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Emanuele Luzzati – Peter Pan e Wendy
Dopo Pinocchio nel 1996 e Alice nel paese delle meraviglie nel 1998, il grande scenografo Emanuele Luzzati (Genova 1921) oggi affronta per le Edizioni Nuages le illustrazioni di un altro grande classico della letteratura per l’infanzia.
Comunicato stampa
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Dopo Pinocchio nel 1996 e Alice nel paese delle meraviglie nel 1998, il grande scenografo Emanuele Luzzati (Genova 1921) oggi affronta per le Edizioni Nuages le illustrazioni di un altro grande classico della letteratura per l'infanzia: Peter Pan e Wendy di James M. Barrie.
In questo caso l'affascinante personaggio del bambino volante, che ha prestato il suo nome alla sempre più diffusa sindrome di chi 'non vuole crescere', viene rappresentato per una volta al di fuori dello stereotipo disneyano, che con dolce prepotenza ne ha improntato tutte le visualizzazioni sino ad oggi.
L'interpretazione che ne dà Luzzati è sorprendentemente inedita: un bambino ilare e ricciuto, dall'apparenza del tutto giocosa e svagata, perfetto interprete di un inno aereo alla leggerezza.
Nei movimentati pastelli e collage che Luzzati ha realizzato per illustrare il volume, anche l'Isola-che-non-c'è risorge nei suoi magici splendori come campo fatato di gioco, come policroma terra di sogno. E il confronto con Capitan Uncino sottolinea le sue caratteristiche di scontro psicoanalitico.
Le nuovissime immagini luzzatiane per illustrare Peter Pan e Wendy vengono esposte in due occasioni successive e collegate: dal 23 marzo al Museo Luzzati a Porta Siberia di Genova e dal 1 aprile alla Galleria Nuages di Milano.
Nel corso delle due inaugurazioni, verrà presentata la nuova preziosa edizione del romanzo.
Dalla postfazione al volume di Ferruccio Giromini:
Due caratteristiche della rilettura luzzatiana, in particolare, pongono il testo sotto una luce nuova. La prima è l'estrema autonomia di movimento delle forme: personaggi lievi e danzanti galleggiano senza peso in tutte le direzioni, spesso liberamente scontornati nella pagina bianca. Peter e i suoi amichetti non hanno mai goduto di tanto aerea leggerezza; lui è tornato ad essere, davvero, quasi uno spiritello dell'aria come la piccola compagna fatata Campanellino. E le deliziose ridondanze visuali decorative, tipiche del collage luzzatiano, segnano ritmi saltellanti da girotondo. Il tono è di favola più che d'avventura; anzi, ora di favola avventurosa e ora di avventura favolosa.
La seconda caratteristica sorprendente è il 'ringiovanimento' di Peter. L'immaginazione comune, che sappiamo marchiata e viziata da quella Disney, finora lo vedeva un ragazzino più grandicello. Qui torna indiscutibilmente bambino. Ma quanti anni ha (o almeno dimostra) Peter Pan? Undici? Cinque? Otto? Quando ha deciso che voleva smettere di crescere? Barrie non lo dice mai con precisione; neanche lui può, né vuole, assegnargli un'età precisa. Luzzati è allora perfettamente legittimato a ingentilirlo e riportarlo alle fattezze rubiconde e alle dimensioni ridotte di un puttino riccioluto. I suoi capelli in libertà non conoscono certo pettini, né forbici di barbiere! D'altronde, Barrie non ha nemmeno mai detto che Peter avesse orecchie appuntite da elfo, né che calzasse morbidi stivaletti, né che indossasse un cappellino con la penna, a metà tra Robin Hood e l'alpino. Il look impostogli da Luzzati appare quindi sconcertante alla prima occhiata, ma ad un'analisi un po' più approfondita risulta del tutto giustificato. E noi lo riscopriamo come un amoretto dallo sguardo birichino, un argentovivo deliziosamente egoista come solo ai bambini è concesso. Non è lo stesso Barrie a stigmatizzare in conclusione che 'soltanto chi è spensierato, innocente e senza cuore è capace di volare'?
