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Emergenze 5
artisti in un mondo in allarme
Comunicato stampa
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Pochi giorni fa si è conclusa a Milano emergenze, scritto proprio così, in minuscolo: un'iniziativa ampia e ambiziosa di “incontri, mostre, rassegne e progetti artistici sui temi dell'emergenza umanitaria e sociale”. Al centro del progetto una bellissima mostra, Not afraid of the dark, in cui cinque grandi artisti hanno realizzato sul tema grandi installazioni, presentate in uno spazio industriale come l'Hangar Bicocca, già fabbrica Pirelli.
L'esempio, clamoroso, non è isolato: l'ultima mostra delle Papesse di Siena, System error, “affronta argomenti difficili come la guerra, i conflitti sociali, il confronto e lo scontro etnico, politico e religioso. Un progetto espositivo che si dilata e fa il punto della situazione su conflitti di carattere planetario” (G.Pasi, in Exibart.on paper 3 - 4.2007). L'elenco potrebbe continuare.
All'idea iniziale, negli anni, Emergenze è rimasta pervicacemente fedele: dieci artisti, ogni volta nuovi e diversi, espongono le loro riflessioni sul tema in luoghi atipici, non tradizionalmente deputati ad attività artistiche, in tre località della provincia della Spezia, più o meno lontane dal capoluogo e dai luoghi di produzione e fruizione dell'arte. All'inizio, per farsi conoscere, in castelli e località prestigiose; poi sempre più in luoghi sconosciuti o misconosciuti, spesso difficili da praticare, ma sempre affascinanti e tali da modificare profondamente la percezione dei lavori e, a partire dall'edizione successiva alla prima, la loro stessa produzione. Infatti gli artisti selezionati sono invitati a progettare e a ripensare i loro lavori all'interno dell'ottica complessiva del progetto, come installazioni che si completano attraverso il rapporto col contesto, formando in alcuni casi viluppi inestricabili: l'opera esiste e vive solo nella simbiosi che scatta con l'ambiente che la ospita. Questa edizione, più delle precedenti, mira a creare un unicum in ciascuna delle sedi, per cui i lavori non sono più necessariamente gli stessi, ma di volta in volta gli artisti si riservano di cambiare la selezione e di intervenire in situ sotto l'influenza del luogo. Non più, quindi, la stessa mostra diversamente allestita in tre luoghi diversi, ma tre mostre diverse, nella maggiore varietà possibile degli strumenti e delle forme adottate.
Emergenze ha dunque una duplice anima: una artistica, certo, ma anche una in senso alto turistica, che è emersa sempre più nel tempo: scoprire la bellezza delle nature, delle architetture, dei percorsi; scoprire, anno dopo anno, vetusti palazzi malandati o disabitati, oratori sconsacrati, opifici dismessi; creuze, scorci panoramici, piazzette; usanze, costumi, tradizioni gastronomiche. Chi viene a vedere Emergenze vede delle opere d'arte, vede la loro imprevedibile interazione in allestimenti inconsueti ed eterodossi, vede degli ambienti sorprendenti e misteriosi, vede o rivede con occhi nuovi una provincia bellissima. Un'esperienza particolare che apre a emozioni estetiche e conoscitive impegnative ed originali, tali da trasmettere non solo e non tanto piacere estetico, quanto il bisogno di riflettere sui fragili ed incerti equilibri del vivere contemporaneo. Spesso queste pratiche artistiche di assoluta modernità fanno scattare un corto circuito con l'ambiente naturale ancora intatto in cui si inseriscono e stimolano dubbi sulla continuità della storia e dell'esperienza umana, sulla validità del percorso forsennatamente accelerato su cui l'umanità nel suo complesso si è avviata. Ma questo, di sollevare dubbi, di mettere in crisi, è un compito che l'arte di oggi, qualunque opinione ne si coltivi, ha raccolto e accettato.
Certo è importante che in questa avventura, nell'avventura dell'arte moderna, il visitatore sia accompagnato. E' per questo che fin dall'inizio è stata sempre messa particolare cura nel catalogo che accompagna le esposizioni: la lettura della descrizione sia del progetto complessivo che delle singole realizzazioni aiuta a cogliere ragioni e scelte non sempre evidenti di per sé. Anche la continuità del particolare progetto grafico ha accompagnato negli anni gli spettatori, sempre più numerosi e fedeli, creando dunque un'abitudine e una confidenza importanti per questo tipo di iniziative. Man mano che nel tempo Emergenze si è ripetuta e ha affinato la propria identità e la propria organizzazione, è venuta crescendo anche la mole di lavoro. La novità principale della quinta edizione è la presenza di altri due curatori, che hanno dato un prezioso apporto di competenza e di entusiasmo nelle varie fasi: la selezione degli artisti; l'individuazione dei luoghi e degli ambienti; il rapporto con gli artisti stessi e gli Enti locali coinvolti; la costruzione del catalogo. Su di loro si confida per proseguire un'esperienza poco promossa in ambito nazionale, ma capace di conquistarsi la stima e oso dire l'affetto di molti artisti e molte persone comuni.
L'esempio, clamoroso, non è isolato: l'ultima mostra delle Papesse di Siena, System error, “affronta argomenti difficili come la guerra, i conflitti sociali, il confronto e lo scontro etnico, politico e religioso. Un progetto espositivo che si dilata e fa il punto della situazione su conflitti di carattere planetario” (G.Pasi, in Exibart.on paper 3 - 4.2007). L'elenco potrebbe continuare.
All'idea iniziale, negli anni, Emergenze è rimasta pervicacemente fedele: dieci artisti, ogni volta nuovi e diversi, espongono le loro riflessioni sul tema in luoghi atipici, non tradizionalmente deputati ad attività artistiche, in tre località della provincia della Spezia, più o meno lontane dal capoluogo e dai luoghi di produzione e fruizione dell'arte. All'inizio, per farsi conoscere, in castelli e località prestigiose; poi sempre più in luoghi sconosciuti o misconosciuti, spesso difficili da praticare, ma sempre affascinanti e tali da modificare profondamente la percezione dei lavori e, a partire dall'edizione successiva alla prima, la loro stessa produzione. Infatti gli artisti selezionati sono invitati a progettare e a ripensare i loro lavori all'interno dell'ottica complessiva del progetto, come installazioni che si completano attraverso il rapporto col contesto, formando in alcuni casi viluppi inestricabili: l'opera esiste e vive solo nella simbiosi che scatta con l'ambiente che la ospita. Questa edizione, più delle precedenti, mira a creare un unicum in ciascuna delle sedi, per cui i lavori non sono più necessariamente gli stessi, ma di volta in volta gli artisti si riservano di cambiare la selezione e di intervenire in situ sotto l'influenza del luogo. Non più, quindi, la stessa mostra diversamente allestita in tre luoghi diversi, ma tre mostre diverse, nella maggiore varietà possibile degli strumenti e delle forme adottate.
Emergenze ha dunque una duplice anima: una artistica, certo, ma anche una in senso alto turistica, che è emersa sempre più nel tempo: scoprire la bellezza delle nature, delle architetture, dei percorsi; scoprire, anno dopo anno, vetusti palazzi malandati o disabitati, oratori sconsacrati, opifici dismessi; creuze, scorci panoramici, piazzette; usanze, costumi, tradizioni gastronomiche. Chi viene a vedere Emergenze vede delle opere d'arte, vede la loro imprevedibile interazione in allestimenti inconsueti ed eterodossi, vede degli ambienti sorprendenti e misteriosi, vede o rivede con occhi nuovi una provincia bellissima. Un'esperienza particolare che apre a emozioni estetiche e conoscitive impegnative ed originali, tali da trasmettere non solo e non tanto piacere estetico, quanto il bisogno di riflettere sui fragili ed incerti equilibri del vivere contemporaneo. Spesso queste pratiche artistiche di assoluta modernità fanno scattare un corto circuito con l'ambiente naturale ancora intatto in cui si inseriscono e stimolano dubbi sulla continuità della storia e dell'esperienza umana, sulla validità del percorso forsennatamente accelerato su cui l'umanità nel suo complesso si è avviata. Ma questo, di sollevare dubbi, di mettere in crisi, è un compito che l'arte di oggi, qualunque opinione ne si coltivi, ha raccolto e accettato.
Certo è importante che in questa avventura, nell'avventura dell'arte moderna, il visitatore sia accompagnato. E' per questo che fin dall'inizio è stata sempre messa particolare cura nel catalogo che accompagna le esposizioni: la lettura della descrizione sia del progetto complessivo che delle singole realizzazioni aiuta a cogliere ragioni e scelte non sempre evidenti di per sé. Anche la continuità del particolare progetto grafico ha accompagnato negli anni gli spettatori, sempre più numerosi e fedeli, creando dunque un'abitudine e una confidenza importanti per questo tipo di iniziative. Man mano che nel tempo Emergenze si è ripetuta e ha affinato la propria identità e la propria organizzazione, è venuta crescendo anche la mole di lavoro. La novità principale della quinta edizione è la presenza di altri due curatori, che hanno dato un prezioso apporto di competenza e di entusiasmo nelle varie fasi: la selezione degli artisti; l'individuazione dei luoghi e degli ambienti; il rapporto con gli artisti stessi e gli Enti locali coinvolti; la costruzione del catalogo. Su di loro si confida per proseguire un'esperienza poco promossa in ambito nazionale, ma capace di conquistarsi la stima e oso dire l'affetto di molti artisti e molte persone comuni.
24
giugno 2007
Emergenze 5
Dal 24 giugno all'otto luglio 2007
arte contemporanea
Location
CENTRO STORICO
La Spezia, (La Spezia)
La Spezia, (La Spezia)
Orario di apertura
feriali 17-19 chiuso il lunedì
sabato e domenica 11-19
visite guidate su prenotazione
Vernissage
24 Giugno 2007, ore 11
Autore
Curatore