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Emilio Cejalvo – Pornofauve
Comunicato stampa
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Testo critico di Alberto Mattia Martini, curatore della mostra
"Non ho mai conosciuto critici migliori dei galleristi di talento forse perché non riesco ad ammettere che una persona qualsiasi si possa mettere a comprare e vendere delle opere d'arte se non ha sensibilità per farlo. Ma negli ultimi tempi mi capita spesso di pensare che sarebbe tutto molto diverso se i galleristi imparassero il vero segreto del mio amico Leo Castelli: l'amore per l'arte". Queste parole appartengono paradossalmente ad un critico d'arte, esattamente a Gillo Dorfles, che nell'introduzione della biografia sulla vita di Leo castelli, ci ricorda come la passione per l'espressione artistica sia la qualità principe per poter operare nel mondo dell'arte e perché no, per avere successo.
Mai nessun gallerista prima di lui riuscì a cogliere quanto valore avrebbe avuto portare l'arte tra la gente, avere il coraggio di osare, di rompere con gli schemi precostituiti e lasciare che le idee, la creatività fluisca, scorra con i sui messaggi in ogni luogo della società. Chi meglio allora della Pop Art poteva rispondere a questo desiderio, all'esigenza di sdoganare l'arte dalle impolverate e vetuste gallerie dell'epoca, proponendo un nuovo modo di comunicare, ironizzare, criticare e quindi fare riflettere.
Tutte queste caratteristiche appartengono certamente anche a Emilio Cejalvo, giovane artista spagnolo, che fa dell'osservazione e dell'indagine iconica, o comunque della riflessione su ciò che la società "produce", il suo linguaggio artistico.
Emilio accosta una sensibilità atemporale a una lettura più razionale, a volte tagliente e ironica, avvalendosi anche degli elementi comunicativi e sociali del nostro tempo, come le riviste e i giornali, estrapolandone le immagini, che meglio ci identificano e ci raccontano, per poi applicare tali materiali su tela ed interagire con vernice spray, colore acrilico o con altro materiale di recupero come la plastica. La ricerca messa in atto dall'artista spagnolo coglie in modo critico, ludico e al contempo concettuale l'essenza e lo spirito, se così ancora si può definire, della società contemporanea, che in modo sempre più accentuato tenta di imporre all'uomo, gusti, tendenze, comportamenti e quindi una modalità di pensiero standardizzato. Ecco che Cejalvo si impossessa della banalità propinataci giornalmente e la reiterpreta, la modifica, buttandoci in faccia ciò che ci circonda, i prodotti di cui ogni giorno facciamo uso, con cui interagiamo, rendendoci fautori e complici, consapevoli o inconsapevoli.
L'attenzione si sposta sempre più sull'apparenza, sull'esteriorità finalizzata a se stessa, sulla donna simulacro dal guscio suadente, sul sesso come puro esercizio fisico da palestra, dal quale è stata sfrattata la sensualità o ancora sull'uomo, che investito da deliri di onnipotenza assume i panni da super eroe, arrivando a farli indossare nientemeno che alla Gioconda. Una denuncia sociale messa in atto dall'artista spagnolo, nella quale anche l'ironia riveste un ruolo indispensabile, in modo da ottenere quell'effetto straniante, per cui diventiamo al contempo fruitori e attori protagonisti dell'opera e della realtà patinata nella quale viviamo. Emilio pur conducendoci nel territorio del surreale, ci invita e ci pone di fronte all'aspetto mistificante e vacuo del reale, auspicandosi un domani non troppo distante, in grado di analizzarlo, alterarlo, modificarlo e riformularlo, in modo da poter scardinare e superare la mera superficialità.
Alberto Mattia Martini
Testo critico di Christian Gancitano, Coordinatore Atelier Spazio Xpo'
IL POP CALDO DI EMILIO CEJALVO
Secondo le categorie del Wolfflin, verrebbe da leggere l'estetica
"pop", che vede la scissione dall'originaria pop art
europea-anglosassone, per sbarcare in America del nord e divenire arte
di BANDIERA Statunitense con Warhol, Raushenberg etc..., come un "pop
grafico" che apparterrebbe, appunto, alle categorie del "FREDDO",
oppure "LINEARE", hi tech, digitale etc... a discapito delle categorie
del "CALDO" e del "PITTORICO".
FREDDO - lineare - rappresentazione in piano - forma chiusa -
molteplicità - chiarezza assoluta
CALDO - pittorico - rappresentazione in profondità - forma aperta -
unità - chiarezza relativa
INVECE in questo caso NO...
Cejalvo, giovane artista e pittore spagnolo, ha nel sangue Goya.
Goya, uno dei padri della contemporaneità dell'arte figurativa e'
CALDO, anzi Caldissimo ma con contenuti contemporanei, ovvero freddi
(ad es. i "Caprichos"), rappresentati dal mondo dei sogni o degli incubi,
come in Füssli, stessa generazione, dei quali soggetti non si puo'
prendere la temperatura perche' appartenenti al mondo dell'onirico.
Nelle opere di Cejalvo, che ribattezzo GRANDI, senza titolo, composte
da icone e scritte (lettering) della cultura pop (come ad esempio
Spider Man...) Cejalvo utilizza i pixel... ma pixel caldi (HOT PIXEL).
Una miriade di mega pixel che invece che elettronici e freddi sono
piccole pepite, meteoriti mignon o lapilli di un falo' in spiaggia
acceso durante un rave party sparsi su grandi tele. QUINDI PIXEL
CALDISSIMI realizzati a pennello!!
Nelle opere MINI, invece Goya viene fuori, come se Cejalvo ne fosse
posseduto, dopo una notte insonne dentro "La Quinta del Sordo" a Madrid.
Cejalvo si impossessa di collages, icone, artisti e musicisti, da Klimt
a Ingres, dai Kiss ai Manga Hental e utilizza questi supporti freddi,
presi in prestito all'editoria, riscaldandoli con la pittura.
In questa continua dicotomia CALDO/FREDDO troviamo le linee guida per
apprezzare Cejalvo Emilio e la sua pittura che si colloca nelle crepe
della contemporaneita' come POP CALDO.
Christian Gancitano
12
febbraio 2008
Emilio Cejalvo – Pornofauve
Dal 12 febbraio al 06 marzo 2008
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE FAMIGLIA MARGINI
Milano, Via Simone D'orsenigo, 6, (Milano)
Milano, Via Simone D'orsenigo, 6, (Milano)
Orario di apertura
Visite su appuntamento
Vernissage
12 Febbraio 2008, ore 19.30. Lo spettacolo inizierà in vetrina alle 18,30 con performance di Grace Zanotto e Maria Palma Nozzi
Autore
Curatore