In questo caso l'affascinante personaggio del bambino volante, che ha prestato il suo nome alla sempre più diffusa sindrome di chi 'non vuole crescere', viene rappresentato per una volta al di fuori dello stereotipo disneyano, che con dolce prepotenza ne ha improntato tutte le visualizzazioni sino ad oggi.
L'interpretazione che ne dà Luzzati è sorprendentemente inedita: un bambino ilare e ricciuto, dall'apparenza del tutto giocosa e svagata, perfetto interprete di un inno aereo alla leggerezza.
Nei movimentati pastelli e collage che Luzzati ha realizzato per illustrare il volume, anche l'Isola-che-non-c'è risorge nei suoi magici splendori come campo fatato di gioco, come policroma terra di sogno. E il confronto con Capitan Uncino sottolinea le sue caratteristiche di scontro psicoanalitico.
Le nuovissime immagini luzzatiane per illustrare Peter Pan e Wendy vengono esposte in due occasioni successive e collegate: dal 23 marzo al Museo Luzzati a Porta Siberia di Genova e dal 1 aprile alla Galleria Nuages di Milano.
Nel corso delle due inaugurazioni, verrà presentata la nuova preziosa edizione del romanzo.
Dalla postfazione al volume di Ferruccio Giromini:
Due caratteristiche della rilettura luzzatiana, in particolare, pongono il testo sotto una luce nuova. La prima è l'estrema autonomia di movimento delle forme: personaggi lievi e danzanti galleggiano senza peso in tutte le direzioni, spesso liberamente scontornati nella pagina bianca. Peter e i suoi amichetti non hanno mai goduto di tanto aerea leggerezza; lui è tornato ad essere, davvero, quasi uno spiritello dell'aria come la piccola compagna fatata Campanellino. E le deliziose ridondanze visuali decorative, tipiche del collage luzzatiano, segnano ritmi saltellanti da girotondo. Il tono è di favola più che d'avventura; anzi, ora di favola avventurosa e ora di avventura favolosa.
La seconda caratteristica sorprendente è il 'ringiovanimento' di Peter. L'immaginazione comune, che sappiamo marchiata e viziata da quella Disney, finora lo vedeva un ragazzino più grandicello. Qui torna indiscutibilmente bambino. Ma quanti anni ha (o almeno dimostra) Peter Pan? Undici? Cinque? Otto? Quando ha deciso che voleva smettere di crescere? Barrie non lo dice mai con precisione; neanche lui può, né vuole, assegnargli un'età precisa. Luzzati è allora perfettamente legittimato a ingentilirlo e riportarlo alle fattezze rubiconde e alle dimensioni ridotte di un puttino riccioluto. I suoi capelli in libertà non conoscono certo pettini, né forbici di barbiere! D'altronde, Barrie non ha nemmeno mai detto che Peter avesse orecchie appuntite da elfo, né che calzasse morbidi stivaletti, né che indossasse un cappellino con la penna, a metà tra Robin Hood e l'alpino. Il look impostogli da Luzzati appare quindi sconcertante alla prima occhiata, ma ad un'analisi un po' più approfondita risulta del tutto giustificato. E noi lo riscopriamo come un amoretto dallo sguardo birichino, un argentovivo deliziosamente egoista come solo ai bambini è concesso. Non è lo stesso Barrie a stigmatizzare in conclusione che 'soltanto chi è spensierato, innocente e senza cuore è capace di volare'?
01
aprile 2004
Emanuele Luzzati – Peter Pan e Wendy
Dal primo al 24 aprile 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA NUAGES
Milano, Via Del Lauro, 10, (Milano)
Milano, Via Del Lauro, 10, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 14-19
sabato 10-13 / 14-19. chiuso festivi e lunedì
Vernissage
1 Aprile 2004, ore 18
Autore