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Emanuela Franchin – Nel cuore profondo dell’emozione
Espressione concentrata sulla forza esplosiva del colore e sulla sua funzione evocativa dove sogno e memoria, verità e trasfigurazione si fondono in una sola ed unica atmosfera fatta di emozioni e silenzi che conduce inevitabilmente lo spettatore verso la riflessione e il lirico raccoglimento
Comunicato stampa
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Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura alle ore 18, la mostra personale di Emanuela Franchin dal titolo “Nel cuore profondo dell’emozione”
Quello di Emanuela è un gradito ritorno a Piacenza dopo le belle mostre che qui ha tenuto lo scorso anno: ricordiamo la sua personale allo STUDIO C, poi un’altra esposizione presso gli Amici dell’Arte e quindi un interessante e coinvolgente “incontro con l’artista”, sempre nella sede degli “Amici dell’Arte”, condotto dal sottoscritto e dal prof. Luigi Galli.
Ancora una volta, dunque, torno a parlare di Emanuela Franchin, ma ogni volta è come se fosse la prima perché quest’artista possiede la straordinaria capacità di stupirti sempre, di essere sempre uguale e sempre diversa: uguale nella tecnica e nell’ispirazione, nello stile e nelle tematiche, diversa nelle soluzioni cromatiche, nell’uso tumultuoso della materia, nel tocco poetico che illumina e muove i soggetti.
Nata a Vigonovo, in provincia di Venezia, dove anche attualmente vive e lavora, Emanuela Franchin è un'artista di lunga esperienza e dall'ampio e articolato curriculum critico-espositivo. Tra le sue innumerevoli esperienze anche l'adesione al “Metaformismo” di Giulia Sillato per la sua straordinaria capacità di interpretare la forma, per la libertà del gesto e la fluidità del segno. Un'espressione fortemente autonoma e personale, quella di Emanuela Franchin, iniziata parecchi anni fa prima sotto l'abile guida di Maurizio Piovan, poi di Mario Salvo e, successivamente, la frequentazione di valenti ed affermati artisti. Dopo un avvio figurativo caratterizzato da un'espressione di carattere prevalentemente naturalistico, la nostra artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche, dell'Espressionismo lirico e dell'Informale, soprattutto, iniziando quindi una profonda metamorfosi tecnico-espressiva, una fase di straordinario mutamento estetico-formale fatto di colore, gesto e materia. Ne è una chiara dimostrazione questa mostra dove l’artista presenta una serie di opere tutta rivolta all’interiorità, all’ascolto delle voci misteriose e segrete dell’animo umano. Qui la stesura è corposa e materica ma il risultato finale risulta delicato e leggero, sensuale e poetico: c’è, in quest’artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione veneta, riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l'uso libero e spontaneo della materia pittorica. Espressione tutta concentrata sulla forza esplosiva del colore e sulla sua funzione evocativa dove sogno e memoria, verità e trasfigurazione si fondono in una sola ed unica atmosfera fatta di emozioni e silenzi che conduce inevitabilmente lo spettatore verso la riflessione e il lirico raccoglimento. L'arte di Emanuela Franchin, insomma, porta dentro di sé tracce indelebili di raffinate vibrazioni che appartengono solo ed esclusivamente a quei rari artisti in grado di osservare la realtà e l'esistenza con sguardo poetico e infinito sentimento. Ma quello che più colpisce, nell'espressione di Emanuela Franchin, è la sua tecnica, il suo modo di procedere e di lavorare perché la nostra artista non si serve dei tradizionali pennelli, ma solo ed esclusivamente della spatola. E la spatola per lei è ormai diventata una cosa sola con la sua mano e il suo polso, è un docile strumento che, in modo quasi automatico, ubbidisce alla sua volontà, segue i suoi pensieri, traccia e interrompe percorsi e traiettorie. Con la spatola Emanuela Franchin stende il colore, lo plasma e lo modella, lo scava, lo toglie e lo aggiunge. Nascono così i suoi quadri, percorsi dalla materia, dalle trasparenze e dalle delicate velature. Prendono corpo in questo modo le sue creazioni, che, sempre più spesso, sembrano farsi meditate e raccolte, intime e psicologiche, vere e proprie palpitazioni emotive. Allora anche il colore della sue creazioni, percorso da solchi e ferite, diventa metafora della vita, specchio ed immagine dei nostri travagliati giorni.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 30 novembre.
