellabitare, la relazione delluomo con la parte più profonda, più intima di sé, con le proprie radici, con le proprie origini culturali e biologiche.
Ma da alcuni anni, da quando, cioè, Licha ha cominciato a frequentare i Balcani, le case che compaiono nel suo lavoro hanno perso ogni aspetto seduttivo, ogni carattere di armonia; fatte ormai di materiali da costruzione riciclati, sono oggetti paradossali, feriti, incapaci ormai di accogliere.
Si tratta di case-trappole che si aprono allimprovviso lasciando il loro abitante esposto e indifeso per poi richiudersi ingabbiandolo; che respirano come ventri materni, ma così facendo il loro interno si estroverte e si rende inabitabile; o che esplodono verso lalto a mo di stantuffo come ad espellere i propri inquilini.
E questo il caso di Blow up, linstallazione realizzata appositamente per questa mostra: sorta di rifugio quadrato privo dingresso e di tetto, questa casa fatta di lamiere metalliche e altri materiali di recupero è tappezzata allinterno di un materiale tessile che riprende motivi tipici delle tappezzerie domestiche. A tratti una forte emissione daria fa pulsare violentemente il tessuto spingendolo verso lalto. Se allinterno della casa fossero rimasti degli abitanti, dice Licha, in questo momento verrebbero irrimediabilmente espulsi. Si passa dunque da una situazione in cui la casa è abitabile e può ancora proteggere, a uno stato in cui è inabitabile, in cui si viene espulsi, consegnati agli agenti esterni.
Oltre a Blow up lartista esporrà un video dal titolo In and Out e alcune fotografie della serie Sans se retourner.
La mostra è affiancata, nella sala video, da una rassegna internazionale di video d'artista che offre ai visitatori altri punti di vista sullo stesso argomento.
La manifestazione è organizzata con il sostegno e la collaborazione di:
Comune di Milano Settore Giovani
Centre Culturel Français de Milan
L'ambasciata del Canada
Agenzia Culturale del Quebec in Italia.
La casa, intesa come luogo riservato e protettivo, è stata il soggetto di molte opere di Emanuel Licha. Canadese di nascita, francese di adozione ma appartenente a una famiglia di origini variegate, lartista indaga, attraverso il tema dellabitare, la relazione delluomo con la parte più profonda, più intima di sé, con le proprie radici, con le proprie origini culturali e biologiche.
Ma da alcuni anni, da quando, cioè, Licha ha cominciato a frequentare i Balcani, le case che compaiono nel suo lavoro hanno perso ogni aspetto seduttivo, ogni carattere di armonia; fatte ormai di materiali da costruzione riciclati, sono oggetti paradossali, feriti, incapaci ormai di accogliere.
Si tratta di case-trappole che si aprono allimprovviso lasciando il loro abitante esposto e indifeso per poi richiudersi ingabbiandolo; che respirano come ventri materni, ma così facendo il loro interno si estroverte e si rende inabitabile; o che esplodono verso lalto a mo di stantuffo come ad espellere i propri inquilini.
E questo il caso di Blow up, linstallazione realizzata appositamente per questa mostra: sorta di rifugio quadrato privo dingresso e di tetto, questa casa fatta di lamiere metalliche e altri materiali di recupero è tappezzata allinterno di un materiale tessile che riprende motivi tipici delle tappezzerie domestiche. A tratti una forte emissione daria fa pulsare violentemente il tessuto spingendolo verso lalto. Se allinterno della casa fossero rimasti degli abitanti, dice Licha, in questo momento verrebbero irrimediabilmente espulsi. Si passa dunque da una situazione in cui la casa è abitabile e può ancora proteggere, a uno stato in cui è inabitabile, in cui si viene espulsi, consegnati agli agenti esterni.
Oltre a Blow up lartista esporrà un video dal titolo In and Out e alcune fotografie della serie Sans se retourner.
La mostra è affiancata, nella sala video, da una rassegna internazionale di video d'artista che offre ai visitatori altri punti di vista sullo stesso argomento.
La manifestazione è organizzata con il sostegno e la collaborazione di:
Comune di Milano Settore Giovani
Centre Culturel Français de Milan
L'ambasciata del Canada
Agenzia Culturale del Quebec in Italia.
15
aprile 2004
Emanuel Licha – nothing less, nothing more, just transformed
Dal 15 aprile al 06 maggio 2004
arte contemporanea
Location
CAREOF – FABBRICA DEL VAPORE
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Orario di apertura
dalle 15 alle 19
Vernissage
15 Aprile 2004, ore 18,30