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Emersioni
Dopo un anno esatto dalla prima mostra inaugurata nella sede di Torino,
DRIM | Contemporary art ground sceglie di organizzare una evento fuoriporta, tenedo fede al suo spirito di spazio ibrido, nella suggestiva location della Chiesa di Santa Croce, edificio della prima metà del 700
Comunicato stampa
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EMERSIONI
Shirin Abedinirad, Elmira Abolhasani, Marco Andrighetto, Gianmaria Dellarossa, Alessio Degani, Michele Liuzzi, Irma Molinari, Isabel Rodriguez Ramos, Chiara Tubia, Alice Voglino, Davies Zambotti, Giulio Zanet
a cura di Marta Blanchietti e Carola Del Pizzo
opening: venerdì 8 aprile h. 17 – 21
sabato 9 e domenica 10 aprile h. 11 – 22
dal 11 al 30 aprile h. 15 – 19 su appuntamento
Chiesa di Santa Croce, via Santa Croce, 10090 San Raffaele Cimena Alto (TO)
Dopo un anno esatto dalla prima mostra inaugurata nella sede di Torino,
DRIM | Contemporary art ground sceglie di organizzare una evento fuoriporta, tenedo fede al suo spirito di spazio ibrido, nella suggestiva location della Chiesa di Santa Croce, edificio della prima metà del 700, situato nel piccolo borgo di San Raffaele Cimena Alto, a pochi chilometri da Torino. Le opere in mostra si snodano tra pittura, scultura, fotografia, video e installazione, Emersioni vede alcuni degli artisti che ci hanno accompagnati lungo il 2021 affiancare delle nuove proposte. Un punto d’incontro tra quello che è stato e quello che sarà.
Emersioni è il racconto di un movimento che comincia nell’acqua e vi resta, pur essendo intriso di un’ineludibile tensione verso l’alto. Un movimento che nasce dalla famelica speranza di un corpo di tornare a respirare e che, al contempo, scopre nell’acqua stessa un’imprescindibile alleata del suo slancio diretto al cielo. E questo non soltanto perché con le sue liquide e avvolgenti braccia essa accompagna a galla ciò che la attraversa, ma anche perché, in fondo, l’acqua è il segreto più intimo della vitalità, è madre feconda, è materia tangibile degli intangibili principi che regolano l’esistenza. La sua assenza lo rivela con più limpidezza che mai: la siccità è l’icona più vivida della morte fisica e spirituale, è la voce vuota e arida – come direbbe T. S. Eliot “drip drop drip drop drop drop drop/But there is no water” – della desolazione. Attraverso una pluralità di media e linguaggi artistici, il collettivo di artisti nazionali ed internazionali protagonista della nuova esibizione di DRIM evoca, ispirandosi a volti sia concreti sia metaforici dei paesaggi acquatici, temi lungo i quali le narrazioni umane non hanno mai smesso di navigare. Le tinte oceano dei quadri di Giulio Zanet, insieme alle onde di colore di Alice Voglino e al rumore della pioggia bresciana catturato da Alessio Degani, traghettano gli spettatori nel mezzo degli scatti di Isabel Rodriguez Ramos e Davies Zambotti, che, pur nella inevitabile staticità delle loro fotografie, riescono a restituire dei dialoghi tra corpi fluidi e avvolgenti come il mare d’estate. Ad amplificarli è Chiara Tubia, facendo danzare il gres in una forma le cui morbide insenature divengono albergo di un’armoniosa fusione tra il maschile e il femminile. L’esplorazione della fisicità e del suo dinamismo, non tralasciandone anche i movimenti più increspati, prosegue con Irma Molinari e la visual artist Shirin Abedinirad, che, consentendo al suo riflesso di immergersi nelle acque marine scosse da un delicato Zefiro, fa emergere un’inaudita conversazione tra corpo, acqua e cielo. I sussurri del mare e del vento di Shirin sono raccolti dagli scultori Michele Liuzzi ed Elmira Abolhasani: entrambi, trovando nel vetro e nella sua trasparenza l’anello di congiunzione tra mondo acquatico e celeste, riescono nell’impresa di gettare degli inattesi ponti tra la dimensione immanente della corporeità e quella invisibile e trascendente della spiritualità. Proprio sull’ineffabile, e sul suo indistricabile rapporto con la vita e con la morte del mondo, si interrogano le fotografie capovolte di Giammaria Dellarossa e i lavori del pittore e installation artist Marco Andrighetto, che, con una sinfonia di azzurri, mette in scena l’ondoso e incessante movimento tra creazione e distruzione, tra presenza e assenza, tra umano e divino.