Quello di Emanuela è un gradito ritorno a Piacenza dopo le belle mostre che qui ha tenuto lo scorso anno: ricordiamo la sua personale allo STUDIO C, poi un’altra esposizione presso gli Amici dell’Arte e quindi un interessante e coinvolgente “incontro con l’artista”, sempre nella sede degli “Amici dell’Arte”, condotto dal sottoscritto e dal prof. Luigi Galli.
Ancora una volta, dunque, torno a parlare di Emanuela Franchin, ma ogni volta è come se fosse la prima perché quest’artista possiede la straordinaria capacità di stupirti sempre, di essere sempre uguale e sempre diversa: uguale nella tecnica e nell’ispirazione, nello stile e nelle tematiche, diversa nelle soluzioni cromatiche, nell’uso tumultuoso della materia, nel tocco poetico che illumina e muove i soggetti.
Nata a Vigonovo, in provincia di Venezia, dove anche attualmente vive e lavora, Emanuela Franchin è un'artista di lunga esperienza e dall'ampio e articolato curriculum critico-espositivo. Tra le sue innumerevoli esperienze anche l'adesione al “Metaformismo” di Giulia Sillato per la sua straordinaria capacità di interpretare la forma, per la libertà del gesto e la fluidità del segno. Un'espressione fortemente autonoma e personale, quella di Emanuela Franchin, iniziata parecchi anni fa prima sotto l'abile guida di Maurizio Piovan, poi di Mario Salvo e, successivamente, la frequentazione di valenti ed affermati artisti. Dopo un avvio figurativo caratterizzato da un'espressione di carattere prevalentemente naturalistico, la nostra artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche, dell'Espressionismo lirico e dell'Informale, soprattutto, iniziando quindi una profonda metamorfosi tecnico-espressiva, una fase di straordinario mutamento estetico-formale fatto di colore, gesto e materia. Ne è una chiara dimostrazione questa mostra dove l’artista presenta una serie di opere tutta rivolta all’interiorità, all’ascolto delle voci misteriose e segrete dell’animo umano. Qui la stesura è corposa e materica ma il risultato finale risulta delicato e leggero, sensuale e poetico: c’è, in quest’artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione veneta, riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l'uso libero e spontaneo della materia pittorica. Espressione tutta concentrata sulla forza esplosiva del colore e sulla sua funzione evocativa dove sogno e memoria, verità e trasfigurazione si fondono in una sola ed unica atmosfera fatta di emozioni e silenzi che conduce inevitabilmente lo spettatore verso la riflessione e il lirico raccoglimento. L'arte di Emanuela Franchin, insomma, porta dentro di sé tracce indelebili di raffinate vibrazioni che appartengono solo ed esclusivamente a quei rari artisti in grado di osservare la realtà e l'esistenza con sguardo poetico e infinito sentimento. Ma quello che più colpisce, nell'espressione di Emanuela Franchin, è la sua tecnica, il suo modo di procedere e di lavorare perché la nostra artista non si serve dei tradizionali pennelli, ma solo ed esclusivamente della spatola. E la spatola per lei è ormai diventata una cosa sola con la sua mano e il suo polso, è un docile strumento che, in modo quasi automatico, ubbidisce alla sua volontà, segue i suoi pensieri, traccia e interrompe percorsi e traiettorie. Con la spatola Emanuela Franchin stende il colore, lo plasma e lo modella, lo scava, lo toglie e lo aggiunge. Nascono così i suoi quadri, percorsi dalla materia, dalle trasparenze e dalle delicate velature. Prendono corpo in questo modo le sue creazioni, che, sempre più spesso, sembrano farsi meditate e raccolte, intime e psicologiche, vere e proprie palpitazioni emotive. Allora anche il colore della sue creazioni, percorso da solchi e ferite, diventa metafora della vita, specchio ed immagine dei nostri travagliati giorni.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 30 novembre.
18
novembre 2017
Emanuela Franchin – Nel cuore profondo dell’emozione
Dal 18 al 30 novembre 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO C
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Piacenza, Via Giovanni Campesio, 39, (Piacenza)
Orario di apertura
Feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30. Lunedì giorno di chiusura.
Vernissage
18 Novembre 2017, ore 18.00
Autore
Curatore