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Emilio Tadini – Profughi
Trittici e altri quadri del ciclo Profughi che Emilio Tadini realizzò tra gli anni 80 e 90. L’esposizione si accompagna a una colletiva di arte contemporanea sul tema con esposti 69 artisti, fotografi e filmaker.
Comunicato stampa
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Esposizione di un ciclo pittorico emblematico ed estremamente attuale di Emilio Tadini (anni 80/90). E’ accompagnato da 66 artisti e fotografi contemporanei che raccontano questa umanità in viaggio nell’era globale.
Una mostra per parlare di profughi non solo nelle sedi della Politica,
ma anche e soprattutto in quelle della Cultura.
Erano gli anni ‘80/’90 quando Emilio Tadini realizzò una serie di opere pittoriche dedicate ai profughi. Tadini raccontava l’Uomo e, in quella serie, evidenziava quanto l’essere profugo sia insito nella condizione dell’Uomo. Per Tadini la gestione del cambiamento e della perdita è un processo che tutti nella vita devono elaborare a cominciare dalla nascita con il distacco dal corpo materno, con l’esperienza della Distanza (Emilio Tadini, Rizzoli 1998).
L’esperienza dell’Uomo è senza tempo e senza patria: un’eterna ricerca della condizione migliore e fanno parte di questa ricerca il viaggio, il sogno, l’amore. Dalla fine degli anni Ottanta fino ai primi del 90 Tadini elabora un profonda riflessione sull’essere profughi che lo portano a realizzare a seguire il ciclo Oltremare (ispirate ad Ulisse) e le Fiabe, partendo da La fiaba de niente. Inoltre scrisse nel 1993 il celebre romanzo La tempesta il cui protagonista è Prospero, un uomo colpito dalle vicissitudini della vita che si trincea nella sua casa per opporsi allo sfratto.
Nel periodo in cui realizzo il ciclo Profughi, Emilio Tadini fu molto colpito dai grandi cambiamenti politici e sociali. Nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, realizzò un ciclo di trittici ispirati a Max Beckmann. Per Tadini la storia si ripeteva. Rivedeva in quei cambiamenti sociali che poi portarono anche alla guerra in Jugoslavia, i tempi della guerra quando era bambino e frequentava il ginnasio e trascorreva più tempo nel rifugio che in aula. In particolare gli rimase impresso nella memoria il rischio che corse suo padre quando, da fervente cattolico qual era, si inginocchiò a pregare davanti a dei morti in Piazzale Loreto, tra cui c’era una insegnante. Lui, orfano di madre da quando aveva 6 anni, in quel momento colse quanto l’ideale di un uomo possa prevalicare sul tutto e stravolgere la vita degli altri.
In quella Milano di lutti e di bombardamenti metteva radici in Tadini la voglia di ricostruzione e la fame di giustizia e di benessere che poi appartenne a tutta la generazione del dopoguerra.
Nella serie Profughi i personaggi di Tadini sono persone che come pacchi si muovono in spazi in assenza di gravità con dei cartellini attaccati addosso. Uomini ed oggetti, insieme, sono in uno spazio aereo e privo di gravità. Non c’è territorio di appartenenza c’è solo il viaggio. Un percorso da fare insieme alle cose, quelle che per Tadini rimangono oltre l’uomo a significare ciò che c’era. Presenze e assenze. Nature morte che parlano di noi e raccontano storie di vita terrena. A volte sono fardelli da cui non riusciamo a separarci e ci sono pesci sugli alberi a ricordarci lo stravolgimento dei luoghi e l’atto estremo di sopravvivenza e di non rinuncia alla vita.
La collettiva Profughi: l’Umanità in viaggio nell’era globale
Gli artisti esposti sono 69 su più di 100 partecipanti. Saranno in mostra pitture, sculture, fotografie e video inediti. I visitatori avranno stimoli di riflessione e approfondimenti sul tema anche con incontri e visite guidate rivolte anche alle scuole.
ELENCO ARTISTI: Ana Mireles, Andrea Brera, Andrea Marchegiani, Anna Roberto, Bruno Baldari, Laura Caligiuri, Cesare Augello, Chiara Pellegrini, Daniela Carcano, Daniela Loconte, Jonathan Brioschi, Daniele Lentini, Diego Ariel Ayala, Diego Bardone, Elena Galimberti, Eleonora Prado, Elisabetta Gatti Biggi, Emanuele Cortellezzi, Ernesto Terlizzi, Fabiana Baccinello, Federico Ferrari, Federico Marcoaldi, Fiorella Cicardi, Francesco Falciola, Fulvio Tornese, Gianfranco Bellini, Gianni Pezzotta, Giovanna Paolillo, Giovanni Paolini, Isa Locatelli, Isabella Rigamonti, Lino Giussani, Lorena Tortora, Luca Barovier, Lucio Perna, Luigi Lusenti, Maria Grazia Scarpetta, Maria Luisa Paolillo, Maria Piera Branca, Marina Carboni, Marina Labagnara, Mario De Leo, Marisa di Brindisi, Massimo Ronchi, Mera, Mimma Livini, Mirco Lamonaca, Mirko Torresani, Mohamed Karimi, Monica Sori, Nuccio Zicari, Pamela Napolitano, Paolo Robaudi, Silvana Pincolini, Roberta Ferrari, Roberto Ferrigno, Roberto Manfredi, Romano Campalani, Romina Pilotti, Alberto Scibona, Silvia Questore, Silvia Senna, Gianfranco Testagrossa, Tobia Ravà e Abdallah Khaled, Lucio Tosi, Veronique Pozzi, Walter Ciceri.