La curatela della mostra è affidata a Exoartlab (Marta Blanchietti e Carola Del Pizzo) un duo curatoriale che nasce nel 2021. Il suo nome è un prestito da una parola centrale nel Fedro di Platone: a partire dall’ambientazione del dialogo, che si situa “exo”, “fuori” dalla cinta muraria di Atene, il Fedro è infatti un inno all’extra-ordinarietà di Socrate. Socrate è lontano dall’ordinario per il suo costante esercitarsi alla riflessione. Perché intravede la bellezza nelle pieghe del quotidiano. Perché, ancora, sa mediare tra la razionalità e la volontà di abbandonarsi alla meraviglia. L’"exo” platonico è un riassunto quanto più completo delle attività che il duo pone alla base del proprio statuto. L’aspirazione di Exo Art Lab è, per prima cosa, quella di spingersi a camminare, insieme a Socrate, “fuori dalle mura”.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Palazzo Atelié. L’associazione, fondata quattro anni fa, sta consolidando la propria azione di promozione delle Arti attraverso iniziative mirate che vanno dalle Residenze d’artista, a esposizioni e manifestazioni legate alla vita del paese. E’ così che il Palazzo sito nel vecchio borgo di San Raffaele Alto, affacciato sulla città sta diventando, grazie al lavoro di artisti e volontari, un polo di attrazione per i giovani e meno giovani in cerca di un ambiente in cui poter lavorare, interagire con il pubblico, ma anche abitare nei monolocali attrezzati. Palazzo Atelié è una nuova formula abitativa: Residenza e spazio di lavoro per artisti, ma anche molto di più. Un luogo di incontri e di scambi, un luogo dove si impara dagli altri e da se stessi, un luogo di emozioni e di scoperte, dove è bello vivere, dove si è accolti e dove si è dotati di risorse. Un momento, un altro ' spazio-tempo ' per imparare diversamente, vivere esperienze, andare in immersione, per scoprire.
Shirin Abedinirad, Elmira Abolhasani, Marco Andrighetto, Gianmaria Dellarossa, Alessio Degani, Michele Liuzzi, Irma Molinari, Isabel Rodriguez Ramos, Chiara Tubia, Alice Voglino, Davies Zambotti, Giulio Zanet
a cura di Marta Blanchietti e Carola Del Pizzo
opening: venerdì 8 aprile h. 17 – 21
sabato 9 e domenica 10 aprile h. 11 – 22
dal 11 al 30 aprile h. 15 – 19 su appuntamento
Chiesa di Santa Croce, via Santa Croce, 10090 San Raffaele Cimena Alto (TO)
Dopo un anno esatto dalla prima mostra inaugurata nella sede di Torino,
DRIM | Contemporary art ground sceglie di organizzare una evento fuoriporta, tenedo fede al suo spirito di spazio ibrido, nella suggestiva location della Chiesa di Santa Croce, edificio della prima metà del 700, situato nel piccolo borgo di San Raffaele Cimena Alto, a pochi chilometri da Torino. Le opere in mostra si snodano tra pittura, scultura, fotografia, video e installazione, Emersioni vede alcuni degli artisti che ci hanno accompagnati lungo il 2021 affiancare delle nuove proposte. Un punto d’incontro tra quello che è stato e quello che sarà.
