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Emergenze del sentire
Cinque artisti in Alta Marca
Comunicato stampa
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La mostra presenta alcune significative ricerche visive originate o sviluppate in anni recenti nella parte settentrionale della provincia di Treviso, che per la collocazione geografica e l’orografia collinare si è soliti denominare Alta Marca, presso Villa Brandolini di Solighetto, una sede espositiva che ha dedicato in anni recenti una particolare attenzione all’arte del Trevigiano e del Veneto degli ultimi due secoli.
Il rapporto con il territorio è stato il criterio guida dell’esposizione, che vuole ricostruire uno spaccato significativo dell’arte contemporanea in quest’area per segnalare al pubblico personalità di rilievo che si sono affermate anche in ambiti più vasti e che meritano una lettura attenta e ravvicinata.
Attraverso un numero selezionato di presenze il progetto mette in risalto un panorama fortemente dinamico, articolato in una varietà di proposte che testimoniano percorsi motivati e originali, marcatamente propositivi rispetto ai lessici e agli stilemi che si erano diffusi e stabilizzati anche solo qualche decennio fa. E’ evidente il congedo, consapevole anche se non polemico, dall’eredità regionalistica tardo novecentesca, così come risalta una marcata volontà di confrontarsi con riferimenti e tendenze di livello internazionale.
Negli autori selezionati emergono tonalità del sentire che configurano modi del fare arte innovativi. Spiccano temi impregnati di conoscenze e risonanze emotive che rivelano tensioni, priorità e valenze specifiche nel modo di aprirsi al mondo e di proiettare socialmente affetti e desideri.
I mosaici di cristalli colorati di Stefano Curto, con i loro abbaglianti riflessi luminosi, cangianti al minimo movimento dello spettatore, utilizzano un materiale tradizionalmente associato alla decorazione per creare preziose superfici in cui trovano risalto immagini intense, a volte decisamente pop, impregnate di spiritualità e spesso connesse con tradizioni religiose.
Le “tessere” aniconiche tridimensionali di Ivan De Menis racchiudono una stratificata materia cromatica, scabra ed irregolare, ordinata in una scansione geometrica di riferimento, nelle quali la tonalità dominante lascia intravedere i passaggi e per così dire la successione temporale da cui hanno avuto origine, sotto la glassa trasparente di specchianti superfici che proteggono e fissano il divenire.
La ricerca di Luciano De Nicolo mira alla riduzione della perentorietà del segno con una vocazione ascetica dell’essenzialità, realizzata su superfici monocrome o bianche. Grafemi, collages di oggetti simbolici o di cifre altrettanto cariche di significati sollecitano la massima risonanza emotiva con la minima, evanescente, presenza, in un’esplicita tensione all’azzeramento del visibile.
I dipinti di Piero Paolo Lucchetta costituiscono una originale conferma dell’attualità del realismo in pittura. Corpi e volti che si ricollegano alla tradizione barocca tanto quanto alla fotografia e alla figurazione contemporanea tematizzano momenti di vulnerabilità, caducità e solitudine dell’umano, attestando sempre l’insopprimibile dignità e valore della persona.
I supporti poveri e irregolari di Giani Sartor vengono trasfigurati da una felicità cromatica che esprime fedeltà al compito di superare l’incertezza e di riscattare il negativo. Le sue ampie partiture tonali, scandite da sezioni orizzontali o verticali, evocatrici degli assi fondamentali dell’esistenza, brulicano di una scrittura che si nutre di poesia.
Il rapporto con il territorio è stato il criterio guida dell’esposizione, che vuole ricostruire uno spaccato significativo dell’arte contemporanea in quest’area per segnalare al pubblico personalità di rilievo che si sono affermate anche in ambiti più vasti e che meritano una lettura attenta e ravvicinata.
Attraverso un numero selezionato di presenze il progetto mette in risalto un panorama fortemente dinamico, articolato in una varietà di proposte che testimoniano percorsi motivati e originali, marcatamente propositivi rispetto ai lessici e agli stilemi che si erano diffusi e stabilizzati anche solo qualche decennio fa. E’ evidente il congedo, consapevole anche se non polemico, dall’eredità regionalistica tardo novecentesca, così come risalta una marcata volontà di confrontarsi con riferimenti e tendenze di livello internazionale.
Negli autori selezionati emergono tonalità del sentire che configurano modi del fare arte innovativi. Spiccano temi impregnati di conoscenze e risonanze emotive che rivelano tensioni, priorità e valenze specifiche nel modo di aprirsi al mondo e di proiettare socialmente affetti e desideri.
I mosaici di cristalli colorati di Stefano Curto, con i loro abbaglianti riflessi luminosi, cangianti al minimo movimento dello spettatore, utilizzano un materiale tradizionalmente associato alla decorazione per creare preziose superfici in cui trovano risalto immagini intense, a volte decisamente pop, impregnate di spiritualità e spesso connesse con tradizioni religiose.
Le “tessere” aniconiche tridimensionali di Ivan De Menis racchiudono una stratificata materia cromatica, scabra ed irregolare, ordinata in una scansione geometrica di riferimento, nelle quali la tonalità dominante lascia intravedere i passaggi e per così dire la successione temporale da cui hanno avuto origine, sotto la glassa trasparente di specchianti superfici che proteggono e fissano il divenire.
La ricerca di Luciano De Nicolo mira alla riduzione della perentorietà del segno con una vocazione ascetica dell’essenzialità, realizzata su superfici monocrome o bianche. Grafemi, collages di oggetti simbolici o di cifre altrettanto cariche di significati sollecitano la massima risonanza emotiva con la minima, evanescente, presenza, in un’esplicita tensione all’azzeramento del visibile.
I dipinti di Piero Paolo Lucchetta costituiscono una originale conferma dell’attualità del realismo in pittura. Corpi e volti che si ricollegano alla tradizione barocca tanto quanto alla fotografia e alla figurazione contemporanea tematizzano momenti di vulnerabilità, caducità e solitudine dell’umano, attestando sempre l’insopprimibile dignità e valore della persona.
I supporti poveri e irregolari di Giani Sartor vengono trasfigurati da una felicità cromatica che esprime fedeltà al compito di superare l’incertezza e di riscattare il negativo. Le sue ampie partiture tonali, scandite da sezioni orizzontali o verticali, evocatrici degli assi fondamentali dell’esistenza, brulicano di una scrittura che si nutre di poesia.
30
settembre 2012
Emergenze del sentire
Dal 30 settembre all'undici novembre 2012
arte contemporanea
Location
VILLA BRANDOLINI
Pieve Di Soligo, Piazza Libertà, 7, (Treviso)
Pieve Di Soligo, Piazza Libertà, 7, (Treviso)
Orario di apertura
venerdì e sabato 16-19; domenica 10-12 e 16-19.
Vernissage
30 Settembre 2012, h 11
Autore
Curatore