Una mostra per parlare di profughi non solo nelle sedi della Politica,
ma anche e soprattutto in quelle della Cultura.
Erano gli anni ‘80/’90 quando Emilio Tadini realizzò una serie di opere pittoriche dedicate ai profughi. Tadini raccontava l’Uomo e, in quella serie, evidenziava quanto l’essere profugo sia insito nella condizione dell’Uomo. Per Tadini la gestione del cambiamento e della perdita è un processo che tutti nella vita devono elaborare a cominciare dalla nascita con il distacco dal corpo materno, con l’esperienza della Distanza (Emilio Tadini, Rizzoli 1998).
L’esperienza dell’Uomo è senza tempo e senza patria: un’eterna ricerca della condizione migliore e fanno parte di questa ricerca il viaggio, il sogno, l’amore. Dalla fine degli anni Ottanta fino ai primi del 90 Tadini elabora un profonda riflessione sull’essere profughi che lo portano a realizzare a seguire il ciclo Oltremare (ispirate ad Ulisse) e le Fiabe, partendo da La fiaba de niente. Inoltre scrisse nel 1993 il celebre romanzo La tempesta il cui protagonista è Prospero, un uomo colpito dalle vicissitudini della vita che si trincea nella sua casa per opporsi allo sfratto.
Nel periodo in cui realizzo il ciclo Profughi, Emilio Tadini fu molto colpito dai grandi cambiamenti politici e sociali. Nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino, realizzò un ciclo di trittici ispirati a Max Beckmann. Per Tadini la storia si ripeteva. Rivedeva in quei cambiamenti sociali che poi portarono anche alla guerra in Jugoslavia, i tempi della guerra quando era bambino e frequentava il ginnasio e trascorreva più tempo nel rifugio che in aula. In particolare gli rimase impresso nella memoria il rischio che corse suo padre quando, da fervente cattolico qual era, si inginocchiò a pregare davanti a dei morti in Piazzale Loreto, tra cui c’era una insegnante. Lui, orfano di madre da quando aveva 6 anni, in quel momento colse quanto l’ideale di un uomo possa prevalicare sul tutto e stravolgere la vita degli altri.
In quella Milano di lutti e di bombardamenti metteva radici in Tadini la voglia di ricostruzione e la fame di giustizia e di benessere che poi appartenne a tutta la generazione del dopoguerra.
Nella serie Profughi i personaggi di Tadini sono persone che come pacchi si muovono in spazi in assenza di gravità con dei cartellini attaccati addosso. Uomini ed oggetti, insieme, sono in uno spazio aereo e privo di gravità. Non c’è territorio di appartenenza c’è solo il viaggio. Un percorso da fare insieme alle cose, quelle che per Tadini rimangono oltre l’uomo a significare ciò che c’era. Presenze e assenze. Nature morte che parlano di noi e raccontano storie di vita terrena. A volte sono fardelli da cui non riusciamo a separarci e ci sono pesci sugli alberi a ricordarci lo stravolgimento dei luoghi e l’atto estremo di sopravvivenza e di non rinuncia alla vita.
La collettiva Profughi: l’Umanità in viaggio nell’era globale
Gli artisti esposti sono 69 su più di 100 partecipanti. Saranno in mostra pitture, sculture, fotografie e video inediti. I visitatori avranno stimoli di riflessione e approfondimenti sul tema anche con incontri e visite guidate rivolte anche alle scuole.
ELENCO ARTISTI: Ana Mireles, Andrea Brera, Andrea Marchegiani, Anna Roberto, Bruno Baldari, Laura Caligiuri, Cesare Augello, Chiara Pellegrini, Daniela Carcano, Daniela Loconte, Jonathan Brioschi, Daniele Lentini, Diego Ariel Ayala, Diego Bardone, Elena Galimberti, Eleonora Prado, Elisabetta Gatti Biggi, Emanuele Cortellezzi, Ernesto Terlizzi, Fabiana Baccinello, Federico Ferrari, Federico Marcoaldi, Fiorella Cicardi, Francesco Falciola, Fulvio Tornese, Gianfranco Bellini, Gianni Pezzotta, Giovanna Paolillo, Giovanni Paolini, Isa Locatelli, Isabella Rigamonti, Lino Giussani, Lorena Tortora, Luca Barovier, Lucio Perna, Luigi Lusenti, Maria Grazia Scarpetta, Maria Luisa Paolillo, Maria Piera Branca, Marina Carboni, Marina Labagnara, Mario De Leo, Marisa di Brindisi, Massimo Ronchi, Mera, Mimma Livini, Mirco Lamonaca, Mirko Torresani, Mohamed Karimi, Monica Sori, Nuccio Zicari, Pamela Napolitano, Paolo Robaudi, Silvana Pincolini, Roberta Ferrari, Roberto Ferrigno, Roberto Manfredi, Romano Campalani, Romina Pilotti, Alberto Scibona, Silvia Questore, Silvia Senna, Gianfranco Testagrossa, Tobia Ravà e Abdallah Khaled, Lucio Tosi, Veronique Pozzi, Walter Ciceri.
10
marzo 2019
Emilio Tadini – Profughi
Dal 10 marzo al 20 aprile 2019
arte contemporanea
Location
SPAZIO TADINI
Milano, Via Niccolò Jommelli, 24, (Milano)
Milano, Via Niccolò Jommelli, 24, (Milano)
Biglietti
intero 5 euro
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 15.30 - 19.30
Vernissage
10 Marzo 2019, ore 15.30
Autore
Curatore