Emersioni è il racconto di un movimento che comincia nell’acqua e vi resta, pur essendo intriso di un’ineludibile tensione verso l’alto. Un movimento che nasce dalla famelica speranza di un corpo di tornare a respirare e che, al contempo, scopre nell’acqua stessa un’imprescindibile alleata del suo slancio diretto al cielo. E questo non soltanto perché con le sue liquide e avvolgenti braccia essa accompagna a galla ciò che la attraversa, ma anche perché, in fondo, l’acqua è il segreto più intimo della vitalità, è madre feconda, è materia tangibile degli intangibili principi che regolano l’esistenza. La sua assenza lo rivela con più limpidezza che mai: la siccità è l’icona più vivida della morte fisica e spirituale, è la voce vuota e arida – come direbbe T. S. Eliot “drip drop drip drop drop drop drop/But there is no water” – della desolazione. Attraverso una pluralità di media e linguaggi artistici, il collettivo di artisti nazionali ed internazionali protagonista della nuova esibizione di DRIM evoca, ispirandosi a volti sia concreti sia metaforici dei paesaggi acquatici, temi lungo i quali le narrazioni umane non hanno mai smesso di navigare. Le tinte oceano dei quadri di Giulio Zanet, insieme alle onde di colore di Alice Voglino e al rumore della pioggia bresciana catturato da Alessio Degani, traghettano gli spettatori nel mezzo degli scatti di Isabel Rodriguez Ramos e Davies Zambotti, che, pur nella inevitabile staticità delle loro fotografie, riescono a restituire dei dialoghi tra corpi fluidi e avvolgenti come il mare d’estate. Ad amplificarli è Chiara Tubia, facendo danzare il gres in una forma le cui morbide insenature divengono albergo di un’armoniosa fusione tra il maschile e il femminile. L’esplorazione della fisicità e del suo dinamismo, non tralasciandone anche i movimenti più increspati, prosegue con Irma Molinari e la visual artist Shirin Abedinirad, che, consentendo al suo riflesso di immergersi nelle acque marine scosse da un delicato Zefiro, fa emergere un’inaudita conversazione tra corpo, acqua e cielo. I sussurri del mare e del vento di Shirin sono raccolti dagli scultori Michele Liuzzi ed Elmira Abolhasani: entrambi, trovando nel vetro e nella sua trasparenza l’anello di congiunzione tra mondo acquatico e celeste, riescono nell’impresa di gettare degli inattesi ponti tra la dimensione immanente della corporeità e quella invisibile e trascendente della spiritualità. Proprio sull’ineffabile, e sul suo indistricabile rapporto con la vita e con la morte del mondo, si interrogano le fotografie capovolte di Giammaria Dellarossa e i lavori del pittore e installation artist Marco Andrighetto, che, con una sinfonia di azzurri, mette in scena l’ondoso e incessante movimento tra creazione e distruzione, tra presenza e assenza, tra umano e divino.
La curatela della mostra è affidata a Exoartlab (Marta Blanchietti e Carola Del Pizzo) un duo curatoriale che nasce nel 2021. Il suo nome è un prestito da una parola centrale nel Fedro di Platone: a partire dall’ambientazione del dialogo, che si situa “exo”, “fuori” dalla cinta muraria di Atene, il Fedro è infatti un inno all’extra-ordinarietà di Socrate. Socrate è lontano dall’ordinario per il suo costante esercitarsi alla riflessione. Perché intravede la bellezza nelle pieghe del quotidiano. Perché, ancora, sa mediare tra la razionalità e la volontà di abbandonarsi alla meraviglia. L’"exo” platonico è un riassunto quanto più completo delle attività che il duo pone alla base del proprio statuto. L’aspirazione di Exo Art Lab è, per prima cosa, quella di spingersi a camminare, insieme a Socrate, “fuori dalle mura”.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Palazzo Atelié. L’associazione, fondata quattro anni fa, sta consolidando la propria azione di promozione delle Arti attraverso iniziative mirate che vanno dalle Residenze d’artista, a esposizioni e manifestazioni legate alla vita del paese. E’ così che il Palazzo sito nel vecchio borgo di San Raffaele Alto, affacciato sulla città sta diventando, grazie al lavoro di artisti e volontari, un polo di attrazione per i giovani e meno giovani in cerca di un ambiente in cui poter lavorare, interagire con il pubblico, ma anche abitare nei monolocali attrezzati. Palazzo Atelié è una nuova formula abitativa: Residenza e spazio di lavoro per artisti, ma anche molto di più. Un luogo di incontri e di scambi, un luogo dove si impara dagli altri e da se stessi, un luogo di emozioni e di scoperte, dove è bello vivere, dove si è accolti e dove si è dotati di risorse. Un momento, un altro ' spazio-tempo ' per imparare diversamente, vivere esperienze, andare in immersione, per scoprire.
08
aprile 2022
Emersioni
Dall'otto al 30 aprile 2022
arte contemporanea
Location
DRIM | Contemporary art ground
Torino, Corso Regina Margherita, 94, (TO)
Torino, Corso Regina Margherita, 94, (TO)
Orario di apertura
Venerdì 8 aprile ore 17-21; sabato 9 e domenica 10 aprile ore 11-22; da lunedì 11 aprile su appuntamento
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico